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specie di pianta della famiglia Asteraceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il cardo tagliente (nome scientifico Cirsium heterophyllum (L.) Hill., 1768) è una pianta montana erbacea angiosperma dicotiledone e perenne, appartenente alla famiglia delle Asteraceae. In alcune checklist questa pianta viene chiamata anche Cirsium helenioides (L.) Hill, nominativo considerato ora nella maggioranza dei casi un sinonimo.[1][2]
Cardo tagliente | |
---|---|
Cirsium heterophyllum | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Carduoideae |
Tribù | Cardueae |
Sottotribù | Carduinae |
Genere | Cirsium |
Specie | C. heterophyllum |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Cichorioideae |
Tribù | Cardueae |
Sottotribù | Carduinae |
Genere | Cirsium |
Specie | C. heterophyllum |
Nomenclatura binomiale | |
Cirsium heterophyllum (L.) Hill., 1768 | |
Nomi comuni | |
Cirsio falso elenio |
Il nome del genere (cirsium) deriva dalla parola greca kirsos = varice; da questa radice deriva poi la denominazione Kirsion, un vocabolo che sembra servisse ad identificare una pianta usata per curare questo tipo di malattia. Da kirsion in tempi moderni il botanico francese Tournefort (1656 - 708) derivò il nome Cirsium dell'attuale genere.[3][4]
Il nome italiano “cardo” è abbastanza generico in quanto nel linguaggio comune si riferisce a diversi generi e specie di piante. Tra i generi che vengono chiamati direttamente “cardo”, oppure hanno una o più specie che comunemente si chiamano con questo nome citiamo: Carduus, Carduncellus, Carlina, Centaurea, Cnicus, Cynara, Echinops, Galactites, Jurinea, Onopordum, Scolymus, Silybum, Tyrimnus, tutti della famiglia delle Asteraceae. Ma anche in altre famiglie abbiamo dei generi con delle specie che volgarmente vengono chiamate “cardi” : il genere Eryngium della famiglia delle Apiaceae o il genere Dipsacus della famiglia delle Dipsacaceae.
L'epiteto specifico (heterophyllum = hetero (diverso) + phyllum (foglia)) deriva dal fatto che a volte sulla stessa pianta si trovano foglie a forma diversa (indivise e divise). L'altro nome specifico usato frequentemente per questa pianta (helenioides), deriva dal personaggio greco di Elena: il mito racconta che questi fiori sarebbero nati dalla lacrime di Elena quando venne rapita.[5]
La pianta è del tipo erbaceo - perenne e può raggiungere un'altezza di 40 – 60 cm (ma a volte supera il metro[6]). La forma biologica della specie è emicriptofita scaposa ("H scap"); sono piante perennanti per mezzo di gemme poste al suolo e con fusto allungato ed eretto con poche foglie (non cespuglioso).[7][8][9][10][11][12][13]
Radici secondarie da rizoma.
Le foglie sono sessili, amplessicauli e biauricolate (con due orecchiette arrotondate ai lati del picciolo se presente); la forma è lanceolata; la lamina superiore è verde chiaro, quella inferiore è aracnoideo–tomentosa, mentre il margine è finemente dentato (quasi spinescente). Quelle cauline sono progressivamente ridotte mentre quelle inferiori sono picciolate. Le foglie basali a volte sono divise in lobi regolari. Dimensioni delle foglie inferiori: larghezza 5 – 7 cm; lunghezza 20 – 25 cm.
L'infiorescenza è formata da pochi capolini isolati (1 - 4) posti all'apice dei fusti. Il capolino, come in tutte le Asteraceae, è formato da un involucro composto da squame al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori. L'involucro è piriforme (a forma di fiamma), mentre le squame inferiori sono lanceolate, quelle superiori sono lineari; le squame hanno un colore sfumato dal verde scuro (quasi marrone) della base al porporino dell'apice che è provvisto di una callo lineare. Diametro del capolino: 3 – 4 cm. Dimensione dell'involucro: larghezza 2 cm; lunghezza 3 cm. Dimensione delle squame inferiori: larghezza 2 mm, lunghezza 9 mm; superiori: 1,5 mm, lunghezza 20 – 25 mm.
I fiori del capolino sono tutti tubulosi (il tipo ligulato, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono inoltre ermafroditi, tetraciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice– corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi).
I frutti sono del tipo achenio con pappo terminale setoloso – biancastro; le setole sono concresciute alla base. Dimensione del frutto 4 mm (senza pappo); dimensioni del pappo 25 mm.
