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magistrato italiano (1945-1992) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Francesca Laura Morvillo (Palermo, 14 dicembre 1945 – Palermo, 23 maggio 1992[1]) è stata una magistrata italiana, moglie di Giovanni Falcone assassinata insieme a lui e tre uomini della scorta, da Cosa nostra nella strage di Capaci. È l'unica donna in magistratura assassinata in Italia[2].
Nata a Palermo il 14 dicembre 1945, il 26 giugno 1967 si laurea in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Palermo dopo un corso di studi eccellente (solo in tre esami ottenne il trenta senza lode[2]), con una tesi dal titolo "Stato di diritto e misure di sicurezza" (relatore il professor Giovanni Musotto), riportando il massimo dei voti e la lode accademica[3]. La qualità del risultato raggiunto le fa meritare il conferimento del premio "Giuseppe Maggiore" per la migliore tesi nelle discipline penalistiche per l'anno accademico 1966/1967[3].
Come il padre Guido, sostituto procuratore a Palermo[4] e il fratello Alfredo poi, decide di entrare in magistratura. Nel corso della carriera ricopre le funzioni di giudice del tribunale di Agrigento, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Palermo, di Consigliere della Corte d'appello di Palermo e di componente della Commissione per il concorso di accesso in magistratura[3]. Francesca Morvillo insegnò anche presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'ateneo palermitano, in quanto docente di Legislazione del minore nella Scuola di Specializzazione in Pediatria[4].
Nel 1979, dopo un primo matrimonio finito con la separazione, Francesca Morvillo conobbe Giovanni Falcone, all'epoca giudice istruttore presso il tribunale di Palermo; nel 1983 iniziarono a convivere nella casa di via Notarbartolo[2]. Ottenuti i rispettivi divorzi[3], si sposarono nel maggio 1986 con una riservata cerimonia civile officiata dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando; uno dei testimoni fu il giudice Antonino Caponnetto[2]. Dal 1989 il fratello Alfredo Morvillo iniziò a lavorare insieme a Falcone[5].
L'ultimo impegno professionale di Francesca Morvillo fu il 22 maggio 1992 all'Ergife Palace Hotel di Roma, come componente della commissione d'esame a un concorso per l'accesso in magistratura[3].
Il pomeriggio del 23 maggio 1992, sull'autostrada A29 Palermo-Mazara del Vallo, nei pressi dello svincolo di Capaci, una carica di circa 400 kg di tritolo, posizionata in un cunicolo di scolo sotto il manto stradale, fa saltare l'autostrada dove viaggiavano le tre Fiat Croma blindate che accompagnavano Giovanni Falcone e sua moglie di ritorno da Roma: la loro autovettura si schianta contro la colonna di detriti che si alza a seguito dell'esplosione.
La Morvillo, ancora viva dopo l'esplosione e lo schianto (il suo orologio da polso si era fermato all'ora dell'esplosione, le 17:58)[6] viene trasportata a Palermo prima all'ospedale Cervello e poi trasferita al Civico Benefratelli, nel reparto di neurochirurgia, dove però muore durante una operazione chirurgica intorno alle 23:00 a causa delle gravi lesioni interne riportate, all'età di 46 anni.
Venne tumulata insieme al marito nella cappella della famiglia Falcone, al Cimitero di Sant'Orsola. Dopo il trasferimento della salma di Falcone, traslato il 3 giugno 2015 al Pantheon di Palermo (ovvero la Chiesa di San Domenico), la mattina dell'11 gennaio 2016 con una piccola cerimonia viene anch'essa trasferita a cura del Comune di Palermo in una cappella del Cimitero di Santa Maria dei Rotoli.[7] .
Alla memoria di Francesca Morvillo è stato dedicato il Centro di Prima Accoglienza per i Minorenni, la cui intitolazione fu stabilita dal Ministero di Grazia e Giustizia con decreto del 23 giugno 1992[4].
Nel 2019 il Comune di Milano ha dedicato una piazzetta a Francesca Morvillo e Emanuela Loi, caduta nell'attentato di Via d'Amelio mentre prestava servizio nella scorta di Paolo Borsellino [9].
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