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Pista sciistica a Bressanone Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La Trametsch è una pista sciistica situata a Bressanone, in Italia.
Trametsch | |
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La pista Trametsch, vista da castel Salern presso Varna | |
Stato | Italia |
Località | Bressanone |
Montagna | Plose |
Partenza | 2.446 m s.l.m. |
Arrivo | 996 m s.l.m. |
Dislivello | 1.450 m |
Lunghezza | 9.000 m |
Il termine Trametsch deriva dall'omonimo torrente che scende dalla cima della montagna, fino a sfociare a valle nell'Isarco.
La pista vanta un percorso di ben 9 chilometri, con un dislivello di 1450 metri.[1][2]
La pista parte dal rifugio Plose, posto in cima alla montagna omonima, e passando per Valcroce (Kreuztal), si immette nel bosco, fino a raggiungere Sant'Andrea in Monte (in ted. St. Andrä).
D'estate, lungo i pendii della pista si svolge la gara di Mountainbike-Downhill Caidom.
L'idea di costruire questa pista da sci nacque negli anni in cui si iniziò la costruzione della funivia. Questa fu attiva già dal 1964; vi erano impiegati Zeno Giacomuzzi, Reinhold Knollseisen, Karl Vallazza, Hubert Fink ed Ernst Cimadon i quali pensarono alla costruzione di una pista che passasse in mezzo al bosco, cosa che in Alto Adige allora non esisteva; l'unica esistente all'epoca era quella che scendeva dal Patscherkofel di Innsbruck (2.246 m s.l.m.).[1]
Inizialmente si dovettero ottenere i permessi dai proprietari dei boschi. Nella parte più alta (dove oggi si trova la seggiovia a 4 posti), fu costruito nel 1966 uno skilift, entrato in funzione il 6 gennaio dell'anno successivo. Iniziava così a definirsi una parte del tracciato. In seguito sorse il problema di eliminare i resti dei cippi degli alberi tagliati rimasti in mezzo alla pista. Una prima soluzione ipotizzata fu l'utilizzo di sostanze chimiche portate da Innsbruck; in seguito invece si decise per l'utilizzo di escavatori che completarono il tratto alto durante l'estate del 1967. La parte più bassa del tracciato fu più ardua da effettuare: furono necessari diversi sopralluoghi per la scelta dell'itinerario migliore, oltre al ricorso a materiale esplosivo e all'intervento dei militari. La Sportverein di Bressanone, allora presieduta da Peter Unterleitner, riuscì ad ottenere un contributo finanziario dalla FISI.[1]
Una volta completata la costruzione dell'intero tratto della pista, si iniziò a pensare allo sfruttamento della nuova pista per competizioni a livello nazionale, come ad esempio i Campionati italiani di sci alpino del 1971. La Saslong era stata ultimata pochi anni prima.[1]
Nella metà degli anni ottanta si realizzò la nuova cabinovia, che partiva da Sant'Andrea e arrivare a Valcroce. La pista fu quindi adattata a questo nuovo impianto di risalita, soprattutto per quanto riguarda la parte superiore del tracciato. Nel 2004 la pista è stata restaurata, tenendo conto della novità degli sci da carving; oltre all'eliminazione dei punti potenzialmente pericolosi, si è aggiunto un nuovo impianto per l'innevamento artificiale.[1]
Dal 2009 la pista è affiancata da una pista da slittino su pista naturale, che parte da Valcroce raggiungendo Sant'Andrea.[3] La pista è in realtà composta da due piste contigue:
Ovvero in totale 10 chilometri, che la rendono una delle piste da slittino più lunghe dell'Alto Adige.
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