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modo verbale Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'infinito è un modo verbale usato in quasi tutte le lingue indoeuropee.[1] È la forma normalmente scelta per il lemma dei verbi nei dizionari ed in genere non è riferita ad alcuna persona grammaticale (io, tu, lui, lei); dispone del tempo presente e di quello passato.
In italiano, la forma dell'infinito di un verbo come andare è composta da una radice (and-), da una vocale tematica (-a-) e da una desinenza (-re). L'infinito passato sarà essere andato.
Infinito presente (infinito semplice) | Infinito passato (infinito composto) | |
Formazione con il verbo ausiliare avere | mangiare | avere mangiato |
Formazione con il verbo ausiliare essere | andare | essere andato |
L'infinito ricorre assai spesso in combinazione con un verbo servile. Ad esempio:
I verbi non modali reggono in genere una preposizione:
L'infinito di un verbo ha la proprietà di poter comportarsi contemporaneamente da verbo e da sostantivo:[2]
Qui fare come sostantivo funge da soggetto di giovare, ma come verbo regge sport.
dove bere è soggetto di essere, ma come verbo regge alcol.
Come il gerundio, l'infinito ha una molteplicità di usi nella subordinazione implicita.[3] Ad esempio:
Dagli esempi, emerge una notevole duttilità dell'infinito, il quale è povero di valori grammaticali propri: questi piuttosto emergono solo nel contesto. [4]
Dell'infinito esiste una forma semplice o presente (mangiare) ed una composta o passata (aver mangiato), la quale indica un'azione compiuta:[5]
La forma passata si trova spesso in proposizioni temporali e causali, cioè quelle introdotte da dopo e da per:[6]
In tutte le lingue romanze come l'italiano, le costruzioni ottenute sono paragonabili.
Anche nelle altre lingue romanze, l'infinito è raggruppabile in diverse coniugazioni (in italiano sono -are, -ere, -ire), fondamentali per la struttura delle diverse forme verbali dei vari tempi e modi, le quali possono distinguersi in base ai vari gruppi di appartenenza.
cantar (cantare), beber (bere), vivir (vivere)
falar (parlare), vender (vendere), partir (andare via, partire). Eccezione: pôr (porre). In casi particolari, le forme portoghesi dell'infinito hanno delle forme personali per facilitare la comprensione della proposizione subordinata.[7]
parler, (cantare), dormir (dormire), avoir (avere), prendre (prendere). Come si nota, la terza coniugazione dell'italiano corrisponde in francese al secondo gruppo di verbi, mentre il terzo ed il quarto rispecchiano a grandi linee la seconda coniugazione.
a cânta/cântare (cantare), a bea/bere (bere), a tăcea/tăcere (tacere), a dormi/dormire (dormire). Il romeno possiede due forme di infinito, corto e lungo: a mânca verso mâncare - mangiare.
La distinzione in gruppi di coniugazione, tipica di queste lingue, è un'eredità del latino, il quale prevedeva quattro coniugazioni: -are, -ēre, -ĕre, -ire: allĭgare (legare), fulgēre (risplendere), fundĕre (sbaragliare), repĕrire (trovare). Fanno eccezione alcuni verbi irregolari tra cui il più usato è sum (essere) che all'infinito fa esse. Incidentalmente, si precisa in questa sede che nei vocabolari di latino si trova il verbo non all'infinito, ma alla prima persona singolare.
Nelle lingue germaniche, la distinzione tra le varie coniugazioni del verbo non esiste.
to go (andare), to sleep (dormire)
La funzione di verbo sostantivato è spesso coperta dal gerundio.[8]
hören (sentire), machen (fare), wollen (volere).
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