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diocesi della Chiesa cattolica in Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La diocesi di Casale Monferrato (in latino Dioecesis Casalensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Vercelli appartenente alla regione ecclesiastica Piemonte. Nel 2021 contava 91.300 battezzati su 96.300 abitanti. È retta dal vescovo Gianni Sacchi.
Diocesi di Casale Monferrato Dioecesis Casalensis Chiesa latina | |||
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Suffraganea dell' | arcidiocesi di Vercelli | ||
Regione ecclesiastica | Piemonte | ||
| |||
Vescovo | Gianni Sacchi | ||
Vicario generale | Désiré Azogou | ||
Vescovi emeriti | Alceste Catella | ||
Presbiteri | 68, di cui 61 secolari e 7 regolari 1.342 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 8 uomini, 42 donne | ||
Diaconi | 10 permanenti | ||
Abitanti | 96.300 | ||
Battezzati | 91.300 (94,8% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 970 km² | ||
Parrocchie | 115 (12 vicariati) | ||
Erezione | 18 aprile 1474 | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Sant'Evasio | ||
Santi patroni | Sant'Evasio | ||
Indirizzo | Via Calabiana 1, 15033 Casale Monferrato [Alessandria], Italia | ||
Sito web | www.diocesicasale.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
La diocesi comprende la parte settentrionale del Basso Monferrato e si estende su tre province piemontesi: Alessandria, Asti e Torino. Confina a nord con l'arcidiocesi di Vercelli e per un breve tratto con la diocesi di Ivrea, ad est con la diocesi di Vigevano, a sud con le diocesi di Alessandria e di Asti, ad ovest con l'arcidiocesi di Torino.
Sede vescovile è la città di Casale Monferrato, dove si trova la cattedrale di Sant'Evasio. Nel territorio diocesano sorgono anche due basiliche minori: la basilica del Sacro Cuore di Gesù a Casale Monferrato, e la basilica di Santa Maria Assunta a Serralunga di Crea. A San Salvatore Monferrato sorge il santuario diocesano della Madonna del Pozzo.
Il territorio si estende su 970 km² ed è suddiviso in 115 parrocchie, raggruppate in 12 unità pastorali:[1]
Nel 2023 la diocesi ospita le seguenti comunità religiose:[2]
La diocesi nacque dal disegno politico dei marchesi di Monferrato, che fin dal 1434 avevano fatto di Casale la capitale del marchesato, e soprattutto dall'opera di Guglielmo VIII Paleologo, sotto il quale Casale conobbe il suo periodo di massima fioritura, diventando non solo il centro amministrativo, ma anche quello religioso di tutto il territorio. «L'istituzione della diocesi, al di là dell'intento autocelebrativo, rientrava nel quadro di rinnovamento spirituale promosso dal principe: a Casale, con l'introduzione dell'osservanza francescana, domenicana e agostiniana; nel Monferrato, con l'impulso dato al santuario di Crea.»[3]
La sede è stata eretta da papa Sisto IV il 18 aprile 1474 con la bolla Pro excellenti[4], ricavandone il territorio dalle diocesi di Vercelli (oggi arcidiocesi) e di Asti. Originariamente era suffraganea dell'arcidiocesi di Milano.
Tre mesi dopo, il 1º agosto, con la bolla Super gregem[5], per meglio garantire le rendite della nuova diocesi, Sisto IV annesse nuovi territori alla diocesi stabilendone con più precisione i nuovi confini. Primo vescovo fu Bernardino de Tebaldeschi, il quale, non avendo l'età canonica per l'ordinazione episcopale, fu inizialmente nominato amministratore della diocesi, finché non fu ordinato vescovo nel 1482, raggiunta l'età richiesta di 27 anni.
Nel turbolento periodo che vide il passaggio del marchesato dai Paleologi ai Gonzaga di Mantova, sancito nel 1559, la giovane diocesi visse un periodo di decadenza e di crisi, per l'abituale assenza dalla loro sede dei vescovi, alcuni dei quali compromessi con le vicende politiche del tempo, per la presenza di un clero cittadino più attento a procacciarsi i benefici che alla cura pastorale dei fedeli e di un clero rurale non di rado analfabeta e abbandonato a sé stesso.[3]
Il primo vescovo che pose mano ad una serie riforma della disciplina e dei costumi del clero, in ottemperanza alle decisioni di rinnovamento introdotte dal concilio di Trento, fu Scipione d'Este (1555-1567), a cui si deve la prima visita pastorale della diocesi, la celebrazione del primo sinodo diocesano e l'apertura del seminario vescovile nel 1566. L'opera di riforma fu proseguita da Benedetto Erba (1570-1576), che introdusse in diocesi i barnabiti, istituì le Scuole della dottrina cristiana e il monte di pietà, e celebrò tre sinodi.[3]
Il mantovano Benedetto Erba era succeduto al concittadino Ambrogio Aldegatti, il primo di una serie di sei vescovi originari della città dei Gonzaga dal 1567, quando il duca Guglielmo Gonzaga ritenne opportuno decidere delle nomine religiose presso la diocesi di Casale per rafforzare l'autorità gonzaghesca sul Marchesato del Monferrato. Settimo e ultimo vescovo virgiliano fu Scipione Agnelli, indicato dal duca Ferdinando Gonzaga.[6]
Dal 1708 Casale e il Monferrato entrarono a far parte dello Stato sabaudo. Da questo momento sulla sede casalese si succedettero vescovi legati alla corte di Torino. Pier Secondo Radicati, nominato vescovo nel 1701, entrò in conflitto con Vittorio Amedeo II, la cui politica mirava a ridurre le immunità ecclesiastiche e a soggiogare al controllo regio la Chiesa piemontese; il re ottenne nel 1728 la rimozione di Radicati, trasferito nelle Marche.
