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Lo scorbuto è una malattia dovuta alla carenza di vitamina C (acido ascorbico).[1] I primi sintomi di questa carenza includono debolezza, sensazione di stanchezza, e braccia e gambe doloranti.[1][2] In assenza di cure potrebbero verificarsi: riduzione di globuli rossi, malattie gengivali, perdita di capelli e emorragie cutanee.[1][3] In caso di peggioramento dello scorbuto, ci possono essere ritardi nella guarigione di ferite, cambi di personalità, e infine anche morte per infezione o emorragia.[2]
Scorbuto | |
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Gengivite scorbutica, un sintomo dello scorbuto. L'area a forma di triangolo tra i denti presenta arrossamento delle gengive. | |
Malattia rara | |
Cod. esenz. SSN | Rara |
Eziologia | Carenza di vitamina C |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
Sinonimi | |
Sindrome di Moeller, sindrome di Cheadle, scorbuto, sindrome di Barlow, hypoascorbemia, carenza di vitamina C | |
Dopo almeno un mese di carenza o mancanza di vitamina C nella dieta compaiono i primi sintomi.[2] Al giorno d'oggi, lo scorbuto si presenta più comunemente in persone con disturbi mentali, abitudini alimentari inusuali, alcolismo, e persone anziane che vivono da sole.[2] Altri fattori di rischio includono anche malassorbimento intestinale e dialisi.[2] Molti animali producono autonomamente la vitamina C, mentre gli uomini e poche altre specie animali non ne sono in grado.[2] La vitamina C è necessaria per la formazione del collagene.[2] La diagnosi si basa generalmente su segnali fisici, raggi X e miglioramenti in seguito alle cure.[2]
La terapia si basa su integratori di vitamina C assunti per via orale [4]. Spesso si osserva un miglioramento già dopo pochi giorni fino a una guarigione completa nell’arco di poche settimane.[2] Tra le fonti di vitamina C presenti nella dieta sono inclusi agrumi e una grande varietà di verdure (come peperoni rossi, broccoli, pomodori).[2] La cottura spesso riduce la quantità di vitamina C presente nei cibi.[2]
Lo scorbuto è una malattia rara paragonata ad altre carenze nutrizionali.[2] Si manifesta molto spesso nei paesi in via di sviluppo in correlazione con la malnutrizione.[2] Tra i rifugiati si registrano tassi dal 5 al 45%.[5] Lo scorbuto è stato studiato fin dall’epoca dell’ antico Egitto.[2] È stato un fattore limitante nei viaggi marittimi di lunga distanza, poiché spesso uccideva un gran numero di persone.[6] Nell' era della navigazione a vela, si pensava che il 50% dei marinai sarebbe morto di scorbuto durante un lungo viaggio.[7] Generalmente, si attribuisce a un chirurgo scozzese della Royal Navy, James Lind, nel 1753, la conferma del fatto che lo scorbuto potesse essere curato con successo attraverso il consumo di agrumi.[8] Tuttavia fu solo nel 1795, grazie ai riformisti sanitari come Gilbert Blane che la Royal Navy si convinse a fornire regolarmente succo di limone ai suoi marinai.[7][8]
I primi sintomi della malattia sono, in genere, malessere e letargia. Dopo un periodo che varia da uno a tre mesi, i pazienti sviluppano sintomi come difficoltà respiratorie e dolore osseo. I pazienti possono presentare anche mialgie a causa della ridotta produzione di carnitina. Tra gli altri sintomi si riscontrano alteramenti cutanei accompagnati da ruvidezza della pelle, facile formazione di ecchimosi e petecchie, gengivite, perdita dei denti, ritardi nella guarigione delle ferite e sbalzi d'umore, i quali possono presentarsi anche prima di qualsiasi cambiamento fisico. Potrebbero insorgere anche secchezza della cavità orale e secchezza oculare, come accade per la Sindrome di Sjögren. Sintomi come ittero, edema generalizzato, oliguria, neuropatia, febbre, convulsioni sono più frequenti negli ultimi stadi della malattia; in questi casi, lo scorbuto può anche essere causa di morte.[9]
