Autoritratto in costume da procuratore veneziano, particolare da Capriccio architettonico, 1765-1766, Varsavia, Museo NazionalePiazza della Signoria a Firenze, Budapest, Museo di Belle Arti, 1742 ca.
Bernardo Bellotto nacque a Venezia il 30 gennaio 1721 (1720 more veneto) da Lorenzo e da Fiorenza Canal, sorella di Antonio Canal, il Canaletto. Suo fratello minore Pietro Bellotto (1725-1805 ca.) fu anch'egli pittore. Bernardo Bellotto dimostrò un talento precoce nella pittura vedutistica, che saprà rendere fresca e gradevole. Nel 1738 si iscrisse alla corporazione dei pittori veneziani. Su suggerimento dello zio Antonio Canal nel 1742 si recò a Roma, passando per Firenze, Lucca e Livorno[1]. In seguito lavorò in Lombardia al servizio dei conti Simonetta e a Torino dove realizzò due vedute per la corte sabauda. Durante un breve soggiorno a Verona probabilmente entrò in contatto con Pietro Guarienti a cui si deve la prima e unica biografia antica dell'artista[2].
Nei primi tempi della propria emancipazione professionale Bellotto si appoggiò al più famoso nome dello zio. Non a caso, nei paesi di lingua tedesca e in alcuni limitrofi, ancora oggi è indicato come "Bernardo Bellotto, genannt Canaletto" Le differenze caratteristiche del più giovane sono una più esatta osservazione e resa delle architetture, un trattamento più dinamico del cielo e dell'acqua, e chiaroscuri più drammatici, oltre naturalmente a una quantità assai più varia di luoghi ritratti. Il suo stile si arricchì ulteriormente sotto l'influenza dei grandi paesaggisti olandesiseicenteschi. Nel secondo suo soggiorno sassone virò, momentaneamente, verso una sorta di verismo descrittivo, nel quale la realtà venne riportata con una fedeltà fotografica.[3]
Ma il clima culturale diffusosi in quegli anni, improntato al neoclassicismo, invoglierà l'artista a partire nel 1766 alla volta di Pietroburgo, per lavorare alla corte di Caterina II, fermandosi lungo il tragitto presso la corte di Stanislao Augusto Poniatowski con l’intento di ottenere delle credenziali per meglio presentarsi alla zarina; trovatosi bene in Polonia si fermò definitivamente a Varsavia, dove trascorrerà gli ultimi anni della sua vita e dove diventò pittore di corte nel 1768.[4] Dei luoghi visitati, lasciò una indelebile traccia nelle sue tele, che si distinguono per l'accuratezza dei particolari e l'attenta resa della luminosità caratteristica. Le vedute realizzate a Varsavia sono state prese come modello per la ricostruzione della città dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale.[5]
Capriccio con la cacciata dei mercanti dal tempio, 1765-1766, Varsavia, Museo Nazionale
Gli ultimi anni a Varsavia
La chiesa delle suore di San Bernardo e la colonna di Sigismondo III a Varsavia dalla discesa verso la Vistola, 1768-1770, Varsavia, Museo del Castello reale
Veduta di Varsavia con la Vistola dal sobborgo di Praga, 1770, Varsavia, Museo del Castello reale
Veduta dei prati di Wilanòw, 1775, Varsavia, Museo del Castello reale
La via Miodowa a Varsavia, 1777, Varsavia, Museo del Castello reale
Piazza Kraninski a Varsavia, 1778, Varsavia, Museo del Castello reale
Veduta di Varsavia con la Vistola dal sobborgo di Praga, 1770, Varsavia, Museo del Castello realePiazza della porta di Ferro a Varsavia, 1779, Varsavia, Museo del Castello reale
La chiesa dei Carlemitani a Varsavia, 1780. Varsavia, Museo del Castello reale