paleontologo, divulgatore scientifico, giornalista e conduttore televisivo italiano (1962-) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Alberto Angela (1962 – vivente), paleontologo, divulgatore scientifico, scrittore e giornalista italiano.
Credo che la formica parassitaria sia l'animale più longevo e insieme più debole che esista. La struttura esoscheletrica è del tutto simile a una zanzara in volo, e tuttavia con un bulbo parcellizzato più regolare.[1]
Da quassù si scorge Palermo al momento del tramonto, con il suo fascino, la sua bellezza, che però si nascondono in questo calcolato disordine, di cupole, resti di moschee, palme che emergono, statue gesticolanti ma anche orti barocchi e persino magnificenze Liberty. Da qui si intravede Monte Pellegrino, un promontorio definito da Goethe “il più bello del mondo” che sembra quasi proteggere la città. Una città che sembra scivolare pigramente verso il mare. Un mare dal quale sono venuti tutti i popoli che hanno desiderato conquistarla. Fenici, romani, bizantini, arabi, normanni, spagnoli, francesi, piemontesi, austriaci. E tutti hanno lasciato delle bellezze immense. E forse proprio dal mare è arrivata quella malinconia che è una delle chiavi per capire la Sicilia. Insomma, qui nulla è siciliano, ma tutto si fa siciliano.[2]
Ho una debolezza: il tiramisù. Casalingo o di pasticceria, non manca mai.[3]
Il Tirannosauro univa in sè le dimensioni di un elefante, la violenza di una tigre e la dentatura di uno squalo.[4]
Poche città come la Firenze del Rinascimento sono riuscite, nella storia dell'umanità, a segnare così tanto e in pochi secoli, non solo la storia del proprio Paese, ma quella di un intero continente e del mondo intero.[5]
Prima di Ciampi la patria era un valore di destra, guerresco. Lui ha convinto gli italiani a fare pace con la bandiera e con l'inno.[6]
Quando si entra in un luogo tanto splendido e ricco di tesori come la basilica di San Pietro, è naturale che lo sguardo corra verso l'alto, oppure tutto intorno... È molto più difficile che ci si fermi a guardare per terra. Ma è un vero peccato, perché i pavimenti di San Pietro sono un enorme, vastissimo capolavoro unico al mondo.[7]
[Su Gigi Proietti] Quando ti trovavi davanti a lui, alla sua arte, alla sua persona, ti rendevi conto di essere davanti ad un fuoriclasse, ad un artista unico che sapeva coinvolgerti in modo totale in ogni tipo di rappresentazione. La sua arte non era mai ostentata ed era sempre in grado di mettere a proprio agio le persone con cui aveva a che fare. [...] Con la sua umiltà, la sua umanità e la sua semplicità, Gigi è stato uno degli uomini più veri, rispettosi ed umani che abbia mai incontrato.[8]
Sì, effettivamente a prima vista [le iguane] possono sembrare dei piccoli dinosauri, ma non lo sono. Appartengono al grande filone dei rettili, ma non sono parenti stretti dei dinosauri. Diciamo più o meno quanto noi lo potremo essere con una foca.[9]
Sono di bocca buona: mi piacciono i film che fanno ridere e quelli di azione. Al primo posto, metterei 2001 Odissea nello spazio.[3]
Dal programma televisivo Meraviglie - La penisola dei tesori, Rai 1, 9 aprile 2019; video disponibile su raiplay.it.
Il Palazzo Ducale di Urbino è davvero una sorta di dedalo, con passaggi, stanze, cortili, ecc. e noi ora ci troviamo in uno dei punti più alti, uno dei due torricini, così chiamati, queste torri a punta molto eleganti. Non avevano [...] una funzione militare, questa non era una fortezza, questo era un palazzo; ed era voluto da Federico da Montefeltro, perché chiunque arrivasse proprio qui [...] si trovava di fronte questa meraviglia dell'architettura, che era un vero e proprio biglietto da visita di questo personaggio straordinario.
La più importante testimonianza di questo periodo d'oro [il Rinascimento] è il Palazzo Ducale, un vero e proprio scrigno che copre ben ventimila metri quadrati su più piani. È davvero un'opera straordinaria.
Pensate che l'UNESCO ha dichiarato il centro storico di Urbino patrimonio dell'umanità; ma in effetti è una città antichissima, una città che ha conosciuto il suo massimo splendore, lo sappiamo, nel '400, quando, come sottolinea l'UNESCO, ha rappresentato uno dei vertici dell'arte e della cultura di tutto il Rinascimento. E soprattutto, ha lasciato un'impronta indelebile nella storia, grazie anche alla creatività dei suoi abitanti e del Duca di Urbino, personaggio davvero straordinario.
