attore, regista e sceneggiatore statunitense Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
John Turturro (1957 – vivente), attore, regista e sceneggiatore statunitense con cittadinanza italiana.
Ho scoperto per quale motivo Stanley Kubrick mi volesse in Eyes Wide Shut. Mi aveva visto ne La tregua di Francesco Rosi, ed essendo un appassionato delle opere di Primo Levi, aveva deciso di incontrarmi per offrirmi un ruolo che doveva apparire all'inizio, al centro e alla fine del plot. Kubrick conosceva alcuni libri di Primo Levi a memoria.[1]
Napoli è un luogo misterioso sia per chi non ci abita sia per i suoi stessi abitanti: c'è qualcosa di veramente vibrante e vivo che si percepisce ovunque ed è come qualcosa d'infinito che percepisci anche quando la lasci. Mi ha colpito molto e credo di aver riportato nel film [Passione] queste sensazioni.[2]
[Sicilia] La prima volta che sono venuto qui è stato ventidue anni fa. È stata un' esperienza incredibile. Ho visitato tutta l'isola: era bellissima! È difficile tornare nei luoghi d'origine della tua famiglia, dove non sei mai stato. È strano essere qui. Questo è un ritorno alle mie origini.[3]
Napoli è un luogo sopravvissuto ad invasioni straniere, eruzioni vulcaniche, terremoti, rivolte popolari e che allo stesso tempo ha prodotto nella sua storia una valanga di musica.[4]
Penso che Napoli sia il più grande juke-box del mondo.[5]
[Palermo] Poi mia nonna Rosa incontrò mio nonno. Era di Palermo, si chiamava Giovanni Inzerillo. Si sposarono qui ed emigrarono prima a Brooklyn e poi a Broadway.[6]
[Napoli] Una città splendida conquistata da popoli diversi, massacrata e ricostruita, con ferite aperte, ma che sa ancora cantare e raccontarsi attraverso la sua musica ed i suoi artisti.[7]
Non ho mai pensato di lasciare la mia New York e il mio quartiere, Brooklyn, per vivere nel blu senza stagioni della California e della irreale Los Angeles. Ho bisogno del mio caffè dietro l'angolo, dei colori che mutano le foglie nei viali della metropoli dove sono nato. Però, appena posso stare in Italia per me è una gioia, come vedere il vostro cinema e leggere i vostri scrittori. In primis Italo Svevo, Primo Levi, le poesie di Eugenio Montale... [8]
Tra una partita di basket, sport che mi tiene in forma, e la lettura o rilettura dei copioni, in genere scelto un libro! Se Italo Svevo mi ha reso bene il senso del destino dell'umanità, scrittori come Tennessee Williams e Saul Bellow mi regalano sempre assoluto piacere. Amo leggere e anche quando vado al cinema io "leggo" i film, non mi limito a vederli (o a interpretarli). [8]
Dovevo interpretare Il siciliano del regista Michael Cimino e atterrai a Roma dove rimasi un mese per preparare il ruolo. Non mi capacitavo della successione dei segni dei secoli che vedevo camminando per strade, vicoli, piazze... Tutto mi sembrava più importante che studiare i dialoghi del mio personaggio, il fuorilegge Gaspare "Aspanu" Pisciotta! [8]
Io so essere amico delle donne, e mi piace ascoltarle, capire le amiche di mia moglie. Come diceva il film [Gigolò per caso]: ci sono uomini che amano il sesso e non necessariamente le donne. Io mi interesso alle persone, non al piacere che posso trarne. [8]
Il denaro è un mezzo, mai un fine per me. Non bado alla quantità del denaro, ma alla sua qualità, anche se è poco. Sento che c'è una forza giovane e molto creativa nel vostro cinema, con tanti autori nuovi. Ammiro senza riserve il vostro grande attore Toni Servillo e rivedo spesso il sorriso venato di malinconia di Marcello Mastroianni. [8]
Quelliche...ilcinema, a cura di Marta Ravasio e Ilaria Serina, 14 maggio 2006
Ci sono due cose che un uomo dev'essere in grado di fare nella vita: essere romantico e fumarsi l'anima.
Penso che nel mondo di oggi perseguire i tuoi sogni, i tuoi desideri e la tua visione è difficile. Penso che persino persone come Buñuel o Fellini avrebbero difficoltà nel mondo odierno a perseguire i loro ideali ed i loro punti di vista, chiaramente questo non significa non provarci affatto!
Nella mia infanzia c'era tanta musica, che creava un po' una sorta di privacy in un luogo tanto piccolo quanto la casa in cui sono cresciuto, dove si ascoltava davvero di tutto e dove ognuno aveva la propria musica che ascoltava, quando voleva, astraendosi dall'ambiente in cui si era e ci ballava sopra, fantasticando di essere qualcuno di diverso da sé.
Christopher Walken non amava le coreografie perché sostiene che i coreografi siano come i parrucchieri: esagerano sempre!
↑ Citato in Dizionario degli attori: Gli attori del nostro tempo, a cura di Gabriele Rifilato, Rai-Eri, 2005, Roma. ISBN 8839712895