[Dopo avergli sparato un proiettile in una gamba] Ma non fare polemiche, Jack, ha rimbalzato! (Johnny)
[Rivolgendosi all'enorme compagno di cella che russa sulla branda sopra la sua] Crapanzano, meno male che oggi esci... avrò dormito un'ora in due anni! (Aldo)
Crapanzano, mettiti la maglietta! Porca miseria... Sei così un bel ragazzo, non vedo perché ti devi buttare via in questo modo! (Aldo)
[Restituendo ad una passante il bambino affidatogli poco prima, che gli ha vomitato copiosamente sulla giacca] Signora, le do un consiglio: lo faccia vedere da un esorcista. (Giovanni)
[Rivolto a Giacomo, che si è fatto sottrarre da Aldo la sua pistola d'ordinanza lasciata nel portaoggetti] Ma chi è che ti ha addestrato a te, Topo Gigio? (Giovanni)
[Rivolto a una donna che sta per partorire] Buongiorno, signora! Si sono già divise le acque? (Aldo)
Sì, ho conosciuto una ragazza si chiama Clara, è bellissima, è bionda, è bellissima, è... vabbè, più bionda che bellissima... (Aldo)
[Rivolgendosi a Giacomo che, in una discesa, si era dimenticato di tirare il freno a mano] Mii ma dove hai preso la patente? Alla sala giochi? (Aldo)
Al[raccontando una barzelletta]: C'è un tipo di colore... Jack: Che tipo di colore? Al: Un tipo di colore! Jack: Eh ho capito ma rosso verde... Al: Mii un negro! Un tipo di colore negro! [...] Allora... Non la racconto più. c'è un negro che bussa alla porta di un night club... John: Ah, ho capito... è quella che poi apre lo spioncino e lo tira fuori con le dita nel naso! Al: Ecco, ho capito quella che dici. È bellissima! È un capolavoro della barzelletta. Ma non è quella! Jack: Ma qual è quella che lo tira fuori con lo spioncino? Al: Mii Jack, sto raccontando un'altra barzelletta! [...] Allora... c'è un negro che bussa alla porta di un night club... John: Aaah... è quella che poi lui va in un altro night club! Al: Quella! John: Che lui corre forte... Al: Sì, però non me la rovinare... lasciamela raccontare. Jack: Ma quando si ride in questa barzelletta? John: Jack, è una barzelletta e si ride alla fine! Al: [...] T'hanno dato trent'anni, puoi anche aspettare! Jack: Va bene, allora... allora aspetteremo! John: Aspetta un attimo Al, ma come mai a lui hanno dato trent'anni e a noi cinquanta? Al: Mii Johnny, pure tu... sto raccontando una barzelletta! Mii, la sto odiando 'sta barzelletta! Allora: c'è 'sto cazzo di negro che è due ore fuori dalla porta di questo night club di mmerda! E il portiere gli risponde... John: "Non si può entrare in questo night club". [...] Al: E il negro gli risponde... John: "Ma lei non sa chi sono io, mi faccia entrare!" Jack: [cominciando a ridere] "Lei non sa chi sono io!" Ma che t'inventi Johnny! Al: E... e il portiere gli risponde... John: "Guarda quella ragazza con la gonna rossa!" Jack: [ridendo sempre più sguaiatamente] "Con la gonna rossa!" Miinchia! Sto scompisciando dalle risate! Haha... Al: Ragazza... con la gonna rossa? John: Sì... Al: Allora non è lei... John: Come non è? Non è che poi dice: "Oh, c'è anche l'elefante che parla inglese..." Jack: "L'elefante che parla inglese!" Johnny, sei veramente una bomba, sei! [...] Ma come finisce 'sta barzelletta?
Jack: Se al mattino spacchi le pietre, al pomeriggio scavi le buche. Se al pomeriggio si spaccano le pietre, al mattino si scavano le buche. Se al mattino... Al: Se al mattino spacchi le palle, la sera pure! Jack: Ma che minchia di programma rieducativo è? Al[a John]: Su questo c'ha ragione...
