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calciatore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Carlo Castellani (Montelupo Fiorentino, 15 gennaio 1909 – Gusen, 11 agosto 1944) è stato un calciatore italiano, di ruolo attaccante.
Carlo Castellani | ||||||||||||||||
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Nazionalità | Italia | |||||||||||||||
Calcio | ||||||||||||||||
Ruolo | Attaccante | |||||||||||||||
Termine carriera | 1939 | |||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||
Squadre di club1 | ||||||||||||||||
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1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||||||||||||||||
Fino al 2011, ha detenuto il record di miglior marcatore assoluto dell'Empoli, con 61 marcature in 145 presenze, venendo poi superato da Francesco Tavano.[1]
Nato e vissuto a Fibbiana, frazione nel comune di Montelupo Fiorentino, giocò nell'Empoli per nove stagioni (dal 1926-1927 al 1929-1930 e poi dal 1934-1935 al 1938-1939).[1]
Fra i record particolari da segnalare, c'è anche quello del maggior numero di reti in una gara sola nella storia azzurra: nella stagione 1928-1929, il 6 gennaio, durante la gara valevole per il 10º turno del campionato di Seconda Divisione girone G, ne realizzò 5 in Empoli-S. Giorgio Pistoia, gara che finì 8-5 per gli azzurri.[1] Nella stessa stagione, Castellani realizzò anche due triplette (nel 6-0 contro la Colligiana, e nel 4-1 contro il Le Signe), chiudendo l'annata con 22 gol fatti in altrettante gare.[1] In realtà ne segnò una in più, vista la sua rete in un Empoli-Pontedera che poi fu sospesa: sarebbero quindi stati 23 gol quell'anno e 62 totali con l'Empoli nel corso della sua carriera.[senza fonte] In questo modo, stabilì il record di miglior marcatore assoluto della formazione toscana, superato solo nel 2011 da Francesco Tavano.[1]
Dopo aver giocato per Livorno e Viareggio, per poi tornare all'Empoli (nel frattempo ribattezzato "Italo Gambacciani"), Castellani lasciò il calcio fra il 1939 e il 1940.[1]
Nella notte tra il 7 e l'8 marzo 1944, la famiglia di Castellani venne coinvolta nei rastrellamenti ordinati dai quadri locali del regime fascista come reazione repressiva agli scioperi nazionali indotti dal CLN solo alcuni giorni prima: in particolare, il padre di Carlo, David, venne inserito nella lista dal gerarca di Montelupo Fiorentino per meri motivi personali, dovute principalmente alle sue posizioni dichiaratamente antifasciste.[1][2] Tuttavia, viste le condizioni di salute precarie del padre, Carlo si offrì di sostituirlo, convinto di dover partecipare ad un semplice controllo da parte del Maresciallo della locale Stazione dei Carabinieri.[1][2] Invece, fu catturato e condotto alla stazione di Firenze Santa Maria Novella,[1] e da qui deportato, insieme a molti altri, nel campo di concentramento di Mauthausen (nell'attuale Austria), dove venne rinchiuso come prigioniero politico nel sotto-campo di Gusen e sfruttato per i lavori forzati.[1][2] Qui, morì di dissenteria nell'agosto del 1944:[1][2] i documenti del campo conservati dall'Archivio Arolsen riportano il giorno 14, in luogo dell'11 indicato da altre fonti.[3][4]
Gli sono stati intitolati gli stadi calcistici di Empoli e Montelupo Fiorentino.[1][2]
Dalla moglie, Irma Marradi, ebbe due figli: Carla e Franco Castellani.[senza fonte]
La storia della deportazione di Castellani è riportata nel libro di Alfio Dini, La notte dell'odio, pubblicato per le Edizioni Clichy nel 2020.
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