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politico italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Nicola Maria Vendola, detto Nichi[1][2][3] (Bari, 26 agosto 1958), è un politico italiano, già presidente nazionale di Sinistra Ecologia Libertà,[4] oltre che presidente della Regione Puglia dal 2005 al 2015. Dal 26 novembre 2023 è presidente nazionale di Sinistra Italiana.[5]
Nichi Vendola | |
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Presidente di Sinistra Italiana | |
In carica | |
Inizio mandato | 26 novembre 2023 |
Predecessore | Maria Gabriella Branca |
Presidente di Sinistra Ecologia Libertà | |
Durata mandato | 24 ottobre 2010 – 17 dicembre 2016 |
Predecessore | Carica creata |
Successore | Carica cessata |
Presidente della Regione Puglia | |
Durata mandato | 27 aprile 2005 – 26 giugno 2015 |
Predecessore | Raffaele Fitto |
Successore | Michele Emiliano |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 23 aprile 1992 – 3 maggio 2005 |
Durata mandato | 15 marzo 2013 – 16 aprile 2013 |
Legislatura | XI, XII, XIII, XIV, XVII |
Gruppo parlamentare | XI: Rifondazione Comunista XII-XIII: - Rifondazione Comunista-Progressisti (fino al 12/10/1998) - Misto/RC-P (dal 12/10/1998) XIV: - Misto (fino al 13/06/2001) - Misto/RC (dal 13/06/2001 al 13/06/2001) - Rifondazione Comunista (dal 14/06/2001) XVII: Sinistra Ecologia Libertà |
Coalizione | XII-XIII: Progressisti XVII: Italia. Bene Comune |
Circoscrizione | XI: Bari XII-XIV; XVII: Puglia |
Collegio | XII: 26. Bitonto |
Incarichi parlamentari | |
XII legislatura:
XII legislatura:
XII legislatura:
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Sinistra Italiana (dal 2017) In precedenza: PCI (1972-1991) PRC (1991-2009) MplS (2009) SEL (2009-2016) |
Titolo di studio | Laurea in Lettere |
Università | Università degli Studi di Bari |
Professione | Dirigente di partito; Giornalista |
Nasce a Bari, terzogenito di due fratelli e una sorella, e cresce a Terlizzi con il padre Francesco, impiegato alle poste, e la madre Antonietta, casalinga.[6] Il diminutivo "Nichi" gli venne dato dai genitori in omaggio all'ex presidente dell'Unione Sovietica Nikita Chruščëv,[7] di cui avevano simpatia in quanto promotore della cosiddetta destalinizzazione alla fine degli anni '50.[7]
Ha conseguito il diploma presso il Liceo Scientifico-Linguistico "O. Tedone" di Ruvo di Puglia[8] e successivamente si è laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" con una tesi su Pier Paolo Pasolini,[6][9] con relatore Arcangelo Leone de Castris; in gioventù fu allievo di monsignor Antonio Bello.[9]
Al momento di svolgere il servizio militare di leva, presentò obiezione di coscienza. Nel 1978 si dichiarò omosessuale; negli anni '80 fu tra i promotori e fondatori dell'associazione Arcigay e della Lega italiana per la lotta contro l'AIDS (Lila).[6][10] È giornalista professionista, iscritto dal 1991 all'Ordine dei Giornalisti della Puglia.