Giacomo: Ciao. Cosa stai leggendo oggi? Platone: Schopenhauer. Giacomo: Schopenhauer? Platone: Il mondo come volontà e rappresentazione. Giacomo: Sì, ma Platone, anche tu! Non puoi leggere Topolino come tutti gli altri bambini? Ciao Gaber! Ehi? Successo qualcosa? Gaber: Questa è arrivata stamattina. [mostra a Giacomo una lettera] Dice che dobbiamo partire entro stasera, neanche il tempo di fare le valigie ci hanno dato. Giacomo: Ma scusa, e per ora dove andreste? Gaber: Per ora da mio cugino poi boh... son disperato Giacomo. Giacomo: Non ti preoccupare; mi farò venire in mente qualcosa. Cognato di Giacomo: [scendendo per le scale] Ah, guarda che ber quadretto. Ammazza che schifo! Ahò, Africa! Damme un giudizio: te sembrano pulite 'ste scale? Gaber: Le ho appena pulite. Cognato di Giacomo: Va be'! Tanto tra un po' la pacchia è finita, eh? Giacomo: Intanto stiamo calmi, poi mi devi una spiegazione: come mai non ne sapevo niente di 'sta roba? Cognato di Giacomo: Ahò, a' Malcolm Icse! Intanto stai carmo te. Primo. Secondo: famo 'na bella cosa, al posto di "unanimità", ce scriviamo: "Voti favorevoli: 15; voti contrari: 1". Er tuo, eh? Giacomino, l'amico dii negri. [facendo poi per andarsene, rivolto a Gaber] Ciao, Congo.
Catanìa: Minchia già incazzato?? Giacomo: Sì, dai. Metti in moto che siamo già in ritardo. Catanìa: Ah, senti, c'è stato un cambiamento nel programma. Giacomo: Che cambiamento? Catanìa: Prima di passare dal carcere, devo fare una commissione. Giacomo: Catanìa cosa ti stai inventando stavolta? Catanìa: Quanto bene mi vuoi Giacomo? Dammi la mano... [Giacomo si scosta bruscamente] e dammi sta cazzo di mano!... [gliela prende e se la porta al petto] Giacomo: Ma dai! Catanìa: Hai sentito? Sai cosa vuol dire quando batte così il cuore? Guardami in faccia quando ti parlo. Lo sai cosa vuol dire? Giacomo: Ho paura di saperlo, Catanìa. Catanìa: Quanti favori t'ho fatto Giacomo eh?! Dimmi, quanti favori t'ho fatto?? Giacomo: Devo essere sincero? Catanìa: Non far lo stronzo... Giacomo ti prego non far lo stronzo! Io sto mettendo la mia vita nelle tue mani e tu fai lo stronzo? Non lo fare perché io per te... io per te... e dammi un bacio... [gli si getta addosso per baciarlo] Giacomo: E basta e guarda sta strada! Catanìa: Quanto cazzo di bene ti voglio! Giacomo: Catanìa hai letto il regolamento? Non posso recuperare un delinquente da solo! Catanìa: Ecco quando fai così mi fai davvero incazzare! Ma come?! Tu sei il mio migliore amico io per te finirei pure in galera e tu? Come mi stai trattando? No dimmi come mi stai trattando??? Vaffanculo Giacomo... vabbè dammi un bacio. Giacomo: E basta con 'sti baci e guarda sta strada! Dimmi piuttosto chi è stavolta e la facciamo finita dai. Catanìa: Aaaah perché tu credi che ci sia di mezzo una donna eh?! No, questa non è una donna. Questa è un'opera d'arte... una scultura... bella come una statua, una statua di... va bè adesso non mi viene in mente nemmeno il nome, ma guarda, ti giuro è perfetta... Io posso scendere anche qui ora... Giacomo: Catanìa... Catanìa: Io faccio un favore a te e tu uno a me, eh. Giacomo: Catanìa... Catania: Così è la vita... a proposito: l'hai finito il tuo libro? Vedi che cazzo d'amico che sono! Tutto mi ricordo tutto! Dammi un bacio. [gli si avvinghia di nuovo addosso] Giacomo: Allora... Allora Catanìa adesso tu fai un favore a me: scendi da questa macchina e ti levi dalle palle dai, andare, su! [Catania gli da un bacio con il suo dito addosso] E daaaai! Catania: Allora ci vediamo qui alle undici.
Aldo[rispondendo al cellulare di Giovanni]: Pronto, chi è? Chi? Giovanni Storti? E lei chi è? Ah, è la moglie. Giovanni[sporgendosi dal sedile posteriore]: Mia moglie! Aldo: Stai fermo con le mani! Non lo so se ha sbagliato numero ma sicuramente ha sbagliato persona, o forse ha sbagliato numero ma ha trovato la persona giusta, o... Mi'! M'ha mandato a fanculo! Lo stesso carattere del marito! Mi', che famiglia! Sequestrato... anzi eliminato! [butta il cellulare dal finestrino]
Giovanni: [dopo esser stato sequestrato da Aldo assieme a Giacomo] Io avevo un appuntamento importantissimo! Giacomo: Sì, dal pediatra.
