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diocesi della Chiesa cattolica in Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La diocesi di San Marino-Montefeltro (in latino Dioecesis Sammarinensis-Feretrana) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Ravenna-Cervia appartenente alla regione ecclesiastica Emilia-Romagna. Nel 2022 contava 63.112 battezzati su 66.441 abitanti. È retta dal vescovo Domenico Beneventi.
Diocesi di San Marino-Montefeltro Dioecesis Sammarinensis-Feretrana Chiesa latina | |||
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Duomo di Pennabilli | |||
Suffraganea dell' | arcidiocesi di Ravenna-Cervia | ||
Regione ecclesiastica | Emilia-Romagna | ||
Vescovo | Domenico Beneventi | ||
Vicario generale | Mirco Cesarini | ||
Vescovi emeriti | Andrea Turazzi | ||
Presbiteri | 65, di cui 46 secolari e 19 regolari 970 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 22 uomini, 50 donne | ||
Diaconi | 11 permanenti | ||
Abitanti | 66.441 | ||
Battezzati | 63.112 (95,0% del totale) | ||
Stato | Italia, San Marino | ||
Superficie | 683 km² | ||
Parrocchie | 81 | ||
Erezione | IX secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | San Leone | ||
Santi patroni | San Marino San Leo (Leone) | ||
Indirizzo | Piazza Giovanni Paolo II 1, 47864 Pennabilli [Rimini], Italia | ||
Sito web | www.diocesi-sanmarino-montefeltro.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
I patroni diocesani sono san Leo (Leone), sacerdote, e san Marino, diacono.
Il territorio appartiene a due diversi stati: l'Italia (suddiviso tra le regioni Emilia-Romagna e Marche) e la Repubblica di San Marino.
Oltre a tutto il territorio sammarinese, la diocesi comprende l'Alta Valmarecchia e la frazione di Pieve Corena in provincia di Rimini (per un totale di 9 comuni), la Val Foglia e la Val Conca in provincia di Pesaro e Urbino (per un totale di 11 comuni).
Sede vescovile è Pennabilli, in cui si trovano il palazzo episcopale, la cattedrale di San Leone, gli uffici di curia, il seminario vescovile, l'archivio, la biblioteca e il museo diocesano. Nel territorio sorge una basilica minore: la basilica di San Marino, nell'omonimo stato.
La diocesi è suddivisa in 81 parrocchie, di cui 69 sono in Italia e 12 nella Repubblica di San Marino.
Il problema della residenza vescovile sorse negli ultimi trent'anni del XVI secolo. Il vescovo Sormani con l'autorizzazione di papa Pio V e la conferma di Gregorio XIII mediante la bolla Aequum reputamus[1] del 25 maggio 1572 trasferì la sua residenza da San Leo a Pennabilli. Questa traslazione fu propugnata dal Duca di Urbino Guidobaldo della Rovere, che bramava avere il pieno dominio di San Leo, capitale anche amministrativa della contea di Montefeltro e sede di una importante fortezza, senza la presenza di ecclesiastici. Nello stesso anno 1572 un sinodo diocesano decise di accettare l'offerta di Macerata Feltria di finanziare il seminario diocesano, che sorse infatti in tale paese. Quanto ai sinodi del vescovo Sormani, essi si tennero in vari luoghi della diocesi: Sant'Agata Feltria, l'abbazia di Valle Sant'Anastasio, Pennabilli, San Marino, Macerata Feltria.
Al vescovo Sormani succedette Consalvo Duranti che, dopo aver risieduto per sette anni a Pennabilli, nel 1614 si trasferì nell'abbazia di Valle Sant'Anastasio, ma dopo altri sette anni, nel 1621, fissò la sua residenza a Macerata Feltria. Anche il vescovo Scala risiedette in diversi luoghi: dal 1643 al 1644 a Pennabilli, poi a Valle Sant'Anastasio, a Macerata Feltria e a San Marino, per fare infine ritorno a Pennabilli. Fu questo vescovo a compilare le letture proprie dell'ufficio divino di San Leone.