Lo scorbuto, compreso lo scorbuto subclinico, è una malattia causata dalla carenza di vitamina C nell'alimentazione, dal momento che gli esseri umani non sono in grado di sintetizzare metabolicamente tale vitamina. Purché il regime alimentare contenga sufficiente vitamina C, la mancanza di attività dell'enzima L-gulonolattone ossidasi (GLO) non ha alcuna importanza. Nelle moderne società occidentali, infatti, lo scorbuto è raramente presente negli adulti, sebbene ci siano casi di neonati e anziani affetti da questa malattia.[10][11] Proprio per prevenire la manifestazione dello scorbuto infantile, praticamente a tutte le formule per neonati disponibili in commercio viene aggiunta vitamina C. Il latte materno umano contiene vitamina C a sufficienza solo nel caso in cui la madre abbia un apporto adeguato di tale vitamina; al contrario, il latte artificiale viene pastorizzato, cioè sottoposto ad un processo di riscaldamento che distrugge il contenuto naturale di vitamina C del latte.[7]
Lo scorbuto è una malattia legata alla malnutrizione (altri disturbi legati alla carenze di micronutrienti sono il beriberi e la pellagra) e, dunque, è ancora diffusa in quelle aree del mondo che dipendono da aiuti alimentari esterni.[12] Sebbene siano rari, esistono tuttavia anche casi documentati di scorbuto dovuti a cattive scelte alimentari di persone che vivono nei paesi industrializzati.[13][14][15][16][17]
Le vitamine sono fondamentali per la produzione e per l'uso di enzimi coinvolti in processi in corso all'interno del corpo umano.[7] L'acido ascorbico è necessario per diversi percorsi biosintetici: per esempio esso accelera le reazioni di idrossilazione e amidazione. Nella sintesi del collagene, l'acido ascorbico è un cofattore importante per la Prolil idrossilasi e la Lisil idrossilasi. Questi due enzimi sono responsabili dell'idrossilazione degli amminoacidi prolina e lisina nel collagene. L'idrossiprolina e l'idrossilisina sono importanti per stabilizzare il collagene intrecciando i propeptidi nel collagene.
Il collagene è una proteina strutturale primaria presente nel corpo umano; esso è necessario per avere vasi sanguigni, muscoli, pelle, ossa, cartilagine e altri tessuti connettivi sani. I tessuti connettivi difettosi di collagene possono causare capillari fragili, con conseguente sanguinamento anomalo, lividi e emorragie interne. Il collagene è anche una componente importante delle ossa, dunque, in caso di mancanza, anche la formazione ossea ne risente: allentamento dei denti, fragilità ossea, vecchie fratture che si ripresentano.[7] Una fibrillogenesi difettosa del collagene compromette anche la guarigione delle ferite. Dunque, lo scorbuto non trattato è inevitabilmente fatale.[18]
La diagnosi si basa generalmente su segnali fisici, raggi X, e miglioramenti in seguito alle cure.[19]
Vari disturbi infantili in fase di insorgenza possono apparire nelle immagini cliniche e a raggi X identici a quelle tipiche dello scorbuto, come nel caso di:
Elemento | Quantità di
Vitamina C (mg) |
---|---|
Camu Camu | 2000.00 |
Amla | 610.00 |
Urtica | 333.00 |
Guava | 228.30 |
Ribes nero | 181.00 |
Kiwi | 161.30 |
Peperoncino | 144.00 |
Prezzemolo | 133.00 |
Kiwi verde | 92.70 |
Broccoli | 89.20 |
Cavoletto di Bruxelles | 85.00 |
Peperone | 80.40 |
Papaya | 62.00 |
Fragola | 58.80 |
Arancia | 53.20 |
Limone | 53.00 |
Cavolo | 36.60 |
Spinaci | 28.00 |
Rapa | 27.40 |
Patata | 19.70 |
Per prevenire l'insorgenza dello scorbuto bisognerebbe seguire una dieta a base di cibi ricchi di vitamina C come l'amla, i peperoni (peperoni dolci), ribes nero, broccoli, peperoncino, guava, kiwi e prezzemolo. Altre fonti ricche di vitamina C sono i frutti, come ad esempio limoni, lime, arance, papaya, e fragole. La vitamina C è stata trovata anche in ortaggi, quali cavoletti di Bruxelles, cavolo, patate e spinaci. Alcuni frutti e ortaggi con bassa percentuale di vitamina C possono essere messi in salamoia nel succo di limone, che ha un elevato contenuto di vitamina C. Sebbene non necessari in una dieta equilibrata,[20] esistono vari supplementi nutrizionali che contengono acido ascorbico in quantità ben superiore a quella richiesta per prevenire lo scorbuto.[senza fonte]
Alcuni prodotti animali, come il fegato, il muktuk (pelle di balena), ostriche, e parti del sistema nervoso centrale, come la midollare del surrene, il cervello e il midollo spinale contengono un'alta percentuale di vitamina C che può essere perfino usata per curare lo scorbuto. La carne fresca di animali che producono vitamina C (la maggior parte degli animali lo fa) contiene quantità sufficienti di vitamina C per prevenire lo scorbuto, e perfino per curarlo parzialmente. In alcuni casi (in particolare nei soldati francesi che mangiavano carne fresca di cavallo) è stato scoperto che la carne da sola, anche parzialmente cotta, può allievare lo scorbuto.