Dal punto di vista fitosociologico alpino Cirsium heterophyllum appartiene alla seguente comunità vegetale[18]:
Per l'areale completo italiano Cirsium heterophyllum appartiene alla seguente comunità vegetale:[19]
Descrizione. L'alleanza Calthion palustris è relativa alle praterie (eutrofiche, falciate e pascolate) su terreni umidi (spesso inondati) con presenza soprattutto di comunità megaforbie igrofile (con dominanza di alte erbe a foglia larga). Areali tipici sono le pianure alluvionali o nei pressi delle sorgenti. I bioclimi (o termoptipi) variano da meso- a orotemperato inferiore. La distribuzione della cenosi è soprattutto centro-europea: area atlantica e subatlantica dell’Europea temperata e area alpina e caucasica nell’area mediterranea occidentale.[20]
Specie presenti nell'associazione: Filipendula ulmaria, Carex acutiformis, Carex elata, Scirpus sylvaticus, Caltha palustris, Lysimachia vulgaris, Equisetum palustre, Chaerophyllum hirsutum, Epilobium hirsutum, Galium palustre, Deschampsia cespitosa, Cirsium palustre, Juncus effusus, Juncus conglomeratus, Angelica sylvestris, Lythrum salicaria, Valeriana officinalis, Selinum carvifolia, Valeriana dioica, Poa palustris, Poa trivialis, Ranunculus repens, Cirsium oleraceum, Cirsium rivulare, Crepis paludosa, Geum rivale, Cirsium heterophyllum e Myosotis palustris.
Altre alleanze per questa specie sono:[19]
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[21], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[22] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[23]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][10][24]
Cardueae è una delle 4 tribù della sottofamiglia Carduoideae. La tribù Cardueae a sua volta è suddivisa in 12 sottotribù (la sottotribù Carduinae è una di queste). Il genere Cirsium elenca 435 specie con una distribuzione cosmopolita, 35 delle quali sono presenti spontaneamente sul territorio italiano.[2][10][11][12][25][26]
Il genere di questa voce è inserito nel gruppo tassonomico della sottotribù Carduinae.[12] In precedenza provvisoriamente era inserito nel gruppo tassonomico informale "Carduus-Cirsium Group".[10] La posizione filogenetica di questo gruppo nell'ambito della sottotribù è abbastanza vicina al "core" della sottotribù (con il genere Carduus forma un "gruppo fratello") e dalle analisi molecolari è stato calcolato in 7,2 milioni di anni fa la separazione di questo genere dal resto del gruppo (è stato l'ultimo a separarsi).[25][26]
Il genere Cirsium spesso viene botanicamente “confuso” con altri generi come quello del Carduus o Cnicus (e di altri ancora). Le specie del primo genere ad esempio sono molto simili a quelle del Cirsium, anche se una certa distinzione è possibile servendosi dell'aspetto del pappo (in Cirsium è formato da setole piumose; mentre in Carduus è composto da pagliette denticolate scabre).[27]
Il genere Cirsium appartiene alla tribù delle Cardueae (da alcuni autori indicata come Cynareae), tribù che il Sistema Cronquist assegna alla sottofamiglia Cichorioideae e che invece la moderna classificazione APG colloca nella sottofamiglia Carduoideae.[28].
Il numero cromosomico del C. heterophyllum e: 2n = 34.[13][29]
Il basionimo per questa specie è: Carduus helenioides L., 1753.[6][30]
I caratteri distintivi di questa specie nell'ambito del genere sono:[13][31]
Questi caratteri sono più o meno condivisi con le seguenti specie (tra parentesi sono indicati alcuni caratteri distintivi della specie):[31]
La specie si presenta abbastanza frequentemente con delle varietà, come in tutto il genere Cirsium. Queste si manifestano soprattutto nelle foglie che passano dal margine intero (o appena dentellato) a incisioni più o meno profonde fino a diventare chiaramente di forma pennatosetta. I due tipi di foglia spesso sono presenti nella stessa pianta che risulta veramente “eterofilla”.[32]
Nell'elenco seguente sono indicati alcuni ibridi intraspecifici:[33]
La specie Cirsium heterophyllum in altri testi, può essere chiamata con nomi diversi. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[17]
Anticamente gli infusi di questa pianta erano consigliati contro la malinconia e tristezza: si credeva che le foglie contenessero delle sostante euforiche (questa notizia si ricava dagli scritti di Dioscoride), infatti i capolini solitari e un po' penduli, per gli antichi, erano indicatori di stati d'animo malinconici e tristi e per gli erboristi di quel tempo, sulla base della legge della “dottrina dei segni”, erano convinti che la pianta portasse dei rimedi contro questi stati d'animo.
Il Cirsio falso elenio in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi:
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