Loading AI tools
poliziotto italiano (1965-1992) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Vito Schifani (Palermo, 23 febbraio 1965[1] – Capaci, 23 maggio 1992) è stato un poliziotto italiano.
Vito Schifani | |
---|---|
Nascita | Palermo, 23 febbraio 1965 |
Morte | Capaci, 23 maggio 1992 (27 anni) |
Cause della morte | attentato dinamitardo |
Luogo di sepoltura | Palermo, cimitero di Santa Maria dei Rotoli |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Forze di polizia italiane |
Corpo | Polizia di Stato |
Unità | Scorta di Giovanni Falcone |
Anni di servizio | 1989 - 1992 |
Grado | Agente |
Decorazioni | Medaglia d'oro al valor civile |
"fonti nel corpo del testo" | |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Agente della scorta di Giovanni Falcone, rimase ucciso nella strage di Capaci.
Era al volante della prima delle auto (una Fiat Croma) che riaccompagnavano il magistrato, appena atterrato a Punta Raisi da Roma, a Palermo. Al suo fianco si trovava l'agente scelto Antonio Montinaro, mentre sul sedile posteriore sedeva l'agente Rocco Dicillo; Falcone guidava la Croma bianca che li seguiva, sulla quale viaggiava anche la moglie Francesca Morvillo e, sul sedile posteriore, l'autista Giuseppe Costanza. Nell'esplosione, avvenuta sull'Autostrada A29 all'altezza dello svincolo per Capaci, i tre agenti morirono sul colpo, dato che la loro Croma marrone fu quella investita con più violenza dalla deflagrazione, tanto da essere sbalzata dal manto stradale in un giardino di olivi a più di dieci metri di distanza.
Vito Schifani aveva ventisette anni e lasciò la moglie Rosaria Costa, di ventidue anni, e un figlio di appena quattro mesi, Emanuele, che da adulto diventerà ufficiale della Guardia di Finanza. Quando, nella camera ardente allestita a Palazzo di Giustizia a Palermo, il Presidente del Senato Spadolini si avvicinò alla vedova, lei gli disse:
«Presidente, io voglio sentire una sola parola: lo vendicheremo. Se non puoi dirmela, presidente, non voglio sentire nulla, neanche una parola.»
Le parole che poi Rosaria pronunciò ai funerali del marito, di Falcone, di Morvillo e del resto della scorta fecero presto il giro dei notiziari per la disperazione ma anche lucidità che ne traspariva:
«Io, Rosaria Costa, vedova dell'agente Vito Schifani mio, a nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo Stato, lo Stato..., chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia, adesso.
Rivolgendomi agli uomini della mafia, perché ci sono qua dentro (e non), ma certamente non cristiani, sappiate che anche per voi c'è possibilità di perdono: io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare...
Ma loro non cambiano... [...] ...loro non vogliono cambiare...
Vi chiediamo per la città di Palermo, Signore, che avete reso città di sangue, troppo sangue, di operare anche voi per la pace, la giustizia, la speranza e l'amore per tutti. Non c'è amore, non ce n'è amore...»
È sepolto a Palermo nel cimitero di Santa Maria dei Rotoli.
LA7 il 18 maggio 2012 ha trasmesso il film Vi perdono ma inginocchiatevi di Claudio Bonivento con soggetto di Rosaria Costa Schifani (moglie dell'agente Vito Schifani) e di Felice Cavallaro; nel film è interpretato dall'attore Vito Di Bella. Il film narra la vita dei tre poliziotti della scorta di Giovanni Falcone (Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo) e dei loro familiari, fino alla strage di Capaci con la loro drammatica fine, insieme al giudice e alla moglie. È inoltre apparso in 1992, serie tv su Tangentopoli, dove è interpretato da Dino Santoro.
Nel settembre 2007 lo Stadio delle Palme di Palermo è stato a lui intitolato, in quanto, oltre ad essere un agente, Schifani era un promettente atleta, specialista nei 400 metri.
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.