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apparizione di una divinità a un umano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Teofania, dal greco theophàneia, composto da theos («dio») e da phàinein («manifestarsi»), letteralmente significa «manifestazione della divinità» in forma sensibile. Altro termine usato in maniera analoga è epifania, dal greco επιφάνεια, epifaneia, che significa «apparizione» della divinità, un concetto tipico di molte religioni.
In senso filosofico la teofania è la manifestazione della divinità attraverso le sue opere.
In senso religioso si distinguono, quanto al soggetto (celeste) che si manifesta:
Quanto all'oggetto che è manifestato in terra ai cinque sensi, le teofanie possono essere:
Quindi, unendo e combinando, possiamo avere: teofanie dirette primarie (discepoli di Emmaus, apostolo Tommaso dubbioso); indirette primarie (Dio stesso, ma che si manifesta in nubi, voci provenienti dal cielo, colonne di fuoco); dirette secondarie (Apparizioni e altre manifestazioni mariane, di Maria assunta in Paradiso con l'anima e corpo terreni); indirette secondarie (non è Dio, né Dio le causa, ma lascia, acconsente che si manifestino, mentre altra creatura celeste si manifesta in terra non nel suo essere per sé, come può essere la tradizionale apparizione dell'angelo alato).
Riferimenti biblici alla possibilità di un incontro personale con Dio e di una Sua teofania si trovano nelle vite di numerosi santi, e nel Nuovo Testamento:
«E come è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione col peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza.»
Essendo senza relazione col peccato, la teofania annunciata qui non può essere intesa come la seconda venuta di Cristo per il Giudizio finale del genere umano, che al contrario è predetta in base alle parole ed opere della vita terrena di ognuno.
«Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi:pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce.»
La teofania biblica ha il carattere dell'universalità e dell'oggettività, intesa come inter-soggettività, vale a dire unica e identica percezione sensibile da parte di tutti i corpi e di tutte le anime dei presenti nell'hic et nunc dell'evento teofanico. Non necessariamente, invece, la comprensione del fatto è universale in quanto condizionata dalla libertà della volontà umana singolare, diversamente dal portato dei cinque sensi alla facoltà dell'intelletto.
Ciò riguarda sia Gesù Cristo prima e dopo la Risurrezione dalla morte di croce sia gli angeli sia le anime dei morti. La violazione delle leggi dell'ordine naturale è sempre un fenomeno di natura e porta universale che è diretto e giunge a tutti i presenti. Infatti, secondo il testo biblico:
In altre parole, in tutta la Bibbia non è attestato un singolo caso nel quale Dio appaia soltanto ad una parte dei presenti. Chi è impuro e indegno, è escluso prima del fatto teofanico.
Ad esempio, quando Dio rivela i Dieci Comandamenti a Mosè, il sommo sacerdote si reca da solo nella sommità del monte sacro Sinai, mentre il popolo resta ai piedi ad attendere. Analogamente, soltanto i sommi sacerdoti vengono ammessi nel Sancta Sanctorum a vedere o porre le mani nelle cose sacre a Dio: non si verifica mai la narrazione di un fedele non levita che sia ammesso ad essere presente pur non potendo né vedere né dialogare con Dio.
In altre parole, la corporeità di Cristo e dello Spirito Santo ha un carattere di universalità per tutti i presenti, eletti da Dio quali testimoni della Verità per tutti i Suoi figli futuri. Non accade mai che siano presenti molteplici figli di Dio (dodici apostoli, settanta discepoli, sacerdoti leviti, membri dell'esercito dei re di Israele) e che soltanto un sottoinsieme, una parte di essi sia ammessa a vedere, udire o toccare:
Questo aspetto di universalità della teofania biblica è comune alle apparizioni di Fátima, nelle quali la Vergine Maria appare soltanto a tre persone che sono la totalità dei presenti, escludendo prima della teofania quanti non erano da lei prescelti e/o nella condizione di purezza di anima e corpo necessaria e sufficiente per vederla. Viceversa, la modalità consueta e non discriminante risulta radicalmente diversa dalle presunte Apparizioni di Međugorje e Itapiranga, nelle quali la Santa Madre di Dio e dei Suoi Figli concederebbe il privilegio della percezione sensibile soltanto uno o più medium e profeti eletti, ignorando gli altri presenti in anima e corpo, per quanto sinceramente devoti e in preghiera o affetti da malattie e dolori personali.
Tutto ciò non esclude che la teofania universale di Gesù Cristo, possa non essere compresa da tutti i presenti (esempi: Melchisedek re di Salem in Genesi 14; la Trinità e i tre Arcangeli di Abramo). Inoltre, non esclude la possibilità dell'Inabitazione e della Reale Presenza della Trinità nel cuore di tutti i Suoi servitori prima della sua Incarnazione e dopo la sua Risurrezione.
In lingua italiana l'epifania per antonomasia è la festività cristiana dell'epifania del Signore.
Venne usato per indicare, nei versi degli stilnovisti, l'apparizione femminile.
Il termine epifania venne usato dallo scrittore irlandese James Joyce per identificare dei particolari momenti di intuizione improvvisa presenti nella mente dei suoi personaggi; è un momento in cui un'esperienza, sepolta da anni nella memoria, sale in superficie nella mente riportando tutti i suoi dettagli e tutte le sue emozioni.
L'esempio più significativo di epifania è contenuto nell'ultima storia di Gente di Dublino, intitolata I morti. "Epifania dell'immagine" utilizzata da Cesare Brandi per definire lo svelarsi dell'immagine dell'opera d'arte.
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