Concordia (Antartide)
base di ricerca permanente italo-francese situata in Antartide Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Concordia è una base di ricerca permanente italo-francese situata in Antartide. Si trova sul plateau antartico, nel sito denominato Dome C a un'altitudine di 3233 m s.l.m.[2]
Base Concordia | |
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Base antartica Concordia Base antarctique Concordia | |
La base Concordia fotografata da una torre situata a 1 km dalla base (gennaio 2005). È visibile sia la nuova stazione invernale (in costruzione all'epoca, in primo piano) sia la più vecchia stazione estiva (sullo sfondo). | |
Stato | Antartide[1] |
Territorio | Territorio Antartico Australiano |
Regione | Dome C |
Coordinate | 75°05′59.91″S 123°19′57.38″E |
Altitudine | 3 220 m s.l.m. e 3 230 m s.l.m. |
Gestita da | Italia Francia |
Tipo | Base permanente |
Fondazione | 1996 |
Popolazione | 32 (estate), 16 (inverno) |
UN/LOCODE | AQ CON |
Sito web | www.concordiastation.aq |
La costruzione della stazione è frutto di un accordo congiunto, nel 1993, tra l'ENEA (Ente per le Nuove tecnologie, l'Energia e l'Ambiente), e l'Istituto polare francese Paul-Émile Victor (IPEV). Nel 1996 venne realizzata una prima installazione temporanea, operativa solo nella stagione estiva, per fornire il supporto logistico alla missione European Project for Ice Coring in Antarctica (EPICA) un progetto di perforazione a carotaggio continuo della calotta glaciale fino alla base rocciosa per una profondità totale di 3270,2 m.[3]
Le analisi isotopiche[4] effettuate sui campioni di ghiaccio e sull'aria imprigionata all'interno hanno permesso di ricostruire le variazioni climatiche in Antartide degli ultimi 720 000 anni e di compararne i dati con quelli di due progetti analoghi realizzati nell'Artide, in Groenlandia: il Greenland Ice Sheet Project (1971-1979 e 1988-1993) e il Greenland Icecore Project (1989-1992).[3]
Il progetto EPICA si è concluso agli inizi del 2005 e la stazione è stata trasformata in una stazione scientifica permanente. La prima missione invernale (con 13 persone, di cui 11 francesi e 2 italiani) ha avuto inizio il 13 febbraio 2005.
La Stazione Concordia ha una capacità massima nominale di 65 persone[2]; è in grado di ospitare 32 persone nel periodo estivo e un massimo di 16 in quello invernale[5], e occupa un'area di circa 1500 m².[6]
La stazione principale (la stazione invernale) è costituita da due edifici cilindrici (alti 17 m, a tre piani, collegati tra loro da una galleria al primo piano) con strutture portanti in carpenteria metallica rivestite da pannelli altamente isolanti in grado di resistere al freddo estremo e a un'elevata escursione termica tra l'interno e l'esterno (fino a 100 °C di escursione). Un edificio è dedicato alle attività cosiddette "silenziose" (laboratori, alloggi del personale, infermeria, sala radio, stazione meteorologica), mentre l'altro alle attività "rumorose": sala riunioni, uffici, sala mensa, biblioteca, palestra, sala tv, magazzini e supporto logistico.[6]
In un edificio adiacente alla struttura principale, prendono posto i generatori elettrici, le caldaie e la struttura per lo smaltimento delle acque reflue che impiega un impianto sviluppato dall'Agenzia spaziale europea specificatamente per le missioni spaziali di lunga durata basato su un reattore anaerobico (mentre le acque grigie vengono trattate con processi di ultrafiltrazione, nanofiltrazione e osmosi inversa).[6]
Il tavolato di Dome C (Dome Concordia per italiani e francesi, Dome Charlie per gli statunitensi) ha un'altitudine compresa fra 3200 e 3300 m ed è stato sede di numerose ricerche in ambito climatico coordinate dall'Antarctic Meteorological Research Center di Madison (Wisconsin, USA). Nel 1980, fu posizionata in situ una stazione meteorologica automatica, battezzata Dome C (74°30′S 123°00′E , 3280 m), che registrò la temperatura minima rimasta a lungo record dell'area (−84,6 °C, il 26 agosto 1982); nel 1995 la stazione fu spostata a qualche decina di chilometri (75°07′S 123°22′E , 3250 m) e ribattezzata Dome C II: tuttora operativa, ha misurato una temperatura minima di −83,2 °C (13 agosto 2010), mentre la temperatura minima misurata alla stazione Concordia è stata di −84,7 °C (13 agosto 2010).
Questi estremi, tipici del Plateau antartico orientale, si raggiungono di norma verso la fine del semestre invernale (aprile - settembre), mentre il dato medio annuale si colloca a −52,7 °C; le precipitazioni nevose variano, invece, da 2 a 10 cm[7]: tutte condizioni favorevoli, oltre che per gli studi di climatologia, sismologia e fisica dell'atmosfera dell'Antartide, anche per verificare l'adattamento umano in condizioni climatiche estreme.
