Collina Torinese (vino)

vino DOC piemontese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Collina Torinese è un vino DOC, la cui produzione è consentita in 28 comuni della città metropolitana di Torino appartenenti all'omonima zona geografica.

Fatti in breve Collina Torinese Disciplinare DOC, Stato ...
Collina Torinese
Disciplinare DOC
Stato Italia
Regione Piemonte
Data decreto22 aprile 2009
Tipi regolamentati
Fonte: Disciplinare di produzione[1]
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Zona di produzione

La zona di produzione dei vini "Collina Torinese" nelle tipologie Rosso, Barbera, Bonarda e Malvasia comprende l’intero territorio dei comuni di: Andezeno, Arignano, Baldissero Torinese, Brozolo, Brusasco, Casalborgone, Castagneto Po, Castiglione Torinese, Cavagnolo, Chieri, Cinzano, Gassino Torinese, Lauriano, Marentino, Mombello di Torino, Moncalieri, Montaldo Torinese, Monteu da Po, Moriondo Torinese, Pavarolo, Pecetto Torinese, Pino Torinese, Riva presso Chieri, Rivalba, San Raffaele Cimena, San Sebastiano da Po, Sciolze e Verrua Savoia.

La zona di produzione del vino "Collina Torinese" nella tipologia "Pelaverga" o "Cari" comprende l’intero territorio dei comuni di Baldissero Torinese, Montaldo Torinese, Pavarolo e parti del territorio dei comuni di Andezeno, Arignano, Castiglione Torinese, Chieri, Marentino e Pino Torinese.

Storia

Riepilogo
Prospettiva

Il Cari

Il Cari è citato per la prima volta nel manuale di viticoltura di Giovanni Battista Croce del 1606. Il Croce chiama questo vino "Cario" e lo elogia quale vino delicato, dolce, buono, «…che meglio dir si potria caro per la bontà sua, è uva grande: ha grani grossi ben coloriti, la scorza dura, la rappa rossa, è dolce da mangiare: e fa buoni vini, e delicati»".[2][3] Gli venivano attribuite proprietà afrodisiache.[4][5]

Un tempo molto diffuso in Piemonte, oggi il Cari è coltivato quasi esclusivamente nel Saluzzese e nel Chierese, dove ha la sua zona d'elezione nel territorio comunale di Baldissero Torinese. Qui è protagonista della Sagra dell'uva e del vino Cari, che si svolge la prima domenica d'ottobre.[2][3] Tuttavia la superficie vitata è di pochi ettari, per una produzione complessiva di 7 000 bottiglie.[5][3]

Si utilizzava nella vinificazione per aiutare la fermentazione spontanea della Freisa. Il vantaggio era che non interferiva con la nota aromatica, in quanto il Cari, rispetto a Brachetto, Malvasia o Moscato, non è un vitigno aromatico. La coltivazione di questa varietà richiedeva accortezze e cure particolari, tanto che nessuno ne avrebbe mai piantato un vigneto intero.[5]

Disciplinare

  • Approvato con DM 14.10.1999 G.U. 248 - 21.10.1999
  • Modificato con DM 22.04.2009 G.U. 110 - 14.05.2009
  • Modificato con DM 30.11.2011 G.U. 295 – 20.12.2011 Pubblicato sul sito ufficiale del Mipaaf
  • Modificato con D.M. 12.07.2013 Pubblicato sul sito ufficiale del Mipaaf
  • Modificato con D.M. 07.03.2014 Pubblicato sul sito ufficiale del Mipaaf

Tipologie

Riepilogo
Prospettiva

Rosso

Prevista anche la versione "Novello", con titolo alcolometrico minimo 11,00 vol.

uvaggioBarbera minimo 60%, Freisa minimo 25%
titolo alcolometrico minimo10,50% vol.
acidità totale minima4,50 g/l.
estratto secco minimo18,00 g/l.
resa massima di uva per ettaro100 q.
resa massima di uva in vino70%

Barbera

uvaggioBarbera minimo 85%
titolo alcolometrico minimo10,50% vol.
acidità totale minima4,50 g/l.
estratto secco minimo19,00 g/l.
resa massima di uva per ettaro90 q.
resa massima di uva in vino70%

Bonarda

uvaggioBonarda minimo 85%
titolo alcolometrico minimo10,50% vol.
acidità totale minima4,50 g/l.
estratto secco minimo19,00 g/l.
resa massima di uva per ettaro90 q.
resa massima di uva in vino70%

Malvasia

uvaggioMalvasia di Schierano, Malvasia nera lunga, anche congiuntamente, minimo 85%
titolo alcolometrico minimo10,00% vol. di cui svolto almeno 5,50% vol.
acidità totale minima5,00 g/l.
estratto secco minimo,00 g/l.
resa massima di uva per ettaro110 q.
resa massima di uva in vino70%

Pelaverga o Cari

uvaggioPelaverga minimo 85%
titolo alcolometrico minimo10,00% vol. di cui svolto almeno 5,00% vol.
acidità totale minima4,50 g/l.
estratto secco minimo15,00 g/l.
resa massima di uva per ettaro80 q.
resa massima di uva in vino70%


Note

Voci correlate

Collegamenti esterni

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