Venerabile arciconfraternita della Misericordia di Pisa
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La Venerabile Arciconfraternita di Misericordia e Crocione di Pisa è una confraternita, un'antica associazione di carità e assistenza, della città toscana. Nata nel 1330 come erede delle antiche tradizioni della Compagnia di Sant'Orsola, è tuttora attivamente presente nell'ambito pisano con le sue opere benefiche.
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Venerabile Arciconfraternita della Misericordia e Crocione di Pisa
Fra il 1200 e il 1500 si diffusero alcune confraternite chiamate navicelle di sant'Orsola (così chiamate in onore della principessa martire del IV secolo, che avrebbe tra l'altro visitato la città toscana salvandola anche da un'inondazione), inclusa quella destinata a diventare la Misericordia di Pisa. Gli adepti partecipavano a messe e preghiere, nella speranza di compiere felicemente, con questi meriti e con la protezione di sant'Orsola, il viaggio verso il Paradiso. Fondata nel 1330 con il nome di Confraternita di Sant'Orsola, è oggi la seconda più antica istituzione cittadina dopo la Veneranda Opera del Duomo, precedendo di 13 anni l'Università di Pisa (1343).
Aggregata alla Venerabile Arciconfraternita della Buona Morte di Roma durante il giubileo del 1350, ne prese il nome ed il titolo, divenendo la Venerabile Arciconfraternita di S. Orsola e della Buona Morte di Pisa.
Fra la seconda metà del Settecento e il primo Ottocento non fu risparmiata dalle soppressioni lorenesi (ad opera del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena) che decimarono gli ordini religiosi; su ordine granducale venne poi rifondata acquisendo il nome e l'ordinamento della Misericordia di Firenze, con il nuovo nome di Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Pisa.
Nel 1956 venne fusa con l'altra confraternita cittadina, il Crocione (fondata dal Beato Giordano da Rivalto), acquisendo l'attuale denominazione di V.A. di Misericordia e Crocione di Pisa.
La prima sede storica della confraternita fu la chiesetta di Santa Bibbiana in Soarta. Nel corso dei secoli è passata per molte altre chiese, tra cui San Luca e San Michele in Borgo, per poi stabilirsi nell'oratorio di San Gregorio, in via San Frediano. Tra il 2005 ed il 2007 è stata realizzata l'attuale sede sociale, che si trova nel quartiere CEP.
"Capo di guardia"
"Confratello"
"Brigata": gruppo di almeno una decina di confratelli addetti al trasporto di un infermo; si davano costantemente il cambio lungo il tragitto in modo da velocizzare il servizio.
"Servo": svolgeva diverse mansioni, tra cui la custodia dei mezzi e l'accompagnamento delle brigate.
Una delle prime attività caritatevoli della compagnia è stato il trasporto degli infermi verso i vari ospedali della città pisana. Fino al secolo scorso i confratelli erano chiamati a raccolta dal suono di una campana e dovevano presentarsi entro mezzora per effettuare il trasporto del bisognoso.
I mezzi di trasporto hanno subito molte modifiche nel corso dei secoli. Dalla cesta cesta o gerla si passò gradualmente alla portantina e alla lettiga a spalle. Agli inizi del XX secolo vi fu l'introduzione del cosiddetto carro-freccia: il mezzo era dotato di larghe ruote con mozzi sporgenti di ottone, che permettevano ai confratelli di sollevare il carro da terra per evitare ai soccorsi di sentire i sobbalzi e le scosse causate dalle strade sconnesse. Pur essendo trainato a mano, il servizio era relativamente veloce e, soprattutto, di gran sollievo per gli infermi.
Per i servizi nelle località più lontane, già alla fine del XIX secolo la confraternita disponeva di speciali carrozze trainate da cavalli: il carro-giardiniera, dotato di un singolo animale, e il carro-camera, dotato di una pariglia.[1]
A partire dagli anni dieci del XX secolo i mezzi a trazione umana o animale vennero gradualmente sostituite da ambulanze a motore.
Nel 1908 all'indomani del terremoto di Messina, i volontari di Pisa, assieme alle consorelle di Livorno e Firenze, partirono per la Sicilia per prestare i soccorsi alle vittime: questo può essere annoverato come il primo intervento di protezione civile della Misericordia pisana. A partire dalla fine degli anni settanta venne creato un gruppo di protezione civile, che ha prestato servizio nei principali eventi calamitosi italiani ed esteri.
Dal 2006 il gruppo di protezione civile si è allargato con la creazione di una unità cinofila specializzata nella ricerca delle persone sepolte dalle macerie.
In particolare, Vittorio Emanuele III donò alla Misericordia pisana la pariglia di cavalli che trainava la carrozza del padre Umberto I quando venne assassinato.
Alessio Patetta e Dino Dringoli, La Chiesa di San Giuseppe, Pisa, Ediz. ETS, 2005.
Giorgio Batini, Album di Pisa, Firenze, La Nazione, 1972.
Rodolfo Bernardini, Il Camposanto della Misericordia di Pisa, Pisa, Edito in proprio dalla Misericordia di Pisa, 2000.
Rodolfo Bernardini, La Misericordia di Pisa, Sette secoli di storia, Sarzana, Ediz. Tipografia Nuova Stampa, 2004.