Chiari
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Chiari (IPA: ['kja:ri] Ciare in dialetto bresciano[4]) è un comune italiano di 19 435 abitanti[1] della provincia di Brescia in Lombardia. Per via della sua divisione in quattro quadre medioevali è denominato "la Città delle Quadre medioevali". Nel territorio si è svolta la sanguinosa battaglia di Chiari, avvenuta nel 1701. E' stato il primo comune in Italia ad essere nominato Capitale italiana del libro. È situato a circa 20 chilometri ad ovest del capoluogo e vicino alla provincia di Bergamo e alla provincia di Cremona.
Chiari comune | |
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Vista aerea di Chiari | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Brescia |
Amministrazione | |
Sindaco | Gabriele Zotti (centro-destra) dal 24-6-2024 |
Territorio | |
Coordinate | 45°31′38.09″N 9°55′02.48″E |
Altitudine | 138 m s.l.m. |
Superficie | 37,96 km² |
Abitanti | 19 435[1] (31-8-2024) |
Densità | 511,99 ab./km² |
Frazioni | Santellone, Monticelli, San Giovanni, San Bernardo |
Comuni confinanti | Castelcovati, Castrezzato, Coccaglio, Cologne, Comezzano-Cizzago, Palazzolo sull'Oglio, Pontoglio, Roccafranca, Rudiano, Urago d'Oglio |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 25032 |
Prefisso | 030 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 017052 |
Cod. catastale | C618 |
Targa | BS |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 251 GG[3] |
Nome abitanti | clarensi |
Patrono | santi Faustino e Giovita |
Giorno festivo | 15 febbraio |
Soprannome | La Città delle Quadre Medioevali |
Cartografia | |
Posizione del comune di Chiari nella provincia di Brescia | |
Sito istituzionale | |
Chiari si trova al centro della parte settentrionale ed occidentale della Bassa Bresciana a pochi km dal fiume Oglio e dal Lago d'Iseo.
La sua superficie è di 38,02 km²[5]. L'altitudine media è di 138 m sul livello del mare.
Fanno parte di Chiari quattro frazioni: Monticelli, Santellone, San Bernardo e San Giovanni.[6]
Una delle caratteristiche di Chiari, è la presenza dei corsi d'acqua irrigui, le seriole. Lo sviluppo urbano e dell'economia clarense procede fin dal Medioevo con il continuo ampliamento della fitta rete di canali. I nomi delle rogge appartengono alla storia dell'idrografia della città di Chiari e, nel tragitto urbano delle seriole, i canali costituiscono un elemento strettamente legato alle radici della città. La Roggia Castrina conserva una nomea che è entrata nel dialetto locale, come segnale di appartenenza alla città, tipico del detto "bere l'acqua della Castrina".
Situata nella pianura padana, Chiari ha un clima di tipo continentale con inverni freddi con molte giornate di gelo e pioggia. La nebbia è principalmente diffusa dove il terreno è altimetricamente più basso rispetto all'abitato. Le estati sono calde, afose, umide. Le temperature, in tale periodo, possono superare i 30 °C e l'umidità superare il 90%, causando quel fenomeno di caldo umido comunemente chiamato "afa". Le perturbazioni di stampo atlantico-mediterraneo o da quelle di origine artico-russa sono le principali cause delle precipitazioni atmosferiche. Chiari, come del resto gran parte della Pianura Padana, soffre di scarsa ventilazione. L'umidità è quindi sempre molto elevata per tutto l'anno. Nella tabella seguente si possono osservare le temperature massime mensili:
Tra le varie ipotesi sull'origine del nome "Chiari", la più probabile pare essere un riferimento alla località ove sorge il centro abitato, ovvero un luogo 'al chiaro', non montuoso né coperto da boschi o altro.[senza fonte]
Un primo insediamento fu fondato nel 1125 con il nome di Clarium, sotto forma di un castello (demolito nel XIX secolo). L'andamento delle mura circolari del borgo più antico è ancora perfettamente leggibile nel tessuto urbano attuale.
Nel 1237 il castello fu assediato da Federico II, nel 1259 fu conquistata da Ezzelino da Romano, nel 1272 fu distrutto dai guelfi, ma fu ricostruito dai ghibellini.
All'inizio del XV secolo Chiari si trovava nell'orbita d'influenza dei Visconti di Milano.
