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corpo militare ausiliario delle forze armate italiane Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Corpo militare volontario della Croce Rossa Italiana[1] (CM-CRI) è un corpo militare ausiliario delle forze armate italiane.
La sua costituzione risale al 1866; è amministrato dalla Croce Rossa Italiana sotto le direttive del Ministero della difesa.
Il Corpo Militare Volontario della Croce Rossa Italiana trae origine dalla disposizione emanata dal Ministro della Guerra del Regno d'Italia il 1º giugno 1866, con la quale il personale delle “Squadriglie di Soccorso”, del Comitato milanese per il soccorso ai feriti e malati in guerra, poi trasformatosi in Associazione Italiana della Croce Rossa, veniva assoggettato alla disciplina militare con l'adozione dell'uniforme e l'equiparazione gerarchica ai gradi del Regio Esercito, e impiegato nella terza guerra d'indipendenza.[2]
La Croce Rossa Italiana partecipò sul campo con:
Un'aliquota di questo contingente si integrò nelle unità di sanità del Regio Esercito Italiano, mentre la maggior parte era rimasta in servizio presso la stessa Croce Rossa Italiana.[3]
La struttura della Croce Rossa Italiana comprendeva:
Imponente è stato l'impegno del Corpo nel corso della seconda guerra mondiale: 22 ospedali territoriali, 11 ospedali attendati da campo da 100 letti e 35 ospedali attendati da campo, con un impiego di un numero complessivo di oltre otto mila uomini mobilitati e altrettante Infermiere volontarie, operanti su:
In seguito all'armistizio di Cassibile, unità del Corpo militare della Croce Rossa Italiana prestarono soccorso alle persone ferite a Porta San Paolo a Roma, nel corso dei combattimenti per la difesa della capitale, ma anche in altre occasioni di resistenza alla Wehrmacht. Inoltre fu particolarmente significativa la partecipazione del Corpo agli scontri in Sardegna, durante la ritirata dei tedeschi verso la Corsica.
Fuori dalla penisola, dopo l'8 settembre 1943, il Gruppo ospedali da campo (formato dal 73º, 74º e 79º ospedale) rimase isolato in Montenegro. Si ricongiunse dopo alcuni giorni di marcia con la 19ª Divisione "Venezia" e gli alpini della "Taurinense", confluendo in seguito nella Divisione italiana "Garibaldi", di cui fece parte fino al termine della guerra.
Nei quasi due anni di conflitto in Italia, le unità del Corpo militare della Croce Rossa Italiana, che includevano anche le Infermiere Volontarie, vennero inquadrate nella 209ª (in supporto al primo distretto britannico) e 212ª Divisione ausiliaria del Corpo Italiano di Liberazione. Con lo scioglimento nel settembre 1944 del CIL, vennero inquadrate nei Gruppi di Combattimento dell'esercito cobelligerante.
Il Corpo militare della Croce Rossa Italiana partecipò attivamente alla guerra di Resistenza, simbolicamente culminata con l'uccisione alle Fosse Ardeatine di due ufficiali, il tenente medico Luigi Pierantoni e il sottotenente commissario Guido Costanzi.
Dall'ottobre 1951 al gennaio 1955 l'ospedale da campo n. 68 partecipò con le forze dell'O.N.U. al conflitto in Corea, inquadrato nella Eighth United States Army. Il suo comandante, il maggiore medico Fabio Pennacchi, rappresentò il governo italiano alla firma dell'armistizio di Panmunjeom.
Nel settembre del 1960 fu autorizzato l'intervento di un ospedale da campo per fornire assistenza sanitaria al contingente ONU inviato in Congo a seguito della rivolta del Katanga. In quel conflitto perse la vita nel 1961 il caporale CRI Raffaele Soru, al quale è stata concessa la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.
Il Corpo militare è stato impiegato anche in tempo di pace in occasione di catastrofi naturali, quali l'alluvione di Firenze (1966), il terremoto del Belice (1968), il terremoto del Friuli (1976), l'alluvione della Valtellina (1987), il terremoto in Armenia (1989), i soccorsi alla popolazione rumena (1990). Dall'agosto 1993 fino al marzo 1995 il Corpo militare della Croce Rossa Italiana ha gestito l'ospedale da campo n. 68, installato presso l'aeroporto di Falconara per l'assistenza ai feriti delle guerre jugoslave.
Con legge 25 giugno 1985, n. 342 venne concessa al Corpo militare volontario della Croce Rossa Italiana la bandiera di guerra.
