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Lingua catalana
lingua romanza Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il catalano (català, pron. orientale: [kə.təˈɫa], occidentale: [ka.taˈɫa]) è una lingua romanza occidentale parlata in Spagna (Catalogna, Comunità Valenciana, Isole Baleari, El Carxe, Frangia d'Aragona[2][3]) e, in minor misura, in Francia (Rossiglione), Andorra e Italia (Alghero[4][5])[6]; a questi vanno aggiunti circa 350.000 parlanti residenti nelle zone in cui il catalano non è considerato idioma autoctono (per la maggior parte concentrati in Europa e America Latina). Al 2022, i suoi parlanti totali ammontavano a 9,2 milioni[7].
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Nella Comunità Valenciana è parlata una varietà diatopica del catalano che prende il nome di valenzano (valencià, AFI: [va.ɫen.siˈa] o [ba.ɫen.siˈa])[8][9][10][11], con numerose sottovarianti (castellonenc, apitxat, ecc.), nelle Isole Baleari è diffusa un'altra variante comunemente nota come balearico, suddiviso in tre sottovarianti tante quanto sono le isole principali che compongono l'arcipelago (mallorquí, menorquí ed eivissenc), mentre nella città sarda di Alghero si è conservata un'antica variante orientale (alguerès) che ha subito diverse influenze dal sardo e dall'italiano.
Le varietà del catalano presentano pertanto molte differenze dialettali dovute allo sviluppo autonomo che hanno avuto nel corso degli ultimi secoli, tuttavia esse non si riflettono nella lingua scritta[12]. Il catalano ha influenzato parecchi dialetti e lingue regionali italiane, specialmente in alcune regioni in passato governate dalla corona aragonese e, a sua volta, è stato influenzato dall'italiano, sia in età rinascimentale che in epoche successive[13][14]. Il catalano è collegato alle lingue galloromanze, come l'occitano, il francese e le lingue galloitaliche del nord Italia, sebbene sia affine alle lingue ibero-romanze e ne abbia ricevuto un'importante influenza.[15]
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Storia
Riepilogo
Prospettiva

In età medievale il catalano antico (a volte impropriamente indicato come limosino, confondendolo con un dialetto dell'occitano) era la lingua ufficiale della cancelleria d'Aragona e lingua di cultura della corte, prima da sola, poi, con l'avvento della dinastia castigliana dei Trastámara, insieme allo spagnolo. Con l'arrivo dei Borgia alla Sede Romana (Callisto III e il nipote Alessandro VI), anche lì il catalano diventò lingua di uso cortigiano.
Anche i primi iberici che arrivarono in Sardegna erano di madrelingua catalana; dagli inizi del Quattrocento fino a tutta la prima metà del XVII secolo, insieme al latino, il catalano si impose in tutta l'isola come lingua dell'amministrazione e del diritto, e ad Alghero, colonia genovese fondata dai Doria, una volta svuotata dai suoi abitanti e ripopolata da famiglie catalane,[16] si iniziò a parlare fin dalla seconda metà del XIV secolo. Ebbe grande influenza sul sardo (che continuò ad essere la principale lingua d'uso in Sardegna), soprattutto sulla variante campidanese, afferente all'area meridionale dell'isola.
Il catalano, in epoca medievale, conobbe un grande splendore letterario, testimoniato fin dal Duecento dal celebre trattato filosofico-religioso di Ramon Llull. Con l'avvento della dinastia asburgica al trono di Spagna, nella prima metà del Cinquecento, iniziò per il catalano un periodo di decadenza che si protrasse per circa tre secoli. In tale periodo acquisì maggior prestigio lo spagnolo. Con i decreti di Nueva Planta (1707-1716) Filippo V introdusse lo spagnolo come unica lingua dell'amministrazione, dell'insegnamento e dei tribunali nei paesi di lingua catalana, relegando così quest'ultima al solo uso vernacolare.
Nei primi anni del 1800 vi furono vari tentativi di recuperare e promuovere l'uso del catalano, di cui il più importante fu la Renaixença, movimento letterario che diede avvio alla rinascita della letteratura catalana. Nei primi del '900 Pompeu Fabra portò a termine l'unificazione della grafia (normalizzazione) in modo da rappresentare le diverse varianti con un'ortografia unica. Questo diede un forte impulso alla produzione libraria, teatrale, di giornali e quindi al riconoscimento del catalano come lingua. Durante la dittatura franchista il suo uso tornò ad essere proibito al di fuori di àmbiti strettamente privati e si propagandò la visione del catalano come dialetto (cioè variante) dello spagnolo.
