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elemento linguistico irriducibile che esprime il significato principale della parola Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
In linguistica, la radice o radicale di parole o etimo, (in inglese etymon o root word), è l'elemento lessicale irriducibile e indivisibile che esprime il significato omogeneo e comune sia della parola specifica sia della intera famiglia etimologica alla quale la parola appartiene, salvo le parole di origine sconosciuta. Nei dizionari etimologici delle lingue neolatine e nell'inglese, lingua che al 75% è composta da radici greco-latine, gli etimi sono scritti nella originaria forma latina o greca. Per esempio MITT-/MISS-/* è l'etimo di quella che in italiano è la famiglia del verbo METTERE, in spagnolo METER, in francese METTRE, composta in italiano dai verbi mettere, ammettere, commettere, dimettere, immettere, rimettere, sottomettere e trasmettere); per esempio LEV- è l'etimo latino di allevare, prelevare e sollevare; e così via: CAP-, DIC-, FAC- NASC-, PON-, ROT-, SAN-, TEN- sono rispettivamente gli etimi latini di grandi famiglie etimologiche, rispettivamente quelle dei verbi: cacciare, dire, fare, nascere, porre, ruotare, sanare, tenere. Per quanto riguarda la componente delle radici greche, a titolo di esempio gli etimi CRAT- e GRAPH- sono quelli delle famiglie di parole di democrazia e grafica.
I dizionari moderni e avanzati inseriscono sempre di più, nel lemmario, gli etimi di grande produttività lessicale trattandoli, al pari dei prefissoidi, in apposite voci e talvolta in schede icastiche della famiglia dove figurano le parole più frequenti che racchiudono l'etimo. Mentre i dizionari specialistici, avendo un indice speciale destinato ad individuare ogni famiglia etimologica, permettono anche di contare quanti sono gli etimi e di suddividerli in base alla loro origine storica e territoriale, perciò rispondendo alla domanda: quanti sono gli etimi e quindi le famiglie etimologiche di questa o di quella lingua ?
Quindi la dizionaristica inglese annovera nell'inglese gli etimi latini solo se classici, escludendo quelli numerosissimi del latino volgare, e tende ad ingigantire numero e peso degli etimo anglo-germanici anche se volgari. Ne fa le spese la prolificità, la storia e la grande influenza che ha avuto il latino post-classico sulle lingue romanze, come italiano, francese e spagnolo, nel formare una impiantistica omogenea delle radici delle parole.
La etimologia è la scienza che studiando gli etimi, può enumerare e classificare gli effetti della annominazione (uso di parole somigliantisi perché legate da un comune etimo e perciò recanti un comune significato di base), distinguendoli dagli esercizi di retorica come gli effetti della paronimia o paronomasia (uso di parole somigliantisi solo per morfologia o per fonologia ma aventi differente etimo). Quindi gli studi etimologici possono statisticamente determinare la produttività delle parole affini o imparentate (in inglese dette cognates words) sulla base del lessema, che è una variante dell'etimo greco-latino, dell'etimo germanico e dell'etimo di altra origine, funzionale alla derivazione nelle diverse lingue discendenti dal ceppo linguistico indoeuropeo. Nelle lingue ideogrammatiche come sono il Cinese e il Giapponese, invece, non esistono etimi o radici di parole equiparabili.
Nella grammatica tradizionale, la radice è quell'elemento linguistico a cui vanno aggiunte poi le desinenze ed eventuali prefissi o suffissi che servono a specificarne il significato.
Data quindi una parola - o un lemma -, essa potrà essere suddivisa separando il tema dalla desinenza, e quindi individuando nel tema la radice: la radice sarà quell'elemento irriducibile (cioè che non può essere ulteriormente suddiviso) e parte fondamentale di una famiglia di parole.
Ad esempio: nel verbo "amare" si può individuare la desinenza flessiva "-re" = infinito presente separandola dal tema "ama"; a sua volta il tema si può analizzare come unione della radice "am-" e della vocale tematica "-a-" = 1ª coniugazione. La radice "am-" ci permette di identificare il verbo come appartenente alla stessa famiglia del sostantivo "amore", radice che esprime appunto il concetto di amare.
Per fare un esempio in lingua ido: una volta definita la radice "frat-" che rappresenta il concetto di essere figli degli stessi genitori, si può applicare il suffisso "-ul-" che significa "maschile" o il suffisso "-in-" che significa "femminile", e infine la desinenza "-o" che significa "sostantivo singolare", per ottenere le parole "fratulo" ossia "fratello" e "fratino" ossia "sorella". Applicando invece la desinenza "-a" ossia "aggettivo" direttamente alla radice, si ottiene "frata" che significa "fraterno".
La definizione tradizionale di "radice" ha difficoltà di applicazione nelle parole composte; in questo caso occorre prima scomporre la parola nelle varie componenti (per esempio "portaborse" diventa "porta" + "borse") e poi si individuano le varie radici, una in ogni componente ("port-" e "bors-").
Nella linguistica contemporanea sono dunque considerate radici:
Alcuni linguisti fanno fatica a considerare radici:
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 41248 · NDL (EN, JA) 00577096 |
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