Loading AI tools
architetta italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Donatella Mazzoleni (Firenze, 14 maggio 1943) è un'architetta e artista italiana.
A un anno si trasferisce a Napoli, dove il padre Francesco è docente universitario di ingegneria. Qui nel 1961, dopo la maturità al Liceo classico statale Umberto I, si iscrive alla facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Si laurea nel 1967 discutendo una tesi “Progetto di struttura programmata: primo stadio di sviluppo di un centro di attrezzature direzionali nel comprensorio napoletano”, con i relatori Giulio De Luca e Aldo Loris Rossi.
L'anno successivo avvia la carriera accademica presso la medesima università, ottenendo nel 1975 il primo incarico di insegnamento in composizione architettonica. Il suo orientamento verso l’architettura organica era in contrapposizione al Razionalismo italiano, prevalente in quegli anni nella scuola napoletana. È membro dell’Accademia Pontaniana dal 1982.[1] Attiva nelle collaborazioni internazionali e nell'organizzazione di convegni, nel 1986 è stata visiting professor negli Stati Uniti presso l'Università della Carolina del Nord a Charlotte.
Nel 1999 diventa professoressa ordinaria in progettazione architettonica e tiene corsi di Museografia, Progettazione architettonica per il Sud del Mondo, di Sviluppo del pensiero creativo in Architettura.[2]. Lascia l’università nel 2011.
Donatella Mazzoleni si è dedicata all'attività progettuale in ambiti specifici.[3] La sua esperienza progettuale in architettura è caratterizzata dall'intreccio tra ricerca teorica e sperimentazione progettuale e comprende progetti utopici e progetti architettonici e urbani. Macchine “utopiche”, Microarchitettura, Dialoghi con l’arte, Dialoghi con la storia, Giardini (Cosmologie), Nuclei di rifondazione urbana sono le figure intorno alle quali il suo lavoro ruota con l’intenzione di salvaguardare e di custodire dell’architettura proprio l’Arché, così spesso dimenticata e rimossa a favore del lavoro di tectura.[4]
La sua attività di ricerca in architettura nasce dall'esperienza “utopica” nell'ambito dell’Architettura radicale degli anni '60. La collaborazione professionale e il matrimonio (1967-1982) con Aldo Loris Rossi coincidono con un periodo di intense ricerche nel campo dell’architettura utopica e sperimentazioni linguistiche d’avanguardia: il progetto utopico “Città struttura, Materiale abitabile” (con Aldo Loris Rossi e la consulenza di Salvatore Di Pasquale) ottiene il “nombre d’or” al Grand Prix International d’Urbanisme et d’Architecture Construction et Urbanisme da una giuria di cui partecipavano tra altri Jacob B. Bakema, Jurgen Joedicke, Louis Kahn, Henri Lefebvre, Robert Le Ricolais, Paul Maimont, Jean Prouvé, Bruno Zevi.[5]
Testimonianza dell’attività professionale svolta negli anni 60-70 assieme ad Aldo Loris Rossi è la Chiesa di S. Maria della Libera e SS. Redentore a Portici.[6]
L’iniziale impronta utopica resta riconoscibile nel lavoro svolto successivamente con attenzione alla relazione arte-vita e al “significato” dei linguaggi dell’architettura.[7]
L’esperienza megastrutturale viene chiusa negli anni ‘80 con una svolta verso il tema opposto della “microarchitettura”, illustrata nei libri Tessiture. Architetture dello spazio interno 1989 e Diario di lavoro 1993.[8]
La riflessione sul significato dell’architettura viene approfondita a molteplici livelli su più temi: il saggio "Per una simbolica dell'ambiente" 1978; i libri "Spazio e comportamento" 1974 Metapolis; "Strutture e storia di una grande città", 1983; "La città e l'immaginario" 1985.[4] Il lavoro progettuale viene esercitato in allestimenti di mostre d'arte in sedi monumentali e museali concepiti in relazione con l’iconologia delle opere esposte. Il lavoro progettuale si estende anche ai temi del giardino e dell’architettura del paesaggio, con particolare attenzione ai valori simbolici.[9] L’idea-progetto “Jardin Européen” ottiene menzione speciale per la concezione simbolica al Concorso Internazionale A.P.R.I.A. Parigi 1989. I progetti di restauro e nuove serre per l’Orto botanico di Portici (1989) e per l’Orto botanico di Napoli (1993) sviluppano temi archetipici dell’Hortus conclusus e del Labirinto.[4]
Negli anni 80 è fra i promotori del CIU Comitato Interdisciplinare Universitario per la ricostruzione post-sismica dell’Irpinia.[10] e nel 1989 vince il concorso nazionale per la progettazione della nuova sede del Comune di Montella (AV)[11] con un progetto concepito come grande macchina solare, fondato sul recupero del valore cosmologico dell’identità urbana, che anticipa i temi della bioecocompatibilità ambientale.[12]
Nel 1999 su invito dell’UNESCO partecipa con un gruppo di architette italiane e berbere al concorso “Les plazas mediteranéennes pour les femmes et la paix - concours d’architecture pour l’amenagement de la place de l’emir Abdelkader à Alger”.