Nel 1422 Filippo Maria Visconti gli concede privilegi amministrativi e riconosce l'autonomia politica. Ciononostante nel 1426 dopo un pesante bombardamento, la cittadina fu occupata dalle truppe della Serenissima e donata al Conte di Carmagnola, condottiero della Repubblica di Venezia. Da questo momento in poi Chiari fu sotto il dominio politico indiretto o diretto della Repubblica, condividendone le sorti fino alla sua fine nel 1797. I nuovi governanti dotarono Chiari nello stesso 1426 di Statuti autonomi, suddividendola amministrativamente in quattro Quadre (quartieri): Zeveto, Marengo, Cortezzano e Villatico.
Nel 1512 subisce il saccheggio degli svizzeri di Lautrecht, i Lanzichenecchi.
Nel 1630, come molte zone della Lombardia, Chiari è colpita da un'epidemia di peste che causerà moltissimi morti.
Il 1º settembre del 1701 Chiari fu teatro di una sanguinosa battaglia, tra francesi ed austriaci, con oltre 5 000 morti, decisiva per la successione spagnola. In questo episodio, nonostante la Serenissima fosse neutrale e non consentisse ai belligeranti di accedere alle proprie fortezze, il principe Eugenio di Savoia forzò la popolazione a far accedere il proprio esercito nella fortificazione sfruttandone il vantaggio strategico contro i franco-ispanici. I due eserciti rimasero nell'area per altre settimane causando notevoli danni e disagi alla popolazione della zona.[7]
Nel 1713 si apre l'ospedale "Mellino Mellini" fondato dall'omonimo nobile e nel 1762 con i suoi numerosi filatoi di seta, la città diventa uno dei più importanti centri industriali del bresciano. Nel 1758 iniziò la costruzione della torre civica.
A seguito del Congresso di Vienna, nel 1815 il territorio divenne parte del regno Lombardo-Veneto, controllato dagli Asburgo.
Nel 1859 con l'annessione della Lombardia al Regno di Sardegna, che diventerà Regno d'Italia nel 1861, tramite il Decreto Rattazzi, con il quale si riorganizza la struttura amministrativa del Regno, Chiari divenne il capoluogo del Circondario di Chiari fino al 1927, anno in cui il circondario venne abolito.
Durante la Seconda guerra mondiale il territorio clarense è soggetto a vari bombardamenti aerei.[8]
«Troncato, nel primo d'oro, all'aquila di nero; nel secondo di rosso, a tre stelle d'argento di sei raggi. Ornamenti esteriori da Città.»
Lo stemma di Chiari è diviso orizzontalmente in due campi. Quello superiore contiene la figura dell'aquila asburgica nera su sfondo oro (giallo), simbolo della fazione ghibellina. Nella parte inferiore ci sono tre stelle a sei punte su sfondo rosso, tre chiari celesti, a ricordare visivamente il nome del paese, significato rafforzato dall'etimo in lingua locale ciàr, termine che definisce le stelle.[9] Lo scudo è accompagnato dalla scritta Clararum Civitas" cioè "Città di Chiari". Ancora oggi ci sono dubbi sull'origine dello stemma ma un'ipotesi è che sia ispirato all'antica famiglia medioevale dei Chizzola (di rosso, a tre focacce, dette in dialetto bresciano "chishöle", poste 2 e 1; col capo dell'impero).
Il gonfalone di Chiari è un drappo partito di giallo e di rosso. Nel centro è collocato lo stemma cittadino, al di sopra di esso compare la scritta "Città di Chiari".
Il motto di una passata amministrazione di sinistra di Chiari era "Il destino non viene da lontano ma cresce dentro ciascuno di noi". Tale frase è incisa su una grande lastra posta su una delle facciate del palazzo comunale.
Chiari è stata dichiarata Città con decreto del 5 ottobre 1862 da Vittorio Emanuele II di Savoia.[11]
Il cinquecentesco Duomo di possenti dimensioni è dedicato a santi Faustino e Giovita e situato in piazza Zanardelli. All'interno le opere scultoree di A. Calegari e le pitture di Pietro Ricchi, chiamato il Lucchesino, una tela del 1700 e la Pietà dei celesti dell'artista Pompeo Batoni.
Nel piano sotterraneo del Duomo, le reliquie di Sant'Agape, ricomposte in un simulacro di ceroplastica, martire estratta della catacomba romana di Ciriaca: le sue reliquie sono meta di pellegrinaggio. La leggenda narra che fu la Santa a chiedere di essere inviata a protezione della città.