Il sito si presta, in modo eccellente, anche alle osservazioni astronomiche grazie all'atmosfera relativamente tersa e calma[8] e garantisce un seeing medio di 0,3 secondi d'arco al di sopra dei 30 m.[9][10]
L'approvvigionamento e il collegamento della base vengono assicurati da diversi mezzi di trasporto, sia aerei sia terrestri.
Gran parte del materiale (circa 350 t) viene trasportato da tre convogli terrestri organizzati durante la campagna estiva. Tipicamente un convoglio è costituito da due gatti delle nevi e da 6-8 trattori cingolati. L'equipaggio è costituito da 8-10 uomini che dormono all'interno di due roulotte realizzate allo scopo. Partendo dalla base Dumont d'Urville, la durata del tragitto è di 20-25 giorni fra andata e ritorno. Durante il viaggio di ritorno si trasportano rifiuti, ma anche strumenti e materiali che devono ritornare in Europa. In ragioni delle condizioni climatiche, particolarmente difficili, il tragitto viene predisposto facendo utilizzo di immagini satellitari SPOT e la rotta viene controllata via GPS.[11]
Durante la campagna estiva 2011-2012, è stato effettuato per la prima volta un collegamento andata e ritorno tra Concordia e la base russa Vostok. Il convoglio scientifico è partito da Concordia il 20 dicembre 2011 ed è arrivato a destinazione il 3 gennaio 2012.[12] Il convoglio di ritorno è partito il 6 gennaio 2012 per arrivare a Concordia il 25 gennaio 2012.[13][14]
Il collegamento aereo viene realizzato mediante DHC-6 Twin Otter e Basler BT-67. Il Twin Otter viene adibito principalmente al trasporto del personale. Alloggiati nella stazione italiana Mario Zucchelli (MZS) durante il periodo da novembre a febbraio, i Twin Otter effettuano il loro volo sulla tratta Mario Zucchelli-Concordia-Dumont D'Urville. La durata media di un volo tra le stazioni è di circa 4 ore.[11] I Basler provengono dalla base statunitense di McMurdo e sono adibiti sia al trasporto di persone sia di materiali.
I principali campi di ricerca comprendono:
Nell'ambito del programma europeo di ricerca EPICA (European Project for Ice Coring in Antarctica, 1996-2005), il sito Dome C venne scelto per un progetto di perforazione a carotaggio continuo della calotta glaciale fino alla base rocciosa per una profondità totale di 3270,2 m. Le carote, con un diametro di 10 cm e una lunghezza massima di 3 m, provengono da strati di ghiaccio con temperature comprese tra −2 °C (al fondo) e −54 °C (in superficie) e le analisi isotopiche effettuate su questi campioni hanno permesso di determinare la composizione dell'aria (CO2, CH4, polveri) e ricostruire le variazioni climatiche degli ultimi 800000 anni. Tutti i campioni sono conservati a −55 °C presso la stessa base antartica.
Progetto incominciato nel 2002. IRAIT è un telescopio in montatura altazimutale composto da uno specchio primario (M1) di 80 cm di diametro di focale f/20 realizzato per osservare la radiazione infrarossa dall'Università di Perugia. È un telescopio di tipo Nasmyth costituito da tre specchi, M1, M2 e M3. La rotazione dello specchio M3 permette di inviare il fascio su uno dei due fuochi Nasmyth, dove si trovano gli strumenti di osservazione. Il secondario (M2) è uno specchio vibrante che permette d'utilizzare il metodo d'osservazione di chopping (vedere link), la sua traslazione permette di regolare la messa a fuoco. Gli specchi mobili M2/M3 e il loro sistema di guida sono stati realizzati dall'Università di Granada e dallo IEEC di Barcellona.
Il primo strumento d'osservazione AMICA (acronimo Antarctic Multiband Infrared CAmera) è uno strumento costituito da due sensori C-MOS, uno per l'infrarosso vicino e l'altro per l'infrarosso medio (utilizzando diversi filtri), realizzato dall'Istituto nazionale di astrofisica (Osservatorio di Teramo) a partire dal 2005. Questi due strumenti si trovano dentro un criostato. È possibile raffreddare il sensore infrarosso vicino a 25 K e il sensore infrarosso medio a 5 K (con un compressore a He4) mantenendo una pressione di 10−7 mbar.
Nel 2008 il CEA/SAP (Service d'AstroPhysique du Commissariat à l'Energie Atomique et aux Energies Alternatives) si è aggiunto alla collaborazione sviluppando un secondo strumento: CAMISTIC (Camera a infrarosso submillimetrico per l'Antartide). Questo strumento è costituito da una matrice di bolometri e permette l'osservazione della radiazione infrarossa lontana (200 e 350 micrometri). Il bolometro è raffreddato a 0,3 K con un sistema refrigerante a due livelli (He3 e He4), mantenendo una pressione di 10−7 mbar.
Il calore prodotto dai compressori di AMICA e di CAMISTIC è recuperato per riscaldare il laboratorio d'astronomia con un circuito di glicole realizzato dall'IPEV.