Giacomo: Anzi! Se proprio vuoi saperlo, io il poliziotto non volevo neanche farlo. È capitato. Giovanni: Eh, e se non capitava era meglio!
Giacomo: Sai com'è la vita, capitano delle cose più grosse di te e devi prendere delle decisioni, un po' come il bivio di prima, ti ricordi, "Che faccio? Vado a destra o vado a sinistra?" E lì se non stai attento rischi di sbagliare, rischi di prendere la strada sbagliata. Giovanni: E tu l'hai presa in pieno, contromano!
Giacomo: Tra l'altro ho anche finito di scrivere un romanzo. Giovanni: [con tono sarcastico] Non vedo l'ora di leggerlo, c'ho l'acquolina in bocca.
Aldo[rivolto a Giovanni, che ha appena sorpreso mentre cercava d'attirare l'attenzione d'altre macchine di passaggio]: Ma perché? Perché, perché, perché mi fai questo? Perché mi devi mettere sempre i bastoni fra le ruote, eh? Mentre sto operando, oltretutto! Marito della partoriente[in lontananza]: È uscita la testa! È uscita la testa! Aldo: Eh Ho capito, un minuto! Un minuto! Ha aspettato undici mesi, può aspettare anche un minuto, no? E tutto io devo fare? Ritorniamo a noi: Perché? Eh? Fammi vedere le mani. [Giovanni scuote la testa] Fammi vedere le mani, imperativo categorico assoluto! [Giovanni gli mostra titubante le mani] "O tu, o io"? Che c'è scritto?? Giovanni: Niente! Aldo: "O io o tu"? Giovanni: Sì, è un gioco di parole... Aldo: E come si risolve? Giacomo: Ma niente, è che devi leggerle al contrario... ed esce scritto aiuto, c'è scritto.
Aldo: Vuoi un cheeseburger? Lo vuoi. Giacomo: No no, grazie. Io faccio una dieta dissociata; cerco di non mischiare i carboidrati con le proteine... sai, perché se gli enzimi dei carboidrati... Aldo: Mii, e che devi farmi la cartella clinica ho capito?! Eh!
Aldo[mangiando un hamburger]: Il nettare degli dei! E il settimo giorno dio creò il cheeseburger. [girandosi verso Giovanni] Ma come fa a non piacert... [gli parte inavvertitamente un colpo dalla pistola con cui teneva costantemente sotto tiro gli ostaggi. Il retro della macchina si cosparge tutto di rosso, e lui si mette a piangere terrorizzato] Maria! Che ho fatto, Maria, che ho fatto?! Gli ho spappolato la faccia, gli ho spappolato! Gli ho spappolato il cervello! Giovanni[con tono da moribondo]: Non sento più niente! Oddio, non sento più niente! Non sento dolore! Aldo: Sento che già il cadavere puzza! Sta frollando?! Sta frollando?! Giovanni: Non sento più niente! Giacomo: Ci credo che non senti niente, deficienti! [raccogliendo col dito un po' della sostanza rossa del ketchup cosparsasi nell'auto] È ketchup! Hai assassinato il sacchetto d'hamburger, hai assassinato!
Aldo: Sento che sta per succedere qualcosa... Guarda lì, due condor. Presagio di sventura. Giacomo: Ma che condor, non siamo mica nello Utah qua, son cornacchie! "Presagio"...
Aldo: A 200 metri c'è un sentiero! Hai capito? Prendi quel sentiero! Giacomo: No. Aldo[urlando]: T'ho detto schiaccia quel cazzo di piede e prendi quel sentiero, hai capito?!
Aldo: Datemi un buon motivo per non farlo. Giovanni: Be', adesso non me ne viene in mente neanche uno, però pensandoci bene, magari...
Giovanni[riferendosi ad Aldo]: Oh cacchio, è con una ragazza?! Giacomo: Sì. Giovanni: Ma come sì?? C'è lì il mostro di Düsseldorf con una ragazza e tu non fai niente, non agisci?! Giacomo: Perché? Giovanni: Ma come perché, è un delinquente questo qua! Giacomo: Ma scusa, adesso secondo te uno basta che finisca una volta in galera e diventa uno stupratore... Va' che tu della natura umana non capisci proprio un cazzo guarda! Giovanni: Senti "natura umana", è due giorni che te lo voglio dire: sei proprio un cretino! Va bene? Giacomo: Cosa hai detto? Giovanni: Ho detto che sei un cretino, hai capito bene! Giacomo: Guarda faccio finta di non sentire! E poi comunque ti ricordo che stai parlando con un pubblico ufficiale! Giovanni[ridendo]: Ma pubblico ufficiale che cosa, ma ti sei visto? Ma sei vestito come uno spaventapasseri [la sua divisa ce l'ha indosso Aldo, per non destar sospetti, da quando li ha sequestrati], e sai perché? Perché sei uno spaventapasseri!
