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attore italiano (1926-1996) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Franco Angrisano (Potenza, 10 maggio 1926 – Salerno, 20 settembre 1996) è stato un attore italiano.
Di origini lucane, visse sempre a Salerno dove il padre era ferroviere. Saltuariamente è stato anche doppiatore.
Comincia a lavorare nel mondo dello spettacolo nella compagnia del dopolavoro ferroviario di Salerno.
Conosciuto dal grande pubblico televisivo nel ruolo di Giacinto, il sagrestano bonaccione de I ragazzi di Padre Tobia (1968), con Silvano Tranquilli, è notato da Eduardo De Filippo che lo vuole al suo fianco in teatro per il quindicennio a venire, e da tanti registi cinematografici (Federico Fellini, Sergio Leone, Ettore Scola) che lo vogliono caratterista per il grande schermo (come in Il mio nome è Nessuno e C'era una volta in America[1]). Reciterà così con i più grandi attori del XX secolo quali Alberto Sordi e Monica Vitti in Polvere di stelle, Jack Lemmon e Marcello Mastroianni in Maccheroni o Giancarlo Giannini in Ternosecco.
Per la televisione ha interpretato fra l'altro l'episodio Sfida al cioccolato della storica serie RAI Nero Wolfe - la prima, quella in bianco e nero con protagonista Tino Buazzelli; l'episodio Il pazzo di Bergerac, nella miniserie televisiva dedicata al commissario Maigret; e l'episodio La Gran Mamma interno allo sceneggiato televisivo Storie della camorra, trasmesso sulla Rete 1 nella primavera 1978 e diretto da Paolo Gazzara. È apparso anche in un carosello, quello dell'Algida con Pippo Franco nel 1976, e in un spot cinematografico dedicato alla Fiat 127. Angrisano ha poi dedicato gli ultimi anni di vita alle compagnie teatrali amatoriali locali, che incoraggiava e seguiva recitando spesso in tournée accanto a giovani attori e registi concittadini. È in questa fase che lo scrittore salernitano Franco Pastore, ha scritto per lui La moglie dell'oste, una commedia tratta dalla dodicesima novella de Il Novellino di Masuccio Salernitano.
È morto il 20 settembre 1996, a Salerno, all'età di settanta anni a causa di un attacco cardiaco.[2] Riposa nel cimitero monumentale cittadino.
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