Diocesi di Casale Monferrato

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Diocesi di Casale Monferrato

La diocesi di Casale Monferrato (in latino Dioecesis Casalensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Vercelli appartenente alla regione ecclesiastica Piemonte. Nel 2021 contava 91.300 battezzati su 96.300 abitanti. È retta dal vescovo Gianni Sacchi.

Fatti in breve Suffraganea dell', Regione ecclesiastica ...
Diocesi di Casale Monferrato
Dioecesis Casalensis
Chiesa latina
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Suffraganea dell'arcidiocesi di Vercelli
Regione ecclesiasticaPiemonte
 
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Provincia ecclesiastica
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Collocazione geografica
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VescovoGianni Sacchi
Vicario generaleDésiré Azogou
Vescovi emeritiAlceste Catella
Presbiteri68, di cui 61 secolari e 7 regolari
1.342 battezzati per presbitero
Religiosi8 uomini, 42 donne
Diaconi10 permanenti
 
Abitanti96.300
Battezzati91.300 (94,8% del totale)
StatoItalia
Superficie970 km²
Parrocchie115 (12 vicariati)
 
Erezione18 aprile 1474
Ritoromano
CattedraleSant'Evasio
Santi patroniSant'Evasio
IndirizzoVia Calabiana 1, 15033 Casale Monferrato [Alessandria], Italia
Sito webwww.diocesicasale.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
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La basilica di Santa Maria Assunta del Sacro Monte di Crea.
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Il santuario della Madonna del Pozzo a San Salvatore Monferrato.

Territorio

Riepilogo
Prospettiva

La diocesi comprende la parte settentrionale del Basso Monferrato e si estende su tre province piemontesi: Alessandria, Asti e Torino. Confina a nord con l'arcidiocesi di Vercelli e per un breve tratto con la diocesi di Ivrea, ad est con la diocesi di Vigevano, a sud con le diocesi di Alessandria e di Asti, ad ovest con l'arcidiocesi di Torino.

Sede vescovile è la città di Casale Monferrato, dove si trova la cattedrale di Sant'Evasio. Nel territorio diocesano sorgono anche due basiliche minori: la basilica del Sacro Cuore di Gesù a Casale Monferrato, e la basilica di Santa Maria Assunta a Serralunga di Crea. A San Salvatore Monferrato sorge il santuario diocesano della Madonna del Pozzo.

Unità pastorali e parrocchie

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Casale Monferrato.

Il territorio si estende su 970 km² ed è suddiviso in 115 parrocchie, raggruppate in 12 unità pastorali:[1]

Istituti religiosi

Nel 2023 la diocesi ospita le seguenti comunità religiose:[2]

Istituti religiosi maschili
Istituti religiosi femminili

Storia

Riepilogo
Prospettiva

La diocesi nacque dal disegno politico dei marchesi di Monferrato, che fin dal 1434 avevano fatto di Casale la capitale del marchesato, e soprattutto dall'opera di Guglielmo VIII Paleologo, sotto il quale Casale conobbe il suo periodo di massima fioritura, diventando non solo il centro amministrativo, ma anche quello religioso di tutto il territorio. «L'istituzione della diocesi, al di là dell'intento autocelebrativo, rientrava nel quadro di rinnovamento spirituale promosso dal principe: a Casale, con l'introduzione dell'osservanza francescana, domenicana e agostiniana; nel Monferrato, con l'impulso dato al santuario di Crea[3]

La sede è stata eretta da papa Sisto IV il 18 aprile 1474 con la bolla Pro excellenti[4], ricavandone il territorio dalle diocesi di Vercelli (oggi arcidiocesi) e di Asti. Originariamente era suffraganea dell'arcidiocesi di Milano.

Tre mesi dopo, il 1º agosto, con la bolla Super gregem[5], per meglio garantire le rendite della nuova diocesi, Sisto IV annesse nuovi territori alla diocesi stabilendone con più precisione i nuovi confini. Primo vescovo fu Bernardino de Tebaldeschi, il quale, non avendo l'età canonica per l'ordinazione episcopale, fu inizialmente nominato amministratore della diocesi, finché non fu ordinato vescovo nel 1482, raggiunta l'età richiesta di 27 anni.

Nel turbolento periodo che vide il passaggio del marchesato dai Paleologi ai Gonzaga di Mantova, sancito nel 1559, la giovane diocesi visse un periodo di decadenza e di crisi, per l'abituale assenza dalla loro sede dei vescovi, alcuni dei quali compromessi con le vicende politiche del tempo, per la presenza di un clero cittadino più attento a procacciarsi i benefici che alla cura pastorale dei fedeli e di un clero rurale non di rado analfabeta e abbandonato a sé stesso.[3]