Dal 1979, esso è riconosciuto come lingua all'interno della comunità autonoma della Catalogna e ne viene promosso l'uso ufficiale e l'insegnamento presso le scuole. Il catalano è lingua ufficiale, insieme allo spagnolo, anche nella Comunità Valenciana, e nelle isole Baleari. Nell'Aragona orientale, pur non essendo equiparato allo spagnolo, ha ottenuto un limitato riconoscimento nelle sue zone di diffusione (conosciute come Striscia d'Aragona).
Approssimativamente si può dire che la normalizzazione ha portato ad una scrittura basata sulle varianti occidentali parlate nella Comunità Valenzana, nella Striscia d'Aragona (in catalano Franja de Ponent o Franja d'Aragó, in aragonese Francha de Lebán, in spagnolo Franja de Aragón) in Aragona, nelle comarche di Tarragona e Lleida in Catalogna, nel Principato di Andorra e pronunciata secondo le varianti centrali-orientali (comarche di Barcellona, Gerona in Catalogna, Baleari in Spagna, Rossiglione in Francia, Alghero in Italia).
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Diffusione attuale
Riepilogo
Prospettiva

Attualmente, il catalano è lingua ufficiale:
- nel principato di Andorra, dove è l'unica lingua ufficiale;
- in Spagna:
- Catalogna, lingua ufficiale assieme allo spagnolo e all'occitano;
- Comunità Valenciana, lingua ufficiale, nella sua variante valenzana, assieme allo spagnolo;
- Isole Baleari, lingua ufficiale, nella sua variante maiorchina, insieme allo spagnolo.
Il catalano nella Comunità Valenciana
Nella Comunità Valenciana il catalano segue una norma differente da quella della Catalogna[17] e ad esso è attribuito il nome storico, tradizionale e ufficiale[18] di lingua valenziana (llengua valenciana)[19] dallo statuto e dalle leggi regionali, che lo definiscono «lingua propria» del territorio[20][21][22]. Intorno all'adesione del valenzano al sistema linguistico catalano esiste una disputa di carattere politico fin dai tempi della guerra civile spagnola[12].
Il catalano nelle Isole Baleari
Il catalano ad Andorra
Il catalano è l'unica lingua ufficiale ad Andorra[23] in base alla Costituzione del 1939[24]. Inoltre, è questo il solo stato del mondo in cui il catalano è l'unica lingua ufficiale. Molto parlati dagli immigrati presenti e dagli stessi andorrani sono anche lo spagnolo e il francese.
Il catalano in Sardegna
Il catalano è parlato in Sardegna, come lingua autoctona, solo all'interno del comune di Alghero e ha molte similitudini con la lingua sviluppatasi in Catalogna fra la metà del XIV e la fine del XVII secolo. In tale periodo Alghero fece parte prima della Corona d'Aragona, poi subì la dominazione spagnola, cessata la quale il catalano ha continuato a sopravvivere in città senza sostanziali evoluzioni, a differenza di quello usato attualmente in Catalogna, ed è pertanto una varietà linguistica con numerose forme ed espressioni considerabili come antiche.[16] Il catalano è oggi parlato ad Alghero da un numero non ben precisato di persone (20% della popolazione urbana secondo il Comune[25]) e ha sofferto e soffre sia della concorrenza dell'italiano, sia, in misura minore, di quella del sardo, lingua mai scomparsa da Alghero. I giovani, in particolare, parlano il catalano/algherese e lo comprendono tuttavia sempre meno, nonostante le iniziative che la Regione Sardegna e il Comune di Alghero stanno conducendo a tutela di tale espressione linguistica.[25]
Il catalano in Francia

Il catalano è parlato in Francia solo nella regione del Rossiglione dove, secondo gli ultimi dati socio linguistici di cui dispone la Generalitat de Catalunya[26] (2004), il francese è però la lingua maggioritaria e il catalano espressione linguistica minoritaria. Il catalano infatti, pur essendo compreso dal 65,3% della popolazione, viene parlato solo dal 37,1% di essa (e scritto dal 10,6%). Le percentuali diminuiscono ulteriormente se si considera che viene parlato come prima lingua dal 3,5% dei residenti (mentre il 92% ha il francese come prima lingua, l'1% entrambe le lingue e il 3,5% altri idiomi non identificati).
