Il nome del genere deriva dalle parole greche"oros" (ὄρος), che significa "monte", e "trophē" (τροφή), che significa "nutrimento".[4]
Il nome scientifico del genere è stato definito dai botanici Karl Sigismund Kunth (1788-1850) e José Cuatrecasas (1903-1996) nella pubblicazione " Ciencia; Revista Hispano-Americana de Ciencias Puras y Aplicadas. Mexico City" ( Ciencia (Mexico) 21: 21) del 1961.[5]
Fusto. La parte aerea in genere è eretta e semplice. la parte sotterranea consiste in spessi rizomi da eretti a orizzontali.
Foglie. Le foglie, in rosette basali, sono disposte in modo alternato e sono più o meno sessili. Le forme variano da oblanceolate a lineari. Le nervature sono parallele e alle ascelle delle foglie sono presenti dei ciuffi di peli. Le superfici sono glabre, densamente pelose o sericee.
Infiorescenza. Le sinflorescenze sono scapose (capolini solitari). Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato (sotteso da brattee con forme lineari-subulate) di tipo discoide con fiori spesso omogami. I capolini sono formati da un involucro, con forme da ampiamente cilindriche a subemisferiche o elicoidali, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee, con forme da lineari a oblungo-lanceolate e a consistenza erbacea, sono disposte in modo più o meno embricato e scalato su 2 - 3 serie. Il ricettacolo è provvisto (oppure no) di pagliette a protezione della base dei fiori; la forma è piatta o da convessa a conica.
fiori del raggio (esterni): se presenti sono femminili su 1 - 2 serie con forme ligulate (struttura zigomorfa); le ligule sono contorte;
fiori del disco (centrali): sono più numerosi con forme tubulose (attinomorfe); possono essere funzionalmente maschili e spesso hanno le ovaie sterili.
Corolla: la forma della corolla alla base è più o meno imbutiforme, mentre all'apice è ligulata (i fiori del raggio) o lobata (i fiori del disco); i lobi, eretti, hanno una forma triangolare. I colori della corolla sono giallo (i fiori del disco) e bianco (i fiori del raggio).
Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) alla base sono smussate; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).[10][12]
Gineceo: l'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli.[6] Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate.[13] I due bracci dello stilo hanno una forma lineare e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.
achenio: gli acheni, con fusiformi, hanno 5 nervature laterali; la superficie è ghiandolosa; la parete dell'achenio è formata da celle contenenti rafidi ma prive di fitomelanina; il carpoforo normalmente è anulare; le setole con punte a forma di ancora non sono presenti;
pappo: il pappo è formato da una serie di setole scabre o barbate e persistenti.
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8] Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra). Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
Le specie di questo genere sono distribuite in Messico e Sudamerica settentrionale[3]
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10]
Filogenesi
La tribù Astereae (una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae) comprende circa 40 sottotribù. In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 5 principali lignaggi:[2]
Basal grade: include alcuni generi isolati, il gruppo "South American-Oceania", alcune sottotribù africane e il gruppo dei generi legnosi del Madagascar.
Bellis lineage: comprende le sottotribù eurasiatiche e una sottotribù africana.
Aster lineage: include i generi asiatici di Asterinae e i principali gruppi dell'Australia e dell'Oceania.
North American lineage: include la vasta gamma di sottotribù del Nordamerica, Messico e alcuni gruppi distribuiti nel Sudamerica.
Il genere Oritrophium (insieme alla sottotribù Oritrophiinae) è incluso nel lignaggio "Basal grade". In particolare fa parte del sottogruppo relativo agli areali del Sudamerica. Le specie di questo gruppo sono caratterizzate da un livello di ploidia 2x o 4x.[2]
In precedenti trattazioni questo genere è descritto all'interno della sottotribù Hinterhuberinae (ora sinonimo della sottotribù Baccharidinae).[10]
I caratteri distintivi del genere di questa voce sono:[10]
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.