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edizione del campionato del mondo rally Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il campionato del mondo rally 2000 è stata la 28ª edizione del campionato del mondo rally e si è svolto dal 20 gennaio al 26 novembre 2000.
Campionato del mondo rally 2000 | |
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Edizione n. 28 del Campionato del mondo rally | |
Dati generali | |
Inizio | 20 gennaio |
Termine | 26 novembre |
Prove | 14 |
Titoli in palio | |
Campionato piloti | Marcus Grönholm su Peugeot 206 WRC |
Campionato costruttori | Peugeot Esso su Peugeot 206 WRC |
Campionato piloti PWRC | Manfred Stohl su Mitsubishi Lancer Evo VI |
1º titolo per Grönholm 3º titolo per Peugeot | |
Altre edizioni | |
Precedente - Successiva | |
Edizione in corso |
La serie iridata era nuovamente supportata dal campionato PWRC, dedicato alle vetture derivate dalla serie, e dalla Coppa FIA squadre[1], mentre venne abolita la Coppa FIA 2 litri, presente sino alla stagione 1999.
Il campionato piloti vide trionfare il finlandese Marcus Grönholm che precedette nel podio finale l'inglese Richard Burns e lo spagnolo Carlos Sainz. Il titolo costruttori venne vinto dalla scuderia francese Peugeot Esso, al suo terzo alloro iridato dopo quelli ottenuti nel 1985 e nel 1986 con la 205 Turbo 16.
Il campionato per vetture produzione, dedicato alle auto di Gruppo N, venne vinto dall'austriaco Manfred Stohl che con la Mitsubishi Lancer Evo VI fece finire il regno di Gustavo Trelles, noto come il Mäkinen del Gruppo N, che dominò la categoria nei quattro anni precedenti.
Il campionato, con i suoi quattordici appuntamenti, toccò Africa, Europa, Sud America e Oceania.
La FIA decise di togliere dal calendario 2000 il Rally di Cina, che venne sostituito dal Rally di Cipro. Venne inoltre spostato il Tour de Corse in autunno.
I team della stagione 2000 erano sette, con l'addio della Toyota dal campionato mondiale per dedicarsi alla Formula 1. Mitsubishi schierò le Lancer Evolution VI a Tommi Mäkinen e Freddy Loix; Subaru disputò le prime tre gare con l'evoluzione 1999 della Impreza WRC con Richard Burns e Juha Kankkunen alla guida, dopodiché portò in gara la versione aggiornata WRC2000. Ford schierò la Focus WRC totalmente rinnovata nell'evoluzione 2000 con Colin McRae e Carlos Sainz (al ritorno dopo due anni in Toyota) e la SEAT scese in campo per la stagione 2000 con Didier Auriol e Toni Gardemeister al volante della Córdoba WRC Evo2 sino al Rally di Finlandia, quando la casa spagnola introdusse la versione Evo3. Peugeot disputò il suo primo mondiale completo con la 206 WRC (dal Rally di Catalogna in gara con la versione 2000), affidando le vetture a François Delecour, Gilles Panizzi e Marcus Grönholm, questi ultimi due alternatisi alla seconda guida; Skoda disputò ancora una stagione spezzettata in vista del 2001 con Armin Schwarz e Luis Climent sulla Octavia WRC (dal Rally di Cipro con la versione Evo2); infine la Hyundai entrò ufficialmente nel mondiale schierando la nuova Accent WRC a partire dal Rally di Svezia con Kenneth Eriksson e Alister McRae[2].
Rispetto alla stagione 1999 nel 2000 furono apportate alcune modifiche nel regolamento sportivo e in quello tecnico[4].
Il mondiale 2000 partì dal Rally di Montecarlo, e Tommi Mäkinen ebbe l'opportunità di portare a casa il secondo successo consecutivo nel principato, e lo fece conquistando la vittoria, sul podio la Ford Focus di Carlos Sainz e la Subaru Impreza di Juha Kankkunen, giunte nell'ordine; all'inizio della seconda tappa vi furono numerosi ritiri, tra questi le Peugeot e la Subaru di Richard Burns, bloccate all'assistenza.