Nella spedizione in Antartide di Scott nel 1902 furono usati carne e fegato di foca leggermente fritti, per cui fu affermato che la completa guarigione dallo scorbuto in fase iniziale fosse avvenuta in meno di due settimane.[21]
Lo scorbuto migliora con l'assunzione di dosi di vitamina C a partire da 10 mg al giorno, sebbene dosi di circa 100 mg siano generalmente consigliate.[22] La maggior parte delle persone si riprende completamente in due settimane.[23]
I sintomi dello scorbuto sono stati riscontrati nell'antico Egitto già a partire dal 1550 a.C.[24] Nell'antica Grecia, il medico Ippocrate (460-370 a.C) diede una definizione dei sintomi dello scorbuto come "gonfiore e ostruzione della milza".[25][26] Nel 406 d.C., il monaco cinese Faxian scrisse che lo zenzero veniva trasportato sulle navi cinesi per prevenire lo scorbuto.[27]
L'importanza di consumare alimenti contenenti vitamina C fosse un trattamento ideale per curare lo scorbuto è stata ripetutamente dimenticata e successivamente riscoperta all'inizio del XX secolo.[28]
Nel XIII secolo, i crociati avvertivano spesso sintomi di scorbuto. Nella spedizione di Vasco da Gama, condotta nel 1497, gli effetti curativi degli agrumi erano già noti [28][29] e confermati da Pedro Álvares Cabral e dal suo equipaggio nel 1507.[30]
I portoghesi piantarono alberi da frutto e ortaggi a Sant'Elena, la quale rappresentava un punto di approdo per coloro che provenivano dall'Asia; inoltre, lasciavano lì i loro marinai affetti da scorbuto e da altre malattie, e qualora si fossero ripresi, sarebbero stati riportati in patria dalla nave successiva.[31]
Nel 1500, uno dei piloti appartenenti alla flotta di Cabral diretta in India notò che a Malindi, il suo re offriva rifornimenti di alimenti freschi per la spedizione, tra cui agnelli, polli e anatre, oltre a limoni e arance, grazie ai quali "alcuni dei nostri membri dell'equipaggio sono stati curati dallo scorbuto".[32][33]
Sfortunatamente, alcuni diari di viaggio non hanno impedito il verificarsi di ulteriori tragedie in mare dovute allo scorbuto, innanzitutto per mancanza di comunicazione tra i viaggiatori e i responsabili del loro stato di salute e in secondo luogo perchè frutta e verdura non potevano essere conservate a lungo sulle navi.[34]
Nel 1536, l'esploratore francese Jacques Cartier, oltre ad esplorare il fiume San Lorenzo, sfruttò le conoscenze dei nativi locali al fine di salvare i suoi uomini che stavano morendo di scorbuto. Fece bollire gli aghi dell'albero arbor vitae (cedro bianco orientale) per preparare un tè che, in seguito, fu dimostrato contenesse 50 mg di vitamina C per 100 grammi.[35][36] Tali trattamenti non erano effettivamente disponibili a bordo della nave, in cui la malattia si diffondeva comunemente. Nel febbraio 1601, il capitano James Lancaster, mentre navigava per le acque in direzione di Sumatra, sbarcò sulla costa settentrionale del Madagascar appositamente per ottenere limoni e arance da fornire al suo equipaggio con l'intento di fermare lo scorbuto.[37] Il capitano Lancaster condusse un esperimento usufruendo delle quattro navi sotto il suo comando. Un membro dell'equipaggio ricevette dosi giornaliere di succo di limone, mentre le altre tre navi non ricevettero alcuna cura. A fronte di questa scelta, i membri dell'equipaggio, a cui non fu somministrata la dose, iniziarono a contrarre lo scorbuto, con la conseguente morte di alcuni membri.[38]
Durante l'Età delle Esplorazioni (tra il 1500 e il 1800), è stato stimato che lo scorbuto abbia ucciso almeno due milioni di marinai.[39] A tal proposito, Jonathan Lamb scrisse: "Nel 1499 Vasco da Gama perse 116 dei suoi 170 membri totali dell'equipaggio; inoltre, nel 1520, Magellano ne perse 208 su 230; ... tutti principalmente per via dello scorbuto".[40]
Nel 1579, il frate e medico spagnolo Agustin Farfán pubblicò un libro; fra le pagine, l'autore raccomandava espressamente arance e limoni per combattere lo scorbuto. Questo rimedio era già stato conosciuto dall'Armada spagnola.[41]
Nel 1593, l'ammiraglio Sir Richard Hawkins sosteneva di bere succo di arancia e limone come mezzo efficace per prevenire lo scorbuto.[42]
Nel 1614, John Woodall, il Direttore Generale dell' allora nota Compagnia delle Indie Orientali, pubblicò un manuale The Surgion's Mate pensato come strumento efficace di formazione per gli apprendisti chirurghi che si trovavano a bordo delle navi della compagnia. Egli ripetette l'esperimento dei marinai che curavano lo scorbuto con cibo fresco o, qualora non fosse stato disponibile, era possibile mangiare anche arance, limoni, lime e tamarindi.[43] Tuttavia, non fu in grado di fornire le motivazioni per cui lo scorbuto fosse principalmente una malattia dell'apparato digestivo; non a caso, la sua dichiarazione non ebbe alcun impatto sull'opinione pubblica prevalente tra gli influenti medici dell'epoca.
