Remove ads
arcidiocesi della Chiesa cattolica in Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'arcidiocesi di Vercelli (in latino Archidioecesis Vercellensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Piemonte. Nel 2022 contava 155.000 battezzati su 169.000 abitanti. È retta dall'arcivescovo Marco Arnolfo.
Arcidiocesi di Vercelli Archidioecesis Vercellensis Chiesa latina | |||
---|---|---|---|
Regione ecclesiastica | Piemonte | ||
| |||
Diocesi suffraganee | |||
Alessandria, Biella, Casale Monferrato, Novara | |||
Arcivescovo metropolita | Marco Arnolfo | ||
Vicario generale | Stefano Bedello | ||
Provicario generale | Giuseppe Cavallone | ||
Presbiteri | 80, di cui 64 secolari e 16 regolari 1.937 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 21 uomini, 160 donne | ||
Diaconi | 14 permanenti | ||
Abitanti | 169.000 | ||
Battezzati | 155.000 (91,7% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 1.658 km² | ||
Parrocchie | 117 (6 vicariati) | ||
Erezione | III secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Metropolitana di Sant'Eusebio | ||
Santi patroni | Sant'Eusebio | ||
Indirizzo | Piazza S. Eusebio 10, 13100 Vercelli, Italia | ||
Sito web | www.arcidiocesi.vc.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
L'arcidiocesi comprende l'area centro-meridionale della provincia di Vercelli (la Valsesia e il comune di Villata appartengono invece alla diocesi di Novara), eccetto i comuni di Carisio (diocesi di Biella) e Alice Castello (diocesi di Ivrea). Sono inoltre compresi alcuni comuni delle province di Biella (Ailoche, Brusnengo, Caprile, Castelletto Cervo, Crevacuore, Curino, Masserano, Sostegno e Villa del Bosco), di Novara (Biandrate, Casalbeltrame, Casaleggio Novara, Landiona, Recetto, San Nazzaro Sesia, Vicolungo e Vinzaglio) e di Pavia (Candia Lomellina, Castelnovetto, Confienza, Cozzo, Langosco, Palestro, Robbio), nonché le frazioni (Due Sture e Pobietto) del comune di Morano sul Po in provincia di Alessandria.
L'arcidiocesi confina a nord con le diocesi di Novara e Biella, ad est confina ancora con la diocesi di Novara e con la diocesi di Vigevano, a sud confina con la diocesi di Casale Monferrato e a ovest con la diocesi di Ivrea.
Sede arcivescovile è la città di Vercelli, dove si trova la cattedrale di Sant'Eusebio. Oltre alla cattedrale, a Vercelli sorgono altre 2 basiliche minori, Sant'Andrea e Santa Maria Maggiore.
Il territorio si estende su 1.658 km² ed è suddiviso in 117 parrocchie raggruppate in 6 vicariati: Vercelli, Buronzo-Arborio, Gattinara-Serravalle-Sostegno, Robbio-Biandrate, Santhià e Trino.
La diocesi di Vercelli fu eretta nel III secolo. Primo vescovo di Vercelli fu Eusebio, uno dei padri della Chiesa. Fu il primo a intraprendere la traduzione in latino dei Vangeli e ancora oggi la Biblioteca capitolare di Vercelli conserva il Codex Vercellensis, manoscritto pergamenaceo del IV secolo. Eusebio è iniziatore della pietà mariana in Piemonte: forse a lui direttamente o almeno alla sua opera di evangelizzazione si devono numerose fondazioni mariane come Crea e Oropa. Originariamente Vercelli era suffraganea dell'arcidiocesi di Milano.[1]
Fino al XVIII secolo nella cattedrale vercellese si potevano ammirare i dipinti, accompagnati dai nomi, dei primi quaranta vescovi della diocesi, in ordine cronologico da sant'Eusebio a Nottingo nel IX secolo. Secondo Lanzoni, questa serie, degna di fede, ripeteva in immagini i dittici diocesani.
