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specie di pianta della famiglia Lamiaceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La lavanda latifolia (nome scientifico Lavandula latifolia Medik., 1783) è una pianta suffruticosa sempreverde della famiglia delle Lamiaceae.[1] si distingue dalla lavanda officinale perché quest'ultima possiede foglie più strette.
Lavanda latifolia | |
---|---|
Lavandula latifolia | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi I |
Ordine | Lamiales |
Famiglia | Lamiaceae |
Sottofamiglia | Nepetoideae |
Tribù | Lavanduleae |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Lamiales |
Famiglia | Lamiaceae |
Tribù | Lavanduleae |
Genere | Lavandula |
Specie | L. latifolia |
Nomenclatura binomiale | |
Lavandula latifolia Medik., 1783 | |
Nomi comuni | |
Lavanda a foglie larghe |
Il nome comune "lavanda" con il quale siamo abituati a chiamare queste piante (ma anche quello scientifico del genere Lavandula) è stato recepito nella lingua italiana dal gerundio latino "lavare" ( = che deve essere lavato) per alludere al fatto che queste specie erano molto utilizzate nell'antichità (soprattutto nel Medioevo) per detergere il corpo.[2] L'epiteto specifico (latifolia) fa riferimento alle larghe foglie di questa specie.[3][4]
Il nome scientifico è stato definito per la prima volta dal botanico e fisico tedesco Friedrich Kasimir Medikus (Grambach, 1736 – Grambach, 8 luglio 1808) nella pubblicazione "Beobachtungen auf Reisen nach dem Riesengebirge. Dresden." (Beobacht. (1783) 135; Vill. Hist. Pl. Dauph. ii. 363; Ehrh. Beitr. vii. 55.) del 1783.[5]
Queste piante possono arrivare fino 3 – 8 dm di altezza. La forma biologica è nano-fanerofite (NP), sono piante perenni e legnose, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 30 cm e i 2 metri. Hanno quindi un portamento arbustivo o subarbustivo o cespitoso-arbustivo. Sono inoltre fortemente aromatiche. L'indumento è grigio-tomentoso (per peli stellati).[6][7][8][9][10][11][12]
La parte aerea del fusto è legnosa, eretta con superficie pubescente. La parte alta è ramosa con i giovani rami di tipo erbaceo.
Le foglie lungo il fusto sono disposte in modo opposto (addensate alla base e distanziate verso l'apice). La lamina è intera con contorno spatolato; la base è attenuata verso il picciolo; l'apice varia da ottuso a acuto; i margini sono revoluti. Le foglie sono profumate e persistenti. All'ascella delle foglie sono inseriti ciuffi di foglie più piccole. Dimensione delle foglie: larghezza 2 – 5 mm.
Le infiorescenze sono delle spighe di 3 – 8 cm. I fiori sono disposti a verticilli (da 6 - 12 fiori) e sono più o meno lungamente pedicellati e distanziati. Nell'infiorescenza sono presenti delle brattee a consistenza erbacea con forme da lineari a lanceolate con una sola nervatura centrale. Non è presente un ciuffo di brattee sterili. Dimensione delle brattee: larghezza 3 – 4 mm; lunghezza 6 – 8 mm. Le bratteole sono lineari e lunghe 2 – 3 mm.
I fiori sono ermafroditi, zigomorfi, tetrameri (4-ciclici), ossia con quattro verticilli (calice – corolla - androceo – gineceo) e pentameri (5-meri: la corolla e il calice sono a 5 parti).
Il frutto è uno schizocarpo composto da 4 nucule glabre e lisce. Le nucule sono provviste di areole ed hanno delle varie forme, dimensioni e colori. La deiscenza è basale o laterale.
Dal punto di vista fitosociologico alpino Lavandula latifolia appartiene alla seguente comunità vegetale:[17]
La famiglia di appartenenza del genere (Lamiaceae), molto numerosa con circa 250 generi e quasi 7000 specie[10], ha il principale centro di differenziazione nel bacino del Mediterraneo e sono piante per lo più xerofile (in Brasile sono presenti anche specie arboree). Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia. La famiglia è suddivisa in 7 sottofamiglie; il genere Lavandula è descritto nella tribù Lavanduleae (di cui è l'unico genere) che appartiene alla sottofamiglia Nepetoideae.[18]
Il numero cromosomico di L. latifolia è: 2n = 48, 50 e 54.[19]
La specie di questa voce può facilmente ibridarsi con la specie Lavandula lanata Boiss., 1838 per formare il seguente ibrido:[20]
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]
Secondo la medicina popolare questa pianta ha le seguenti proprietà medicamentose:[21]
I fiori sono eduli (commestibili) e possono essere impiegati nella preparazione di biscotti, torte e aggiunti a risotti, gnocchi.
La lavanda è una pianta mellifera e si può produrre del miele, ma la pianta è poco diffusa se non negli orti e giardini e quindi la produzione è solo occasionale.
È usata anche come olio essenziale, nella confezione di incensi e come repellete per insetti. i fiori sono usati per la profumazione di biancheria.
La lavanda a foglie larghe in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:
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