Castello (Cagliari)
quartiere di Cagliari Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Castello (Castéddu 'e Súsu in sardo,[2][3] Castello di Sopra) è il principale dei quattro quartieri storici della città di Cagliari. Sorge in posizione preminente, su un colle calcareo, a circa cento metri sul livello del mare. Popolarmente il quartiere è indicato senza l'articolo.
«La sommità di Cagliari è la fortezza: la vecchia porta, i vecchi bastioni di bella arenaria giallastra a nido d'ape.
Il muro di cinta sale su con un'ampia curvatura, spagnolo, splendido e vertiginoso.»
I Pisani fondarono questo quartiere nel XIII secolo, lo fortificarono, dotandolo di mura, torri e bastioni e vi trasferirono le sedi del potere civile, militare e religioso dalla capitale giudicale di Santa Igia, che avevano precedentemente distrutto, decretando la fine dello stesso giudicato di Càlari. Da allora, sotto ogni dominazione, da quella pisana (1215 - 1326), a quella aragonese-spagnola (1326 - 1708), austriaca (1708 - 1717), ancora spagnola (1717 - 1720) e infine sabauda (1720 - 1861), fino al secondo dopoguerra, il Castello ha ospitato i palazzi del potere e le residenze nobiliari, tanto da identificarsi con la città, che non a caso in sardo si chiama Casteddu. Al quartiere ancora oggi si accede attraverso le antiche porte medievali, aperte nelle mura che ancora cingono gran parte del perimetro del Castello, isolandolo dal resto della città.
Il Castello ospita attualmente importanti istituzioni, quali la Prefettura e l'aula consiliare della Città metropolitana di Cagliari nei locali del palazzo Reale, ubicato nella piazza Palazzo.
La parrocchia del Castello è intitolata a santa Maria e cointitolata a Santa Cecilia e ha la sua sede nella chiesa cattedrale, la chiesa principale dell'arcidiocesi di Cagliari, anch'essa nella piazza Palazzo.
Anche l'Università degli Studi di Cagliari ha in Castello la sua sede principale, nel palazzo settecentesco che ospita gli uffici del Rettorato.
Il quartiere offre numerosi motivi per una visita, numerose sono infatti le testimonianze storiche e artistiche che vi si trovano.
I monumenti più noti, quelli che costituiscono una tappa quasi obbligata per chi visita la città, sono sicuramente e a ragione la cattedrale, le torri pisane e il bastione di Saint Remy.
Tuttavia i luoghi forse più suggestivi di Castello si trovano percorrendo la strette vie, le scalette, le piazzette che si aprono, come terrazze, su bellissimi panorami e affacciandosi negli scuri androni dei palazzi, un tempo sontuose residenze nobiliari e oggi spesso decadenti e bisognosi di restauri, visitando le altre chiese che, a differenza della Cattedrale, dall'esterno neppure si notano, ma custodiscono al loro interno interessanti opere d'arte.
Nel quartiere si contano attualmente sette chiese:
Testimonianze dello stile gotico aragonese sono quattro chiese di Castello, edificate nel XVI secolo:
Allo stile barocco fanno invece riferimento:
Si conserva ancora la memoria della non più esistente chiesa del monastero di Santa Caterina, distrutto alla fine del XIX secolo per fare posto all'attuale omonima scuola elementare. Sotto l'edificio scolastico si dovrebbe ancora trovare la cripta del monastero, dove le monache usavano seppellire le consorelle defunte. Poco lontano, sotto la pavimentazione della terrazza del bastione di Santa Caterina, in seguito a recenti scavi per lavori di manutenzione, sono stati ritrovati degli ambienti, probabilmente riferibili a un edificio chiesastico risalente al XIII secolo.[4]
La panoramica sugli edifici religiosi del Castello di Cagliari non può concludersi senza fare riferimento ai due vasti complessi del Collegio Gesuitico, presso la basilica di Santa Croce, edificio settecentesco in parte utilizzato oggi dalla Facoltà di architettura dell'Università di Cagliari e del collegio degli Scolopi, edificio ottocentesco oggi sede del Liceo artistico statale.
