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Mantisalca Cass., 1818 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae.[1][2]
Le specie di questo genere sono piante erbacee annuali, biennali o perenni; in genere non sono spinose. I fusti sono eretti e ramificati. La massima altezza è di 50 – 100 cm.[3][4][5][6]
Le foglie si distinguono in basali (picciolate) e in cauline (sessili). Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alterno, hanno una lamina dentato-pennatifida o lobata. La forma può essere da lineare a oblunga con superficie fortemente scabra e scarsamente irsuta o glabra.
Le infiorescenze si compongono di capolini solitari, eterogami e peduncolati. I capolini sono formati da un involucro a forma da ovoidale a sferico (diametro di 10 – 15 mm) composto da brattee (o squame) all'interno del quale un ricettacolo fa da base ai fiori tutti tubulosi. Le brattee dell'involucro, disposte su più serie (da 6 a 8) in modo embricato, sono disuguali, a consistenza coriacea con forme ovali e con stretti margini ialini; terminano apicalmente in un triangolo, scarioso, nero e spinescente. Il ricettacolo è setoso (ispido), piatto e senza pagliette.
I fiori (molti per capolino) sono tutti del tipo tubuloso.[7] I fiori sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori in genere sono ermafroditi e actinomorfi. Sono presenti fiori esterni, sterili e staminoidi.
Il frutto è un achenio con pappo. Gli acheni hanno delle forme obovoidi (una botte più o meno compressa). La superficie si presenta a coste e trasversalmente rugosa. Il pericarpo dell'achenio è sclerificato; alla sommità l'achenio è provvisto di una piastra dritta. Il pappo (deciduo o persistente) è inserito in un anello parenchimatico sulla piastra apicale e in genere è formato da scaglie o setole rigide e scariose. Sono presenti degli elaisomi nervati.
Le specie di questo genere si trovano nel Mediterraneo (compresa Nord-Africa) e in Anatolia.[2]
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[10], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[11] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[12]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1]
La tribù Cardueae (della sottofamiglia Carduoideae) a sua volta è suddivisa in 12 sottotribù (la sottotribù Centaureinae è una di queste).[5][13][14][15]
La classificazione della sottotribù rimane ancora problematica e piena di incertezze. Il genere di questa voce è inserito nel gruppo tassonomico informale Volutaria Group. Questo gruppo composto da 8 generi, nell'ambito della sottotribù Centaureinae e da un punto di vista filogenetico, si trova in posizione "basale", ossia è stato il primo gruppo a separarsi dagli altri generi. In più recenti studi, tuttavia, questo genere è risultato avere delle posizioni più centrali all'interno del gruppo informale Rhaponticum Group.[3][4][5][15]
Mantisalca si distingue dal genere Centaurea per una chiazza scura all'apice delle brattee (sono anche brevemente mucronate), per i fiori tutti tubulosi ed ermafroditi e dall'apice dell'achenio che sporge da una coroncina formata dal pappo.[16]
Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 18, 20, 22.[3][6]
Il genere comprende le seguenti 6 specie:[2]
Nella flora spontanea italiana del gruppo di questa voce sono presenti le seguenti specie:[16][17][18]
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