Impegnato in campo politico e sociale, nel 1972 s'iscrisse alla Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI), l'organizzazione giovanile del Partito Comunista Italiano (PCI), e militò nella sezione del PCI di Terlizzi fino al 1984, quando si trasferì a Roma[6]. Il padre Francesco era anch'egli comunista e nel 1970 era stato eletto sindaco di Terlizzi.[11] Al congresso di Napoli della FGCI che elesse Pietro Folena segretario generale nel 1985, Vendola alla fine del suo intervento congressuale come delegato di Reggio Emilia e dirigente Arcigay[12], raccolse un applauso di due minuti[13]. Poche settimane dopo venne quindi chiamato a far parte dell'esecutivo nazionale come responsabile centri per l'ambiente.[14] In tale veste si schierò subito nel suo partito coi contrari all'uso di centrali nucleari.[15]
Il 27 aprile 1987 L'Espresso pubblicò un'intervista di Gad Lerner con Jurij Sotzov, caporedattore di Komsomol'skaja Pravda, la rivista dei giovani del PCUS. In essa Lerner fece notare al suo interlocutore che nella FGCI vi era il militante gay Vendola e che quindi avrebbe potuto capitargli di doverlo ricevere ufficialmente. La risposta di Sotzov, dopo un lungo silenzio imbarazzato, fu: «sinceramente proverei solo della repulsione». Vendola ebbe la solidarietà immediata del suo partito e l'Unità definì il giorno dopo «oscurantista e grossolana» la battuta del giornalista sovietico.[16] Vendola per l'episodio provò «fastidio e stupore», visto che due anni prima era già stato a Mosca in visita ufficiale senza alcun problema.[17][18]
Nel 1988 partecipa presentando delle poesie a Lupo solitario, trasmissione televisiva cult di Italia 1 condotta da Patrizio Roversi e Syusy Blady.[19]
Alle elezioni politiche del 1987 Vendola venne candidato alla Camera nelle liste del PCI del Lazio.[20] Era uno dei quattro omosessuali dichiarati appoggiati dall'Arcigay e dalla rivista Babilonia.[21] Ottenne 10.764 preferenze e non venne eletto.[22] L'anno dopo lasciò la sua carica nella FGCI,[23] diventando giornalista per il settimanale comunista Rinascita. Contrario alla svolta della Bolognina promossa da Achille Occhetto nel novembre 1989, al penultimo congresso del PCI del marzo 1990 Vendola era tra i 105 dirigenti eletti nel comitato centrale per la mozione di Pietro Ingrao.[24]
Sciolto il PCI, Vendola aderì al Movimento per la Rifondazione Comunista[25] e qui lavorò nella prima redazione di Liberazione,[26] il settimanale del futuro Partito della Rifondazione Comunista. In questo partito rimase fino al 2009, quando guidò la scissione del Movimento per la Sinistra.
Alle elezioni politiche del 1992 fu eletto con 5.448 preferenze alla Camera dei deputati per la prima volta, essendo il candidato del PRC più votato a Bari e Foggia.[27] Da allora rimase alla Camera fino al 2005, quando si dimise essendo stato eletto Presidente della Regione Puglia. Nel 1993 dentro Rifondazione era vicino alle posizioni del segretario Sergio Garavini, antagonista di Armando Cossutta.[28] Nel 1994 entrò nella Commissione parlamentare antimafia e venne eletto segretario.[29]
A marzo 1995 era tra i garaviniani che, in dissenso con quanto deciso dal partito, votarono in Parlamento a favore della manovra economica del governo Dini insieme con Partito Democratico della Sinistra, Lega Nord e Partito Popolare Italiano[30]. Giorni dopo fu proprio Vendola a nome dei dissidenti a difendere quella scelta nel Comitato Politico Nazionale sostenendo che «l'affossamento della manovra economica avrebbe aperto una voragine incolmabile nella storia democratica di questo Paese».[31] Due mesi dopo però non partecipò alla scissione del Movimento dei Comunisti Unitari, promossa dagli altri dissidenti. In tale occasione disse che «ogni atto di separazione è un grave errore»[32] e che «tra PDS e PRC non credo possa nascere un'altra forza politica radicata e strutturata».[33]
Nel 1995 fu presente al Festival di Sanremo, in cui, con lo pseudonimo di Alce e Martello, prese parte al gruppo La Riserva Indiana, accompagnando sul palco dell'Ariston David Riondino e Sabina Guzzanti durante l'esecuzione della canzone Troppo sole. Altri componenti del gruppo erano Sandro Curzi, Mario Capanna, Antonio Ricci, Daria Bignardi, Bruno Voglino, Remo Remotti.[34]
Dal dicembre 1996 fino allo scioglimento fu vicepresidente della Commissione Antimafia.[35] Il suo impegno antimafia lo portò più volte a essere oggetto di intimidazioni e a ricorrere alla scorta.[36] Denunciò nel 1998 il cosiddetto verminaio Messina, che portò alle dimissioni del sottosegretario all'Interno Angelo Giorgianni.