La seconda prova fu il Rally di Svezia, dove la squadra Hyundai portò al debutto la Accent WRC con la prima guida al padrone di casa Kenneth Eriksson; nell'unico rally invernale del mondiale Marcus Gronholm resistette agli attacchi di Mäkinen e conquistò la sua prima vittoria nel mondiale e il ritorno al successo per la Peugeot che mancava dal Rally di Gran Bretagna del 1986; terzo posto per Colin McRae, finalmente all'arrivo dopo nove ritiri consecutivi e dopo 11 gare senza podi e quarta la Toyota Corolla WRC privata di Thomas Rådström.
Dall'Europa ci spostò in Africa per il terzo appuntamento del mondiale in Kenya, l'atipico e durissimo Safari Rally. Già fuori Mäkinen per aver distrutto una sospensione, le Subaru dominarono e conquistarono una doppietta che la portarono in testa al campionato costruttori: Richard Burns non concedette nulla agli altri e conquistò la seconda vittoria in Kenya a due anni di distanza dal suo primo successo, Juha Kankkunen arrivò secondo davanti ad Auriol che regalò il terzo podio iridato alla SEAT, il primo in stagione.
Al ritorno in Europa per il quarto appuntamento del Mondiale, il Rally del Portogallo, Richard Burns non ebbe rivali e conquistò il successo proprio nella gara d'esordio nella nuova versione dell'Impreza, Marcus Gronholm lottò sino all'ultimo per vincere il rally ma non riuscì a sopravanzare il britannico, giungendo secondo davanti a Carlos Sainz (Ford) e a Harri Rovanperä, ex-SEAT, con una Toyota Corolla WRC privata.
Sempre nella penisola iberica si svolse il primo appuntamento interamente su asfalto della stagione, il Rally di Catalogna, dove Colin McRae si impose per la seconda volta dopo quella del 1996 con la Subaru; la casa giapponese salì sul podio grazie al secondo posto di Burns, che allungò in classifica piloti; terza piazza per Carlos Sainz, con un'altra Focus e la lotta per il quarto posto (che valse anche il momentaneo secondo gradino nella classifica piloti) tra Tommi Makinen e Marcus Gronholm terminò a favore del primo.
Ci si spostò oltre l'Oceano Atlantico per il sesto appuntamento in terra sudamericana con il Rally d'Argentina, dove Richard Burns conquistò la terza vittoria nelle ultime quattro gare che lo portò a 14 punti di vantaggio su Marcus Gronholm, secondo, che scavalcò in classifica piloti Tommi Mäkinen , terzo con la Mitsubishi.
Prima della pausa estiva si svolse il Rally dell'Acropoli dove Colin McRae vinse in volata nei confronti del compagno di squadra Carlos Sainz, che gettò al vento una buona possibilità di successo a causa di un rallentamento nell'ultimo tratto cronometrato; terzo gradino del podio per Juha Kankkunen su Subaru Impreza.
L'ottavo rally del campionato si disputò invece dall'altra parte del globo: il Rally di Nuova Zelanda, che Marcus Gronholm guidò dall'inizio e senza strafare conquistò il successo; le Subaru di Burns e Kankkunen si ritirarono nella stessa speciale della terza giornata e il podio si completò con le Focus di Colin McRae e Carlos Sainz, mentre giunse quarto Petter Solberg.
Con la vittoria in Nuova Zelanda Marcus Gronholm tornò in partita per il campionato e al nono appuntamento stagionale, il Rally di Finlandia, dove Mitsubishi esordì con la Lancer Evo VI nella versione Tommi Makinen Edition e in casa SEAT debuttò la Cordoba Evo3, Gronholm dominò e vinse approfittando del secondo zero di Burns in classifica, portandosi in testa al mondiale; secondo posto per McRae su Ford Focus e terzo Harri Rovanperä con una Toyota Corolla privata, quarto Mäkinen, ormai quasi fuori per la lotta per il titolo.
