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costumista italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Milena Canonero (Torino, 1º gennaio 1946) è una costumista italiana che lavora per produzioni cinematografiche e teatrali.
Per il suo lavoro nell'industria cinematografica ha vinto quattro volte l'Oscar ai migliori costumi ed è stata nominata per nove volte.[1] Tra le sue collaborazioni più importanti: Stanley Kubrick, Francis Ford Coppola, Sofia Coppola, Sydney Pollack, Roman Polanski e Wes Anderson.[2]
Nata a Torino, dopo aver compiuto gli studi di storia e arte del costume a Genova, si trasferisce a Londra. Nella capitale inglese ha l'opportunità di incontrare personalità del cinema e del teatro. Il suo primo lavoro sarà per uno spot pubblicitario di Hugh Hudson. Incontra Stanley Kubrick e sua moglie Christiane attraverso il giornalista Riccardo Aragno grande amico della famiglia Kubrick, e inizia a lavorare nel cinema a fianco del celebre regista.[3]
Lavora anche nel settore del montaggio e Kubrick le offre il primo incarico da costumista per Arancia meccanica. Per il celebre film di Kubrick la Canonero ha ideato look diventati poi iconici, come la bombetta del protagonista interpretato da Malcolm McDowell, simbolo dell'English establishment dissacrato dalla paura e dall'inquietudine che il personaggio provocava.[4] Le affida le stesse mansioni per Barry Lyndon, per cui si aggiudica l'Oscar insieme a Ulla-Britt Søderlund. Hugh Hudson le affida i costumi di Momenti di gloria, storia di due atleti ambientata negli anni venti. Il suo lavoro aiuta il film a trascendere dall'ordinario e le regala il suo secondo Oscar.
Viene nominata all'Oscar altre cinque volte, per film come La mia Africa, Dick Tracy, Tucker - Un uomo e il suo sogno, Titus, L'intrigo della collana.[5] Nel 2007 viene premiata ancora una volta con l'Academy Award per Marie Antoinette di Sofia Coppola. Nello stesso anno lavora ai costumi per I Viceré di Roberto Faenza e Il treno per il Darjeeling di Wes Anderson. Nel 2010 collabora con Joe Johnston per Wolfman. Nel 2015 vince il quarto Academy Award per il film di Wes Anderson Grand Budapest Hotel, la sua nona nomination.[6][7] Nel 2017, al Festival di Berlino, le viene assegnato l'Orso d'oro alla carriera.
Negli anni '90 ha firmato la sua prima scenografia per il film Inserzione pericolosa di Barbet Schroeder. Milena Canonero ha anche lavorato nella produzione cinematografica, per alcuni film tra i quali Good Morning Babilonia (1987) di Paolo e Vittorio Taviani e Tango nudo (1990) di Leonard Schrader. Nel 2018 una selezione di costumi da lei disegnati per Marie Antoinette di Sophia Coppola sono stati esposti al Museo del Tessuto di Prato.[8]
Nel 2015 alcune delle sue creazioni sono state esposte a Palazzo Braschi, a Roma, nell'ambito di una mostra dedicata ai costumisti italiani.[9] Ha creato una sua linea di abbigliamento e collaborato con grandi marchi come Prada.[5] Milena Canonero ha anche curato la regia di un cortometraggio pubblicitario e di un film dedicato al costumista italiano Piero Tosi, che lei ha sempre considerato come maestro e al quale ha dedicato l'Oscar ricevuto per Grand Budapest Hotel.[10]
È sposata dal 1980 con l'attore Marshall Bell e vive a Los Angeles.
Milena Canonero ha uno stile unico e riconoscibile, l'uso del costume non è solo a fini naturalistici, ma al contrario diventa mezzo ulteriore di espressione per il regista e i suoi personaggi. I costumi diventano loro stessi degli attori della storia, portandone agli estremi le potenzialità espressive. Questo è evidente nelle collaborazioni con i registi più particolari, come Kubrick, e più estrosi come Anderson. La sua mano si riconosce dall'attenzione quasi ossessiva ai dettagli e dall'acuto perfezionismo, ad esempio per Barry Lyndon lavorò su dei costumi originali del XVIII secolo seguendo il modello viscontiano di Piero Tosi.[11]
Sempre attenta al rispetto del contesto storiografico, la Canonero è famosa per condurre lunghe ricerche per confezionare i suoi costumi. Per i costumi premiati all'Oscar di Gran Budapest Hotel, invece, si è ispirata ai quadri di Klimt. Altra tendenza tipica della costumista italiana è quella di mischiare dettagli di diverse epoche storiche. Esempio iconico è quello delle sneakers acutamente posizionate sul set settecentesco di Marie Antoinette di Sofia Coppola, chiaro segno della volontà del film di attualizzare il personaggio della regina.[12]
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