Negli anni del governo Prodi I, Vendola fu tra i primi[37] sostenitori del segretario del PRC Fausto Bertinotti contro il presidente Armando Cossutta,[38] divenendone il suo braccio destro.[39][40] Di contro in quei mesi Cossutta definì Vendola un «rivoluzionario da salotto».[41] Vendola fu dunque uno dei deputati di Rifondazione Comunista che ritirarono la fiducia al governo Prodi I[senza fonte]. Negli anni successivi Vendola si schierò sempre nell'area bertinottiana del suo partito, sostenendone tutte le principali scelte identitarie.[42]
Alle elezioni europee del 2004 Vendola era candidato nel Mezzogiorno dove risultò essere il primo dei non eletti con 38 746 preferenze ed il membro del PRC più votato dopo Bertinotti.[43] Questi infatti era stato eletto in tutte le circoscrizioni. La scelta del segretario del PRC del luogo in cui farsi eleggere fu dunque decisiva. La segreteria del PRC optò per eleggere Bertinotti in Italia centrale, ma questo suscitò l'ira di Nunzio D'Erme, leader dei disobbedienti romani, il quale così non avrebbe potuto essere eletto europarlamentare. Ne nacque una querelle.[44] Bertinotti non comunicherà la sua scelta in tempo, per cui il Tribunale agirà d'ufficio per sorteggio: il segretario del PRC fu eletto proprio in Italia meridionale[45] e Vendola fu costretto a ritirare le sue già annunciate dimissioni dalla Camera.[46]
Tre mesi dopo il PRC decise di proporre Vendola come candidato unico del centrosinistra alla presidenza della regione Puglia.[47]
In vista delle elezioni regionali in Puglia del 2005, si candida alle elezioni primarie del centro-sinistra per la scelta del candidato presidente della Regione Puglia, dove il 16 gennaio Vendola vince ottenendo il 50,9% dei voti (40.358) e sconfiggendo Francesco Boccia, economista de La Margherita supportato da Massimo D'Alema, che ottiene il 49,1% (38.676).[48]
Alla tornata elettorale si presenta sostenuto dalla coalizione di centro-sinistra L'Unione, formata da Democratici di Sinistra, La Margherita, Rifondazione Comunista, Socialisti Democratici Italiani, UDEUR (con candidati di Rinnovamento Puglia), Comunisti Italiani, Socialisti Autonomisti - MRE - PSDI, Italia dei Valori, Verdi, Democratici Cristiani Uniti, Partito Pensionati e la lista civica La Primavera Pugliese, dove vinse con un margine molto ristretto, ottenendo il 49,84% dei voti contro il 49,24% di Raffaele Fitto, candidato del centro-destra e presidente uscente[49], divenendo cosi il primo presidente di Regione comunista (in Puglia) e dichiaratamente omosessuale e membro della comunità LGBT di sempre (in Italia)[49]. Successivamente l'Italia dei Valori e il PdCI, pur restando in maggioranza, non entrarono a far parte della giunta regionale[50]. Si dimise dunque dalla carica di deputato, venendo sostituito da Maria Celeste Nardini.
