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La Kosovo Force (KFOR) è una forza militare internazionale guidata dalla NATO, responsabile di ristabilire l'ordine e la pace in Kosovo (in serbo Косово и Метохија / Kosovo i Metohija), regione amministrata dall'ONU che ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza dalla Serbia il 17 febbraio 2008.
Kosovo Force KFOR-КФОР | |
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Lo stemma della missione KFOR | |
Descrizione generale | |
Attiva | 12 giugno 1999 - oggi |
Servizio | NATO |
Tipo | Forza multinazionale |
Ruolo | Stabilizzazione del Kosovo |
Dimensione | ~3.500 effettivi (2022) ~3.000 effettivi in riserva |
Motto | ENDURING STABILITY[1] |
Battaglie/guerre | Guerra in Kosovo |
Sito internet | https://jfcnaples.nato.int/kfor |
Parte di | |
Allied Joint Force Command Naples | |
Comandanti | |
Comandante in capo | Generale di Divisione Enrico Barduani |
fonti nelle note | |
Voci su unità militari presenti su Wikipedia |
La missione venne chiamata Kosovo Force, definizione che venne riportata anche nell'emblema della missione stessa e sul sito della NATO. Altre definizioni come Keeping Force sono arbitrarie e non riconosciute.
La missione viene svolta sotto il comando NATO. In sede Nato la missione è stata denominata Operazione Joint Guardian e alla fine del 2004 ha preso il nome di Operazione Joint Enterprise.
La KFOR entrò in Kosovo il 12 giugno 1999 su mandato delle Nazioni Unite, due giorni dopo l'adozione, da parte del Consiglio di Sicurezza, della Risoluzione 1244. All'epoca il Kosovo stava affrontando una grave crisi umanitaria, con scontri quotidiani tra le forze militari della Repubblica Federale di Jugoslavia e le forze paramilitari dell'Ushtria Çlirimtare e Kosovës (UCK) (Esercito di liberazione del Kosovo). La tensione tra i gruppi etnici era molto alta, così come era alto il numero delle vittime degli scontri[2] con quasi un milione di profughi che avevano lasciato la regione[3] e la missione aveva il compito di proteggere la popolazione civile.
Nel 2020, la KFOR è costituita da 27 nazioni contributrici, a comando italiano, con una forza di oltre 3400 tra militari e civili[4]. La sua presenza resta necessaria per garantire la sicurezza e la stabilità in Kosovo, mentre il processo diplomatico portato avanti dalle Nazioni Unite prosegue.
I compiti iniziali della missione erano[5]:
La KFOR si occupa di garantire libertà di movimento e un ambiente sicuro per tutti i residenti kosovari, a prescindere dell'etnia di appartenenza, affinché possano vivere in pace e, con l'aiuto internazionale, in un sistema pienamente democratico. I compiti del contingente, concretamente, sono stati i seguenti:
I paesi del Gruppo di contatto dei Balcani hanno sostenuto pubblicamente che rimarranno in Kosovo per garantire la sicurezza necessaria fino all'assestamento definitivo della situazione[6].
I contingenti erano inizialmente organizzati in quattro brigate multinazionali, divise su base regionale. Le brigate erano responsabili nelle rispettive aree operative, ma tutte erano sotto l'autorità del Comandante KFOR. Nell'agosto del 2005, il Consiglio del Nord Atlantico decise di ristrutturare la KFOR, sostituendo alle quattro brigate multinazionali, cinque task force, per ottenere una maggiore flessibilità per quel che riguarda, ad esempio, la rimozione di restrizioni ai movimenti oltre confine di unità dislocate nelle varie aree del Kosovo[6].
A far data dal 1º febbraio 2010 le Multinational Task Forces cambiano denominazione per diventare Multinational Battle Groups. Viene inoltre costituito un ulteriore gruppo denominato Joint Logistic Support Group (JLSG).
L'allora Comandante delle Forze in Kosovo (COM KFOR), Maggior Generale Erhard Bühler, nell'ottobre 2010 annunciò la ristrutturazione della missione KFOR. Questa ristrutturazione, conosciuta come "GATE2", pianificata per la primavera 2011 prevedeva una presenza di forze KFOR di circa 5.000 unità, consistenti in due Multinational Battle Groups.
Dal 1º marzo 2011 diviene operativa la ristrutturazione "GATE2" che cambia nuovamente la struttura, scompaiono il Multinational Battle Group North (MNBG-N) e il Multinational Battle Group South (MNBG-S). Permangono attivi due Multinational Battle Groups (East e West) e vengono create le presenze dei Joint Regional Detachments North (JRD-N) sotto la guida dell'Esercito svizzero, Joint Regional Detachment Center (JRD-C) sotto la guida dell'Esercito Italiano, Joint Regional Detachment South (JRD-S) sotto la guida dell'Esercito Turco.
Entità operative sul territorio:
Il HQ KFOR è dislocato nella città di Pristina/Prishtine nel campo denominato "Film City", ha sede il Comando della NATO Kosovo Force.
L'attuale Comandante della Kosovo Force (COMKFOR) è il Maggiore Generale Angelo Michele Ristuccia dell'Esercito Italiano. Il Vice-Comandante (DCOMKFOR) è il Brigadier generale József Szpisják del JFTC. Il Capo di Stato Maggiore (COSKFOR) è il Brigadier Generale John Bozicevic dello US Army[7].