[...] tra questi boschi e querce, incastonata tra le morbide colline marchigiane, si trova una vera meraviglia, non solo di questa regione, ma di tutta la nostra nazione: è una città ricchissima di storia, arte e cultura. Una città che ha lasciato un segno nei secoli: Urbino.
Urbino e soprattutto questo bellissimo palazzo [Ducale], erano in quegli anni un luogo di grandissimo fermento, qui avresti incontrato tanti ambasciatori, ospiti, viaggiatori, ma anche nomi entrati nella storia: Papa Giulio II [...], Lucrezia Borgia, tanti altri.
Urbino [...] è un luogo unico, un luogo dove Medioevo e Rinascimento si fondono con naturalezza: e allora tutti questi bellissimi palazzi, le chiese, i vicoli stretti e i saliscendi così caratteristici, vi fanno ancora oggi ritornare a quell'epoca, al '400, gli inizi del '500. Un'epoca in cui Urbino era una città ricca, in cui vi era fermento culturale e proprio grazie alla passione dei signori della città, erano sorti tantissimi luoghi dove l'arte a sua volta nasceva.
Dall'eruzione che nel 79 d.C. distrusse Pompei, Ercolano, Oplontis, Boscoreale, Terzigno e Stabia si parla sempre attraverso le vittime, cercando di capire come siano andate incontro alla loro fine. Questo libro farà il contrario: racconterà la tragedia attraverso i sopravvissuti. In effetti c'è chi si è salvato. Da una lunga indagine ne sono riemersi almeno sette!
Citazioni
Il mondo dei romani, dai vestiti alle case, è davvero un modo colorato, molto più del nostro che invece è fatto di pareti bianche e abiti scuri. (p. 16)
Riassumendo, quale è la più grande differenza tra le case romane e le nostre? Quella che salta più all’occhio, lo abbiamo visto, sono i colori. I romani rimarrebbero sgomenti dalla povertà di colori delle nostre case ma anche dei vestiti, dell’arredamento e delle statue. (p. 121)
Le citazioni dotte sono molto frequenti sui muri di Pompei. Perché? Può sorprendere, ma la cosa è spiegabile con il fatto che non c’erano blocchetti di carta e “quaderni” a portata di mano, e i materiali su cui poter scrivere o scarabocchiare erano comunque rari e costosi. Quindi per lasciare un messaggio alle posterità, si usavano i muri. (p. 241)
La credenza che il corallo protegga dalla sfortuna e dal malocchio trova riscontro nella mitologia. Medusa pietrificava chiunque con il suo sguardo. Quando Perseo la decapitò, salì su Pegaso, il cavallo alato, tenendo in mano la testa del mostro appena ucciso. Alcune gocce di sangue dalla testa mozzata di Medusa caddero in mare durante il volo e si pietrificarono, trasformandosi in corallo rosso. Il sangue della terribile Medusa è diventato così un'arma da usare a proprio favore, contro la malasorte e le cattivere altrui... (p. 270)
Il sale, lo sappiamo, ha un'importanza fondamentale per il nostro organismo, e fin dall'antichità è sempre tenuto in gran conto, quasi quanto l'oro. Con il sale si pagavano i soldati — da qui il termine "salario" —, e il sale che veniva estratto a Ostia Antica veniva trasportato lungo una strada chiamata non a caso "Salaria". (p. 305)
Pochi luoghi al mondo lasciano incantati come la Cappella Sistina. Ognuna delle ventimila persone che ogni giorno entrano in questo luogo sacro rimane muta di fronte a tanta bellezza e, insieme, prova un senso di smarrimento. In effetti, non si sa dove concentrare lo sguardo, su quali affreschi, su quali volti: ci si sente rapiti dal famoso "contatto" tra le dita di Adamo e di Dio, poi dall'azzurro intenso del Giudizio universale e dalle sue figure dipinte che guizzano come fiamme di un incendio che divampa sulla parete. E, ogni volta che si sceglie un dettaglio, si prova sempre la stessa emozione: il piacere della perfezione... La perfezione dell'Arte, della creatività umana.
[Nel 2018] Ormai Alberto non è più il figlio di Piero Angela, sono io a essere suo padre. (Piero Angela)
Alberto è un amico che stimo, non lo considero un concorrente. [...] Ci accomuna la scelta di andare nei luoghi dove le cose sono accadute, ci accomuna la voglia di far vivere una storia con una scrittura cinematografica, ci accomuna il fatto che non siamo a caccia della lite televisiva, che non dobbiamo rincorrere l'intervista al personaggio politico del momento. Oltre ad Ulisse e ad Atlantide non mi pare ci sia qualcosa di simile nella tv italiana, gli ascolti suoi sono straordinari, quelli miei sono molto buoni. Questo significa che il pubblico c'è. (Andrea Purgatori)