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Della Leonessa
famiglia nobile italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La famiglia Della Leonessa (denominata in volgare De Lagonissa, Lagonissa, Lagonessa o La Gonessa[1]) è stata una famiglia nobile italiana e francese di origine gota[2].
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Storia
Riepilogo
Prospettiva
La famiglia Della Leonessa è stata una famiglia nobile del Regno di Napoli, appartenente al Sedile di Capuana[3]. Ha goduto di nobiltà anche a Benevento e Capua[3]. Divenne protagonista delle vicende storiche dell'Italia meridionale sotto la dinastia degli Angioini e molti suoi esponenti ricoprirono cariche pubbliche di primo piano; godette inoltre del diritto di coniare monete con il proprio stemma di famiglia[4]. Dopo la battaglia di Benevento del 1266 il re Carlo I d'Angiò concesse a Guglielmo Della Leonessa le signorie di Airola e Montesarchio[5]. In seguito la famiglia ottenne anche San Martino Valle Caudina e numerosi altri feudi, per giungere infine ad un totale di 1 principato, 2 ducati, 3 contee e 68 baronie[6]. Il ramo dei principi di Sepino e duchi di San Martino Valle Caudina si estinse nel 1816 con Giuseppe Maria II[7]. La zia di questi, Carlotta (1746-1838), ne ereditò i titoli e i beni[8]. Ella andò in sposa a Falco Ruffo, principe di Scilla[7]. Il figlio di questi, Raffaele (1780-1847), aggiunse al proprio cognome quello della madre avendo come unica figlia ed erede Maria Carolina Ruffo-Della Leonessa[7]. Questa nel 1834 sposò Giovanni Pignatelli, principe di Monteroduni, il quale aggiunse al suo il cognome Della Leonessa, creando così il ramo dei Pignatelli-Della Leonessa[7].
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Albero genealogico
Riepilogo
Prospettiva
Di seguito è riportato l'albero genealogico della famiglia Della Leonessa da Guglielmo, 1º signore di Airola e Montesarchio, vissuto ai tempi del re del Regno di Napoli Carlo I d'Angiò, fino al XVII secolo, secondo le ricostruzioni dei genealogisti Francesco De Pietri e Scipione Ammirato[9]:
Guglielmo[A 1] | ||||||||||||||||||||||||||
Filippo[A 2] | Giovanni[A 3] | |||||||||||||||||||||||||
Guglielmo[A 4] | Giannotto[A 5] | Guglielma[A 6] | Mileta[A 7] | Carlo[A 8] | Caterina[A 9] | |||||||||||||||||||||
Giovannella[A 10] | Enrico[A 11] | Giovanni[A 12] | Filippa[A 13] | |||||||||||||||||||||||
Carlo[A 14] | Jacopo/Giacomo[A 15] | Roberto[A 16] | Giovanni[A 17] | Restaino[A 18] | ||||||||||||||||||||||
Enrico[A 19] | Margherita[A 20] | Niccolò[A 21] | Roberto[A 22] | Giannotto[A 23] | Guglielmo "Gorello"[A 24] | Enrico | Carletto "Carretto" | |||||||||||||||||||
Caterinella[A 25] | Agnolella | Giovanni[A 26] | Marino[A 27] | Giacomo[A 28] | Restaino[A 29] | Luigi[A 30] | Enrico[A 31] | Domenico[A 32] | Giovannella[A 33] | |||||||||||||||||
Giovanni[A 34] | Nando Antonio Monaco[A 35] | Raimondo[A 36] | Galeazzo[A 37] | Covella[A 38] | Fabrizio[A 39] | |||||||||||||||||||||
Francesco[A 40] | Alfonso[A 41] | Marino[A 42] | Anton Giovanni | Giulio[A 43] | Camilla[A 44] | |||||||||||||||||||||
Giovanni[A 45] | Jacopo/Giacomo[A 46] | Luigi[A 47] | ...[A 48] | |||||||||||||||||||||||
Fabio[A 49] | Giulia[A 50] | Vittoria[A 51] | Belisandra[A 52] | |||||||||||||||||||||||
Francesco[A 53] | ||||||||||||||||||||||||||
Giovanni Battista[A 54] | ||||||||||||||||||||||||||
Francesco[A 55] | Fabio[A 56] |
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Stemma
Lo stemma della famiglia Della Leonessa era scaccato di rosso e d'argento di 9 pezzi, i cinque rossi caricati ognuno da un giglio d'oro e avvolto da un mantello sovrastato da una corona di principe, il più alto titolo nobiliare da essa raggiunto[10]. I gigli angioini furono aggiunti per concessione del re del Regno di Napoli Carlo I d'Angiò fatta al cavaliere Guglielmo Della Leonessa[11].
Membri principali
- Riccardo, cavaliere al tempo del re del Regno di Sicilia Manfredi di Svevia[11];
- Filippo, maresciallo del Regno di Sicilia e vicario generale del Principato d'Acaia[11];
- Carlo, maestro stanzionario e gran siniscalco del Regno di Sicilia[12];
- Guglielmo, cavaliere, maresciallo del Regno di Napoli e viceré in Provenza[11];
- Fabio, arcivescovo di Conza, patriarca di Antiochia e nunzio apostolico in Fiandra dal 1627 al 1634[13].
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Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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