«Maxima, sublimis quae surgit ad aethera, Turris, suppositosque agros despicit atque juga:inconcussa, potens, atris inimica procellis,non frustra excelso vertice pervigilat.»
«Massima Torre che sublime estolli, la granitica mole inver le stelle, guarda i campi fecondi e i verdi colli, nemica delle torbide procelle; incrollata, potente, all'uom vedetta, sei non invano dall'accelsa vetta.»
La torre, alta 55 m e costruita in pregiato marmo bianco, fu progettata da A. Marchetti ed eretta nel 1758 nella piazza principale di Chiari (Piazza Zanardelli), ben visibile da qualsiasi zona della città. Ciascuna delle quattro facciate presenta un orologio con lo sfondo centrale del colore della rispettiva quadra su cui si affaccia: la facciata che è rivolta su Zeveto è gialla, quella di Cortezzano è blu, quella di Marengo è verde e quella di Villatico è rossa.
La chiesa venne costruita nel 1200 e successivamente ampliata nel 1400. Nel 1517 vi lavorò Stefano Lamberti e nel 1700 venne rifatta la facciata su progetto di Antonio Marchetti. All'interno della chiesa ci sono notevoli cantorie lignee intagliate e dorate del 1700 e il pulpito ornato di bronzi. Santa Maria Maggiore è la seconda chiesa per dimensioni della città di Chiari.
La chiesa costruita nel 1400 è situata nel centro della città, ricca di statue e decori presenta una grande doppia facciata in pietra di Sarnico. Davanti a sé l'edificio presenta Piazza San Rocco di discrete dimensioni. La chiesa risulta essere una delle più antiche della città.
Fu costruita tra il 1911 e il 1916 in stile neorinascimentale su progetto dell'architetto Antonio Vandone di Cortemilia, in collaborazione con l'architetto Alessandro Citterio allo scopo di essere utilizzata come residenza dal conte Lodovico Mazzotti e dai suoi famigliari[13].
Si tratta di un edificio a pianta quadrata che si articola attorno ad un peristilio centrale con scalone monumentale illuminato da una vetrata a tre campate in stile Liberty. La struttura si sviluppa su due livelli ed è ricoperta da un lucernario. Assieme alla villa sorgono le scuderie, il garage, il villino del custode con torretta e le serre[13].
Il parco della villa si estende su una superficie di 87000 m². Fu concepito come giardino all'italiana dall'architetto Vandone di Cortemilia, ma nel 1927 fu trasformato dallo studio di architettura parigino Adam & Co. che lo abbellì con un teatrino, una voliera, vari tempietti, vasi e statue neoclassiche e circa otto chilometri di siepi[14]. Il versante sud-est del giardino è protetto da una recinzione costituita da una cancellata in ferro, ornata a motivi floreali e sorretta da pilastri bugnati in cemento[13].
Dal 1981, la villa e le strutture annesse sono di proprietà comunale. Dal 1999 sono vincolati come beni di rilievo storico-artistico. Nel 2006 si è proceduto al restauro della recinzione[13].
Situato a nord-est della città, con una lunghezza di 1 km e mezzo, Viale Mazzini è il viale più lungo della città. Lungo il suo cammino si può incontrare la Villa Mazzotti e l'Ospedale Mellino Mellini. Alla fine del viale viaggiando verso il centro si raggiunge Piazza della Rocca.
La costruzione del ponte del Marengo risale all'origine medioevale del castrum clarense, di fatto esso era una delle possibili vie per entrare nelle mura cittadine. Attualmente rappresenta il punto di passaggio tra il centro storico e la periferia della città ed è ancora sovrastante l'antico canale che circondava le mura difensive.
Si trova all'interno del Palazzo Marchettiano costruito intorno al 1500 che conserva ancora tutt'oggi le sue forme e greche, nel piano terra ospita la biblioteca comunale. Il salone è tutt'oggi usato per riunioni comunali o eventi di rispettosa importanza. Il palazzo fu il primo ospedale cittadino. Fondato da Mellino Mellini.