Il quartiere, essendo stato eletto dalla fondazione a sede ufficiale delle principali autorità e luogo ambito dalle famiglie nobili sarde per edificarvi una loro residenza, offre ancora la possibilità di ammirare gli antichi palazzi in cui si scrissero ampi capitoli della storia di Sardegna.
La gran parte dei musei di Castello e di Cagliari in generale, è attualmente ospitata nei locali del moderno polo museale noto come Cittadella dei musei Giovanni Lilliu; in questo complesso di edifici, costruito negli anni settanta del XX secolo sull'area che ospitò il Regio Arsenale, si trovano:
Inoltre si organizzano interessanti mostre temporanee e altri eventi culturali. Si accede alla Cittadella attraverso un'imponente porta ottocentesca, affacciata sulla Piazza Arsenale.
Il sistema museale di Castello non si esaurisce nella Cittadella; nei locali ristrutturati di via Fossario, nei pressi della Cattedrale, si trova il Museo del Duomo, che ospita il Tesoro della Cattedrale, mentre il Palazzo dell'Università custodisce la Collezione sarda Luigi Piloni.
Il quartiere si sviluppa sul classico schema detto a fuso, caratterizzante diversi quartieri e città di origine medioevale, con la cinta di mura e torri che stringe il nucleo abitato in corrispondenza delle estremità nord e sud. Le due estremità del Castello sono collegate tramite lunghe e strette strade, a loro volta connesse da vicoli e scalette.
Il centro del Castello è percorso interamente dalla via Lamarmora, o La Marmora, intitolata al generale Alberto Ferrero della Marmora, che scende dalla piazza Indipendenza, a nord, passa per la centrale piazza Carlo Alberto e termina nel piccolo slargo di piazzetta Lamarmora, a sud. La via, denominata dai Pisani ruga mercatorum, prima di prendere l'attuale denominazione era conosciuta come via Dritta (nome che mantiene ancora in sardo: sa ruga deretta[5]). L'antica ruga marinariorum, poi via dei Cavalieri e attualmente via Nicolò Canelles, intitolata al canonico che introdusse la tipografia in Sardegna nel XVI secolo, inizia anch'essa da piazza Indipendenza e termina al bastione di Santa Caterina (in sardo sa ruga de is caballerus nella parte alta e sa ruga de Santa Caterina nella parte bassa), mentre la più corta via Martini, antica ruga fabrorum, segue la linea dei palazzi sul lato est di piazza Indipendenza e conduce alla piazza Palazzo. Dal lato sud di piazza Palazzo partono due viuzze che conducono verso il bastione di Saint Remy, la via Duomo, un tempo conosciuta come via dei Pellicciai o via della Speranza (in sardo sa rugh'e sa Seu, ossia la via della Cattedrale), e la via del Fossario (antica area cimiteriale annessa alla Cattedrale; in sardo su Fossariu) che, superato un buio portico, offre un bel colpo d'occhio su un'ampia veduta panoramica della città.
Altra importante direttrice del quartiere è la via dei Genovesi, accesso diretto al Castello da Stampace tramite la salita di via Porcell, e che termina nella piazzetta Lamarmora. Dalla via dei Genovesi, prima traversa a destra arrivando da via Porcell scende la via Santa Croce, l'antico vicus iudeorum, che costeggiando il bastione Santa Croce, conduce alla torre dell'Elefante (in sardo, ancor oggi sa ruga de is giudìus). L'area del quartiere compresa tra via dei Genovesi e via Santa Croce, nel Medioevo quartiere ebraico, è caratterizzata dalle viuzze più anguste del Castello, una di queste denominata eloquentemente proprio via Stretta. In questa zona si trova anche la suggestiva via Corte d'Appello, ricoperta dalle crociere del portico dell'ex Collegio Gesuitico.
Tra le piazze più importanti troviamo:
Abitanti censiti[6]
Attraverso le fotografie scattate nella seconda metà del XIX secolo, alcune delle quali ad opera del viaggiatore francese Édouard Delessert[7] nel 1854, è possibile farsi un'idea dei cambiamenti che hanno interessato il quartiere e i suoi edifici, particolarmente a cavallo tra il XIX e il XX secolo, quando si ebbero, tra gli altri interventi, la sistemazione del bastione di Saint Rémy (1899), il restauro delle torri pisane (1906) e lo smantellamento della facciata barocca del Duomo (1902).
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