2ª tappa
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La prima tappa in linea prevede arrivo in salita. Nei primi km della tappa i corridori affronteranno la prima ascesa di giornata: il Nufenenpass che raggiunge quasi quota 2500 metri. Finita l'ascesa si avranno circa 100 km tra discesa e pianura prima di arrivare al traguardo posto sul Crans-Montana. A pochi km dallo strappo finale è posto il GPM.[2]
Lloyd Mondory e José Iván Gutiérrez animano la fuga di giornata. Verso l'ascesa del Crans-Montana Pieter Weening raggiunge i due fuggitivi e viene seguito dal gruppo dei migliori guidato da Linus Gerdemann. Nel gruppo dei migliori non sono presenti Andy Schleck, Andreas Klöden e il leader della corsa Fabian Cancellara. Sullo strappo finale attaccano Damiano Cunego e Fränk Schleck ma a 800 metri dall'arrivo è Mauricio Soler che riesce a piazzare l'attacco decisivo. Con questa vittoria il colombiano conquista anche la maglia di leader. Dietro di lui giungono Cunego e Schleck.[4][5]
3ª tappa
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La terza è una frazione breve, lunga solo 107,6 km. I corridori devono però affrontare il Grimselpass, un'ascesa che comincia a circa 40 km dalla partenza (il GPM è posto al 50º km) ed il Grosse Scheidegg, una salita di circa 20 km che termina a 12 chilometri dall'arrivo, posto a Grindelwald.[2]
Cercano subito di attaccare Bauke Mollema e Ryder Hesjedal, ma il gruppo non lascia spazio. La fuga buona inizia pochi chilometri dopo e comprende tra gli altri Peter Sagan, Cristiano Salerno, Giampaolo Caruso, Jens Voigt ed Andy Schleck. Sulla salita di Grosse Scheidegg lavorano la Movistar e la Lampre-ISD: Cunego allunga in salita e Soler prova a rispondere, senza riuscire nel suo intento. Il veronese recupera e stacca i fuggitivi transitando per primo al GPM. A Cunego rimane da superare la discesa molto tecnica per conquistare la tappa, ma a 3 km dal traguardo uno dei fuggitivi, lo slovacco Sagan, lo riprende e lo batte nella volata ristretta. Terzo Jakob Fuglsang che arriva assieme a Laurens ten Dam. Cunego guadagna più di un minuto a Soler e conquista il simbolo del primato. Salerno nel tentativo di recuperare Cunego in discesa cade e si frattura una clavicola.[6][7]
5ª tappa
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La quinta frazione prevede 204 km di corsa. Nella tappa sono stati posti due Gran Premi della Montagna, uno di terza e l'altro di quarta categoria.[2]
Dopo alcuni chilometri parte la fuga con Daniel Sesma, Jan Bárta, Manuele Boaro e Alessandro Bazzana. I quattro uomini in fuga riescono a prendere un vantaggio di circa dieci minuti sul gruppo, che guidato dall'HTC, recupera i fuggitivi ai meno 20. Si arriva nuovamente alla volata: Tom Boonen attacca riuscendo a staccare gli avversari ma Marco Marcato ritorna sul belga e lo supera. Ai 200 metri parte Óscar Freire che si fa superare negli ultimi metri dallo sloveno Borut Božič. Terzo Sagan.[9]
6ª tappa
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La sesta è la tappa più dura del Giro di Svizzera: partenza fissata a Tobel-Tägerschen e arrivo a Triesenberg, in Liechtenstein. Il percorso prevede circa 158 chilometri, la maggior parte in pianura con poche ascese. A 14 km dal traguardo i corridori devono affrontare la salita di Malbun, piccolo centro nel comune di Triesenberg. Questa salita prevede una pendenza media di circa 8,6%, con punte che raggiungono l'11%.[2]
Nella fuga del mattino sono presenti Chavanel, Gorka Izagirre e Ángel Madrazo. Sylvain Chavanel viene ripreso a 6 km dal traguardo. A due km dalla fine il gruppo dei migliori comprende quasi tutti i favoriti alla vittoria quando scatta Steven Kruijswijk e va a vincere la sesta frazione del Giro di Svizzera. Secondo Levi Leipheimer a 9" e terzo Damiano Cunego a 18". Tra i big Danilo Di Luca lascia il gruppo dei migliori a 5 km dal traguardo, Andy Schleck giunge a 15' e riportano pesanti ritardi anche Tejay van Garderen e Ryder Hesjedal.[10] In questa tappa si ritirano Matteo Carrara e Mauricio Soler, vittima di una grave caduta[11], a seguito della quale sarà costretto ad abbandonare l'attività agonistica.
7ª tappa
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La settima tappa del Giro di Svizzera parte da Vaduz, capitale del Liechtenstein. Il percorso presente tre ascese e tre GPM: lo Flüelapass, Norbertshöhe ed un'altra ascesa verso Serfaus che si conclude a 3 km dall'arrivo. Questa è l'ultima frazione in montagna. La tappa sconfina in Austria.[2]
In due occasioni molti corridori cercano di trovare la fuga del mattino. La prima fuga viene ripresa a 159 chilometri dall'arrivo mentre la seconda va in porto. In questa azione sono presenti tra gli altri Andy Schleck, Christian Vande Velde, Jan Bakelants e Thomas De Gendt. I corridori in fuga riescono a guadagnare otto minuti sulla prima ascesa dove Andy Schleck precede Vande Velde. In discesa i fuggitivi tornano in gruppo. A 22 km dal traguardo De Gendt attacca staccando tutti i compagni di fuga ed andando a vincere. Secondo Andy Schleck, dietro José Joaquín Rojas. Il gruppo migliore giunge a 4 minuti e 39 secondi da De Gendt, con 12 corridori.[12]
8ª tappa
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La penultima frazione comprende 167 km quasi completamente pianeggianti con due GPM e quattro traguardi volanti.[2]
La tappa parte con una fuga di quattro corridori: Jarosław Marycz, Jan Bárta, Luca Paolini e Francisco Ventoso. Rimangono in fuga solo Marycz e Paolini mentre dietro il plotone è tirato da Lampre e Movistar. Andy Schleck scatta al GPM ma è chiuso da Leipheimer e da Cunego. A pochi km dal traguardo Wout Poels cerca di anticipare i velocisti ma senza successo: la volata è vinta ancora da Sagan che batte Matthew Goss e Ben Swift. In questa frazione Mollema perde diversi secondi dal gruppo a causa di un guasto meccanico.[13]