L’impianto della città è palesemente medievale, a pianta circolare: oltre alla circonvallazione principale, esterna al nucleo centrale, ne esiste tuttora una interna, mentre una terza intermedia è sopravvissuta per circa 2/3, modificata in parte nel corso dei secoli. Vi sono poi 4 vie principali: Via Villatico, Cortezzano, Zeveto e Marengo sono un altro luogo d'interesse della città di Chiari. Queste quattro vie sono le più antiche della città, vennero costruite nel 1200 circa e fino ad oggi sono le vie più importanti e storiche del centro storico di Chiari. Ognuna di esse porta il nome del corrispettivo quartiere della città. In particolare il nome della via Zeveto pare sia nato dalla scritta in Veneto Xe veto, cioè è vietato, dovuto alla presenza di un arsenale; nome nel tempo trasformato ed adattato dal linguaggio locale. Al termine di via Cortezzano si trova una piccola piazza che non ha una sua toponomastica, ma che localmente è conosciuta come antica sede di un mercato riservato al pollame.
Dell'antica Rocca non v'è più traccia dopo che il Carmagnola l'abbatté a cannonate per conquistare Chiari. La torre dell'acquedotto alta circa 30 metri ha le fattezze di un'antica torre per simboleggiare l'antica Rocca in quella zona. Intorno alla Rocca si può vedere ancora l'antico fossato difensivo che circonda tutt'oggi il centro storico della città. Nei pressi della Rocca sorge l'omonima piazza, la seconda della città, in termini di dimensioni. Attualmente presso la rocca hanno sede un ufficio ASL, un istituto privato e il distaccamento dell'Università degli Studi di Brescia per la laurea in Infermieristica.
Questa chiesa costruita lungo Via Tagliata risale al 1600, venne costruita perfettamente sopra ad uno dei tanti lazzaretti clarensi, il nome della chiesa è infatti attribuito proprio a San Sebastiano martire, venerato dalla chiesa cattolica ed ortodossa, protettore contro la Peste assieme a San Rocco. La chiesa oggi è concessa dalla Parrocchia ai fedeli di culto ortodosso cristiano (Chiesa ortodossa).
Fondata nel 1817 da Stefano Morcelli, ha la sua sede presso Palazzo della Pinacoteca. Custodisce preziosi incunaboli e manoscritti, tra cui l'unica copia degli statuti di Chiari del 1416 redatti sotto il Conte di Carmagnola, eseguita nel 1590 dal notaio Lodovico Zola. Arricchita da numerose donazioni oggi conta 40 000 volumi e 10 000 opuscoli situati in sette diverse stanze.
Fondata nel 1854 da un avvocato clarense ospita un interessante dipinto raffigurante San Giacomo Maggiore Apostolo di Giuseppe Vermiglio e alcuni dipinti di Giuseppe Tortelli, Giuseppe Teosa, Giacomo Trecourt, Francesco Zuccarelli[senza fonte]. Tra le sculture, i marmi Igea, Angelica e Medoro di Gaetano Monti, un busto femminile del clarense Antonio Ricci ed un bronzetto di Ernesto Bazzarro. Nella Galleria duemila stampe di famosi incisori italiani e stranieri.[15]
Costruita sul luogo dove vi si trovava il lazzaretto durante il periodo di peste del 1600, vi furono sepolti i 5 000 morti della battaglia di Chiari del 1º settembre 1701. All'interno ci si può trovare la Madonna dei Tedeschi.
Costruito dal Comune della città ed inaugurato nel 1456 venne donato ai frati francescani. Tra il 1600 e 1700 venne ampliato diventando sede delle scuole dell'ordine. Soppresso in epoca napoleonica divenne collegio dei gesuiti, partiti questi, nel 1910 fu affidato ai benedettini di Marsiglia. Nel 1926 diventa collegio salesiano. Esso comprende una scuola elementare, una scuola media e due indirizzi di scuola secondaria di secondo grado: liceo scientifico e delle scienze umane.
Situato nella vasta periferia di Chiari, il santuario si trova a lato del cimitero cittadino. Venne eretto nel 1680, vi è collocata un'opera del clarense Giacomo Faustini, una venerata immagine della Madonna. Il campanile del santuario alto 35 metri è stato costruito nel 1694 su progetto di Andrea Uberti.
Alcuni dei parchi pubblici più noti della città:
Abitanti censiti[16]
Al 1º gennaio 2023 la popolazione straniera residente era di 3.206 persone, pari al 16,7% della popolazione totale. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione straniera residente sono:[17]
A Chiari viene parlato l'italiano ed il dialetto bresciano.
Chiari presenta nel territorio cittadino l'Ospedale Mellino Mellini, che si trova lungo il viale Mazzini. Sede principale della ASST Franciacorta (altri presidi a Rovato, Iseo, Palazzolo sull'Oglio, Orzinuovi). La struttura sanitaria è in funzione dal 1713.