Il decimo appuntamento del campionato del mondo fece tappa per la prima volta nell'isola mediterranea per il Rally di Cipro, dove vinse Carlos Sainz, che tornò al successo dopo oltre due anni, secondo posto per Colin McRae che regalò la doppietta alla Ford, terza la Peugeot di François Delecour, a salvare il risultato dopo il ritiro di Gronholm, Burns quarto con la Subaru e così il mondiale, a quattro gare dalla fine, tornò apertissimo.
Il campionato fece tappa in terra di Napoleone per il Rally di Corsica, penultima gara su asfalto della stagione, dove ci fu la doppietta per le Peugeot che con Gilles Panizzi conquistò la prima vittoria iridata e il secondo posto con François Delecour, terza la Ford di Sainz, davanti a Richard Burns mentre Colin McRae incappò in un terribile incidente con la sua Ford Focus, che si schiantò nel corso della seconda tappa facendo volare l'auto nel terrapieno oltre la carreggiata, entrambi i componenti dell'equipaggio uscirono illesi. Da sottolineare la grandissima prestazione di un giovane Sébastien Loeb, nono assoluto al debutto con una WRC, per la precisione con una Toyota Corolla.
Sempre su asfalto il Rally di Sanremo, terzultimo appuntamento del calendario, non cambiò il copione e le Peugeot conquistarono un'altra doppietta e la testa del mondiale: primo Panizzi e secondo Delecour, con Tommi Mäkinen che ottenne il primo podio dall'Argentina con una Mitsubishie scongiurò l'eventuale tripletta in casa Peugeot con Marcus Gronholm, quarto e quasi vicino al suo primo podio in un rally su asfalto.
Il penultimo appuntamento del mondiale fu il Rally d'Australia, dove vinse la Mitsubishi di Tommi Mäkinen che avrebbe avuto l'opportunità di salire al terzo posto nel mondiale, ma il pilota finlandese venne squalificato per un'irregolarità al turbo e pertanto gli venne tolta la vittoria, i 10 punti conquistati e potenzialmente anche le possibilità residue di conquistare il suo quinto titolo iridato. Marcus Gronholm ereditò quindi la vittoria con la 206 WRC e al finlandese sarebbe bastato un punto per laurearsi campione del mondo; secondo Richard Burns su Subaru Impreza, terza l'altra Peugeot di François Delecour che regalò alla casa francese il titolo costruttori, mentre la quarta piazza andò alla Hyundai Accent WRC di Kenneth Eriksson.
Si arrivò all'ultima prova del mondiale, il Rally di Gran Bretagna, che avrebbe quindi deciso il titolo mondiale piloti tra Richard Burns e Marcus Gronholm. Il finlandese battagliò con Colin McRae, in testa a lungo ma costretto al ritiro nel corso della seconda tappa per via di un incidente, mentre Richard Burns, autore di una notevole rimonta che lo portò dal 21º posto della prima giornata alla vittoria finale; tuttavia al britannico non bastò vincere in quanto Gronholm terminò al secondo posto e conquistò il titolo di campione del mondo ponendo fine al dominio di Tommi Mäkinen, vincitore degli ultimi quattro allori consecutivi e giunto terzo nel rally, davanti a Carlos Sainz il quale conquistò il terzo posto nel campionato piloti; Mäkinen chiuse soltanto quinto.
Il campionato per vetture produzione, dedicato alle auto di Gruppo N, venne vinto dall'austriaco Manfred Stohl che con la Mitsubishi fece finire il regno di Gustavo Trelles, noto come il Makinen del Gruppo N, che dominò anch'egli la categoria nei quattro anni precedenti.
Il punteggio, in vigore dal 1997, è rimasto inalterato rispetto alle precedenti stagioni. Non vennero più attribuiti punti ai primi 3 equipaggi e ai primi 3 costruttori classificati nella TV stage, format utilizzato in alcuni appuntamenti del 1999.
Posizione | 1ª | 2ª | 3ª | 4ª | 5ª | 6ª |
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Punti | 10 | 6 | 4 | 3 | 2 | 1 |
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