Nell'Alto Medioevo il territorio della diocesi era molto vasto e comprendeva anche Biella, Casale Monferrato e parte della Lomellina fino a Robbio. Ricevette da Carlo Magno numerosi diritti e privilegi, in cui si può ravvisare l'inizio del potere temporale.
Il 13 dicembre 899 gli ungari, pagani, saccheggiarono la città e fecero strage del clero locale.
Nel 912 papa Anastasio III concesse al vescovo Regemberto l'uso del pallio.
Nel 997 fu ucciso il vescovo Pietro, sostenitore degli imperatori, che aveva difeso i diritti della Chiesa contro le ingerenze di Arduino, marchese d’Ivrea. Alla fine del X secolo risale l'origine del prezioso Vercelli book, un codice inglese ancor oggi conservato nella biblioteca capitolare.
Nel 1014 i vescovi di Vercelli ricevettero ampie donazioni da parte dell'imperatore Arrigo II, che sono alla base del potere civile che i vescovi eserciteranno nei secoli successivi come vescovi-conti.
Nel 1148 papa Eugenio III, che transitava da Vercelli di ritorno da un viaggio in Francia, consacrò personalmente la chiesa di santa Maria Maggiore, alla presenza di san Bernardo di Chiaravalle.
Nel 1160 il vescovo Uguccione eresse a Biella il castello del Piazzo, origine del borgo medievale.
A cavallo tra XII e XIII secolo, fu presente in diocesi il beato Oglerio, abate di Lucedio, che appianò alcune controversie tra il Comune e la diocesi. Il culto sarà confermato nel 1875: le sue reliquie sono tuttora venerate a Trino.[2]
Agli inizi del XIII secolo il vescovo sant'Alberto Avogadro ottenne per sé e per i suoi successori l'uso della porpora, normalmente riservata ai cardinali, in alcuni giorni dell'anno, diritto che hanno tuttora gli arcivescovi vercellesi, purché entro i confini della propria sede.
Nel 1220 il cardinale Guala Bicchieri, vercellese, fondò il monastero di sant'Andrea, presso l'omonima chiesa, a spese del re d'Inghilterra Enrico II, come atto di espiazione dell'assassinio del santo vescovo Tommaso di Canterbury.
Negli anni trenta del XIII secolo il vescovo Jacopo fu costretto all'esilio dalla fazione ghibellina e trovò rifugio nel castello di Santhià. Con l'atto del 24 aprile 1243 e il cardinale Gregorio da Montelongo, legato pontificio, aveva ceduto al Comune la giurisdizione su tutti i territori appartenenti alla diocesi di Vercelli, in quel momento vacante, conservando a quest'ultima la giurisdizione minore; la cessione, di considerevole entità, fu impugnata dai vescovi successivi, con alterno successo.
Il diritto di elezione del vescovo era esercitato dal capitolo. Nel 1268 i canonici si trovarono divisi in due fazioni, intervenne allora papa Clemente IV, che elesse Aimone di Challant, che nel 1294 consacrerà la chiesa di Santa Maria di Oropa. Papa Bonifacio VIII avocò alla Sede Apostolica il diritto di elezione del vescovo, ma in deroga a questa disposizione, approvò l'elezione fatta dal capitolo di Raniero Avogadro, che il 23 marzo 1307, armi alla mano, sconfisse l'eretico Dolcino e la sua setta.
Esule, questa volta a Biella, fu anche il vescovo Lombardino della Torre, prima della metà del XIV secolo, avversato dalla fazione scismatica seguace di Ludovico il Bavaro. Nello stesso periodo Vercelli passò sotto il controllo dei Visconti. Nella seconda metà del secolo e agli inizi del successivo Vercelli ebbe molto a soffrire per i contrasti tra i sostenitori di papi diversi. Due vescovi aderirono allo scisma e furono privati dell'incarico.
Papa Urbano VI nel 1384 definitivamente riservò alla Santa Sede il diritto di elezione dei vescovi. L'ultima iniziativa dei canonici per l'elezione del vescovo si ebbe ancora nel 1437, quando papa Eugenio IV impose il vescovo Guglielmo Didier.
Nel 1427 Vercelli divenne dominio di Casa Savoia, posto sul confine orientale dello stato, segnato fino al 1734 dal fiume Sesia.
