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cardinale e teologo italiano, predicatore della Casa pontificia dal 1980 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Raniero Cantalamessa, al secolo Vinicio[1][2] (Colli del Tronto, 22 luglio 1934), è un cardinale, teologo e predicatore italiano, dal 9 novembre 2024 predicatore emerito della Casa Pontificia.
Raniero Cantalamessa, O.F.M.Cap. cardinale di Santa Romana Chiesa | |
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Il card. Cantalamessa durante una Predica di Avvento alla Curia romana nel 2020 | |
Veni Creator Spiritus | |
Titolo | Cardinale diacono di Sant'Apollinare alle Terme Neroniane-Alessandrine |
Incarichi attuali |
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Incarichi ricoperti |
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Nato | 22 luglio 1934 a Colli del Tronto |
Ordinato presbitero | 19 ottobre 1958 dal vescovo Gaetano Malchiodi (poi arcivescovo) |
Creato cardinale | 28 novembre 2020 da papa Francesco |
Raniero Cantalamessa è nato il 22 luglio 1934 a Colli del Tronto, provincia e diocesi di Ascoli Piceno, nelle Marche.
Nel 1946, terminata da poco la Seconda guerra mondiale, è entrato in seminario dai frati minori cappuccini. Alcuni suoi conoscenti scommettevano che egli, essendo un ragazzino vivace, ne sarebbe uscito pochi mesi dopo.[3] Invece Raniero maturò lì, giovanissimo, la propria vocazione religiosa, da lui così descritta: «a tredici anni io ho sentito la chiamata del Signore e con una chiarezza tale che non ho mai potuto dubitare nel resto della mia vita; è una grazia straordinaria»[4].
Da allora — ha affermato — la sua vita è stata piena «di serenità, di pace e di gioia» grazie ad «un rapporto personale, da amico, continuo, così semplice e familiare con Gesù»[5].
Ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale il 19 ottobre 1958 per imposizione delle mani di monsignor Gaetano Malchiodi, vescovo titolare di Cana e vicario dell'Amministrazione pontificia di Loreto[6], nella Basilica di Loreto, dove ha iniziato il proprio ministero.[7]
Lasciando i familiari — padre, madre e sorella[7] — egli si è trovato così parte di una famiglia più grande:
«Gesù un giorno ha detto agli apostoli: "voi che avete lasciato tutto e mi avete seguito, avrete il centuplo in questa vita in fratelli, sorelle, madri". Io devo dire che questa parola, nella mia vita, si è realizzata perfettamente.»
Si è laureato in teologia a Friburgo in Svizzera e, nel 1969, in lettere classiche all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. L'interesse per le Lettere classiche era dovuto alla volontà di padroneggiare il greco e il latino per lo studio del Nuovo Testamento e dei Padri della Chiesa.[8]
Per la sua formazione si sono rivelati importanti anche gli scrittori, i pensatori e i poeti moderni:
«La lettura dei romanzi dei russi per me è stata preziosissima, perché aiuta a penetrare nel cuore della gente, a vedere quali sono le preoccupazioni, le passioni, le domande della gente. [...] Io ho anche dei miei pensatori prediletti: uno è Pascal, un altro è Kierkegaard. Poi ho dei poeti prediletti: uno è Péguy, uno è Claudel. [...] Dovrei aggiungere i mistici, perché i mistici sono delle personalità straordinarie.[8]»
È divenuto assistente di Giuseppe Lazzati e — dopo aver vinto un concorso — suo successore come docente ordinario di Storia delle origini cristiane alla Facoltà di Lettere dell'Università Cattolica di Milano, presso la quale ha sostituito Lazzati anche come Direttore del Dipartimento di scienze religiose.[8]
Dal 1975 al 1981 è stato membro della Commissione Teologica Internazionale.[6]
Nel 1979 ha abbandonato la docenza per dedicarsi completamente al ministero della Parola: ha avuto — come lui l'ha definita — una «seconda chiamata»[9] ed è divenuto, il 23 giugno 1980[10], predicatore della Casa Pontificia, col compito di dettare, ogni venerdì in Avvento e in Quaresima e al Venerdì Santo, una meditazione in presenza del Papa e della Curia romana.[11] Ha portato avanti tale compito per oltre 25 anni con Giovanni Paolo II.[4]
Nell'aprile del 2005, in occasione del conclave che porterà alla elezione di papa Benedetto XVI, è stato uno dei due predicatori che ha rivolto una esortazione ai cardinali riuniti.[8] Col nuovo papa, Cantalamessa ha continuato a svolgere, ogni settimana, la funzione di predicatore della Casa Pontificia, impegnandosi inoltre anche all'estero per l'organizzazione di esercizi e ritiri; ad esempio, nel gennaio 2010, ha parlato nelle Filippine, per una intera settimana, a una platea composta da 4000 presbiteri e 100 vescovi.[4]
Polemiche a livello internazionale e irritate reazioni delle comunità ebraiche sono state provocate dalla citazione — durante una predica di Cantalamessa per le celebrazioni del Venerdì Santo 2010 innanzi al papa — di una lettera ricevuta da un suo amico ebreo, nella quale si paragonava l'attacco alla Chiesa per gli abusi sui minori all'antisemitismo.[12] Cantalamessa ha poi chiesto scusa per aver «urtato la sensibilità degli ebrei e delle vittime della pedofilia».[13]
Ha continuato a svolgere l'incarico di predicatore della Casa Pontificia anche con papa Francesco fino al 9 novembre 2024.