Negli anni settanta del XVII secolo il vescovo Buoni tentò di ristabilire la chiesa di San Leo come cattedrale della diocesi al posto della nuova cattedrale di Pennabilli, la cui costruzione era cominciata sotto il vescovo Sormani ed era proseguita sotto il vescovo Duranti. Ma questo tentativo fallì per il ricorso presentato direttamente alla Santa Sede dai cittadini di Pennabilli; il vescovo ottenne il trasferimento ad altra sede.
Il vescovo Giacomo Buoni restaurò la Cattedrale di San Leo: vi pose uno stabile trono in legno e stabilì l'erezione di sei nuovi canonicati perché la officiassero; ottenuto dal papa Clemente X il Palazzo Ducale, che divenne Apostolico, ne fece sia la sua residenza sia la sede del Tribunale vescovile. Contro questa decisione agirono i canonici pennesi facendo ricorso alla Regina di Polonia tramite il suo segretario Valentini, pennese, e il cardinale Ulderico Carpegna.
A partire dal vescovo Belluzzi è attestata la consuetudine di prendere possesso della diocesi prima in Pennabilli e poi in San Leo. Anche questo vescovo, quantunque abbia risieduto principalmente a Pennabilli, mutò spesso residenza, muovendosi in tutte le sedi già citate.
Il 25 marzo 1729 papa Benedetto XIII con il motu proprio Nuper nobis innotuit[2] volle ripristinare come cattedrale la chiesa di San Leo e ridurre la cattedrale di Pennabilli a chiesa collegiata. Ma per l'opposizione degli abitanti di Pennabilli questa decisione non ebbe effetto.
La diocesi di Montefeltro esisteva già nell'VIII secolo. La prima notizia risale al 785, quando Carlo Magno, con l'approvazione di papa Adriano I, la istituì come sede suffraganea all'arcidiocesi di Ravenna. La residenza del vescovo feretrano fu posta a San Leo, da cui prese il nome (il nome latino di San Leo è infatti Mons Feretri). La prima menzione di un vescovo di Montefeltro risale invece all'826, anno in cui Agatone partecipò al sinodo romano indetto da papa Eugenio II. Per tutto il IX secolo la presenza di vescovi sulla cattedra montefeltrina è ben attestata, mentre si ignora se nel secolo successivo la sede sia rimasta vacante, poiché non ci sono pervenuti i nomi dei vescovi fino ad Arduino (inizio dell'XI secolo).
Un documento del 964, all'epoca di papa Leone VIII, e uno del 7 luglio 997, durante il pontificato di papa Gregorio V, confermano che la diocesi di San Leo era suffraganea dell'arcidiocesi di Ravenna. Nel 1050 la diocesi fu sottratta all'autorità metropolitica di Ravenna, ma poi vi fu assoggettata nuovamente. Nel 1154 fu dichiarata immediatamente soggetta alla Santa Sede.
In questo periodo i vescovi esercitarono diritti feudali su San Marino, in quanto eredi di quelli degli abati del monastero fondato secondo la tradizione dallo stesso Santo, diritti che vennero poi ridotti da nuovi statuti locali, ma che rimasero significativi fino alla metà del Trecento[3].
Nel 1125 papa Onorio II, con la bolla Officii nostri[4], confermò al vescovo Pietro Carpegna tutte le giurisdizioni e i possedimenti della Chiesa di Montefeltro; questo documento è importante perché per la prima volta vengono elencate tutte le pievi, le chiese e le cappelle del territorio della diocesi.
All'inizio del XV secolo il vescovo Giovanni Seclani lasciò la residenza storica della diocesi a San Leo e la trasferì a Talamello, dove nel 1437 fece costruire un nuovo palazzo episcopale.
Il 4 giugno 1563 entrò a far parte della provincia ecclesiastica di Urbino. In quel periodo la cattedra vescovile era di nuovo tornata a San Leo.
