Pietra di Saltrio
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La pietra di Saltrio è una roccia sedimentaria calcarea[1][2][3] estratta nell'omonimo paese di Saltrio, nelle cave Brusada e Salnova.
Pietra di Saltrio | |
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Caratteristiche generali | |
Stato di aggregazione (in c.s.) | solido |
Utilizzo
Riepilogo
Prospettiva
Probabilmente già usata in età romana[4][5], la pietra di Saltrio ha trovato numerose applicazioni in architettura, non solo con funzione decorativa ma anche con una finalità strutturale.
Una lista di edifici e monumenti che includono elementi in pietra di Saltrio è riportata nel seguito.
Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna
- A Torino: per alcune colonne[6] della Mole Antonelliana[7], nella stazione di Porta Nuova[7] e al palazzo di Garigliano[7];
- a Vercelli: nella Basilica di Sant'Andrea[8];
- a Genova: per le sedici colonne del cimitero di Staglieno[9][4][7];
- a Castelvetro[non chiaro]: per due colonne e due altari della chiesa parrocchiale[7];
- a Fontevivo: per l'altare dell’Abbazia di San Bernardo[10].
Lombardia
Provincia di Pavia
- A Pavia:
- nella facciata della Certosa.[11][9][4][7]
- In alcuni elementi decorativi del Duomo di Pavia, e in particolare nella parte interna dell'abside maggiore, realizzato tra il 1504 e il 1507[12].
- per le basi della facciata della chiesa di San Francesco Grande[3].
Province di Milano e Monza-Brianza
- A Milano:
- in Santa Maria delle Grazie[9][2][13]: per le colonne del chiostro[14] e della tribuna del Bramante[14][15],
- nel Duomo: per alcune colonne[16] e nella struttura portante interna[7] ,
- nelle strutture e nelle decorazioni di altri edifici religiosi quali Santa Maria alla Porta, San Francesco di Paola, San Paolo Converso, San Tomaso in Terramara e Santa Maria Consolazione[14],
- nel Teatro alla Scala[7][14][2] e nel vicino monumento a Leonardo da Vinci[7],
- in palazzi come palazzo Litta[2][7][14], il Grand Hotel Et de Milan[7], palazzo Reale[2][14], la Biblioteca Ambrosiana[2][14], i palazzi Annoni[2][14], Archinto[2][14], Trivulzio[2][14] e Tharsis[2][14],
- in Porta Nuova[7], in Porta Garibaldi[7] e nella struttura dell'Arco della Pace[7],
- nella parte superiore degli arconi della Galleria Vittorio Emanuele[14][2],
- per alcuni monumenti funebri[16][4] del Cimitero Monumentale[4] (ad esempio, l'edicola Bruni[17]),
- in molte ville costruite dal 1300 in poi[9]e nella pavimentazione di piazza Leonardo da Vinci[18];
- a Senago: per l'altare della vecchia chiesa parrocchiale di Castelletto[19];
- a Bussero: nella facciata della chiesa dei Santi Nazaro e Celso[20].
Province di Lecco e Sondrio
Province di Como e Varese
- a Busto Arsizio: in Santa Maria in Grazia[9];
- a Como: nelle basiliche di San Fedele[9] e di San Giorgio[24];
- a Rovello Porro: per l'altare (opera di Floriano Bodini) e per la via Crucis monumentale della chiesa parrocchiale[14].
- a Saronno: nel santuario della Beata Vergine dei Miracoli[9][7][25] e nel monumento ai caduti[26];
- a Varese: nel Battistero di San Giovanni[27] e nelle cappelle del Sacro Monte[7];
- a Luino: per alcuni capitelli ornamentali all'interno della chiesa di San Pietro[28][29].
Canton Ticino (Svizzera)
- a Morbio Inferiore: per il cornicione del santuario di Santa Maria dei Miracoli[30];
- a Brusino Arsizio: per un tabernacolo rinascimentale della chiesa di San Michele[31]
- a Meride: all'interno di una serie di monumentali portali d'ingresso di alcune abitazioni[32];
- a Mendrisio: per l'altare maggiore delle chiese parrocchiali di Rancate e Capolago[7] e per un lavabo della sacrestia della chiesa di San Sisinio[33];
- a Riva San Vitale: per la balaustra della cappella della Madonna, all'interno della chiesa parrocchiale[7];
- a Vico Morcote: per un retablo all'interno della chiesa dei Santi Fedele e Simone[34]
- ad Arosio: per una balaustra della cappella della Beata Vergine del Rosario, all'interno della Chiesa di San Michele;
- a Lugano: nella cattedrale di San Lorenzo[35][9][6][7][36][37], nella cappella della Natività della chiesa di San Rocco, nella chiesa di Sant'Antonio[7], nella chiesa di Santa Maria Immacolata,[38] per alcune sculture nel frontone della facciata del Palazzo Civico[39] e per la "fontana di Nettuno" nel parco dell'ex-Castello di Trevano[40];
- a Gentilino: per un'acquasantiera e una balaustra della chiesa di Sant’Abbondio[7];
- a Origlio: per gli scalini, alcune colonne e balaustre della chiesa di Maria Immacolata e di San Giorgio[7];
- a Cadro: per una balaustra della chiesa della Beata Vergine e San Giorgio[7];
- a Ponte Capriasca: per l'altare della chiesa parrocchiale[7];
- a Magadino: per l'altare maggiore della chiesa parrocchiale[7];
- a Bellinzona: nella pavimentazione e per l'altare maggiore della collegiata dei Santi Pietro e Stefano[7].
Note
Bibliografia
Altri progetti
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