Aldo: Ti chiami Clara?! Bellissimo nome! Pensa che quando ero bambino, e quando dico bambino... dico bambino! Conoscevo un'amica che si chiamava Francesca... E indovina come la chiamavo? Clara: Clara. Aldo: Eh no. Si chiamava Francesca... E la chiamavo Francesca.
Aldo: In Africa, tutte le mattine, quando sorge il sole, una gazzella muore. Clara: Muore? Aldo: Si sveglia già morta, perché si vede che non stava molto bene il giorno prima e allora... Comunque, sempre in Africa, no? Tutte le mattine, quando sorge il sole, un leone, appena si sveglia, comincia a correre per evitare di fare la fine della gazzella che è morta il giorno prima. E poi, correndo, vede che c'è la gazzella morta il giorno prima lì e visto che... "Che cosa corro a fare? Mi fermo e gli do due mozzicate". Comunque, dove voglio arrivare? Non è importante che tu sei un crotalo o un pavone. L'importante è che se muori, me lo dici prima.[1]
Giovanni: Hai capito? Aldo: Non sono mica sordo! Giovanni: Ciccio, quello è sentire, capire è un'altra cosa!
Giovanni[discutendo sulla reazione dei parenti alla notizia delle loro morti: la moglie di Giovanni intrattiene una tresca con Catanìa, mentre i familiari di Giacomo gli hanno buttato tutte le sue cose e dato in affitto la stanza]: Ma sì... Il discorso di fondo è uno solo: non è che tutti gli esseri umani di fronte al dolore hanno la stessa reazione. Non so, prendi una vedova araba: urla, strepita, si strappa i capelli, si rotola... è esagerata. Una svedese no! Al massimo una lacrimuccia. Non è che soffra meno, è una reazione diversa di fronte al dolore. Mia moglie ha avuto una reazione di questo tipo. Giacomo: Ma sì, un po' svedese... Giovanni: Ma sì, come uno shock affettivo. Giacomo: Come mia sorella e mio cognato. Giovanni: Be', be' no eh, tua sorella e tuo cognato sono proprio dei bei bastardi! Giacomo: Ma come bastardi? Giovanni: Ma sì, scusa, sei appena morto e ti affittano la camera e buttano il libro della tua vita nella spazzatura? Se non son bastardi questi qua, dai... Giacomo: Scusa, e allora tua moglie? Giovanni: Cosa vuol dire, lì è una reazione diversa. Giacomo: Ma reazione diversa che cosa?! Scusa, sei morto da un giorno e si mette a trombare con un altro, dai! Giovanni: Ma cosa vuol dire?! È lo shock! Giacomo: Ma lo shock di che cosa? Giovanni, è brutto sentirselo dire, ma tua moglie è proprio un bel puttanone! Giovanni: Uè Giacomo, piano con le parole eh! Ahahahah, questa è bella! Mia moglie è un puttanone! Ma dai, mi fai ridere mi fai, ecco cosa mi fai! Adesso mia moglie è un puttanone... Ma pensa te! Mia moglie è un puttanone... [con tono sempre più convinto] Mia moglie è un puttanone...
Giovanni: Ma si può sapere cosa sta succedendo? Aldo: Ma è possibile che tu non hai ancora capito? E fai uno sforzettino, no? Giovanni: Giacomo... Giacomo: Eh, Giovanni, mi sa che... Giovanni: Mi sa che cosa, mi sa? Aldo: Dai, hai fatto trenta, che ci vuole a fare trentuno? Giovanni: Trentuno cosa?! Aldo: Mii, ma sei proprio gnucco?! Allora te lo devo proprio dire? Sei morto, defunto, trapassato remoto, schiattato! Eh, gliel'ho dovuto dire così! Giovanni: E tu lo sapevi? Aldo: Certo che lo sapevo. Giovanni: E perché non ci hai detto niente? Aldo: Ragazzi, per dire certe cose ci vuole un certo tatto, non è che potevo dirvelo così.
↑ Il riferimento è a un aneddoto africano dall'incerta attribuzione: «Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più del leone o verrà uccisa. Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, un leone si sveglia e sa che dovrà correre più della gazzella o morirà di fame. Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, non importa che tu sia leone o gazzella, l'importante è che cominci a correre.» Per approfondire vedi qui.