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specie di pianta della famiglia Ranunculaceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il ranuncolo di Seguier (nome scientifico: Ranunculus seguieri Vill., 1779) è una pianta appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae, abitatrice dei pascoli alpini[1].
Ranuncolo di Seguier | |
---|---|
Ranunculus seguieri | |
Stato di conservazione | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni basali |
Ordine | Ranunculales |
Famiglia | Ranunculaceae |
Sottofamiglia | Ranunculoideae |
Tribù | Ranunculeae |
Genere | Ranunculus |
Specie | R. seguieri |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Magnoliidae |
Ordine | Ranunculales |
Famiglia | Ranunculaceae |
Sottofamiglia | Ranunculoideae |
Tribù | Ranunculeae |
Genere | Ranunculus |
Specie | R. seguieri |
Nomenclatura binomiale | |
Ranunculus seguieri Vill., 1779 | |
Sinonimi | |
Ranunculus columnae | |
Nomi comuni | |
Ranuncolo serpentino
(DE) Seguiers Hahnenfuß |
Il nome generico (Ranunculus), passando per il latino, deriva dal greco Batrachion[2], e significa “rana” (è Plinio scrittore e naturalista latino, che c'informa di questa etimologia) in quanto molte specie di questo genere prediligono le zone umide, ombrose e paludose, habitat naturale degli anfibi. L'epiteto specifico (seguieri) è stato dato in onore del naturalista francese Jean-François Séguier (1703 – 1784) descrittore di una flora veronese.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Ranunculus seguieri) è stato proposto dal botanico francese Dominique Villars (Villar, 14 novembre 1745 - Strasburgo, 26 giugno 1814) in una pubblicazione del 1779.
È una pianta perenne e erbacea terrestre caratterizzata da alcune particolarità anatomiche e morfologiche come la possibilità di far germoliare le gemme ascellari[2]. L'altezza media oscilla tra 5 e 10 cm (massimo 15 cm). È inoltre definita emicriptofita scaposa (H scap), ossia è una pianta con gemme svernanti al livello del suolo e protetta dalla lettiera o dalla neve. Tutta la pianta è priva di cellule oleifere.
Le radici sono secondarie da rizoma (mai tuberose) a forma fascicolata e ingrossate (2 mm di diametro).
L'infiorescenza di questa pianta può presentarsi con 1 o più fiori (massimo 6). Ogni fiore per peduncolo è unico (monocefalo). In genere sono glabri (raramente lanosi); la parte terminale del peduncolo facilmente può essere pubescente.
I fiori sono ermafroditi, emiciclici e attinomorfi. I fiori sono di tipo molto arcaico anche se il perianzio[3](o anche più esattamente il perigonio[4]) di questo fiore è derivato dal perianzio di tipo diploclamidato (tipico dei fiori più evoluti), formato cioè da due verticilli ben distinti e specifici: sepali e petali. Il ricettacolo (supporto per il perianzio) è glabro. I peduncoli sono cilindrici e non sono solcati. Dimensione del fiore: 20 – 25 mm.
I frutti (un poliachenio) sono degli acheni lisci a forma ovata o subsferica; sono molto numerosi, appiattiti, compressi e con un rostro o becco apicale lungo circa ¼ dell'achenio (= achenio a becco breve); il rostro è lievemente ricurvo, ma non uncinato. Ogni achenio contiene un solo seme. Insieme formano una testa sferica posta all'apice del peduncolo fiorale. Dimensione degli acheni: 3 – 4 mm.
La riproduzione di questa pianta avviene per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi (soprattutto api) in quanto è una pianta provvista di nettare (impollinazione entomogama).
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[8]:
Il genere Ranunculus è un gruppo molto numeroso di piante comprendente oltre 400 specie originarie delle zone temperate e fredde del globo, delle quali quasi un centinaio appartengono alla flora spontanea italiana. La famiglia delle Ranunculaceae invece comprende oltre 2500 specie distribuite su 58 generi[4].
Le specie spontanee della nostra flora sono suddivise in tre sezioni (suddivisione a carattere pratico in uso presso gli orticoltori organizzata in base al colore della corolla): Xanthoranunculus – Batrachium – Leucoranunculus. La specie Ranunculus seguieri appartiene alla terza sezione (Leucoranunculus) caratterizzata dall'avere i peduncoli fruttiferi diritti, acheni lisci, piante a portamento eretto con petali bianchi[2].
Un'altra suddivisione, che prende in considerazione caratteristiche morfologiche ed anatomiche più consistenti (ma fondamentalmente simili), è quella che divide il genere in due sottogeneri (o subgeneri)[9], assegnando il Ranunculus seguieri al subgenere Ranunculus, caratterizzato da piante con fusti eretti (e quindi forniti di tessuti di sostegno), peduncoli dell'infiorescenza eretti alla fruttificazione, lamina fogliare ben sviluppata e petali bianchi (l'altro subgenere Batrachium è dedicato soprattutto alle specie acquatiche).
Il numero cromosomico di R. seguieri è: 2n = 16[10][11].
In Italia le popolazioni dei due areali (quello alpino e quello appenninico) sono considerate da più di qualche botanico delle varietà indipendenti, che qui vengono descritte brevemente[12]:
Sempre nelle Alpi è stata individuata un'altra varietà (sporadicamente presente) con foglie cauline intere (non palmatosette) definita dal botanico Fenaroli var. cadinensis. Altre sottospecie, non presenti in Italia, sono:
Questa pianta può ibridarsi con altre specie e formare i seguenti ibridi interpsecifici:
La specie di questa voce ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Nelle zone alpine diverse specie di ranuncoli possono essere confuse le une con le altre; eccone alcune:
Queste piante contengono l'anemonina; una sostanza particolarmente tossica per animali e uomini. Infatti gli erbivori brucano le foglie di queste piante con molta difficoltà e solamente dopo una buona essiccazione (erba affienata) che fa evaporare le sostanze più pericolose. Anche le api evitano di bottinare il nettare dei “ranuncoli”. Sulla pelle umana queste piante possono creare delle vesciche (dermatite); mentre sulla bocca possono provocare intenso dolore e bruciore alle mucose[15].
Sono piante rustiche di facile impianto per cui spesso sono coltivate nei giardini rustici o anche alpini.
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