Il 18 aprile 1474 cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Casale Monferrato.
Il 2 gennaio 1566, in attuazione del Concilio di Trento, il cardinale Guido Luca Ferrero istituì il seminario diocesano. Altra conseguenza del Concilio di Trento, seppure indiretta, fu la soppressione dell'antico rito eusebiano, sancita il 30 marzo 1575, che era proprio della diocesi. Infatti, la bolla Quo primum tempore di papa Pio V con la quale si approvava il nuovo Messale romano, aboliva soltanto i riti che non avessero duecento anni di antichità, quindi il rito eusebiano si sarebbe potuto conservare: la sua soppressione però è inquadrata in un ambito di progressiva egemonia del rito romano in tutto l'Occidente.
Il lungo episcopato di Giacomo Goria nel XVII secolo fu particolarmente difficile. Visto con sospetto dal duca Vittorio Amedeo I per una presunta vicinanza agli spagnoli, per aver rifiutato di scambiare la cattedra di Vercelli con un'altra diocesi e per avere imposto scomuniche, passò lunghi periodi fuori dalla diocesi, anche prolungando le visite ad limina. Vide aggravarsi la sua situazione con lo scoppio della guerra franco-spagnola e risiedette per lungo tempo nella parte della diocesi che era nel ducato di Milano, particolarmente a Bolgaro e a Vicolungo. I contrasti giunsero a tal punto che il vicario generale da lui nominato fu estromesso, Vittorio Amedeo I scrisse al capitolo della cattedrale per chiedere l'elezione - illecita secondo il diritto canonico - di un nuovo vicario generale, il capitolo rifiutò protestando di non avere questo diritto, ma un nuovo vicario fu imposto dal nunzio apostolico Fausto Caffarelli. In seguito tutti i parenti del vescovo furono espulsi da Vercelli. La situazione del vescovo migliorò dopo la morte di Vittorio Amedeo I, quando Vercelli fu occupata dagli spagnoli e, poi con l'appoggio della fazione dei "principisti" che si opponevano alla reggenza di Madama Cristina, riuscì a spostare la sua residenza a Salussola e a Biella, dove assistette alla morte della venerabile Francesca Caterina di Savoia. Dopo oltre otto anni di assenza rientrò in Vercelli il 14 dicembre 1640: in quell'occasione il maestro di cappella della cattedrale Marco Antonio Centorio compose In reditu Episcopi ad cives. L'episcopato di monsignor Goria, che nonostante i travagli e gli ostacoli aveva potuto compiere più volte la visita pastorale, fu ricco di iniziative, soprattutto a beneficio del santuario di Oropa, fra cui spicca la prima solenne incoronazione del Simulacro della Vergine nel 1620, dell'istruzione laica e dei seminari e vide anche l'unione dei capitoli della cattedrale e di Santa Maria Maggiore.[3] Proprio a causa dell'occupazione spagnola, la diocesi rimase vacante per dodici anni, fino al 1660.
Con il vescovo Vittorio Agostino Ripa (1679-1691) Vercelli divenne uno dei centri di diffusione del semiquietismo di origine francese. Il vescovo aveva infatti ospitato in diocesi il padre La Combe, barnabita, che fu raggiunto da Jeanne Guyon, e autorizzò la stampa delle loro opere. Intervennero anche nelle visite pastorali e nelle conferenze spirituali destinate al clero. Lo stesso vescovo Ripa fu autore del trattato di preghiera L’orazione del cuore (1686), in cui presenta l'orazione passiva.[4]
Il 1º giugno 1772 cedette un'altra porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Biella, che fu poi soppressa durante il periodo napoleonico dal 1803 al 1817, ritornando ad essere compresa nella diocesi vercellese.
