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linguista e critico letterario austriaco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Leo Spitzer (Vienna, 7 febbraio 1887 – Marina di Pietrasanta, 16 settembre 1960) è stato un linguista e filologo austriaco, noto in particolar modo per i suoi studi di stilistica.
Fu docente di filologia romanza presso l'Università di Vienna ma, in seguito alle persecuzioni contro gli ebrei fu costretto a rifugiarsi in Turchia e poi negli Stati Uniti dove continuò l'insegnamento.[1]
Ebbe una formazione positivista e si inserì nella corrente idealistica di Croce e Vossler. Nel 1910 pubblicò il saggio La formazione delle parole come mezzo stilistico, esemplificata in Rabelais nel quale sostiene l'importanza del momento creativo della lingua.
Il suo metodo critico, che si basa sull'unità tra critica letteraria e analisi linguistica, nasce da una lettura precisa e attenta dei testi di scrittori di epoche diverse dei quali analizza le caratteristiche formali e linguistiche fino ad arrivare all'interpretazione unitaria e globale dell'autore.[2]
Spitzer elaborò il concetto di «circolo filologico»: dall'osservazione di particolarità esterne (lessicali, sintattiche, ritmiche) si può risalire al centro dell'opera per poi tornare alla superficie, estendendo e verificando l'osservazione di altri elementi. Le particolarità sono intese come l'allontanamento dall'uso linguistico normale, che corrisponde a un'alterazione dello stato psichico normale: pertanto ogni deviazione dalla norma linguistica è indizio di uno stato psichico inconsueto e permette di spiare lo stato d'animo dell'autore. Quest'impostazione risente evidentemente sia della ricerca psicologica di Freud sia dello strutturalismo linguistico.[3]
Tra le sue opere di maggiore importanza si ricordano: Studi stilistici (Stilstudien), 1928; Studi di stile e di letteratura romanza (Romanische Stil-und Literaturstudien), 1931; Racine e Goethe (Racine e Goethe) 1993; Linguistica e storia letteraria (Linguistics and literary history) 1948.
Dal 30 novembre 1946 fu socio corrispondente dell'Accademia della Crusca.[4] Nel 1955 l'Accademia dei Lincei gli conferì il Premio Internazionale Feltrinelli per la Filologia e la Storia Letteraria.[5]
Ebbe tra i suoi allievi la scrittrice Angela Bianchini.
Le traduzioni italiane corrispondono solo raramente alle raccolte originali o alle traduzioni in francese.
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