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Bonarota gialla (nome scientifico Paederota lutea L.f., 1782) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Plantaginaceae.[1]
Il nome generico (Paederota) deriva dagli scritti di Gaio Plinio Secondo (Como, 23 – Stabiae, 25 agosto 79]), scrittore, ammiraglio e naturalista romano, uno dei nomi che anticamente si attribuivano all'acanto. Il termine è formato da due parole greche: pais - paidos (= bambino) e eros (= amore, piacere).[2] Il nome faceva riferimento alla proprietà della pianta di acanto di sbiancare e pulire la faccia; nel trasferire il termine alle piante di questa voce probabilmente si è fatto riferimento all'eleganza e disposizione dei fiori, perdendo così il significato originale.[3] L'epiteto specifico (lutea) significa "giallo" e si riferisce al colore dei fiori.[4]
Il nome scientifico della specie è stato definito dal naturalista svedese Carl von Linnè jr. (1741-1783) nella pubblicazione "Supplementum Plantarum Systematis Vegetabilium Editionis Decimae Tertiae, Generum Plantarum Editiones Sextae, et Specierum Plantarum Editionis Secundae. Editum a Carolo a Linné. Brunsvigae - 84." del 1782.[1]
L'altezza di questa pianta varia tra 10 e 30 cm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[5][6][7][8]
La parte aerea del fusto è semplice (non ramificata), ascendente o eretta.
Le foglie lungo il caule sono disposte in modo opposto, sono subsessili e con la lamina a forma ovato-arrotondata con apice acuto. I bordi sono finemente seghettati (più di 10 denti per lato). La superficie delle foglie è sparsamente pelosa a volte con peli ghiandolari. Dimensione delle foglie: larghezza 1,5 – 3 cm; lunghezza 3 – 7 cm.
Le infiorescenze sono dei racemi penduli. Inizialmente la forma è ovale, poi è allungata. Sono presenti delle brattee lineari lunghe come il calice e pelose sul rachide (i peli a volte sono ghiandolosi). La disposizione delle brattee è alternata. I fiori sono subsessili e sono lunghi 10 – 15 mm.
I fiori sono ermafroditi, più o meno attinomorfi e tetraciclici (composti da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo), pentameri (calice e corolla divisi in cinque parti).
Il frutto è del tipo a capsula con 4 valve (per la deiscenza setticida dei semi) allungata e pelosa. I semi sono numerosi, finemente reticolati.
Dal punto di vista fitosociologico alpino Paederota lutea appartiene alla seguente comunità vegetale:[11]
Per l'areale completo italiano Paederota lutea appartiene alla seguente comunità vegetale:[12]
Descrizione: l'alleanza Phyteumato-saxifragion petraeae è relativa alle comunità eliofile, xerofile e mesofile, nelle zone da collinari ad alpine delle Alpi centro-orientali. Queste comunità si riscontrano nelle fessure e negli anfratti delle pareti rocciose di tipo carbonatico esposte al sole. La distribuzione di questa alleanza (relativa alle Alpi meridionali centro-orientali), in Italia, si riscontra nelle seguenti regioni: Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia.[13]
Alcune specie presenti nell'associazione: Androsace hausmannii, Androsace helvetica, Arenaria huteri, Asplenium seelosii, Primula tyrolensis, Saxifraga mutata, Saxifraga petraea, Saxifraga tombeanensis, Spiraea decumbens, Campanula petraea, Daphne petraea, Draba tomentosa, Minuartia cherlerioides, Paederota bonarota, Bupleurum petraeum, Campanula morettiana, Potentilla nitida.[13]
La famiglia di appartenenza (Plantaginaceae) è relativamente numerosa con un centinaio di generi. La classificazione tassonomica di Paederota lutea è in via di definizione in quanto fino a poco tempo fa il suo genere apparteneva alla famiglia delle Scrophulariaceae (secondo la classificazione ormai classica di Cronquist), mentre ora con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG) è stata assegnata alla famiglia delle Plantaginaceae; anche i livelli superiori sono cambiati (vedi il box tassonomico iniziale). Questa pianta appartiene alla sottotribù Veroniciinae (tribù Veroniceae e sottofamiglia Digitalidoideae).
Alcune checklist[14] assegnano questa specie al genere Veronica (Veronica lutea L.); ma diverse ricerche sia di tipo filogenetico sul DNA[15] che biochimico[16] dimostrano l'estraneità del genere Veronica nei confronti di questo genere.
Questa specie è variabile. I caratteri soggetti a variabilità sono soprattutto le foglie e la corolla (l'apice bilabiato può essere variamente frammentato).
L'areale di questa specie è spesso in comune con l'altra specie del genere Paederota (Paederota bonarota L.). Insieme possono formare degli ibridi indicati con Paederota x churchilli Hunter. di aspetto intermedio (la corolla è colorata di viola pallido o roseo e il calice possiede dei lunghi peli ghiandolari).[8]
La 'bonarota gialla in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:
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