A prescindere dall' intraprendere i viaggi oceanici, anche in Europa, fino al tardo Medioevo, lo scorbuto era una malattia che si diffondeva comunemente durante la fine dell'inverno, in quanto non erano disponibili grosse quantità di verdure, frutta e tuberi. Questa situazione è gradualmente migliorata grazie alla scoperta di prodotti come le patate provenienti dai continenti americani; per questa ragione, nel 1800, lo scorbuto risultava sostanzialmente sconosciuto alla popolazione scozzese, dove invece in precedenza era stato endemico.[44]11
Un manoscritto del 1707 appartenente a Ebot Mitchell, scoperto in una casa a Hasfield, Gloucestershire, contiene una "Ricetta per lo scorbuto" consistente in estratti di varie piante mescolati ad un abbondante quantità di succo d'arancia, vino bianco o birra.[45]
Nel 1734, Johann Bachstrom, medico che lavorava a Leiden, pubblicò un libro sullo scorbuto nel quale affermava "lo scorbuto è esclusivamente associabile ad una totale assenza di consumo di ortaggi freschi e verdure, che è la principale causa della malattia", sollecitando l'uso di frutta e ortaggi freschi come cura.[46][47][48]
Ma solo nel 1747 James Lind dimostrò formalmente che lo scorbuto poteva essere curato integrando agrumi nella dieta, in uno dei primi esperimenti clinici controllati testimoniati nella storia della medicina.[49][50] Come chirurgo della marina militare sulla HMS Salisbury, Lind aveva paragonato diverse cure suggerite per il trattamento dello scorbuto: sidro forte, vetriolo, aceto, acqua marina, arance, limoni e un mix di balsamo del Perù, aglio, mirra, seme di senape e radici di ravanello. In A Treatise on the Scurvy (1753)[19][49] Lind spiegò i dettagli del suo esperimento clinico concludendo che "i risultati di tutti i miei esperimenti hanno portato alla conclusione che le arance e i limoni erano i rimedi più efficaci per questo cimurro in mare."[49][51]
In ogni caso, l’esperimento e i risultati occupano solo pochi paragrafi del lungo e complesso lavoro, avendo così solo un piccolo impatto. Lind stesso non aveva mai promosso attivamente il succo di limone come unica “cura”. Al tempo condivise l’opinione medica secondo la quale lo scorbuto aveva cause multiple, soprattutto il duro lavoro, l’acqua sporca e il consumo di carne salata quando c’era umidità, la quale inibiva la sudorazione salutare e la normale escrezione. Dunque, lo scorbuto richiedeva soluzioni multiple.[51][52] Lind era anche distratto dalla possibilità di produrre un concentrato di succo di limone bollito. Questo processo distrusse la vitamina C e fu di conseguenza un fallimento.[7]
Durante il XVIII secolo, la malattia causò la morte di più marinari britannici di quanti ne fossero morti per mano di nemici durante il periodo di guerra. Fu principalmente a causa dello scorbuto che George Anson, nel suo celebrato viaggio del 1740-1744, perse circa due terzi del suo equipaggio (1300 persone su 2000) entro i primi dieci mesi dalla partenza.[51][53] La Royal Navy arruolò 184.899 marinai durante la Guerra dei Sette anni; 133.708 di questi “scomparvero” o morirono per malattia, e lo scorbuto fu la causa principale.[54]
Sebbene per tutto il periodo i marinai e i chirurghi della marina militare fossero sempre più convinti che gli agrumi potessero curare lo scorbuto, i medici di formazione classica che stabilirono la politica medica respinsero questa evidenza come semplice storiella, che non risultava conforme alle loro teorie sulla malattia. La teoria che sosteneva l’idea che il succo di agrumi potesse essere una cura, non aveva dunque alcun fondamento. La teoria medica si basava sul presupposto che lo scorbuto fosse una malattia di putrefazione interna in seguito a cattiva digestione causata dalle difficoltà della vita in mare e dalla dieta in nave. Sebbene questa idea base ricevette diversa enfasi dai teorici successivi, i rimedi da loro sostenuti (e che la marina accettò) furono utilizzati in quantità poco maggiore rispetto al consumo di “bevande frizzanti” per attivare il sistema digestivo. Tra questi, il metodo più estremo era rappresentato dal regolare consumo di un “elisir di vetriolo”, ovvero di un acido solforico unito a superalcolici e acqua d’orzo corretto con spezie.