A febbraio 2009 la procura di Bari mise sotto accusa l'assessore alle politiche della salute Alberto Tedesco (PD),[51] che si dimise subito dall'incarico.[52] Per altre irregolarità emerse sulla gestione della Sanità pubblica, risultò indagato anche il Vicepresidente della Regione Puglia Sandro Frisullo (PD), il quale, d'intesa con Vendola, lasciò l'incarico di Vice Presidente della Regione,[53] sospese sé stesso da consigliere regionale e annunciò di voler rinunciare a ogni incarico politico e pubblico.[54] Anche Vendola risultò indagato per avere esercitato pressioni relative alle nomine di alcuni dirigenti della Sanità Pugliese, ma il G.I.P. archiviò la sua posizione non ritenendo che vi fossero profili "penalmente rilevanti".[55]
Fra le iniziative promosse dalla regione Puglia durante gli anni di presidenza di Vendola vi furono l'Apulia Film Commission, che ha visto la realizzazione dei cineporti di Bari e Lecce,[56] e la Puglia Sounds.[57] I due enti hanno il compito di promuovere l'industria cinematografica e quella musicale nella regione dando un'opportunità di lavoro ai giovani artisti pugliesi e non.[57][58]
Durante il primo mandato di Vendola la regione Puglia era diventata la prima regione italiana per produzione di energie rinnovabili (eolica e solare),[59] fu anche la prima regione in Italia a dotarsi di un piano energetico ambientale e di un sistema di regole che ha favorito lo sviluppo delle fonti alternative.[60]
A settembre 2012 l'ISTAT rese noti i dati occupazionali, da cui emergeva che la Puglia aveva l'incremento più alto, tra le regioni italiane, di occupati nel secondo trimestre dell'anno rispetto ai tre mesi precedenti.[61]
Di contro, durante il periodo di presidenza di Vendola, il sistema sanitario pugliese vide crescere a dismisura i propri costi,[62] accumulando un debito di circa 1,5 miliardi di euro. Nel novembre 2011 Vendola cercò con una delibera di favorire il pagamento delle transazioni dalle Asl ai suoi fornitori per un importo di 600 milioni, di cui ne furono effettivamente versati solo 200; il mancato pagamento dei restanti 400 milioni provocò un aumento di spesa per interessi passivi.[63]
«Siamo comunisti non per replicare, nei secoli dei secoli, una storia codificata, una liturgia monotona, una forma statica che contiene una verità rivelata: ma per liberarci dai fantasmi e dai feticci di un mondo che strumentalizza la vita, mercifica il lavoro, distrugge la socialità.»
Dopo l'esperienza dell'Arcobaleno, al VII congresso del PRC Vendola fu il primo firmatario della mozione congressuale "Manifesto per la Rifondazione", che riflettendo sulla portata della sconfitta storica subita alle elezioni dell'aprile 2008, proponeva una costituente per creare un nuovo partito che rappresentasse l'intera sinistra con Sinistra Democratica, Unire la Sinistra e la Federazione dei Verdi. Nonostante la mozione riportasse la maggioranza relativa dei consensi (47,3%), le restanti 4 mozioni si allearono per contrapporsi e fermare il progetto di superamento di Rifondazione proposto dalla mozione capeggiata da Vendola.[64] Rimase inizialmente nel PRC, all'interno del quale si costituì l'area Rifondazione per la Sinistra.[65]
Vendola si oppose alla politica portata avanti dal nuovo segretario del PRC Paolo Ferrero (già Ministro della Solidarietà Sociale nel secondo Governo Prodi), che si concentrava sulla volontà di riunire tutti i partiti comunisti contrapponendosi al Partito Democratico. Già nel 2005, pur continuando a definirsi "comunista", aveva espresso posizioni di distacco dalla sua formazione, dichiarando: «Io voglio mettere in discussione e bruciare la mia tradizione culturale, quella di chi non si dichiara ex, ma comunista».[66]
Il 21 gennaio 2009 Vendola lasciò il partito e dichiarò di volersi impegnare in un percorso, mirante alla costituzione di un nuovo soggetto politico che riunisse le diverse anime della Sinistra italiana. Il primo passo fu la costituzione di un gruppo politico per le Elezioni Europee: "Sinistra e Libertà".
