diocesi della Chiesa cattolica in Francia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La diocesi di Carcassonne e Narbona (in latino Dioecesis Carcassonensis et Narbonensis) è una sede della Chiesa cattolica in Francia suffraganea dell'arcidiocesi di Montpellier. Nel 2021 contava 230.000 battezzati su 378.365 abitanti. È retta dal vescovo Bruno Valentin.
Diocesi di Carcassonne e Narbona Dioecesis Carcassonensis et Narbonensis Chiesa latina | |||
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Suffraganea dell' | arcidiocesi di Montpellier | ||
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Vescovo | Bruno Valentin | ||
Vicario generale | Thierry Ebersohl | ||
Vescovi emeriti | Jacques Joseph Marie Despierre, Ist. del Prado, Alain Émile Baptiste Planet | ||
Presbiteri | 98, di cui 53 secolari e 45 regolari 2.346 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 63 uomini, 119 donne | ||
Diaconi | 9 permanenti | ||
Abitanti | 378.365 | ||
Battezzati | 230.000 (60,8% del totale) | ||
Stato | Francia | ||
Superficie | 6.139 km² | ||
Parrocchie | 325 | ||
Erezione | III secolo (Narbona) VI secolo (Carcassonne) | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | San Michele | ||
Indirizzo | 89 rue Jean Bringer, B.P. 103, 11003 Carcassonne CEDEX, France | ||
Sito web | www.aude.catholique.fr | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Francia | |||
La diocesi comprende il dipartimento francese dell'Aude ed il cantone di Quérigut del dipartimento dell'Ariège.
Sede vescovile è la città di Carcassonne, dove si trova la cattedrale di San Michele.
Nel territorio diocesano sorgono:
Il territorio è suddiviso in 325 parrocchie. A partire dal 2007 il territorio diocesano è stato riorganizzato in sole 14 parrocchie.
Secondo un'antica tradizione, attestata già all'epoca di Gregorio di Tours (fine VI secolo), la chiesa di Narbona fu fondata verso la metà del III secolo da san Paolo, evangelizzatore della regione. Solo più tardi, attorno al IX secolo, venne qualificato come discepolo degli apostoli e identificato con il proconsole Sergio Paolo di cui parlano gli Atti degli Apostoli (13,6-12[1]).[2]
Primo vescovo storicamente documentato è Ilario, menzionato in alcune lettere pontificie tra il 417 e il 422. Grande figura di vescovo dei primissimi secoli fu san Rustico, già monaco dell'abbazia di Lerino, governò la chiesa narbonese per oltre trent'anni affrontando l'invasione dei Visigoti di Teodorico I (436) che occuparono l'intera regione con il lungo assedio di Narbona (che resistette fino al 462); cercò di consolidare e rafforzare il cattolicesimo dall'invasione visigota ariana e a lui si deve la ricostruzione della cattedrale, distrutta da un incendio nel 441, nella quale fu sepolto. Nel VI secolo l'arcidiocesi cedette porzioni di territorio a vantaggio dell'erezione delle diocesi di Elne e di Carcassonne.
Narbona era la sede metropolitana della Gallia Narbonense I e una provincia ecclesiastica è attestata dal VI secolo. Tuttavia, a causa degli avvenimenti politici e militari che coinvolsero la Linguadoca alla caduta dell'impero romano, solo in linea teorica la provincia ecclesiastica coincideva con la Narbonense I. Quando i Franchi strapparono la Settimania agli Arabi (759), si ripristinò l'originaria metropolia, costituita dalle sedi di Elne, Carcassonne, Béziers, Lodève, Agde, Maguelonne, Nîmes, Tolosa e Uzès. In seguito alle conquiste di Carlo Magno e di Ludovico il Pio, alcune diocesi spagnole entrarono nella provincia ecclesiastica di Narbona, che raggiunse così il suo apice con l'aggiunta delle diocesi di Urgell, Gerona, Barcellona e Vic. Papa Urbano II concesse agli arcivescovi di Narbona la primazia sopra la provincia ecclesiastica di Tarragona, sottomettendoli però agli arcivescovi di Toledo.