Il 25 ottobre 2020, durante l'Angelus, papa Francesco ha annunciato la sua creazione a cardinale nel concistoro del 28 novembre seguente[14]. Avendo già ottantasei anni al momento dell'annuncio, non ha il diritto di entrare in conclave e di essere membro dei dicasteri della Curia romana, in conformità all'art. II § 1-2 del motu proprio Ingravescentem Aetatem. In conformità al motu proprio Cum Gravissima, tutti i cardinali devono essere per regola ordinati vescovi, ma padre Cantalamessa ne è stato dispensato, dichiarando: «Dal momento che c'è questa possibilità, ho chiesto al Santo Padre la dispensa dall'ordinazione episcopale. L'ufficio del vescovo è di essere pastore e pescatore. Alla mia età c'è ben poco che potrei fare come “pastore”; d'altra parte, quello che potrei fare come “pescatore” posso continuarlo a fare annunciando la parola di Dio. Un altro motivo è il desiderio di morire con il mio abito francescano: cosa che difficilmente mi avrebbero permesso di fare se fossi stato vescovo[15]».
Nello stemma cardinalizio[16], oltre al motto Veni Creator Spiritus, figura la colomba simbolo dello Spirito Santo; al capo d'argento alla croce di bruno caricata del braccio di Cristo posto in banda incrociato al braccio di San Francesco posto in sbarra, moventi da una nuvola del campo.[17]
Papa Francesco gli ha affidato la diaconia di Sant'Apollinare alle Terme Neroniane-Alessandrine, di cui ha preso possesso il 13 giugno 2021.
Attualmente Padre Raniero celebra la messa (la domenica aperta a tutti) nell'Eremo dell'Amore Misericordioso, un ex convento dei Cappuccini — ora sede di una piccola comunità di monache claustrali — a Cittaducale, in provincia di Rieti. In quest'eremo si ritira anche abitualmente in preghiera.[5] Ha affermato di sentirsi sempre più incline — come stesse vivendo una nuova «svolta» della propria esistenza — a una vita contemplativa.[8]
Dal 1982 — seguendo l'esempio di Padre Mariano — ha iniziato a comparire sul primo canale Rai proponendo il commento del Vangelo. Dal 1995 al 2009 (con due interruzioni di un anno) ha condotto la rubrica Le ragioni della speranza all'interno del programma di cultura religiosa A sua immagine, dando così vita a quella che è stata definita «la più grande parrocchia d'Italia»,[4] formata da milioni di suoi affezionati telespettatori (anche al di fuori dell'Italia) e da schiere di corrispondenti. Caratteristico il suo sorridente saluto francescano Pace e bene.
D’azzurro alla colomba d’argento, raggiante d’oro, volante verso la punta dello scudo; al capo dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini: d’argento al braccio nudo di Cristo posto in croce di sant’Andrea sul braccio vestito di tonaca di Francesco, con le mani di carnagione recanti le stigmate; dall’incontro nasce la croce di rosso, il tutto movente da nuvole d’argento. Lo scudo è timbrato da un cappello con cordoni e nappe di rosso. Le nappe, in numero di trenta, sono disposte quindici per parte, in cinque ordini di 1, 2, 3, 4, 5. Sotto lo scudo, nella lista d’argento, il motto in lettere maiuscole di nero: "VENI CREATOR SPIRITUS".
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