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pittore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Sante (Santo) Peranda (Venezia, 1566 – Venezia, 1638) è stato un pittore italiano.
Fu il pittore ufficiale di corte della famiglia Pico, nell'apice del Ducato della Mirandola sotto il duca Alessandro I.
Figlio di Nicolò, fu discepolo di Paolo Fiammingo, Leonardo Corona e Jacopo Palma il Giovane, di cui seguì le orme «ma ebbe maniera così graziosa, gentile e leggiadra, che si può dir veramente che in gentilezza superasse il Maestro»[1]. Per questo è considerato il quarto dei pittori delle sette maniere[2] In un clima veneziano ormai poco innovativo, il Peranda collaborò più volte con il pittore Palma il Giovane. Fra i suoi allievi si ricordano il dalmata Matteo Ponzone e il bresciano Filippo Zaniberti, Simone Cantarini, Francesco Maffei, oltre che il figlio Michelangelo.
Tra le sue prime opere vi è un San Martino e il povero del 1585 (chiesa di Rio San Martino di Scorzè, Venezia).
Nel 1592 seguì per qualche tempo a Roma il futuro doge Marino Grimani e a Loreto, dove entrò in contatto con il tardo manierismo dell'Italia centrale caratterizzato da costruzioni diagonali e figure avvitate su loro stesse[2]. Nel 1594 tornò a Venezia, dove realizzò San Rocco che cura gli appestati e Morte di san Rocco presso la chiesa di San Giuliano. Nel 1604 realizza le due grandi opere Caduta della manna (chiesa di San Bartolomeo) e San Diego che guarisce gli infermi(chiesa di San Francesco della Vigna), seguita dalla Battaglia di Giaffa (Palazzo Ducale di Venezia)
Dal 1608 circa[3] al 1627 operò a Mirandola al servizio del duca Alessandro I Pico della Mirandola, dove realizzò i ritratti di corte e il ciclo delle sette storie di Psiche (1610), oggi conservate a Mantova (palazzo d'Arco e museo di Palazzo ducale). Successivamente dipinse il ciclo delle tre Età del mondo (oro, argento e bronzo), che ebbe molto successo tanto che il ciclo fu replicato almeno due volte a Castelcucco e Roma. Altri importanti opere, a tema mitologico e biblico, realizzate a Mirandola e successivamente trasportate Mantova nel 1716, sono andate perdute. Negli anni 1620 realizza i ritratti di corte della famiglia pico (Alessandro I Pico e la moglie Laura d'Este, Giulia d'Este e Luigi d'Este) e diverse pale per le chiese di Mirandola (Lapidazione di Santo Stefano, Conversione di Saulo e L'Immacolata con i Santi Ubaldo e Geminiano) e del modenese. Nello stesso periodo, riprese i contatti con il Veneto
Nel 1638 morì a Venezia, dove venne tumulato presso la chiesa di San Nicola dei Tolentini. [senza fonte]
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