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Fonetica
Riepilogo
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Introduzione generale
Le principali caratteristiche fonetiche o ortografiche sono:
- la pronuncia di a ed e atone come vocale neutra [ə] (ma nell'ortografia vengono scritte a oppure e, secondo la pronuncia delle varianti occidentali)
- la pronuncia di o atona come [u] (ma viene comunque scritta "o", secondo la pronuncia delle varianti occidentali)
- la presenza di [z] (s sonora) intervocalica, assente in spagnolo: casa [ˈkazə]
- perdita della n finale dei nomi e aggettivi singolari, con aggiunta dell'accento sulla vocale finale: capità (=capitan[o]), llatí (=latin[o]), violí (=violin[o]) (ma al plurale la "n" compare: capitans, llatins, etc.).
- la r finale non viene pronunciata (ma viene comunque scritta, secondo l'uso occidentale): clar (=chiaro) [ˈkɫa], flor (=fiore) [ˈfɫɔ], primer (=primo) [pɾiˈme]; anar (=andare) [əˈna], fer (=fare) [ˈfe], sortir (=uscire) [surˈti].
- il suono [ʃ] (come "sc" nell'italiano fascia) viene rappresentato con le grafie «ix» e «x»: caixa (=cassa) [ˈkaʃə], xarxa (=rete) [ˈʃarʃə]
- vengono usati numerosi digrammi «tg, tj, tx, ig»: llenguatge (=linguaggio) [ʎəŋˈgwadʒə], viatjar (=viaggiare) [biəˈdʒa], despatx (=ufficio) [dəsˈpatʃ], puig (=collina) [ˈputʃ]
- il digramma «ll» pronunciato [ʎ] (come «gli» nell'italiano meglio): lluna (=luna) [ˈʎunə], ballar (=danzare, ballare) [bəˈʎa], perill (=pericolo) [pəˈɾiʎ]
- il digramma «ny» pronunciato [ɲ] (come «gn» nell'italiano gnomo): any (=anno) [ˈaɲ], muntanya (=montagna) [munˈtaɲə], puny (=pugno) [ˈpuɲ]
- il digramma «l·l» che in alcuni casi rappresenta [ɫː] (doppia L): col·legi (=collegio) [kuˈɫːɛʒi]. La pronunzia della "l" catalana è fortemente velarizzata, come la l scura inglese [ɫ].
- plurali femminili in -es: les bones amigues (le buone amiche)
- plurali maschili in -s: els bons amics (i buoni amici)
- passato remoto composto: (jo) vaig cantar (=(io) cantai); mentre il passato remoto semplice continua invece a València: (jo) cantí
- l'uso di tre forme (base, debole, rinforzata) per ogni pronome personale oggetto:
- parlar-me (=parlarmi); parla'm (=parlami) / m'has parlat (=mi hai parlato); em parles (=mi parli)
- veient-lo (=vedendolo); l'he vist (=l'ho visto); el veig (=lo vedo)
- pronome personale neutro ho:
- veient-lo (=vedendolo, lui) ma veient-ho (=vedendolo, ciò); No ho sé (=non lo so)
Altre caratteristiche sono la mancanza di molti vocaboli arabi (presenti in spagnolo) e la sopravvivenza invece di molte parole collegate col francese, con l'occitano (notevoli in questo caso i verbi in -c alla prima persona del presente: crec "credo", dec "devo", dic "dico", puc "posso", vinc "vengo", entenc "intendo"...) e, in minor misura, con l'italiano (dati gli stretti rapporti esistenti, in età basso-medievale, con gli stati italiani dell'epoca). La lingua più vicina al catalano è l'occitano. Seguono l'italiano e il francese antico (lingua d'oïl).
Alcune varianti (più dialetti in catalano antico), quali il balearico o il dialetto locale di Cadaqués, usano gli articoli es/so/sa derivati dal latino "ipsu(m)"/"ipsa(m)", proprio come avviene per il sardo: es cotxe (=il veicolo / l'auto), amb so cotxe (=col veicolo / l'auto), sa muntanya (=la montagna). Il resto usa "lo" o "el".
Pronuncia puntuale del catalano base[non chiaro]
La tabella indicante la pronuncia puntuale[cos'è la pronuncia puntuale?] e completa del catalano si basa sulla varietà più prestigiosa, quella di Valencia[senza fonte], che non ha riduzioni di vocali non accentate. A questo si aggiunge che esistono più varietà di catalano, con differenze abbastanza marginali perlopiù in pronuncia e vocabolario (catalano valenciano, balearico, barcellonese/di Catalogna, andorrano, rossellonese/francese e algherese. Il catalano si parla infatti pure nel Principato di Andorra, a Rossiglione in Francia, Alghero in Sardegna e nella Franja, cioè una striscia di territorio di Aragona che confina con la Catalogna). Gran parte delle zone geografiche in cui si parla catalano sono perlopiù zone costiere o vicine alla costa del Mar Mediterraneo o isole. Ogni macro-varietà di catalano ha poi le sue sotto-varietà. Nella tabella sono indicate alcune caratteristiche del catalagno di Catalogna, cioè parlato a Barcellona, Gerona e zone simili. La sua caratteristica può evidente è la riduzione vocalica nelle vocali non aventi l'accento tonico e ortografico.