Il RC-West è dislocato nell'ovest del Kosovo, ha il suo quartier generale a Belo Polje, a pochi chilometri da Pec/Pejë e vede attualmente schierato il Reggimento Piemonte Cavalleria (2) con sede a TRIESTE comandato dal Colonnello Ivano Marotta dell'Esercito Italiano.
Nel giugno 1999 l’Aeronautica Militare italiana è chiamata a partecipare all’Operazione Joint Guardian con la costruzione di un aeroporto per il supporto del contingente italiano in Kosovo. La KFOR approva, indicando per la sua realizzazione un’area limitrofa ad una piccola pista già esistente vicino a Giacovizza. In 52 giorni i militari dell’Aeronautica riescono ad allestire dal nulla un aeroporto, attuando la prima attività di proiezione fuori area della Forza Armata. Nel gennaio 2000 viene costituito il 1º Reparto Operativo Autonomo che nel 2006 diventa Reparto Distaccato del Reparto Mobile di Supporto dell'Aeroporto di Verona-Villafranca e nel 2008 Task Force Air operando fino al dicembre 2013 quando passa sotto la responsabilità delle autorità kosovare.
Il RC East è dislocato nell'est del Kosovo, ha il suo quartier generale a Urosevac presso Camp Bondsteel ed è comandata dal Colonnello Joseph A. Hopkins III., dell'Esercito degli Stati Uniti contribuiscono gli eserciti di Grecia, Polonia, Romania, Ucraina e U.S.A.
La Multinational Specialized Unit (MSU), ha il suo quartier generale a Kosovo Polje (nei sobborghi di Pristina), composta esclusivamente da militari italiani dell'Arma dei Carabinieri, attualmente al comando del colonnello Ruggiero Capodivento. Attualmente il contributo viene totalmente fornito dall'Italia, mentre fino al 2013 partecipavano all'unità altre nazioni.[8]
Con quartier generale a Camp Novo Selo, il KTRBN sotto il diretto controllo operativo del Comandante di KFOR (COMKFOR).
Al comando del Tenente Colonnello Istvan VARGA dell'esercito ungherese, ha una struttura di due compagnie di manovra e una compagnia di supporto. I loro compiti sono di pronto impiego sul territorio. Il contributo viene fornito dall'Ungheria e dagli Stati Uniti.
Unità di supporto logistico al comando del Colonnello Siegfried Markus Skudnigg dell'Esercito austriaco. Con compiti di gestione logistica e dispiegamento di supporti tecnici, contribuiscono al JLSG le seguenti nazioni: Grecia, Svizzera, Austria, Germania, Italia, Ucraina e Ungheria.
Entità non più operative:
Il MNBG-N era dislocato nel nord del Kosovo, aveva il suo quartier generale a Novo Selo.
Hanno contribuito gli eserciti di Danimarca, Estonia, Francia, Grecia, Lussemburgo e Marocco.
Il MNBG-S era dislocato nel sud del Kosovo, aveva il suo quartier generale a Prizren.
Hanno contribuito gli eserciti di Austria, Germania, Svizzera e Turchia.
Il MNBG-C era dislocato nel centro del Kosovo, aveva il suo quartier generale a Lipljan.
Hanno contribuito le forze armate di Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Finlandia, Irlanda, Lettonia, Slovacchia, Svezia, Italia ed Islanda.
Dal luglio 2000, l'Aeronautica militare ha avuto in gestione il controllo del traffico aereo, la sala operativa, l'assistenza al volo, il servizio meteorologico, i servizi antincendi e di emergenza a Slatina, presso l'Aeroporto Internazionale di Pristina subentrando al distaccamento britannico con il 2º Reparto Operativo Autonomo. Dal marzo 2003 la responsabilità dello scalo kosovaro è passata sotto il comando islandese.
Con quartier generale a Pristina, il KTM è stato sotto il diretto controllo operativo del Comandante di KFOR (COMKFOR). Al comando del Tenente Colonnello Carlos Macieira, dell'esercito del Portogallo, ha una struttura di due compagnie di manovra e una compagnia di supporto. I loro compiti sono di pronto impiego sul territorio. Il contributo viene totalmente fornito dal Portogallo. Sostituito dal KTRBN ungherese..
Trasformato nel Regional Command East, assumendo al suo interno i JRD-N e JRD-SE.
Trasformato nel Regional Command West, assumendo al suo interno il JRD-W.
Confluito nel Regional Command East.
Confluito nel Regional Command East.
Confluito nel Regional Command West.
Nel periodo di massima partecipazione, il numero delle truppe KFOR raggiungeva 50 000 unità, provenienti da 39 paesi (della NATO e non). Il sito ufficiale della KFOR, nell'aprile 2007 dichiarava che 16 000 soldati, provenienti da 34 paesi, partecipavano alla missione. L'attuale numero di unità impiegate, aggiornato al febbraio 2020, è di complessive 3411[9] unità, incluse le 'KFOR Operational Reserve Force' (circa 700 unità), provenienti da 27 paesi.
Nel dettaglio, le seguenti nazioni, membri della NATO, contribuiscono (tra parentesi l'attuale numero di unità presenti sul territorio):
Paesi NATO che hanno partecipato:
Altri paesi non-NATO partecipanti:
(tra parentesi l'attuale numero di unità presenti sul territorio)
Altri paesi non-NATO che hanno partecipato:
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