Papa Pasquale II accordò invece agli arcivescovi di Narbona la primazia sulla provincia ecclesiastica di Aix, con il titolo di primate della Gallia Narbonese.[3]
Questa situazione durò fino alla prima metà del XII secolo, quando la provincia ecclesiastica ritornò alla situazione precedente.
La cattedrale carolingia, dedicata a due santi di origine spagnola, Giusto e Pastore, fu ricostruita dal vescovo san Teodardo nella seconda metà del IX secolo e completamente riedificata a partire dal XIII secolo.
Due arcivescovi di Narbona furono elevati al soglio pontificio: Guy Foulcois, divenuto papa Clemente IV; e Giulio de' Medici, divenuto papa Clemente VII.
Tra il XIII e il XIV secolo la provincia ecclesiastica subì importanti modifiche. Nel 1295 venne eretta la diocesi di Pamiers, che fu suffraganea di Narbona fino al 1317. In quest'anno fu eretta la diocesi di Limoux, con territorio ricavato da quello di Narbona, ma ebbe vita molto breve ed era già soppressa nel febbraio 1318. Sempre nel 1317, per meglio combattere l'eresia catara, Tolosa fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana e dal suo territorio furono ricavate ben 6 diocesi suffraganee. Per compensare la perdita di Tolosa e di Pamiers, nel 1318 Narbona cedette porzioni di territorio a vantaggio dell'erezione delle diocesi di Alet e di Saint-Pons-de-Thomières, che divennero sue suffraganee. Infine nel 1694 anche la nuova diocesi di Alès entrò nella provincia ecclesiastica di Narbona, che, allo scoppio della rivoluzione francese, comprendeva 11 suffraganee: Elne, Carcassonne, Béziers, Lodève, Agde, Montpellier (l'antica Maguelonne), Nîmes, Alet, Alès, Saint-Pons-de-Thomières e Uzès.
In seguito al concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 l'arcidiocesi fu soppressa, contestualmente a 6 delle sue suffraganee; la maggior parte del suo territorio fu incorporato in quello della diocesi di Carcassonne, mentre una porzione più piccola entrò a far parte della diocesi di Montpellier.
Nel giugno 1817 fra Santa Sede e governo francese fu stipulato un nuovo concordato, cui fece seguito il 27 luglio la bolla Commissa divinitus, con la quale il papa restaurava la sede metropolitana di Narbona. Tuttavia, poiché il concordato non entrò in vigore in quanto non ratificato dal Parlamento di Parigi, questa erezione non ebbe effetto. L'arcidiocesi non venne mai più restaurata. Dal 1822 gli arcivescovi di Tolosa ebbero il privilegio di aggiungere al proprio titolo quello di arcivescovi di Narbona.
La diocesi di Carcassonne fu eretta dopo il 533 ad opera dei Visigoti, che in questo modo cercarono di compensare la perdita di Lodève e Uzès, passate ai Franchi. Il suo territorio fu ricavato da quello dell'arcidiocesi di Narbona, di cui Carcassonne divenne suffraganea. Il primo vescovo di cui si abbia riscontro storico è Sergio che nel 589 prese parte ai concili di Toledo e di Narbona.
Nel IX secolo furono erette le chiese di Notre-Dame de Canabès e di Notre-Dame de Limoux, ancor oggi meta di pellegrinaggio. Alla fine dell'XI secolo fu ricostruita a Carcassonne la chiesa dei santi Nazaro e Celso e papa Urbano II, venuto a Carcassonne a predicare la crociata, benedisse l'inizio dei lavori. Le navate della chiesa sono di stile romanico, mentre il transetto e il coro sono gotici. Questa chiesa fu cattedrale della diocesi fino agli inizi dell'Ottocento; il capitolo seguì per lungo tempo la regola di sant'Agostino, ma nel 1439 fu secolarizzato.
