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Lavoro forzato
forma di lavoro non spontaneo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il lavoro forzato - o lavoro punitivo - è una forma di lavoro non spontaneo che può avere valore di punizione per l'infrazione di leggi che regolano la convivenza sociale o di occupazione a scopo di rieducazione e recupero. Nel primo caso costituisce una vera e propria pena ed è conseguente ad uno stato di detenzione.

In Italia l'articolo 22 del Codice Penale prevede teoricamente il lavoro obbligatorio per il cittadino condannato all'ergastolo: "La pena dell'ergastolo è perpetua, ed è scontata in uno degli stabilimenti a ciò destinati, con l'obbligo del lavoro e con l'isolamento notturno". Lo stesso obbligo di lavoro prevedono gli articoli 23 e 25, rispettivamente per i condannati all'arresto e all'ammenda. La parola ergastolo etimologicamente significa "casa di lavoro", sebbene ciò non venga applicato dal 1866.[1]
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Definizione legale
Secondo la definizione contenuta nella Convenzione n. 20 dell'International Labour Organization, "lavoro forzato è ogni lavoro o servizio imposto sotto minaccia di sanzioni e per il quale la persona non si è offerta spontaneamente". Secondo la medesima organizzazione, sono 12 milioni le persone al mondo sottoposte a questa forma di lavoro. Secondo l'organizzazione Anti-Slavery, tale cifra è nettamente superiore[2].
Sebbene una convenzione dell’International Labour Organization inviti ad un'abolizione del lavoro forzato[3] questo viene tuttora praticato in taluni paesi. In talune altre nazioni il lavoro forzato è regolamentato per legge. In molti ordinamenti è stato abolito da tempo; in Italia ciò avvenne nel 1866.[4] Nella maggioranza dei paesi del mondo il lavoro dei detenuti è volontario.
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Tipi di lavoro forzato
Il lavoro punitivo può essere di due tipi: lavoro produttivo, al pari di un lavoro su scala industriale; lavoro tendente ad annullare fisicamente una persona, sfruttandone con la forza la capacità, fino a causare tormenti di carattere psicologico.
Il lavoro forzato viene praticato solitamente in apposite strutture, convenzionalmente chiamate campi di lavoro forzato.
Durante la seconda guerra mondiale molti campi di lavoro forzato furono istituiti presso i campi di concentramento della Germania nazista. Analogamente, il lavoro forzato è stato praticato intensamente nei gulag dell'Unione Sovietica e nei cosiddetti Killing fields cambogiani ed è attualmente applicato nei campi laogai cinesi, ma anche in molte carceri americane, e nelle colonie penali russe[5], in Corea del Nord e in parte anche Giappone e Taiwan.
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Note
Voci correlate
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