Nel 1764 fu sviluppata una nuova teoria, sostenuta dal dottor David MacBride e da Sir John Pringle, chirurgo generale dell'esercito e in seguito presidente della Royal Society. Secondo questa ipotesi, lo scorbuto era il risultato di una mancanza di 'aria fissa' nei tessuti; tale mancanza poteva essere prevenuta bevendo infusi di malto e mosto, la cui fermentazione all'interno del corpo umano avrebbe stimolato la digestione e ripristinato i gas mancanti.[55] Queste idee ricevettero un ampio e forte sostegno, infatti, quando James Cook partì per circumnavigare il mondo a bordo della HMS Endeavour (1768-1771), il malto e il mosto erano in cima alla lista dei rimedi che gli fu ordinato di indagare. Tra gli altri rimedi vi erano la birra, i crauti (un'ottima fonte di vitamina C) e il concentrato di Lind. La lista dei rimedi non includeva i limoni.[56]
Durante quel viaggio, Cook non perse nemmeno un uomo a causa dello scorbuto, dunque nel suo resoconto si pronunciò a favore del malto e del mosto, sebbene ad oggi risulti evidente che la ragione della buona salute del suo equipaggio, in quel viaggio così come in altri, si deve principalmente al suo regime di igiene a bordo, rinforzato non solo attraverso una rigida disciplina ma anche da frequenti rifornimenti di cibi freschi e verdure.[57] Assieme a queste, un'altra regola benefica messa in atto da Cook fu quella di proibire il consumo di grasso salato scremato dalle padelle bollenti di rame della nave, un'abitudine questa molto comune nella Marina. Difatti, a contatto con l'aria, il rame formava un composto che impediva proprio l'assunzione delle vitamine da parte dell'intestino.[58]
La prima grande spedizione a lunga distanza che non riscontrò praticamente alcun caso di scorbuto, fu quella dell'ufficiale navale spagnolo Alessandro Malaspina (1789-1794). L'ufficiale medico incaricato per la spedizione di Malaspina, Pedro González, era convinto che arance e limoni freschi fossero essenziali per prevenire lo scorbuto. Durante un viaggio in mare aperto durato 56 giorni, si verificò una sola epidemia di scorbuto: tra i marinai presenti a bordo, solo 5 manifestarono i sintomi e, tra di essi, solo uno in forma grave. Dopo tre giorni a Guam, tutti e cinque i marina guarirono. Così il grande impero spagnolo e molti porti di scalo resero più facile l'acquisto di frutta fresca.[59]
Sebbene verso la fine del secolo le teorie di MacBride furono messe in discussione, in Gran Bretagna le autorità sanitarie rimasero fedeli all'idea che lo scorbuto fosse una malattia di putrefazione interna. Il Sick and Hurt Board, gestito dagli amministratori, si sentì così obbligato a seguire le loro direttive. Tuttavia, all'interno della Royal Navy, grazie all'esperienza diretta dell'uso del succo di limone durante l'assedio di Gibilterra e grazie ai dati raccolti durante la spedizione dell'ammiraglio Rodney nei Caraibi, molti si convinsero sempre più dell'efficacia di questa teoria. Tutto ciò fu ulteriormente rinforzato dagli scritti di esperti del calibro di Gilbert Blane[60] e Thomas Trotter[61] e dai rapporti di comandanti navali emergenti.