Il decreto legislativo 28 settembre 2012, n. 178 che ha trasformato la Croce Rossa Italiana da ente pubblico ad associazione di diritto privato, ha fatto salve le norme del Codice dell'ordinamento militare del 2010 e del "Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare", che disciplinano l'espletamento dei compiti dei corpi volontari ausiliari delle forze armate italiane.
In seguito all'entrata in vigore della riforma sul terzo settore (22 maggio 2020) si sta cercando di risolvere le controversie relative all'amministrazione mista tra ente privato Croce Rossa e Ministero della Difesa.
La sua organizzazione e il suo funzionamento sono regolati dal codice dell'ordinamento militare (decreto legislativo n. 66/2010), che ha assorbito quasi interamente il regio decreto 10 febbraio 1936, n. 484 e successive modificazioni, rimaste in vigore per oltre 70 anni.
L'espletamento delle proprie funzioni, sia in tempo di pace sia in tempo di guerra, avviene nel rispetto delle convenzioni di Ginevra che costituiscono il fondamento giuridico su cui si fonda l'intera associazione di Croce Rossa e grazie a cui essa può operare in piena legittimità e con il riconoscimento giuridico della quasi totalità delle nazioni presenti sul globo terrestre.
Al vertice del corpo vi è un Ispettore Nazionale (fino al 2001 era definito Ispettore Superiore). Dal 2010 vi è il maggior generale medico Gabriele Lupini.
Insegna | Grado | Qualifica | Nome | dal | al |
---|---|---|---|---|---|
Col. med. | Ispettore Principale Medico di 1ª Classe | Paolo Postempski | - | - | |
Magg. Gen. med. | Ispettore Superiore | Fabio Pennacchi | - | - | |
Gen. Div. | Ispettore Superiore | Alberto Morichetti Franchi | - | - | |
Col. comm. |
Ispettore Superiore |
Carlo Badini | - |
- | |
Magg. Gen. comm. | Ispettore Superiore | Luigi Bencetti | 1993 | 2001 | |
Col. comm. | Ispettore Nazionale | Pietro Ridolfi | 2001 | 2008 | |
Col. comm. | Ispettore Nazionale | Roberto Orchi | 2008 | febbraio 2010 | |
Magg. Gen. med.
|
Ispettore Nazionale |
Gabriele Lupini | febbraio 2010 | in carica |
I Centri di mobilitazione distribuiti su tutto il territorio nazionale, sono gestiti e diretti a livello nazionale dall'Ispettorato nazionale del Corpo militare, e al livello territoriale dai Comandi regione militari.
Con l'entrata in vigore del Provvedimento n. 182 del 31 agosto 2016 del Presidente nazionale la distribuzione dei Centri di mobilitazione non è più su base regionale ma per macro-regioni.
A partire dal 1º ottobre 2023 verranno riattivati i Centri di Mobilitazione su base regionale riprendendo la configurazione esistente fino al 2016. L'attivazione sarà graduale e la numerazione verrà assegnata contestualmente all'individuazione del Comandante del Centro di Mobilitazione stesso.
Il Corpo militare volontario esplica le proprie attività istituzionali sia in tempo di guerra sia in tempo di pace.
In tempo di guerra il Corpo militare volontario:
In tempo di pace il Corpo militare volontario:
Per svolgere le funzioni di soccorso sanitario di massa, in guerra come in caso di catastrofe, il Corpo opera attraverso l'impiego di reparti, unità e formazioni campali, raggruppamenti e gruppi sanitari mobili, ospedali da campo attendati e baraccati, treni ospedali, posti di soccorso attendati e accantonabili, reparti di soccorso motorizzati.
È costituito da personale arruolato volontariamente e posto in congedo richiamabile. Tale personale è iscritto in due differenti ruoli a seconda dell'età e della posizione nei confronti degli obblighi di leva:
Tutto il personale del Corpo militare volontario è in posizione di riserva, ed è richiamato in servizio attivo, con precetto, al verificarsi di particolari esigenze di emergenza, ovvero per motivi di addestramento e istruzione[4]. Il personale che si trova in servizio permanente è esclusivamente personale civile del Ministero della difesa deputato alla regolare gestione dei centri di mobilitazione e dell'Ispettorato nazionale del Corpo, poiché dal 1º gennaio 2018 non c'è più personale militare del Corpo in servizio attivo.