Le condizioni d'isolamento per un lungo periodo di un piccolo gruppo di persone sono ideali per definire le caratteristiche dell'equipaggio-tipo di una missione intraplanetaria, per esempio su Marte.[20][21] A questo scopo, l'Agenzia spaziale europea conduce degli studi sull'equipaggio della base, sull'ipossia da altitudine, il rischio di trombosi, la disidratazione (causata dall'atmosfera molto secca), l'alterazione dei ritmi circadiani durante la notte polare e per l'esposizione prolungata all'illuminazione artificiale, e in generale sulla risposta umana a prolungate condizioni di stress psicofisico.[21]
La stazione viene utilizzata per le campagne estive fin dal dicembre 1997, mentre le campagne invernali (da metà febbraio a metà novembre) hanno avuto inizio nel 2005.[22] Durante questo periodo, la stazione è inaccessibile ed è quindi necessario che gli "invernanti" (hivernants in francese) siano completamente autonomi.
La prima spedizione ha avuto inizio a metà febbraio del 2005, con tredici invernanti (undici francesi e due italiani):[23]
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A settembre 2005, la temperatura più elevata è stata di −48 °C con una media in agosto di −60,2 °C e un record di −78,6 °C, misurato il 1º settembre.[24] Con queste temperature estreme, le uscite devono essere effettuate con la massima precauzione. Le persone devono uscire almeno in coppia, munite di radio, batterie di ricambio e con un abbigliamento adeguato. Il glaciologo italiano Emanuele Salvietti doveva effettuare dei campionamenti di neve superficiale tutti i giorni a circa un chilometro dalla base. Dal momento che si doveva muovere a piedi (in quanto nessun veicolo era in grado di funzionare a queste temperature), doveva equipaggiare una maschera integrale dotata di aeratore per la respirazione.
La seconda spedizione, da febbraio a novembre 2006, impiegava una squadra di dieci invernanti (sei francesi e quattro italiani).[25]:
La temperatura record misurata durante quell'inverno fu di −80 °C, il 5 settembre 2006 alle ore 2:37, un valore più volte toccato nel corso della campagna.[26]
La terza spedizione, da febbraio a novembre 2007, era composta da una squadra di quattordici invernanti (otto francesi e sei italiani):[27]
La temperatura media è stata di −65 °C e la temperatura minima registrata è stata di −81,9 °C, il 5 settembre.
La quarta spedizione invernale, da febbraio a novembre 2008, impiegava una squadra di tredici invernanti (sette francesi e sei italiani):
La quinta spedizione, da febbraio a novembre 2009, era composta da una squadra di dodici invernanti (otto francesi, tre italiani e un britannico):[28]
La sesta spedizione, da febbraio a novembre 2010, era composta da una squadra di tredici invernanti (sei francesi, sei italiani e un ceco):[29]
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La settima spedizione, da febbraio a novembre 2011, era composta da una squadra di quattordici invernanti (sette francesi, sei italiani e un britannico) [30]:
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L'ottava spedizione, da febbraio a novembre 2012, impiegava una squadra di tredici invernanti (sette francesi, cinque italiani e un britannico):[31]
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La nona spedizione, da febbraio a novembre 2013, è composta da una squadra di quindici invernanti (nove francesi, cinque italiani e un greco) [30] :
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La decima spedizione, da febbraio a novembre 2014, è composta da una squadra di tredici invernanti (sei francesi, cinque italiani, un greco e un russo)[32]:
L'undicesima spedizione, da febbraio a novembre 2015, impiega una squadra di tredici invernanti (sei francesi, cinque italiani, un'inglese e uno svizzero):[34]
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La dodicesima spedizione, da febbraio a novembre 2016, impiega una squadra di dodici invernanti (cinque francesi, cinque italiani, un belga e un olandese):[35]
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La tredicesima spedizione, da febbraio a novembre 2017, impiega una squadra di tredici invernanti (cinque francesi, sette italiani, un belga-canadese):
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La quattordicesima spedizione, da febbraio a novembre 2018, impiega una squadra di tredici invernanti (cinque francesi, sette italiani, una austriaca):
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La quindicesima spedizione, da febbraio a novembre 2019, impiega una squadra di tredici invernanti (cinque francesi, sei italiani, una danese e una australiana):
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La sedicesima spedizione, da febbraio a novembre 2020, impiega una squadra di dodici invernanti (sette francesi, quattro italiani, uno olandese):
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La diciassettesima spedizione, da febbraio a novembre 2021, impiega una squadra di dodici invernanti (cinque francesi, sei italiani, uno inglese):
La diciottesima spedizione, da febbraio a novembre 2022, impiega una squadra di tredici invernanti (sei francesi, sei italiani, uno svedese):
La diciannovesima spedizione, da febbraio a novembre 2023, impiega una squadra di dodici invernanti (sei francesi, cinque italiani, un tedesco):
La ventesima spedizione, da febbraio a novembre 2024, impiega una squadra di tredici invernanti (sette francesi, cinque italiani, una svizzera):
La ventunesima spedizione, da febbraio a novembre 2025, impiegerà una squadra di tredici invernanti (sei francesi, sei italiani, una inglese):
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