Il 22 febbraio 1977, con il decreto Proprius dioecesis della Congregazione per i Vescovi, la diocesi ha assunto il nome attuale e ha subito alcune variazioni territoriali: ha ceduto due parrocchie alla diocesi di Sarsina e altre dieci alla diocesi di Rimini; tutte queste parrocchie si trovavano nella provincia di Forlì; ottenne dalle suddette diocesi quattro parrocchie che si trovavano in provincia di Pesaro e altre due nella Repubblica di San Marino che erano appartenute alla diocesi di Rimini. Contemporaneamente la diocesi è tornata ad essere suffraganea dell'arcidiocesi di Ravenna[5].
Dal 22 febbraio 1977 al 25 maggio 1995 è stata unita in persona episcopi alla diocesi di Rimini.
Dopo circa trent'anni di restauri, il 17 giugno 2000 è stata riconsacrata la cattedrale di Pennabilli; mentre l'antico duomo di San Leo, ripulito e consolidato, venne riaperto il 1º agosto 2006.
Negli ultimi decenni due papi hanno visitato la diocesi: papa Giovanni Paolo II nel settembre 1982 in visita apostolica alla Repubblica di San Marino; e papa Benedetto XVI il 19 giugno 2011 in visita pastorale alla diocesi.
Il 18 novembre 2003 la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ha confermato San Marino patrono principale della diocesi.[6]
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
Data | Celebrazione | Grado |
---|---|---|
3º venerdì di marzo | Beata Vergine Madre delle Grazie | Festa |
5 maggio | San Pio V | Memoria |
17 giugno | Dedicazione della cattedrale | Festa Solennità in cattedrale |
23 luglio | Sant'Apollinare, patrono dell'Emilia-Romagna | Festa |
1º agosto | San Leone, patrono della diocesi | Festa Solennità a San Leo |
3 settembre | San Marino, patrono della diocesi | Festa Solennità a San Marino |
11 settembre | Beato Domenico Spadafora | Memoria |
22 ottobre | Dedicazione della propria chiesa[13] | Solennità |
8 novembre | Santi e Beati della Chiesa locale | Memoria |
10 dicembre | Beata Vergine Maria di Loreto, patrona delle Marche | Festa |
La diocesi nel 2022 su una popolazione di 66.441 persone contava 63.112 battezzati, corrispondenti al 95,0% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 72.000 | 72.000 | 100,0 | 166 | 126 | 40 | 433 | 40 | 130 | 123 | |
1969 | 49.780 | 49.800 | 100,0 | 119 | 89 | 30 | 418 | 32 | 114 | 74 | |
1980 | 55.250 | 55.500 | 99,5 | 92 | 68 | 24 | 600 | 27 | 83 | 118 | |
1990 | 56.500 | 57.100 | 98,9 | 81 | 54 | 27 | 697 | 28 | 80 | 81 | |
1997 | 56.810 | 57.000 | 99,7 | 82 | 52 | 30 | 692 | 1 | 42 | 65 | 90 |
2000 | 57.162 | 59.470 | 96,1 | 78 | 49 | 29 | 732 | 1 | 31 | 66 | 81 |
2001 | 59.000 | 59.442 | 99,3 | 79 | 52 | 27 | 746 | 1 | 29 | 66 | 81 |
2002 | 61.620 | 62.271 | 99,0 | 78 | 51 | 27 | 790 | 1 | 31 | 67 | 81 |
2003 | 63.130 | 65.725 | 96,1 | 76 | 49 | 27 | 830 | 1 | 29 | 70 | 81 |
2004 | 60.734 | 62.590 | 97,0 | 75 | 49 | 26 | 809 | 1 | 28 | 65 | 81 |
2010 | 64.004 | 67.541 | 94,8 | 81 | 58 | 23 | 790 | 7 | 25 | 55 | 81 |
2014 | 65.063 | 69.000 | 94,3 | 67 | 46 | 21 | 971 | 8 | 24 | 58 | 81 |
2017 | 60.253 | 66.110 | 91,1 | 49 | 31 | 18 | 1.229 | 9 | 20 | 51 | 81 |
2020 | 61.401 | 65.133 | 94,3 | 58 | 43 | 15 | 1.058 | 9 | 17 | 50 | 81 |
2022 | 63.112 | 66.441 | 95,0 | 65 | 46 | 19 | 970 | 11 | 22 | 50 | 81 |
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