Nel 1793, con lo scoppio della guerra, la necessità di eliminare lo scorbuto assunse una nuova urgenza; nonostante ciò, la prima iniziativa non partì dall'establishment medico bensì dagli ammiragli. Infatti, il contrammiraglio Gardner, incaricato di guidare una spedizione contro le isole Mauritius, non era interessato al mosto, al malto o all'elisir di vetriolo, i quali venivano ancora distribuiti alle navi della Royal Navy, bensì chiese che gli fossero forniti limoni per contrastare la manifestazione dello scorbuto durante il viaggio. I membri del Sick and Hurt Board, a cui nel frattempo si erano aggiunti due pratici chirurghi navali, appoggiarono la sua richiesta e così l'ammiragliato ordinò che tale richiesta fosse soddisfatta. Tuttavia, all'ultimo minuto, vi fu un cambio di programma: la spedizione contro le isole Mauritius fu annullata. Il 2 maggio 1794 solo la HMS Suffolk e due sloop al comando del Commodoro Peter Rainier salparono verso est con un convoglio diretto all'estero, ma le navi da guerra furono pienamente provviste di succo di limone e di zucchero con cui mescolarlo. Nel marzo del 1795, giunsero notizie sorprendenti: la Suffolk era giunta in India dopo un viaggio di quattro mesi senza alcun segno di scorbuto e con un equipaggio che risultò più sano di quando era partito. Gli effetti furono immediati, infatti anche i comandanti della flotta reclamarono di voler essere riforniti con succo di limone. Entro il mese di giugno dello stesso anno, l'ammiragliato ammise che l'ondata di richieste nella marina aveva acconsentito alla proposta da parte del Sick and Hurt Board di distribuire agli equipaggi di tutte le navi da guerra, in futuro, succo di limone e zucchero quotidianamente.[62]
Ci vollero alcuni anni prima che il metodo di distribuzione a tutte le navi della flotta fosse perfezionato e la fornitura delle enormi quantità di succo di limone richieste fosse assicurata. Tuttavia, nel 1800, il sistema fu messo a punto e risultò funzionante. Ciò comportò un notevole miglioramento della salute dei marinai e, di conseguenza, durante le battaglie navali, svolse un ruolo fondamentale nel garantire un vantaggio contro quei nemici che non avevano ancora introdotto queste misure preventive contro lo scorbuto.
Il chirurgo, a capo dell'esercito di Napoleone , all'assedio di Alessandria (1801), e barone Dominique-Jean Larrey, scrisse nelle sue memorie che il consumo di carne di cavallo fu un mezzo a vantaggio dei francesi per arginare il diffondersi di un'epidemia di scorbuto. La carne era cotta ma ottenuta da giovani cavalli acquistati dagli arabi; risultava comunque efficace. Questa situazione ha contribuito ad avviare la tradizione di consumare carne di cavallo in Francia nel XIX secolo.[63]
Lauchlin Rose attuò una procedura brevettata utilizzata per conservare il succo di agrumi senza addizionare alcol nel 1867, con lo scopo di creare una bevanda concentrata nota come succo di lime di Rose . Il Merchant Shipping Act che era stato istituito nel 1867 richiese che tutte le navi della Royal Navy e della Marina mercantile fornissero una razione giornaliera di limetta per un totale di una sterlina destinati ai marinai per prevenire lo scorbuto.[64] Il prodotto divenne quasi onnipresente, da cui il termine "limey"; dapprima per i marinai britannici, poi per gli immigrati inglesi che si trovavano all'interno delle ex colonie britanniche (in particolare America, Nuova Zelanda e Sud Africa), e infine, nel vecchio gergo americano, per tutti i britannici.[65]
La pianta Cochlearia officinalis, nota anche come "common scurvygrass", acquisì il suo nome comune tramite un' osservazione atta a curare lo scorbuto ed era portata a bordo delle navi in fasci essiccati o estratti distillati. Il suo sapore molto amaro era solitamente mascherato da erbe e spezie; tuttavia, non ha impedito che le bevande e i panini realizzati con la pianta di scorbuto diventassero una moda popolare nel Regno Unito fino alla metà del diciannovesimo secolo, nel momento in cui gli agrumi divennero più facilmente disponibili.[66]
I lime dell'India occidentale vennero affiancati dai limoni, nel momento in cui ci fu un' alleanza tra Spagna e Francia contro la Gran Bretagna durante le guerre napoleoniche. Queste piante resero problematica la fornitura di limoni nel Mediterraneo in quanto potevano essere facilmente ottenute dalle colonie caraibiche della Gran Bretagna [28]; inoltre si riteneva fossero più efficaci perché contenevano più sostanza acida. Si trattava dell'acido, e quindi non l'allora sconosciuta vitamina C, che si riteneva avere la funzione di curare lo scorbuto. Non a caso, i lime provenienti dall'India occidentale avevano significativamente una bassa concentrazione di vitamina C rispetto ai limoni; inoltre essi non venivano serviti freschi, ma piuttosto come succo di lime, il quale in precedenza era stato esposto alla luce e soggetto all'aria circostante e successivamente fatto passare attraverso tubi di rame; questo è un aspetto che portava a una riduzione significativa della Vitamina C. In effetti, un esperimento condotto su un campione di animali nel 1918, e che utilizzava anche campioni rappresentativi estratti dal succo di lime prodotto dalla Marina e dalla Marina mercantile, dimostrò che non aveva praticamente alcun potere antiscorbutico.[28]
La convinzione imperante secondo cui, il sintomo dello scorbuto fosse fondamentalmente una carenza alimentare, che poteva essere trattata al meglio grazie al consumo di cibo fresco, in particolare agrumi freschi o carne fresca, non assunse un carattere universale nel XIX e all'inizio del XX secolo; fu per questa ragione che i marinai e gli esploratori continuarono a soffrire di scorbuto fino al XX secolo. Un esempio che testimonia questa circostanza è legato alla spedizione antartica belga del 1897-1899; lo scorbuto incise gravemente sulla salute nel momento in cui il leader della spedizione, Adrien de Gerlache, inizialmente scoraggiò i suoi uomini dal mangiare carne di pinguino e foca.
