Crevacuore
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Crevacuore (Crevcheur in piemontese, Cravacòr nella variante valsesiana) è un comune italiano di 1 365 abitanti della provincia di Biella in Piemonte.
Crevacuore comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Piemonte |
Provincia | Biella |
Amministrazione | |
Sindaco | Ermanno Raffo (lista civica Per Crevacuore) dal 2019 |
Territorio | |
Coordinate | 45°41′09.6″N 8°14′48.12″E |
Altitudine | 377 m s.l.m. |
Superficie | 8,6 km² |
Abitanti | 1 365[1] (31-10-2023) |
Densità | 158,72 ab./km² |
Frazioni | Azoglio, Pianezza, San Rocco |
Comuni confinanti | Ailoche, Caprile, Curino, Guardabosone (VC), Pray, Scopello (VC), Serravalle Sesia (VC), Sostegno, Valdilana |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 13864 |
Prefisso | 015 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 096021 |
Cod. catastale | D165 |
Targa | BI |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 795 GG[3] |
Nome abitanti | crevacuoresi |
Patrono | Natività di Maria Vergine |
Giorno festivo | 8 settembre |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Crevacuore fece parte dei domini dei conti di Pombia per poi passare nel 905 ad Aimone, conte di Vercelli, e ai suoi discendenti, i signori di Crevacuore e i signori di Bolgaro. Questi ultimi cedettero la loro parte a Gisulfo, vescovo di Vercelli, nel 1141, in cambio di Masserano. In seguito i vescovi di Vercelli acquistarono le altre parti del feudo, la titolarità del quale gli fu confermata dall'imperatore Federico Barbarossa nel 1152, e lo infeudarono, a loro volta, a vari signori locali. Nel 1243 il legato pontificio Gregorio di Montelongo lo cedette al comune di Vercelli assieme ad altri territori.
Nel 1394 Crevacuore venne infeudata da papa Bonifacio IX ad Antonio Fieschi, dell'omonima famiglia genovese (poi Ferrero-Fieschi), assieme a Masserano, di cui seguì le sorti.
Nel XVII secolo la popolazione locale si rivoltò più volte contro i soprusi dei Ferrero-Fieschi. La rivolta più violenta scoppiò il 9 agosto 1657 quando la popolazione assediò il castello, presidiato dalle truppe del principe, e dopo una furiosa lotta riuscì ad occuparlo, distruggendolo fino alle fondamenta. Il castello non fu più ricostruito, sui suoi ruderi fu innalzata una colonna con infissa una croce e il poggio su cui sorgeva fu chiamato Monte di Santa Croce, a ricordo della vittoria.
Grazie al privilegio spettante alla famiglia Fieschi di battere moneta, Crevacuore è stato sede di una zecca, di cui restano rari esemplari di monetazione risalenti al XV-XVI secolo.
Lo stemma del comune di Crevacuore è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 12 settembre 1941.[4][5]
Una descrizione dello stemma è riportata nella Bibliografia storica degli Stati della monarchia di Savoia del 1893.[6]
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Abitanti censiti[9]
Fra il 1908 e il 1935 la località fu servita dalla stazione Crevalcuore-Sostegno della Ferrovia Grignasco-Coggiola[10].
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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2004 | 2009 | Gian Luigi Pavero | lista civica | Sindaco | |
2009 | 2014 | Gian Luigi Pavero | lista civica | Sindaco | II mandato |
2014 | 2019 | Massimo Toso | lista civica Per Crevacuore | Sindaco | |
2019 | in carica | Ermanno Raffo | lista civica Per Crevacuore | Sindaco |
Il comune faceva parte della Comunità montana Val Sessera, Valle di Mosso e Prealpi Biellesi. Il comune dal 1º ottobre 2015 fa parte dell'Unione Montana dei Comuni del Biellese Orientale con sede legale a Casapinta e con sede operativa a Valdilana, fraz. Crocemosso.
Il comune di Crevacuore dista, in linea d'aria, 20.84 km dalla sede della provincia di Biella e 81.20 km dalla sede della regione Piemonte, mentre dista 541.62 km da ROMA capitale.
Distanza dalle altre province: Alessandria 90.71 km, Asti 87.59 km, Città Metropolitana di Torino 81.55 km, Cuneo 154.68 km, Novara 39.62 km, Verbano-Cusio-Ossola 31.58 km, Vercelli 42.69 km.
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