Il 18 ottobre 2020 è stata la prima città in Italia ad essere nominata Capitale italiana del libro[18].
La biblioteca comunale è intitolata a Fausto Sabeo, clarense che nel XVI secolo è stato bibliotecario alla Vaticana di Roma. Si trova lungo la circonvallazione, in viale Mellini, all'interno di un grande edificio nato come ospedale e che ospita al piano superiore il "Salone marchettiano". La biblioteca è centro sistema del Sistema bibliotecario Sud ovest bresciano.
A Chiari si contano 4 asili nido, 4 scuole materne, 5 scuole elementari, 3 scuole medie e 3 scuole superiori. È nato a Chiari il poeta e critico letterario Lento Goffi, insegnante in alcune di queste.
A Chiari è attivo uno degli istituti dell'Università degli Studi di Brescia, l'istituto dell'Università di Infermieristica, che ha sede presso viale Mazzini nell'ospedale Mellino Mellini della Città.
Dopo molti progetti e discussioni il 15 febbraio 2011, in occasione della festa dei patroni, è stato inaugurato il museo della città di Chiari, in piazza Zanardelli, dove si possono visitare i ritrovamenti archeologici risalenti all'epoca medioevale, dei longobardi nell'area clarense, e che raccoglie le fonti storiche della città[senza fonte]. L'ingresso si trova al piano terra della precedente sede comunale, i cui piani superiori saranno sede dell'archivio storico.
Nella Città sono istituiti numerosi insiemi musicali tra i quali si ricordano:
Nella città di Chiari c'è inoltre un'orchestra filarmonica di professionisti:
È nato a Chiari il musicista polistrumentista e produttore musicale Mauro Pagani
Il Palio delle Quadre di Chiari si svolge a settembre e dura una settimana.
È una manifestazione dedicata alla microeditoria italiana e ospita ogni anno decine di micro e piccole case editrici provenienti da tutta la penisola[19] Anche grazie a questa manifestazione ormai decennale, Chiari è diventata la prima Capitale italiana del libro. Un titolo che il Consiglio dei ministri, su proposta del Mibact, ha conferito a Chiari nel 2020.
La città di Chiari presenta un grande centro storico medioevale, con strade di piccole e medie dimensioni. Nella piazza principale sorge la grande torre civica e il Duomo dedicato ai Santi Patroni San Faustino e Giovita. Sempre nel centro si trova "La Rocca", l'unica parte rimasta delle antiche mure della città clarense. Il centro storico è circondato ancora oggi dall'antico fossato difensivo, ora ristrutturato e modificato. Dal centro storico in poi la città si modifica diventando moderna con grandi strade e lunghi viali.
Il centro storico della città si divide in circonvallazione interna e circonvallazione esterna, quest'ultima è circondata da cinque viali periferici.
La città si sviluppa nell'entità di quattro grandi e vasti quartieri: Marengo, Villatico, Zeveto e Cortezzano. Questi ultimi rappresentano una parte del territorio cittadino, ma nello stesso tempo anche un patrimonio comune e hanno un ruolo politico, sociale ed economico dei cittadini clarensi. Ogni quartiere ha la propria storia e origine medioevale. I quartieri si affrontano durante la settimana del palio, in cui si sfidano in una gara di corsa disputata nel centro storico cittadino.
La città di Chiari si suddivide in quattro grandi quartieri:
La caratteristica principale di ogni quadra dal giorno della loro origine è la dotazione di una chiesa urbana e campestre della città così ripartite:
Nella via principale di ogni quartiere (che porta il nome del rispettivo quartiere) vi è posto un mosaico che ne rappresenta lo stemma.
Chiari è una città industrializzata con un'economia sviluppata in campo agricolo, industriale e commerciale.
Chiari intorno alla vasta periferia presenta una campagna di discrete dimensioni dalle quali derivano da sempre molti prodotti agricoli e animali. Di tutto rispetto ancora oggi l'attività agricola, con commercio rimarchevole, anche se inferiore rispetto al passato, di colture cerealicole e vivace il settore lattiero-caseario.
Chiari già nel 1700 era rinomata per la produzione di seta, che grazie ad essa la porterà nel corso della storia ad essere uno dei centri più produttivi del bresciano.