La storia della diocesi nel XIII secolo si interseca con la vicenda degli albigesi e la stessa città di Carcassonne si trovò al centro della crociata albigese. Il monastero di Prouille, nel quale san Domenico nel 1206 fondò un istituto religioso per le albigesi convertite, è oggi una meta di pellegrinaggio, consacrata alla Vergine. San Pietro di Castelnau, l'inquisitore cistercense martirizzato dagli albigesi nel 1208; santa Camelia, condannata a morte dagli stessi eretici; e il gesuita san Giovanni Francesco Régis (1597-1640) nato a Fontcouverte nell'antica arcidiocesi di Narbona, sono i santi specialmente venerati nella diocesi di Carcassonne.
In seguito al Concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 quasi tutto il territorio dell'antica arcidiocesi di Narbona, pressoché tutta la diocesi di Saint-Papoul, una parte delle diocesi di Alet e di Mirepoix, nonché la diocesi di Perpignano furono uniti al territorio della diocesi di Carcassonne, mentre tutte le altre sedi citate vennero soppresse. Contemporaneamente, la sede di Carcassonne fu dichiarata suffraganea dell'arcidiocesi di Tolosa.
Il 6 ottobre 1822 con la bolla Paternae caritatis del medesimo papa Pio VII fu ristabilita la diocesi di Perpignano, recuperandone il territorio da quello della diocesi di Carcassonne.
L'8 dicembre 2002, con la riorganizzazione delle circoscrizioni diocesane francesi, la diocesi di Carcassonne entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Montpellier.[4]
Il 14 giugno 2006 il titolo di Narbona è stato trasferito ai vescovi di Carcassonne e la diocesi ha assunto il nome attuale.[5]
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
La diocesi nel 2021 su una popolazione di 378.365 persone contava 230.000 battezzati, corrispondenti al 60,8% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 250.000 | 268.889 | 93,0 | 327 | 304 | 23 | 764 | 43 | 723 | 419 | |
1959 | 250.000 | 268.889 | 93,0 | 292 | 274 | 18 | 856 | 50 | 450 | 469 | |
1969 | 209.000 | 278.323 | 75,1 | 257 | 235 | 22 | 813 | 22 | 610 | 111 | |
1980 | 210.700 | 273.000 | 77,2 | 214 | 195 | 19 | 984 | 2 | 19 | 550 | 339 |
1990 | 212.000 | 282.000 | 75,2 | 176 | 158 | 18 | 1.204 | 4 | 18 | 396 | 339 |
1999 | 241.000 | 306.000 | 78,8 | 138 | 120 | 18 | 1.746 | 9 | 18 | 356 | 339 |
2000 | 243.800 | 309.600 | 78,7 | 113 | 112 | 1 | 2.157 | 8 | 1 | 356 | 332 |
2002 | 180.000 | 309.952 | 58,1 | 139 | 112 | 27 | 1.294 | 9 | 37 | 240 | 339 |
2003 | 180.000 | 309.952 | 58,1 | 126 | 99 | 27 | 1.428 | 10 | 34 | 240 | 339 |
2004 | 180.000 | 309.952 | 58,1 | 126 | 99 | 27 | 1.428 | 12 | 30 | 215 | 339 |
2006 | 181.000 | 311.800 | 58,1 | 117 | 96 | 21 | 1.547 | 11 | 22 | 215 | 339 |
2016 | 267.000 | 374.868 | 71,2 | 100 | 60 | 40 | 2.670 | 10 | 62 | 180 | 325 |
2019 | 237.000 | 368.011 | 64,4 | 94 | 54 | 40 | 2.521 | 10 | 68 | 138 | 325 |
2021 | 230.000 | 378.365 | 60,8 | 98 | 53 | 45 | 2.346 | 9 | 63 | 119 | 325 |
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