Nel 1803 Vercelli entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Torino.[1] Nel convulso periodo napoleonico la diocesi fu guidata da Giovanni Battista Canaveri, piuttosto incline ad ossequiare le autorità civili e per questo gradito al ministro dei culti Jean-Étienne-Marie Portalis. Nel 1810 si piegò a fare insegnare a Vercelli gli articoli del Clero gallicano del 1682, che erano già stati condannati dai papi. Dopo la morte del vescovo Canaveri, Napoleone elesse nel 1813 come vescovo di Vercelli il canonico Carlo Giuseppe Tardì, che il capitolo riconobbe come vicario capitolare. L'eletto non fu riconosciuto dal papa e si dimise nel 1814.
Il 17 luglio 1817 è stata elevata al rango di arcidiocesi metropolitana con la bolla Beati Petri di papa Pio VII, ed aveva come suffraganee Alessandria, Biella e Casale Monferrato.[5] Il 26 settembre successivo lo stesso papa ampliò la neonata provincia ecclesiastica di Vercelli con l'aggiunta delle diocesi di Novara e di Vigevano, fino a quel momento suffraganee dell'arcidiocesi di Milano;[6] il decreto fu reso esecutivo il 26 novembre 1817.[1]
Durante il periodo risorgimentale l'arcidiocesi fu a lungo retta da Alessandro d'Angennes, vescovo di tendenza liberale, che tenne un sinodo diocesano nel 1842 e nel 1852 promosse la nascita di una società operaia di ispirazione cattolica.[7]
Il 15 luglio 1923 papa Pio XI diede ai canonici del capitolo metropolitano di Sant'Eusebio il privilegio di essere prelati domestici di Sua Santità.[8]
La diocesi di Vigevano è entrata a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Milano il 17 luglio 1974.
Sono originarie dell'arcidiocesi di Vercelli le Suore di Santa Maria di Loreto, sorte a Saluggia nel 1891, e le Figlie di Sant'Eusebio, istituite nel 1899 per l'assistenza ai disabili.
Papa Giovanni Paolo II visitò Vercelli nel 1998 e vi beatificò don Secondo Pollo, cappellano degli alpini, caduto in Montenegro nel 1941.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 169.000 persone contava 155.000 battezzati, corrispondenti al 91,7% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 198.478 | 198.824 | 99,8 | 397 | 347 | 50 | 499 | 86 | 955 | 139 | |
1970 | 199.566 | 199.672 | 99,9 | 258 | 223 | 35 | 773 | 68 | 821 | 143 | |
1980 | 191.100 | 191.650 | 99,7 | 234 | 194 | 40 | 816 | 1 | 70 | 797 | 147 |
1990 | 177.660 | 178.200 | 99,7 | 193 | 162 | 31 | 920 | 8 | 53 | 582 | 117 |
1999 | 177.000 | 178.000 | 99,4 | 148 | 126 | 22 | 1.195 | 10 | 31 | 485 | 117 |
2000 | 174.000 | 175.000 | 99,4 | 139 | 124 | 15 | 1.251 | 11 | 25 | 477 | 117 |
2001 | 179.000 | 180.000 | 99,4 | 152 | 128 | 24 | 1.177 | 11 | 29 | 470 | 117 |
2002 | 179.100 | 180.000 | 99,5 | 142 | 122 | 20 | 1.261 | 11 | 30 | 472 | 117 |
2003 | 179.000 | 180.000 | 99,4 | 139 | 112 | 27 | 1.287 | 10 | 31 | 358 | 117 |
2004 | 179.000 | 181.000 | 98,9 | 139 | 112 | 27 | 1.287 | 10 | 31 | 351 | 118 |
2010 | 178.300 | 183.400 | 97,2 | 126 | 104 | 22 | 1.415 | 10 | 26 | 284 | 117 |
2012 | 174.200 | 179.800 | 96,9 | 103 | 87 | 16 | 1.691 | 13 | 20 | 282 | 117 |
2017 | 161.035 | 174.904 | 92,1 | 89 | 77 | 12 | 1.809 | 14 | 15 | 194 | 117 |
2020 | 157.358 | 170.911 | 92,1 | 74 | 63 | 11 | 2.126 | 16 | 19 | 174 | 117 |
2022 | 155.000 | 169.000 | 91,7 | 80 | 64 | 16 | 1.937 | 14 | 21 | 160 | 117 |
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.