Nelle spedizioni artiche della Royal Navy effettuate nel XIX secolo, si credeva che si potesse prevenire lo scorbuto mediante una corretta prassi igienica mentre si era a bordo della nave, ossia fare regolarmente attività fisica e mantenere il morale dell'equipaggio alto, piuttosto che medante una dieta a base di alimenti freschi. Le spedizioni della marina continuarono a essere influenzate dallo scorbuto anche se la carne fresca (non conservata o inscatolata) era ben nota come un mezzo per combattere lo scorbuto tra i balenieri civili e gli esploratori nell'Artico. La cottura della carne fresca non provocò un'alterazione completa delle sue proprietà antiscorbutiche, soprattutto perché la maggior parte dei metodi di cottura non furono in grado di raggiungere a tutte carni una temperatura elevata.
La confusione su queste tematiche è da attribuirsi a una serie di fattori:[28]
In un situazione di confusione imperante, si arrivò alla proposta di una nuova ipotesi, ovvero a seguito dell'emanazione di una nuova teoria dei germi e le sue corrispondenti malattie: si riteneva che lo scorbuto fosse causato dalla ptomaina, vale a dire un materiale di scarto contenente batteri, presenti principalmente nella carne in scatola a sua volta alterata da principi nutritivi.
Lo scorbuto, contratto in età infantile, si è diffuso alla fine del XIX secolo a causa del fatto che i bambini furono nutriti mediante l'utilizzo del latte vaccino pastorizzato; inoltre, si è verificato, in particolare, tra gli esponenti dell'élite urbana. Il processo di pastorizzazione ha sia eliminato i batteri sia distrutto la vitamina C. Questa è una situazione che è stata infine risolta integrando succo di cipolla o patate cotte. I nativi americani hanno contribuito al salvataggio di alcuni nuovi arrivati dalla contrazione dello scorbuto ordinando loro di mangiare wild onions.[67]
All'inizio del XX secolo, quando Robert Falcon Scott intraprese la sua prima spedizione in Antartide (1901–1904), la teoria dominante era che lo scorbuto era causato da "intossicazione alimentare", soprattutto nella carne in scatola.[68] Comunque, Scott che una dieta composta da carne fresca di foche antartiche curava lo scorbuto prima che si verificassero decessi.[69]
Nel 1907, fu scoperto un modello animale che avrebbe, in seguito, aiutato ad isolare e identificare il "fattore antiscorbutico" . Axel Holst e Theodor Frølich, due fisici norvegesi che studiavano il beiberi di bordo contratto dagli equipaggi delle navi della flotta di pesca norvegese, vollero effettuare un piccolo test sui mammiferi per sostituire i piccioni poi usato nella ricerca del beriberi. Decisero di sottoporre ai porcellini d'India la loro dieta sperimentale composta da cereali e farina, che aveva precedentemente causato il beiberi nei lor piccioni, e furono sorpresi quando comparve, invece, la classica forma di scorbuto. Questa fu una fortuita scelta dell'animale. Fino ad allora, lo scorbuto non era mai stato osservato in organismi differenti dagli esseri umani ed era stato considerato come una malattia esclusivamente degli uomini. Alcuni uccelli, mammiferi, e pesci possono essere soggetti allo scorbuto, ma i piccioni sono immuni, poiché sono in grado di sintetizzare acido ascorbico interiormente. Holst e Frølich scoprirono che potevano curare lo scorbuto nei porcellini d'india con l'apporto di vari cibi freschi e estratti.
Questa scoperta di un modello animale sperimentale per lo scorbuto, che era stato ideato anche prima che fosse avanzata l'idea della presenza di "vitamine" nei cibi, è stata definita la prova più importante della ricerca sulla vitamina C.[70]
Nel 1915, le truppe della Nuova Zelanda impegnate nella Campagna di Gallipoli soffrirono di una carenza di vitamina C nella loro alimentazione che causò il contagio di molti soldati da scorbuto. Si pensa che lo scorbuto sia una delle principali ragioni del fallimento dell'attacco degli alleati a Gallipoli.[71]
Vilhjalmur Stefansson, un esploratore dell'Artico che aveva vissuto tra gli Inuit, dimostrò che tutte le diete a base di carne che loro seguivano non causavano carenze di vitamine. Partecipò ad uno studio nel Bellevue Hospital di New Yorkin nel febbraio 1928, in cui lui e un suo compagno, sotto stretta osservazione medica, mangiarono solamente carne per un anno, rimanendo, tuttavia, in un buone condizioni di salute.[72]
Nel1927, Szent-Györgyi, biochimico ungherese, isolò un composto che chiamò "acido hexuronico ".[73] Szent-Györgyi sospettava che l'acido hexuronico, che aveva isolato dalle ghiandole surrenali, fosse un agente antiscorbutico, ma non poté dimostrarlo senza un modello di carenza animale. Nel 1932, la connessione tra l'acido hexuronico e lo scorbuto fu infine dimostrata dal ricercatore americano Charles Glen King dell' University of Pittsburgh.[74] Al laboratorio di King fu dato dell'acido hexuronico da Szent-Györgyi e fu subito dimostrato che questo acido era l'agente antiscorbutico ricercato. Per questo motivo l'acido hexuronico fu successivamente rinominato acido ascorbico.
