Epossidi
Eteri ciclici con un anello a tre termini contenente un atomo di ossigeno Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Un epossido, detto anche ossirano, è un etere ciclico in cui l'ossigeno è uno degli atomi di un anello a tre termini. La molecola di un epossido è del tipo R1R2C(O)CR3R4 con gli R radicali alchilici o arilici. Pur essendo degli eteri, essi presentano una reattività del tutto eccezionale e degli schemi di sintesi alquanto differenti. In generale, gli epossidi a basso peso molecolare sono gas o liquidi volatili molto infiammabili, incolori e poco polari, solubili anche in acqua (con la quale però lentamente reagiscono), oltre che nei comuni solventi organici eterei, idrocarburici o alogenati.[1]
Tale reattività degli epossidi che va ben oltre quella degli eteri alifatici o ciclici ad almeno 5 termini è causata dalla tensione d'anello, nelle sue componenti angolare e torsionale; la prima è dovuta alla notevole riduzione degli angoli di legame a circa 60°, valore molto distante dall'angolo tetraedrico (109,5°) ideale per l'ibridazione sp3 (tensione angolare); la seconda (tensione torsionale, dovuta all'eclissamento degli idrogeni dell'anello) è un poco inferiore a quella nel ciclopropano, perché rispetto ad esso qui mancano due idrogeni e quindi i loro eclissamenti, ma resta comunque notevole. Tutto questo porta ad una facile apertura dell'anello e questa può avvenire in molti modi che comprendono sia attacchi nucleofili, che elettrofili.
Nomenclatura
Riepilogo
Prospettiva
Il più comune fra questi composti è detto comunemente ossido di etilene (IUPAC: 1,2-epossietano. IUPAC preferita : ossirano).
Abbiamo almeno tre metodi per nominarli:
- La nomenclatura IUPAC (n,n+1-epossi ... -ano) (al posto di n+1 ci può essere anche n+2, n+3, ... etc.)
- in questo sistema l'atomo di ossigeno è considerato un sostituente (in 2 posizioni) col nome epossi-, preceduto dalle posizioni degli atomi di carbonio sopra cui si trova nel ramo principale (C-1,C-2,...C-n,C-(n+1),...C-t) e seguito dal nome dell'alcano base o dai suoi isomeri.
- La nomenclatura IUPAC preferita (2 ... -il 3 ... -il ossirano; 2,2 ... -il ossirano)
- questo metodo tiene conto del nome ossirano preceduto dai numeri posizione atomi del gruppo (O-1,C-2,C-3) e dei radicali alchilici presenti.
- La nomenclatura comune (ossido di ... -ene)
- viene derivata dell'ossido di etilene, che è l'epossido base, e tiene conto dell'alchene di partenza seguito da ossido o preceduto da ossido di.
Ecco i primi eteri ciclici derivati dagli alcani che comprendono gli epossidi più semplici:
Formula | Nome IUPAC | Preferito IUPAC | Nome comune | Stato IUPAC | Struttura 2D |
---|---|---|---|---|---|
CH2(O)CH2 | 1,2-epossietano | ossirano | ossido di etilene | ![]() | |
CH3CH(O)CH2 | 1,2-epossipropano | metilossirano | ossido di propilene | ![]() | |
CH2CH2(O)CH2 | 1,3-epossipropano | ossetano | ossido di trimetilene | ![]() | |
CH2(O)CHCH2CH3 | 1,2-epossibutano | etilossirano | ossido di etil-etilene | ![]() | |
CH3CH(O)CHCH3 | 2,3-epossibutano | 2,3-dimetilossirano | ossido di 2,3-butilene | ![]() | |
(CH3)2C(O)CH2 | 1,2-epossi 2-metilpropano | 1,1-dimetilossirano | ossido di isobutilene | ![]() | |
CH3CHCH2(O)CH2 | 1,3-epossisobutano | 3-metilossetano | ossido di 1,3-isobutilene | ![]() | |
CH3CH(O)CH2CH2 | 1,3-epossibutano | 2-metilossetano | ossido di 1,3-butilene | ![]() | |
CH2CH2(O)CH2CH2 | 1,4-epossibutano | ossolano | ossido di 1,4-butilene | ![]() |
Le righe colorate in azzurro indicano l'alcano, mentre quelle in bianco gli isomeri di struttura derivati.