Il primo vescovo che pose mano ad una serie riforma della disciplina e dei costumi del clero, in ottemperanza alle decisioni di rinnovamento introdotte dal concilio di Trento, fu Scipione d'Este (1555-1567), a cui si deve la prima visita pastorale della diocesi, la celebrazione del primo sinodo diocesano e l'apertura del seminario vescovile nel 1566. L'opera di riforma fu proseguita da Benedetto Erba (1570-1576), che introdusse in diocesi i barnabiti, istituì le Scuole della dottrina cristiana e il monte di pietà, e celebrò tre sinodi.[3]

Il mantovano Benedetto Erba era succeduto al concittadino Ambrogio Aldegatti, il primo di una serie di sei vescovi originari della città dei Gonzaga dal 1567, quando il duca Guglielmo Gonzaga ritenne opportuno decidere delle nomine religiose presso la diocesi di Casale per rafforzare l'autorità gonzaghesca sul Marchesato del Monferrato. Settimo e ultimo vescovo virgiliano fu Scipione Agnelli, indicato dal duca Ferdinando Gonzaga.[6]

Dal 1708 Casale e il Monferrato entrarono a far parte dello Stato sabaudo. Da questo momento sulla sede casalese si succedettero vescovi legati alla corte di Torino. Pier Secondo Radicati, nominato vescovo nel 1701, entrò in conflitto con Vittorio Amedeo II, la cui politica mirava a ridurre le immunità ecclesiastiche e a soggiogare al controllo regio la Chiesa piemontese; il re ottenne nel 1728 la rimozione di Radicati, trasferito nelle Marche.

In occasione del riordino delle diocesi piemontesi voluto da Napoleone Bonaparte, la sede casalese fu soppressa da papa Pio VII il 1º giugno 1803 con il breve Gravissimis causis, e il suo territorio, assieme a quello delle soppresse diocesi di Bobbio e di Tortona, fu unito alla diocesi di Alessandria.[7] Tuttavia Napoleone decise di trasformare la città di Alessandria in una delle roccaforti dell'impero; per esigenze militari furono perciò demolite la cattedrale e le strutture adiacenti. Questo impose il trasferimento a Casale della sede vescovile, con decreto del cardinale Caprara, plenipotenziario di Pio VII nell'impero francese, del 17 luglio 1805.[8] In questo modo fu restaurata la diocesi di Casale, suffraganea dell'arcidiocesi di Torino, e fu nominato vescovo, il 23 dicembre 1805, Jean-Chrysostome de Villaret, trasferito dalla sede di Alessandria. Il 17 luglio 1817, con la bolla Beati Petri di Pio VII, furono ristabilite le diocesi in precedenza soppresse e la diocesi di Casale acquisì l'attuale fisionomia territoriale diventando suffraganea della nuova sede metropolitana di Vercelli.

Nel secondo Ottocento la diocesi vide il diffondersi della spiritualità e delle opere di san Giovanni Bosco con la fondazione di diversi asili, oratori e collegi, che favorirono il formarsi di numerose vocazioni sacerdotali e religiose.[3]

Istituzioni culturali diocesane

L'archivio storico della diocesi, istituito nei locali della curia diocesana (ex seminario vescovile), comprende un ingente patrimonio cartaceo costituito in prevalenza dai fondi dell'archivio dei vescovi, dell'archivio della curia e della cancelleria vescovile, dai fondi di alcune parrocchie e di altri enti soppressi, e delle carte relative alle confraternite, alle associazioni, ai movimenti ecclesiali e alle opere pie della diocesi.

Ha una particolare rilevanza storica la biblioteca del seminario diocesano, istituita dal vescovo Pier Gerolamo Caravadossi nel 1738; oggi si trova in una delle ali del seminario costruito nell'Ottocento e costituisce un ente ecclesiastico civilmente riconosciuto. Un catalogo del 1904 censisce 30.000 volumi, 160 incunaboli, 400 edizioni rare e 120 manoscritti tra cartacei e pergamenacei; le edizioni a stampa del Cinquecento sono circa 3.000. Oggi il patrimonio librario è costituito da circa 65.000 volumi tra antichi e moderni.[3]

L'ex sacrestia dal duomo di Casale ospita il museo del tesoro del duomo, dove sono esposte opere di oreficeria e manufatti tessili di notevole pregio.

Cronotassi dei vescovi

Riepilogo
Prospettiva

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 96.300 persone contava 91.300 battezzati, corrispondenti al 94,8% del totale.

Ulteriori informazioni anno, popolazione ...
anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1949138.268138.35899,9385256129359140670146
1959133.482 ? ?349241108382180635146
1970128.750129.00099,826618878484108505147
1980118.300119.00099,419114843619155332148
1990107.000109.21798,016512441648849230115
1999102.500104.90097,713510629759833165115
2000102.500105.10097,513210329776935159115
2001102.450105.08097,5128100288001234163115
2002101.700104.05897,712696308071334160115
2003101.700104.00097,812798298001333150115
2004101.200103.50097,8129100297841233145115
2006101.500103.90097,712597288121332149115
201399.000104.90094,48877111.125121199115
201698.700103.30095,58772151.134111691115
201993.00098.00094,9766791.22310974115
202191.30096.30094,8686171.34210842115
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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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