Prima i membri della Bones, poi Dio. (Clover) [Commentando l'inizio della cena dell'associazione segreta Skull and Bones]
Alla fine saremo coinvolti in questa guerra, non perché vogliamo farlo, ma perché dobbiamo e dovremmo. Il Presidente mi ha chiesto di provare a creare un servizio di intelligence estera, se ciò accadrà andrò in cerca di patrioti giovani, d'onore, brillanti, dalle giuste origini familiari per i vari dipartimenti. In altre parole, niente ebrei o negri e pochissimi cattolici e... questo solo perché io sono cattolico. Verrebbe addestrato, inserito nell'esercito e inviato oltremare. Se la cosa le interessa dev'essere pronto a partire da un momento all'altro. Non voglio una risposta ora, ci pensi e basta. Ma non si tratta di un mucchio di confratelli che vanno giocherellando col pisello. E' una cosa seria, per l'America. (William Sullivan)
Dovrai imparare quanto più velocemente e accuratamente possibile il sistema inglese di spionaggio; le arti nere, particolarmente il controspionaggio. L'uso dell' informazione, della disinformazione, e come il loro uso è in definitiva... potere. Ci rendono partecipi delle loro operazioni; non vincono la guerra senza di noi, ma in realtà non ci vogliono qui. L'Intelligence è il loro latte materno, e non amano condividere la tetta reale con gente priva di titoli. (Philip Allen)
L'abilità mentale di scoprire cospirazioni e tradimenti è verosimilmente la stessa qualità che corrode il giudizio innato. Tutto ciò che sembra chiaro è corrotto, e tutto ciò che sembra corrotto è chiaro. Intrappolato nei riflessi, lei deve saper riconoscere quando una bugia viene camuffata da verità e poi occuparsene con efficienza, spassionatamente. Non dia mai a nessuno il tempo di pensare. Lei stabilisce il tono della discussione e arriva subito al punto. (Dr. Fredericks a Edward)
La guerra mondiale è finita, quella per il mondo appena cominciata. In ogni paese liberato ci sarà una battaglia tra noi e i russi, per i cuori e le menti. Da quando abbiamo sganciato la bomba loro se lo sentono piccolo tra le gambe, ma i russi vivono ancora nel XIX secolo, rape e patate. Tutto questo cambierà drasticamente, per adesso stanno vagliano territori, portandosi a casa gli scienziati che riescono a rubare. Tra dieci anni avranno la bomba, dobbiamo portare chiunque ci possa essere utile fuori da Berlino prima di loro. Churchill aveva ragione, non dovevamo smettere di marciare fino all'arrivo a Mosca. (Philip Allen a Edward)
Ma in fondo lo siamo tutti, calzolai dei re. (Gesu a Edward)
Ricordo che un senatore una volta mi ha chiesto "Quando voi parlate di CIA, perché non mettete mai l'articolo la davanti?" E io gli ho chiesto "Lei mette l'articolo il davanti a Dio?" (Richard Hayes a Edward)
Citazioni in ordine temporale.
[In vista dello sbarco alla Baia dei porci a Cuba] Richard Hayes: Il meteorologo dice che domenica sarà una giornata perfetta per andare in spiaggia. Spero che tu sappia ancora ballare. Tra qualche giorno faremo il Cha cha cha nella camera da letto di El Comandante. Edward: Vedrò di ricordarmi di portare le scarpe giuste.
Edward: Raymond Duca Brocco, nato l'8 maggio 1907 a New York City, liceo di Sant'Ignazio, Università Fordham, sposato ad Anita Del Vecchio, due figli di sei e... Ray Brocco: Stephanie e David. Edward: Uno e ottantotto, 83 chili, capelli neri occhi castani, curriculum militare 5 anni. D'intelligence. Qualcosa da aggiungere? Ray Brocco: Vuole controllarmi anche il culo? Edward: Sta lavorando per me, sergente Brocco. Ray Brocco: Per il governo degli Stati Uniti, signore. Edward: In questo ufficio sono io il governo degli Stati Uniti. Ray Brocco: È piuttosto sicuro di sé per essere un novellino. Non mi hanno detto il suo nome. Edward: Allora potrebbe aver sbagliato posto. Ray Brocco: Hanno detto che lei è un figlio di puttana serioso privo di senso dell'umorismo. Non potete essere in due.