In occasione del riordino delle diocesi piemontesi voluto da Napoleone Bonaparte, la sede casalese fu soppressa da papa Pio VII il 1º giugno 1803 con il breve Gravissimis causis, e il suo territorio, assieme a quello delle soppresse diocesi di Bobbio e di Tortona, fu unito alla diocesi di Alessandria.[7] Tuttavia Napoleone decise di trasformare la città di Alessandria in una delle roccaforti dell'impero; per esigenze militari furono perciò demolite la cattedrale e le strutture adiacenti. Questo impose il trasferimento a Casale della sede vescovile, con decreto del cardinale Caprara, plenipotenziario di Pio VII nell'impero francese, del 17 luglio 1805.[8] In questo modo la fu restaurata la diocesi di Casale, suffraganea dell'arcidiocesi di Torino, sulla cui sede fu nominato, il 23 dicembre 1805, il vescovo alessandrino Jean-Chrysostome de Villaret. Il 17 luglio 1817, con la bolla Beati Petri di Pio VII, furono ristabilite le diocesi in precedenza soppresse e la diocesi di Casale acquisì l'attuale fisionomia territoriale diventando suffraganea della nuova sede metropolitana di Vercelli.
Nel secondo Ottocento la diocesi vide il diffondersi della spiritualità e delle opere di san Giovanni Bosco con la fondazione di diversi asili, oratori e collegi, che favorirono il formarsi di numerose vocazioni sacerdotali e religiose.[3]
L'archivio storico della diocesi, istituito nei locali della curia diocesana (ex seminario vescovile), comprende un ingente patrimonio cartaceo costituito in prevalenza dai fondi dell'archivio dei vescovi, dell'archivio della curia e della cancelleria vescovile, dai fondi di alcune parrocchie e di altri enti soppressi, e delle carte relative alle confraternite, alle associazioni, ai movimenti ecclesiali e alle opere pie della diocesi.
Ha una particolare rilevanza storica la biblioteca del seminario diocesano, istituita dal vescovo Pier Gerolamo Caravadossi nel 1738; oggi si trova in una delle ali del seminario costruito nell'Ottocento e costituisce un ente ecclesiastico civilmente riconosciuto. Un catalogo del 1904 censisce 30.000 volumi, 160 incunaboli, 400 edizioni rare e 120 manoscritti tra cartacei e pergamenacei; le edizioni a stampa del Cinquecento sono circa 3.000. Oggi il patrimonio librario è costituito da circa 65.000 volumi tra antichi e moderni.[3]
L'ex sacrestia dal duomo di Casale ospita il museo del tesoro del duomo, dove sono esposte opere di oreficeria e manufatti tessili di notevole pregio.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
La diocesi nel 2021 su una popolazione di 96.300 persone contava 91.300 battezzati, corrispondenti al 94,8% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1949 | 138.268 | 138.358 | 99,9 | 385 | 256 | 129 | 359 | 140 | 670 | 146 | |
1959 | 133.482 | ? | ? | 349 | 241 | 108 | 382 | 180 | 635 | 146 | |
1970 | 128.750 | 129.000 | 99,8 | 266 | 188 | 78 | 484 | 108 | 505 | 147 | |
1980 | 118.300 | 119.000 | 99,4 | 191 | 148 | 43 | 619 | 1 | 55 | 332 | 148 |
1990 | 107.000 | 109.217 | 98,0 | 165 | 124 | 41 | 648 | 8 | 49 | 230 | 115 |
1999 | 102.500 | 104.900 | 97,7 | 135 | 106 | 29 | 759 | 8 | 33 | 165 | 115 |
2000 | 102.500 | 105.100 | 97,5 | 132 | 103 | 29 | 776 | 9 | 35 | 159 | 115 |
2001 | 102.450 | 105.080 | 97,5 | 128 | 100 | 28 | 800 | 12 | 34 | 163 | 115 |
2002 | 101.700 | 104.058 | 97,7 | 126 | 96 | 30 | 807 | 13 | 34 | 160 | 115 |
2003 | 101.700 | 104.000 | 97,8 | 127 | 98 | 29 | 800 | 13 | 33 | 150 | 115 |
2004 | 101.200 | 103.500 | 97,8 | 129 | 100 | 29 | 784 | 12 | 33 | 145 | 115 |
2006 | 101.500 | 103.900 | 97,7 | 125 | 97 | 28 | 812 | 13 | 32 | 149 | 115 |
2013 | 99.000 | 104.900 | 94,4 | 88 | 77 | 11 | 1.125 | 12 | 11 | 99 | 115 |
2016 | 98.700 | 103.300 | 95,5 | 87 | 72 | 15 | 1.134 | 11 | 16 | 91 | 115 |
2019 | 93.000 | 98.000 | 94,9 | 76 | 67 | 9 | 1.223 | 10 | 9 | 74 | 115 |
2021 | 91.300 | 96.300 | 94,8 | 68 | 61 | 7 | 1.342 | 10 | 8 | 42 | 115 |
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