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quartiere di Cagliari Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Stampace (Stampaxi in sardo) è uno dei quattro quartieri storici della città di Cagliari.
Stampace | |
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(SC) Stampaxi | |
Stampace visto dal bastione di Santa Croce | |
Stato | Italia |
Regione | Sardegna |
Provincia | Cagliari |
Città | Cagliari |
Codice | 4 |
Codice postale | 09123 e 09124 |
Superficie | 1,6 km² |
Abitanti | 6 922 ab.[1] (2022) |
Densità | 4 320,85 ab./km² |
Nome abitanti | Stampacini[2] |
Il quartiere, situato nel centro storico cittadino, a Ovest del Castello di Cagliari, venne fondato dai Pisani nel XIII secolo e da essi dotato di un modesto sistema di fortificazione (di cui resta la torre dello Sperone). Dalla fondazione Stampace è stato un quartiere abitato prevalentemente da mercanti, artigiani e piccolo borghesi, sino a perdere gradualmente questa caratterizzazione con l'avvicinarsi dell'epoca contemporanea.
Nei suoi confini attuali, Stampace confina ad ovest con il quartiere di Sant'Avendrace, a nord con i quartieri di Tuvixeddu e La Vega, a est con i quartieri storici di Castello e Marina; a sud è bagnato dal golfo di Cagliari con i moli Rinascita e Sabaudo.
Grande importanza storica e artistica hanno i numerosi siti archeologici ubicati nell'area di Stampace e Sant'Avendrace, testimonianze della Cagliari dei Punici e dei Romani, oltre alle tracce, poche, della capitale giudicale di Santa Igia, nella zona confinante con lo stagno di Santa Gilla.
Riguardo al nome, il canonico Giovanni Spano scrive:
«Non si sa l'origine della voce da cui ha preso il nome questo Quartiere. Vi sono opinioni che sia stato così denominato da un luogo così stesso appellato nella città di Pisa, sia che fosse una via, sia che fosse un quartiere della città.»
Da recenti studi storico-filologici si conferma l'interpretazione dello Spano: "Il nome Stampace ricorda la dominazione pisana del Cagliaritano, essendo infatti quello dell'omonimo luogo delle mura di Pisa corrispondente alla Porta al Mare, luogo in cui è probabile esistesse nell'Alto Medioevo una chiesa dedicata a Santo Paciano, vescovo di Barcellona vissuto nella seconda metà del quarto secolo; dopo la conquista aragonese-catalana del 1325 i catalani usarono chiamare quel posto Escampaig (R. Muntaner, Crònica catalana, all'anno 1325. Barcellona, 1860), nome evidentemente tratto da un qualcosa tipo Ex-campagna, visto che i precedenti dominatori pisani l'avevano ricavato da una zona agreste allora fuori città".[3]
Il quartiere era già abitato in età romana, come è testimoniato da molte strutture rinvenute appartenenti a quel periodo: il foro, sotto l'attuale piazza del Carmine; il tempio di Via Malta; le terme, nella zona di viale Trieste; la necropoli di Tuvixeddu, a Sant'Avendrace; il quartiere borghese (del quale fa parte la villa di Tigellio), l'anfiteatro romano.
Fino all'Unità d'Italia Stampace era protetto da una cinta muraria di età pisana. Successivamente, con l'espansione della città al di fuori delle antiche mura, si decise di abbattere le mura di Stampace, insieme a quelle di Marina e Villanova. L'unica parte delle mura superstite è la torre dello Sperone, a fianco della chiesa di San Michele.
In piazza Yenne, all'imbocco dell'odierna via Manno, c'era la Porta Stampace che fu demolita nel 1856. Nei documenti d'epoca viene chiamata anche Porta Marina e Porta San Giorgio. Accanto alla Porta vi era il bastione di San Francesco, che occupava parte dell'odierno largo Carlo Felice.
Durante i bombardamenti del 1943 a Stampace vennero aperti molti rifugi, come quello nella cripta di Santa Restituta, il rifugio di via Don Bosco e l'ospedale san Giorgio in viale Merello, nel cortile della sede della Croce Rossa Italiana, dalla quale era gestito. Il 17 febbraio 1943 all'ingresso del rifugio di Santa Restituta morirono quasi 200 persone, tra le quali anche il pittore Tarquinio Sini, mentre cercavano disperatamente di aprire una delle due entrate per mettersi al riparo, poiché non era venuto nessuno ad aprire con le chiavi. Da quella volta si decise che i rifugi dovevano rimanere sempre aperti.
Nel quartiere a palazzine centenarie, si alternano palazzi costruiti nel dopoguerra, testimoni dei bombardamenti del 1943. Un esempio è il palazzo multipiano all'angolo tra il Largo Carlo Felice e il Corso.
Le principali arterie del quartiere sono:
Abitanti censiti[4]
Ogni anno, dal 1º al 4 maggio, nel quartiere si svolge parte della sagra dedicata al santo guerriero. Nella mattina del 1º maggio si svolge la processione dei fedeli in costume, che precedono il cocchio dove è alloggiato Sant'Efisio, che dopo esser arrivato al luogo del martirio, Nora, ritorna la sera del 4 nella chiesa a lui dedicata nel quartiere.
Per due giorni del mese di luglio si festeggia nel quartiere Stampace Su cúcurus cótus ("le teste calde" in italiano), proprio come venivano chiamati in passato gli stampacini per la loro testardaggine. La festa prende vita intorno alla chiesa di San Michele: teatro, cabaret e musica animano le strade del quartiere. Inoltre, vengono distribuiti gratuitamente (Su cúmbidu in sardo) carne di pecora, pesce, malloreddus, fregula sarda e altre specialità offerte dagli stessi stampacini.
A Stampace è sita la scuola più vecchia ancora in funzione di Cagliari, la Sebastiano Satta, in via Angioy. Una scuola che non è più in funzione nella circoscrizione nº2 a Sant'Avendrace e la scuola Elementare Edmondo De Amicis. La scuola media Giovanni Spano nella via Falzarego attualmente ospita gli alunni della scuola elementare Edmondo de Amicis inaugurata nei primi anni cinquanta, attualmente in disuso causa carenza di alunni.
La Mediateca sorge in via Mameli 164, in sostituzione dell'ex Mercato Comunale. La struttura ospita la Biblioteca Comunale Generale e di Studi Sardi.
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