I tassi di scorbuto sono bassi in gran parte del mondo .[75] Quelli più comunemente colpiti sono persone malnutrite nei paesi in via di sviluppo e i senzatetto.[76] Ci sono stati focolai di questa malattia nei campi di rifugiati.[77] Si sono verificate segnalazioni di casi di scorbuto nei paesi in via di sviluppo con ritardi nella guarigione di ferite.[78]
Sono stati condotti importanti studi sull'alimentazione umana riguardo lo scorbuto sperimentalmente indotto su obiettori di coscienza durante la Seconda Guerra Mondiale in Gran Bretagna e su volontari prigionieri di stato in Iowa alla fine degli anni '60.[79][80] Questi studi hanno entrambi dimostrato che tutti i sintomi evidenti di scorbuto precedentemente indotto da una dieta scorbutica sperimentale con un contenuto di vitamina C estremamente basso potevano essere completamente annullati con un integrazione aggiuntiva di vitamina C di soli10 mg al giorno. In questi esperimenti, non fu notata una differenza clinica tra gli uomini a cui venivano forniti 70 mg di vitamina C al giorno (che producevano livelli di vitamina C nel sangue di circa 0.55 mg/dl, circa1⁄3 dei livelli di saturazione tissutale), e quelli a cui venivano dati 10 mg al giorno (che producevano livelli più bassi di vitamina C nel sangue). Gli uomini soggetti allo studio in prigione presentarono i primi segni di scorbuto circa 4 settimane dopo aver iniziato la dieta priva di vitamina C, mentre nello studio inglese, passarono tra i sei e gli otto mesi, probabilmente perché i soggetti erano stati pre-forniti di un'integrazione di 70 mg/ al giorno per sei settimane prima dell'inizio della dieta scorbutica.[79] Gli uomini in entrambi gli studi, con una dieta priva o quasi completamente priva di vitamina C, avevano livelli di vitamina C troppo bassi per essere accuratamente misurati quando sviluppavano segni di scorbuto, e nello studio in Iowa, questa volta si stimava ( attraverso una diluizione di vitamina C definita) di avere un pool corporeo inferiore a 300 mg, con un livello giornaliero di soli 2.5 mg.[80]
La maggior parte degli animali e piante sono in grado di sintetizzare vitamina C, attraverso una sequenza di processi attivati dagli enzimi, che convertono i monosaccaridi in vitamina C. Comunque, alcuni mammiferi hanno perso la loro abilità di sintetizzare vitamina C, in particolare scimmie e tarsi. Questi rappresentano uno dei due maggiori sottordini di primati, haplorrhini, e questo gruppo include gli esseri umani .[81] Gli strepsirrini (non proscimmie dei tarsi) possono sintetizzare la loro vitamina C, e questi includono i lemuri, lori, potti, e i galagidi. L'acido ascorbico non è sintetizzato anche da almeno altre due specie caviidi, il capibara[82] e il porcellino d'India. Ci sono specie conosciute di uccelli e pesci che non sintetizzano la propria vitamina C. Tutte le specie che non sintetizzano l'ascorbato necessitano la sua integrazione nella dieta. Questa carenza causa lo scorbuto negli essere umani, e sintomi piuttosto simili in altri animali.[83][84][85]
Gli animali che possono contrarre lo scorbuto necessitano dell'enzima L-gulonolattone ossidasi (GULO), che è richiesto nell'ultimo step della sintesi della vitamina C. I genomi di queste specie contengono il GLO come pseudogeni, che servono come modi per conoscere il passato evolutivo delle specie.[86][87][88]
Nei bambini, lo scorbuto è a volte riconosciuto come morbo di Barlow, dal nome di Thomas Barlow,[89] un medico inglese che lo descrisse nel 1883.[90] Comunque, il morbo di Barlow potrebbe anche riferirsi al prolasso della valvola mitrale (sindrome di Barlow), descritta prima da John Brereton Barlow nel 1966.[91]
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