Se l'epossido fa parte di un altro sistema ciclico si utilizza sempre il prefisso epossi-. Facciamo qualche esempio:
- Diepossi-butano
- 1,2-epossi-1-metilciclobutano
- 5,6-Epossi-cicloesa-1,3-diene
- (3R)-4,6-difenil-5,6-epossi-es-1-en-3-olo
Sintesi
Riepilogo
Prospettiva
Gli epossidi dominanti nell'industria sono l'ossido di etilene e l'ossido di propilene, le produzioni sono rispettivamente circa 15 e 3 milioni tonnellate/anno.[2]
- Ossidazione catalitica di alcheni:
CH2=CH2 + ½ O2 CH2-O-CH2
- Epossidazione di alcheni:
Si utilizzano acidi perossicarbossilici, di formula -COOOH anziché -COOH. È il metodo di maggior impiego nelle sintesi fatte in laboratorio. Il reagente più comunemente impiegato è l'acido meta-cloroperossibenzoico.
R-CH=CH2 R-CH—CH2
\ /
O
L'epossidazione di Sharpless permette di formare un epossido con alta enantioselettività partendo da un alcool allilico.
- Sostituzione nucleofila interna delle aloidrine:
X | R-CH-CH2 + NaOH → R-CH—CH2 + NaX + H2O | \ / OH O
In questa reazione X può essere un atomo di cloro o un atomo di bromo; in alternativa ad NaOH è anche possibile utilizzare K2CO3
- Sintesi dell'ossido di etilene:
2CH2=CH2 + O2 2 CH2-CH2
\ /
O
Questa sintesi non funziona con altri alcheni, però è l'unica ad essere stata portata su scala industriale.
- Sintesi di Corey-Chaykovsky:
Reazioni di ilidi dello zolfo con composti carbonilici.
Reazioni
Riepilogo
Prospettiva
- Addizione di acqua, formazione di glicoli
H+ CH2-CHR + H2O --> HO-CHR-CH2-OH \ / O
(un glicole etilenico)
- Addizione di ammoniaca (o ammine primarie e secondarie) a dare etanolammine
H2C-CH2 + NH3 --> HO-CH2-CH2-NH2 \ / O
- Apertura dell'anello per reazione con nucleofili:
R-CH-CH2 + CH3O-Na+ --> R-CH-CH2-OCH3 \ / | O O-Na+
È una reazione di sostituzione nucleofila SN2 con apertura d'anello che è praticamente impossibile con eteri non in tensione.
- Apertura dell'anello mediante catalisi acida:
H+ CH2-CH2 + H2O --> HO-CH2-CH2-OH \ / O
Il prodotto dell'apertura dell'anello mediante catalisi acida per l'ossido di etilene è il glicole etilenico, prodotto interessante per utilizzi di vario genere.
- Riduzione:
R R | | R'-C-CH2 + LiAlH4 --> R'-C-CH3 \ / | O OH
La riduzione di un epossido con tetraidroalluminato di litio o idruro di alluminio produce l'alcool corrispondente.[3] L'attacco nucleofilo dell'idruro (H−) avviene sul C meno ingombrato dell'epossido.
- Reazione con i reattivi di Grignard:
H3O+ CH2-CH2 + R-Mg-X --> R-CH2-CH2-O-MgX+ ---> R-CH2-CH2-OH \ / O
Altre reazioni
- La scissione riduttiva degli epossidi produce β-litioalcossidi.[4]
- La riduzione con un reagente ottenuto trattando l'esacloruro di tungsteno con n-butillitio produce l'alchene[5]
- Gli epossidi subiscono reazioni di espansione dell'anello, che coinvolgono l'inserimento di anidride carbonica per dare i carbonati ciclici.
- Quando trattati con tiourea gli epossidi si convertono a episolfuri, noti anche come tiirani.
Applicazioni
Mostriamo alcuni epossidi utilizzati nell'industria chimica o presenti in natura:
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L'ossido di etilene viene utilizzato per produrre detergenti e tensioattivi tramite etossilazione. La sua idrolisi forma il glicol etilenico. Viene anche utilizzato per la sterilizzazione di strumenti medici e materiali.
La reazione degli epossidi con ammine sta alla base per formare le resine epossidiche come colle e materiali strutturali. Una tipica ammina-indurente è la trietilenetetramina (TETA).
Sicurezza
Gli epossidi sono agenti alchilanti, rendendone molti altamente tossici.[6]
Note
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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