Contemporaneamente continua la produzione scientifica, incentrata sull'edificio architettonico (Palazzi di Napoli, coedizione Rizzoli International, Venezia/New York 1999), e sull'approfondimento dei temi dell’immaginario architettonico: Domus. Pittura e architettura d’illusione nella casa romana, EBS Arsenale, in coedizioni francese, tedesca, americana, russa, 2004, ma anche sui temi dell’identità ambientale (Rischio sismico, paesaggio, architettura. L’Irpinia, 2005) affrontati anche nel confronto interdisciplinare e interculturale (Identità e differenze in architettura. Spazi per l’incontro multietnico, 2002; Architettura come linguaggio di pace, edizione italo-inglese-araba 2005; La città psicotica/The Psychotic City, 2016; Historic Centres and Identity. Enhancement and Restoration between Italy and Palestine. The Case of Hebron 2018).
Nel 2003 progetta la nuova Grande Serra Desertica per l’Orto Botanico di Portici[13] in cui riprende temi dell’architettura utopica settecentesca di Boullée, Ledoux. Nel 2007 progetta il Monastero Buddhista a Pomaia.
Un nuovo filone di ricerca si apre dagli anni ’90 sui rapporti tra architettura e musica e diventa tema dominante della riflessione teorica e progettuale (Architettura e Musica, Collegium Scriptorium Fontis Avellanae, 2003; progetto di Spazio per l’ascolto del silenzio e una meditazione sul sacro per tutte le religioni, Monastero di Fonte Avellana e di sperimentazioni artistiche che porteranno a sconfinare in campi altri rispetto all'architettura (progetti di Tabulae Musicales; Tabula Musicalis Neapolitana 2005-2013; Tabula Musicalis, 2016).
Nel 2019 lancia Omphalòs, idea di progetto per la trasformazione delle griglie di aerazione della metropolitana di Napoli in strumenti musicali urbani.
Progetti utopici
Microarchitetture
Architetture urbane
Giardini e architetture del paesaggio
Edifici di cura
Allestimenti di mostre
Interventi in edifici monumentali
Architetture d’interni
Negli ultimi anni la sua attività si è concentrata principalmente sull'intersezione dei linguaggi dell’architettura, delle arti e della musica. Prodotto specifico di queste ricerche sono le Tabulae Musicales, opere pittorico-plastico-musicali che intendono rappresentare i paesaggi in modo archetipico, secondo i principi della Sinestesia e della Polisemia, per mostrare l’immagine del mondo e far ascoltare il suono immaginario del mondo dei siti di fondazione delle antiche città. Il prototipo di questi lavori è la Tabula Musicalis Neapolitana (2005-2012) presentata da Aldo Masullo a Napoli al Museo e Certosa di San Martino nel 2016.[15]
Opere d'arte
Mostre collettive e personali
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.