Alle elezioni europee del 2009 Vendola fu candidato in tutte le circoscrizioni italiane con la lista di Sinistra e Libertà, ottenendo complessivamente circa 220 000 preferenze (117 753 nella circoscrizione Meridionale,[67] 43 092 nella circoscrizione Centrale,[68] 25 152 nella circoscrizione Nord-Occidentale,[69] 17 015 nella circoscrizione Nord-Orientale[70] e 16 266 nella circoscrizione Isole[71]).
Il progetto di "Sinistra e Libertà" che ipotizzava l'unione tra reduci dei DS (cosiddetto ex correntone), reduci del PRC (vendoliani), Verdi e Socialisti, non riuscì a decollare, con Verdi e Socialisti che si tirarono indietro; nel 2009 il partito cambiò nome in "Sinistra Ecologia Libertà". A Roma, il 19 e 20 dicembre 2009, si tenne l'assemblea costituente durante la quale venne presentato il nuovo simbolo ed eletto il nuovo coordinamento nazionale; Vendola fu eletto come portavoce.[72] Al primo congresso di Sinistra Ecologia e Libertà, tenutosi nell'ottobre 2010 al Teatro Saschall di Firenze, Vendola fu eletto Presidente, all'unanimità, dai 1 500 delegati del partito.[4]
Alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013 il partito di Vendola fece il suo ingresso per la prima volta nel Parlamento italiano con 37 deputati e 7 senatori.
In vista delle elezioni regionali in Puglia del 2010, l'area dalemiana del PD chiese a Vendola di rinunciare alla ricandidatura.[73] Il Presidente uscente decise tuttavia di ricandidarsi, quindi i partiti della coalizione svolsero elezioni primarie. Vendola riuscì a imporsi per la seconda volta su Francesco Boccia e questa volta la vittoria fu decisamente più netta rispetto al 2005 (67,24% contro il 32,76%).[74][75][76] Vendola fu quindi confermato come candidato del centrosinistra alla carica di Presidente della Regione Puglia.
La vittoria di Vendola alle primarie rilanciò la sua leadership e lo proiettò in una campagna elettorale che vide nascere in tutta la regione "Le fabbriche di Nichi". Giovani volontari di tutta la Puglia attivarono un processo di rete e partecipazione: idee, proposte, informazioni e contenuti di ogni genere nacquero e si diffusero per tutta la regione, attraverso il web e le azioni sul territorio.[77]
A marzo 2010 Vendola venne riconfermato presidente della Puglia alle elezioni regionali, che lo videro vincitore con il 48,69% dei voti, contro il 42,25% del principale avversario, il candidato del centrodestra Rocco Palese.[78]
A sostegno della politica di Nichi Vendola si costituirono in tutto il mondo circa 604 unità de La Fabbrica di Nichi. Tali "fabbriche" erano degli spazi virtuali e reali in cui i volontari vendoliani elaboravano idee e programmi con l'obiettivo di attivare un processo di partecipazione. Nichi Vendola, in un'intervista concessa nel 2010 a la Repubblica, le definì "un cantiere per un'Italia migliore".[79]
A marzo 2013 provvide alla nomina di una nuova giunta regionale dopo che alcuni assessori erano stati eletti in Parlamento. La composizione della nuova giunta pugliese non risultò gradita in parte al PD pugliese, il quale chiese di riazzerare il tutto. A seguito di tale richiesta Vendola affermò che la scelta della giunta spettava esclusivamente al presidente e che sarebbe stato pronto a dimettersi se i democratici pugliesi non fossero stati d'accordo.
