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regista e autore televisivo italiano (1925-2019) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Antonello Falqui (Roma, 6 novembre 1925 – Roma, 15 novembre 2019[1]) è stato un regista e autore italiano di programmi televisivi, in special modo di varietà.
Nasce a Roma il 6 novembre 1925 figlio del critico e scrittore Enrico Falqui. Si iscrive alla facoltà di giurisprudenza, che lascia prima della laurea, attratto dal cinema. Dal 1947 al 1949 frequenta il corso di regia del Centro sperimentale di cinematografia.[2] Nel 1950 è aiuto regista di Curzio Malaparte durante la lavorazione del film Cristo proibito, ruolo che ricopre anche in altre pellicole. Nel 1952 approda alla Rai, lavorando nella sede di Milano. Le trasmissioni televisive sono ancora in fase sperimentale e saranno inaugurate il 3 gennaio 1954. Le sue prime regie per la televisione sono quelle di alcuni documentari.
Raggiunge la celebrità presso il grande pubblico, che di sera si riuniva nelle poche abitazioni o locali pubblici in cui era presente un apparecchio televisivo, con Il Musichiere, celeberrimo programma condotto da Mario Riva, in onda dal 1957 al 1960. Dirige quattro edizioni di Canzonissima (1958, 1959, 1968, 1969), altrettante di Studio Uno (1961, 1962-1963, 1965 e 1966), tre di Teatro 10 (1964, 1971 e 1972) e l'unica di Milleluci (1974), avvalendosi della collaborazione di Guido Sacerdote. Negli anni settanta e ottanta collabora, tra gli altri, con Paolo Villaggio e Gigi Proietti. Nel 1986 dirige il programma Un altro varietà e nel 1988 Cinema che follia!: tra gli altri, chiama a far parte di questi due programmi il gruppo comico Gli Specchio. A Falqui è dedicato il film Il conte Max del 1991.
È morto il 15 novembre 2019 a 94 anni.[3] Il 15 novembre 2020, a un anno dalla sua scomparsa, lo Studio 1 del Centro di produzione Rai di via Teulada è stato intitolato alla sua memoria.[4]
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