L'alba dell'industrializzazione di Chiari si colloca nel 1700 con la nascita dei suoi numerosi filatoi di seta che in poco tempo la portano ad essere uno dei più importanti centri industriali del bresciano. Una fabbrica degna di nota, oggi fallita e famosa nel mondo è stata la Polistil, nota per la produzione di modellini di auto e piste elettriche dove correvano modellini di auto da corsa. Al giorno d'oggi la città presenta numerosissime fabbriche, situate nella vasta periferia, che lavorano principalmente nel settore della metallurgia. Sicuramente degna di nota la Gnutti s.p.a. famosa in tutto il mondo per la produzione di trafilati in ottone. L'azienda possiede uno dei forni d'ottone più grandi d'Europa.
La Zona PIP 1 è la più antica zona artigianale/industriale di Chiari, situata nella zona ovest del territorio comunale, a fianco della linea ferroviaria Milano-Venezia. Essa ospita numerose aziende, tra le quali la Gnutti s.p.a. Questa zona industriale è molto vasta e offre lavoro a molte persone soprattutto nel settore della metallurgia, in cui Chiari è molto nota.
La Città di Chiari risulta essere ben presente nel "settore terziario avanzato"[senza fonte].
L'autostrada A35 attraversa il territorio comunale a sud del centro abitato e lungo di essa sorge la barriera di Chiari-Est, il casello di Chiari-Ovest e due aree di servizio non ancora completate (Oglio Nord e Oglio Sud).[20]
Chiari è attraversata dalla strada statale 11 Padana Superiore, che passa vicino al centro storico cittadino e che collega Torino con Venezia. Chiari è circondata da un "anello" di tangenziali in quanto a nord-est si trova la tangenziale Chiari-Nord conosciuta come "Viale Mille-Miglia", per l'ovest la Tangenziale Chiari-Ovest conosciuta come "Viale Zanini" e infine la variante SS11 per la zona sud.
Il territorio comunale è attraversato dalla linea ferroviaria Milano-Venezia lungo la quale sorge la stazione di Chiari, il cui piazzale è dotato di due binari. La stazione è attiva dal 1878 ed insieme a Rovato è la stazione di riferimento per l'ovest bresciano.
L'area di tale impianto funse inoltre, fra il 1898 e il 1915, da capolinea meridionale della Iseo-Rovato-Chiari[21].
La città è servita da alcune linee di bus che effettuano i collegamenti tra la stazione cittadina, i principali punti cittadini, le frazioni e le principali scuole del territorio.
Per favorire la mobilità urbana, il comune di Chiari agli inizi del XXI secolo ha costruito molti sottopassi per raggiungere la zona cittadina dalla parte opposta della ferrovia che taglia in due la città.
Di seguito la lista dei sindaci eletti dal Consiglio Comunale (1946-1995):
Di seguito la lista dei sindaci eletti direttamente dai cittadini (dal 1995):
Sindaco | Partito | Coalizione | Mandato | Elezione | ||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Inizio | Fine | |||||||
1 | Mino Facchetti | PDS DS |
PDS–PdD–Civica | 8 maggio 1995 | 28 giugno 1999 | 1995 | ||
DS–PPI–SDI | 28 giugno 1999 | 28 giugno 2004 | 1999 | |||||
2 | Sandro Mazzatorta | LN | LN–FI–AN–UDC | 28 giugno 2004 | 9 giugno 2009 | 2004 | ||
9 giugno 2009 | 10 giugno 2009 | 10 giugno 2014 | 2009 | |||||
3 | Massimo Vizzardi | Chiari Virtuosa
. Partito Democatico |
Civiche-PD | 10 giugno 2014 | 27 maggio 2019 | 2014 | ||
27 maggio 2019 | 26 aprile 2023[22] | 2019 | ||||||
Maurizio Libretti
(vicesindaco f.f.) |
26 aprile 2023 | 24 giugno 2024 | ||||||
4 | Gabriele Zotti | FdI | FdI–LSP-FI-Civica | 24 giugno 2024 | in carica | 2024 | ||
Chiari è gemellata con[23]:
Chiari è una città molto legata allo sport e ha società che rappresentano molte discipline sportive:
La città di Chiari rappresentata principalmente dalla squadra Tau Metalli Amatori Chiari, partecipanti al campionato UISP serie A (vinto nel 2024 per la 25ª volta) e Campioni Nazionali 2024 (ottavo titolo italiano). Successivamente troviamo:
• Virtus Chiari
Per molti anni Chiari è stata meta di una delle tappe del Giro d'Italia.
A Chiari è presente una sezione dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA), attiva nell’arbitraggio di calcio e calcio a 5.
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