Nel luglio 2010 Vendola espresse la volontà di presentare la sua candidatura alle elezioni primarie che si sarebbero tenute nell'ambito del centrosinistra, per individuare il leader della coalizione che si sarebbe presentato alle successive elezioni politiche.[80][81]
Il 1º agosto 2012 il leader di SEL, dopo un incontro col segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, ufficializzò la sua candidatura alle primarie del centrosinistra per la candidatura a capo del governo del centrosinistra.[82] Oltre a Vendola, i candidati erano il segretario del PD Pier Luigi Bersani, il sindaco di Firenze Matteo Renzi (PD), il consigliere della Regione Veneto Laura Puppato (PD) e l'assessore al Bilancio del Comune di Milano Bruno Tabacci. Oltre al proprio partito, Vendola era sostenuto anche dal Pdci di Oliviero Diliberto.[83] Tra i suoi sostenitori spiccava l'ecclesiastico don Andrea Gallo.[84]
Nel primo turno delle elezioni primarie di "Italia. Bene Comune" svoltesi il 25 novembre 2012 Vendola si posizionò terzo tra i cinque candidati con 485 689 voti pari al 15,6%, non riuscendo ad accedere al ballottaggio, che si sarebbe disputato tra Bersani e Renzi. I risultati migliori li ottenne nella sua regione, la Puglia,[85] nel mezzogiorno e a Roma.[86]
Il 30 novembre 2012 Vendola annunciò il suo appoggio a Pier Luigi Bersani per il secondo turno delle primarie.[87]
Lo slogan della sua campagna elettorale fu Oppure Vendola. Al centro del suo programma aveva posto i temi sociali come lavoro, diritti civili, scuola e università pubbliche (nel programma si prevede anche l'abolizione del numero chiuso per l'iscrizione alle facoltà universitarie per le quali è previsto[88]) e una forte rottura rispetto alle politiche rigoriste del governo Monti.
Il presidente pugliese accusò per il suo insuccesso alle primarie i mezzi di comunicazione e i grandi gruppi editoriali, i quali a suo dire presentarono le primarie come una resa dei conti interna al Partito Democratico per oscurare intenzionalmente la sua candidatura.[89]
Alle elezioni politiche del 2013 Vendola fu capolista del suo partito in tutte le regioni d'Italia per la Camera,[90] risultando eletto per la quinta volta. Il 6 marzo 2013 annunciò però che sarebbe rimasto alla guida della Regione Puglia, rinunciando così al seggio alla Camera.[91] Il 10 aprile 2013 formalizzò le sue dimissioni da deputato.[92]
Al termine del secondo mandato come presidente di regione, nel 2015 Vendola non si ricandidò e sostenne il candidato del centrosinistra, l'ex sindaco di Bari Michele Emiliano, che vinse con il 47,12%.
Il 17 dicembre 2016 fu decretato lo scioglimento di SEL dall'Assemblea Nazionale per confluire in Sinistra Italiana, il cui congresso fondativo si concluse il 19 febbraio 2017. Vendola ha fatto parte della direzione nazionale della nuova formazione senza ricoprire alcun incarico esecutivo fino al 26 novembre 2023 quando, su proposta del segretario Nicola Fratoianni, venne eletto presidente del partito al termine del congresso.[93]
Nel corso della sua carriera politica, Vendola ha spesso ricevuto insulti ed attacchi per la propria omosessualità. Nel 2012 venne insultato dall'assessore del PD del comune di Ferrara Luigi Marattin.[94] Il 21 gennaio 2013 l'addetto stampa del gruppo consigliare del PdL alla Regione Sardegna Paolo Trudu[95] rispose all'affermazione del presidente pugliese, il quale aveva detto che nel partito di Berlusconi sentiva «profumo di camorra», con la frase: «Vendola vecchia isterica. Da sinistra odore di becero frociame».[96][97] Nell'ottobre 2013 Alessandro Morelli, capogruppo della Lega Nord presso il Comune di Milano, pubblicò su Facebook un'immagine di Vendola con la scritta «Gay e pedofilo». Il giorno successivo lo stesso Morelli si scusò.[98]
Il suo compagno è il grafico e creative consultant canadese Ed Testa.[117][118]
Dal febbraio 2016 Ed Testa ha un figlio, nato in California grazie alla gestazione per altri.[119]
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