In seguito all'emanazione della circolare n. 13 del 5 febbraio 2021 da parte dell'INPS, il personale richiamato in servizio attivo non è tutelato dagli effetti della cosiddetta Legge Marconi, la quale garantisce la conservazione del posto di lavoro e il rimborso all'azienda degli oneri stipendiali, in quanto il Corpo non fa parte delle FFAA . Tale situazione è in corso di valutazione in quanto in aperto contrasto con quanto sancito dal Codice dell'Ordinamento Militare; la circolare INPS viene applicata solamente ai dipendenti privati, mentre per i dipendenti pubblici continua ad applicarsi la Legge Marconi. Uno degli effetti principali generato da questa circolare è l'impossibilità di avere aliquote di personale disponibile fuori dai fine settimana; questo comporta una limitata possibilità di impiego del corpo in quanto gli appartenenti, per svolgere le attività di istituto, devono attingere dalle proprie ferie/permessi.
Attualmente per il personale militare della C.R.I. sono adottate le uniformi in uso per l'esercito italiano, conformandosi agli utilizzi previsti per le situazioni di servizio ordinario, combattimento e cerimonia, secondo quanto previsto dal "Regolamento sulle uniformi dell'Esercito" SME-6566 edizione 2009 e dal "Regolamento per la disciplina delle uniformi" SMD-G010 edizione 2002.
Come previsto dal nuovo regolamento[5], il personale chiamato in servizio porta le stellette a cinque punte come segno dello stato giuridico militare a cui è sottoposto. Le uniformi del Corpo militare della C.R.I. sono corredate sulla manica destra e sul petto dal distintivo di Corpo. La 1ª e 2ª convenzione di Ginevra introdussero, già dal 12 agosto 1949, il bracciale sanitario internazionale sia per il personale della Croce Rossa Militare, sia in generale per tutto il personale sanitario delle forze armate. Esso va indossato nei limiti e nelle forme indicate dalle citate convenzioni e consiste in una fascia di tela bianca dell'altezza di 10 cm, sulla quale è cucita una croce di panno rosso. Il bracciale si indossa solo con le uniformi da combattimento e di servizio, sulla manica sinistra e al di sopra del gomito. Ogni bracciale deve essere personale e autenticato dalle competenti autorità secondo le norme della convenzione.
In teatro operativo il bracciale è il simbolo della neutralità e dell'imparzialità e garantisce particolari tutele per il personale. Esso non può essere oggetto di fuoco nemico. Nessuno schieramento può utilizzare uomini muniti di questo bracciale per scopi belligeranti.
Il Corpo militare volontario della Croce Rossa Italiana ha tre bande musicali dislocate a Firenze, Bari e Palermo.
I mezzi del Corpo utilizzano le targhe CRI.
È stabilito dalla 1ª e dalla 2ª convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949 e consiste in una fascia di tela bianca dell'altezza di cm 10, sulla quale è cucita una croce di panno rosso. È portato dal personale del servizio sanitario nei limiti e nelle forme indicate dalle citate convenzioni.
La violazione, da parte del personale che lo indossa, delle condizioni sotto le quali le convenzioni internazionali accordano la protezione, qualora non configurabili come reato, costituiscono comunque grave infrazione disciplinare. Il bracciale si indossa solo con le uniformi da combattimento, di servizio e derivate su entrambe le maniche al di sopra del gomito.
Un assetto sanitario composto da un ufficiale medico anestesista-rianimatore e due infermieri di area critica concorre al completamento dell'Aeromedical Staging Unit (E.A.U.) della Task Force Air, assicurando le evacuazioni sanitarie tattiche e strategiche dal teatro operativo afghano.
Nell'ambito della missione ISAF, il Corpo militare volontario della Croce Rossa Italiana fornisce medici e infermieri per il completamento degli assetti sanitari del contingente militare italiano di stanza a Herat, contribuendo al funzionamento del dispositivo AeroMedical Evacuation Team" e del Role 1. Dal mese di ottobre del 2011, un ulteriore medico concorre per il controllo delle acque.
La Bandiera del Corpo militare volontario della Croce Rossa Italiana è decorata delle seguenti onorificenze (aggiornamento al dicembre 2018):
[Nota: al ramo di palma dorato è sovrapposta una corona turrita dorata, differentemente da quanto illustrato sopra]
[Nota: al ramo di palma dorato è sovrapposta una stelletta dorata, differentemente da quanto illustrato sopra]
Per il personale dell'Ospedale da campo nº 68 del Corpo militare della Croce Rossa Italiana inquadrato nelle forze dell'O.N.U., attivo dal 16 ottobre 1951 al 30 gennaio 1955:
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