Edward: Come so che posso fidarmi di lei? Dr. Fredericks: Non lo sa. Spero che sia fortunato e incontri una persona fidata. Mi rincresce dirlo: non mi è accaduto.
Edward: Non ha mai pensato di tornare ad insegnare a tempo pieno? Dr. Fredericks: Sono preoccupati per le mie frequentazioni personali, è così? I ragazzi di Cambridge fanno corpo comune, sono troppo democratici i miei gusti per loro. Amano i pantaloni stirati e bottoni appropriati. No, io con l'insegnamento ho chiuso del tutto. Sono quello che sono: patirò le conseguenze. Edward: La prego, ha... reso tutti i servigi possibili. E' ora di ritirarsi. Dr. Fredericks: Il bravo scolaretto sarà poco distante, vorrà sapere la mia risposta. La capisco: due piedi in una scarpa. E' un lavoro sporco, Edward, ne faccio parte da fin troppo tempo. Forse dovrebbe pensare a procurarsi un nuovo paio di scarpe Edward. A St. James c'è un magnifico negozio, si chiama "Mr Pendingbones". E' il calzolaio del re. Ma poi... immagino che lo siamo tutti a modo nostro, non è vero? Calzolai dei re. Se ne tiri fuori finché è in tempo, finché ancora ci crede. Finché ancora ha un'anima.
Bill Sullivan: Ho paura che troppo potere finisca nella mani di troppo pochi. E' sempre interesse di qualcuno promuovere nemici, reali o immaginari; vedo la cosa con gli occhi e le orecchie dell'America, ma non voglio che diventi il suo cuore o la sua anima. Così ho detto al Presidente che, perché funzioni, ci sarà bisogno di una specie di supervisione civile. Edward: Supervisione? Come può esserci un' organizzazione segreta se qualcuno controlla alle spalle? Bill Sullivan: Sa chi ha dato ad Hitler il suo potere? I contabili e gli impiegati, i funzionari statali. Io ho una sola debolezza: credo in un Dio giusto. Tendo sempre ad eccedere in favore della democrazia.
Bill Sullivan: Dev'essere un bel posto dove tirar su una famiglia. Non ne ho mai avuto il tempo, sarò morto in meno di un anno. Amo questo paese. Edward: Lo amiamo tutti, signore. Lo amiamo tutti. Bill Sullivan: Qualunque cosa le dicano gli altri, non potrà fidarsi di nessuno. Ho paura che alla fin fine anche noi siamo solo degli impiegati.
Joseph Palmi: Allora, di che cosa mi vuole parlare? Edward: Il governo sta per deportarla per certe attività. Joseph Palmi: Sto in questo paese da quando avevo due mesi. Questo cosa fa di me, un italiano? Sono americano, e vogliono rispedirmi a casa? Edward: Potrei far rivedere l'ordine di deportazione, farla classificare altamente esposto per la sicurezza nazionale. Potrei toglierle il governo dalle costole se lei ci aiuta. Joseph Palmi: Siete voi quelli che mi spaventate. Siete quelli che fanno le grandi guerre. Edward: No, ci assicuriamo che siano piccole, signor Palmi. Joseph Palmi: Voglio farle una domanda: noi Italiani abbiamo le nostre famiglie e abbiamo la chiesa; gli Irlandesi hanno la loro patria; gli Ebrei la loro tradizione. Perfino i negri hanno la loro musica. La vostra gente, invece, signor [nome fittizio] Calson, voi che avete? Edward: Gli Stati Uniti d'America. Voialtri siete solo in visita.