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Varietà del catalano
Riepilogo
Prospettiva
Il catalano si suddivide in due grandi gruppi dialettali: orientale e occidentale[27][28]; tale suddivisione si basa principalmente sulla riduzione o meno delle vocali atone [a], [e] i [e] a vocal neutra [a] e nella chiusura o meno delle vocali atone [o] e [d] in [u][27][29].

Catalano occidentale (Català occidental)
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Catalano orientale (Català oriental)
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Numero di parlanti il catalano nel mondo (2004)
Riepilogo
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Territori dove è lingua ufficiale
Territorio | capiscono il catalano | parlano catalano |
Catalogna | 7 502 880 | 5 933 661 |
Comunità Valenciana | 3 448 368 | 2 407 951 |
Isole Baleari | 852 780 | 706 065 |
Andorra | 72 013 | 57 395 |
Totale | 11 810 302 | 9 092 882 |
Territori dove il catalano non è lingua ufficiale
Territorio | capiscono il catalano | parlano catalano |
Rossiglione - Francia | 256 583 | 145 777 |
Striscia d'Aragona - Aragona | 50 406 | 49 398 |
Alghero | 34 525 | 26 000 |
El Carche (Murcia) | dato sconosciuto | dato sconosciuto |
Resto del mondo | 350 000 | 350 000 |
Totale | 691 514 | 571 175 |
Totale
Territorio | capiscono il catalano | parlano catalano |
Paesi catalani | 11 207 555 | 9 090 986 |
Resto del mondo | 350 000 | 350 000 |
Totale | 11 557 555 | 9 440 986 |
Conoscenza del catalano (cens. 2003-2004)
Territorio | Parla | Capisce | Legge | Scrive |
Catalogna | 84,7 | 97,4 | 90,5 | 62,3 |
Comunità Valenciana | 57,5 | 78,1 | 54,9 | 32,5 |
Isole Baleari | 74,6 | 93,1 | 79,6 | 46,9 |
Rossiglione (Catalogna del Nord) | 37,1 | 65,3 | 31,4 | 10,6 |
Andorra | 78,9 | 96,0 | 89,7 | 61,1 |
Striscia d'Aragona (o Franja de Ponent) | 88,8 | 98,5 | 72,9 | 30,3 |
Alghero | 61,3 | 90,1 | 46,5 | 13,6 |
(% popolazione sopra i 15 anni).
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Esempi
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Grammatica catalana
Frasi esempio
- Catalano: Català /kətəˈla/
- Ciao: Ei /ˈej/, Ep /ˈep/
- Arrivederci: adéu /əˈðew/ (sing.); adéu-siau /əˈðewsiˈaw/ (pl.); a reveure /ərəˈβewrə/
- Per favore: si us plau /si(w)sˈplaw/
- Grazie: gràcies /ˈgɾasiəs/; mercès /mərˈsɛs/
- Mi scusi: perdó /pərˈðo/, Em sap greu /am'sáp greu/
- Questo: aquest /əˈkɛst/ (masc.); aquesta /əˈkɛstə/ (fem.)
- Quanto?: quant /ˈkwanˈ(t)/; Quanto costa?: quant (és/val/costa)? /ˈkwan(t)ˈes/
- Sì: sí /ˈsi/
- No: no /ˈno/
- Non lo capisco (a lui): No l'entenc /ˈnolənˈteŋ/; Non lo capisco (questo): No ho entenc /ˈnowənˈteŋ/
- Dov'è il bagno?: on és el bany? /ˈonˈezəlˈβaɲ/; on és el lavabo? /ˈonˈezəl:əˈβaβu/
- Parli italiano?: Parles italià? /ˈparləzitəliˈa/
- Parli catalano?: Parles català? /ˈparləskətəˈla/
I numeri
- 1: u / un (masc.) - una (fem.)
- 2: dos (masc.) - dues (fem.)
- 3: tres
- 4: quatre
- 5: cinc
- 6: sis
- 7: set
- 8: vuit
- 9: nou
- 10: deu
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Note
Bibliografia
Voci correlate
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