In passato non esisteva una lista unica delle vette che superavano i 4.000 m s.l.m. In effetti i geografi e gli alpinisti dei differenti Paesi non utilizzavano i medesimi criteri di selezione. Nel 1993 l'Unione Internazionale delle Associazioni Alpinistiche (UIAA) ha deciso di stabilirne una lista ed ha creato un gruppo di lavoro per definirne i criteri:
criterio topografico: la prominenza (differenza di altezza tra la vetta e il colle più alto fra la vetta stessa e un'altra vetta di altezza superiore) non deve essere inferiore a 30 metri
criterio morfologico: tiene conto della struttura dell'insieme (spalle, anticime, ecc.)
criterio alpinistico: considera l'importanza delle vie da un punto di vista alpinistico: quantità e qualità delle vie alpinistiche, loro frequentazione, ecc.
Il primo criterio è stato considerato (con pochissime eccezioni[2]) sufficiente; ove non verificato, si è tenuto anche conto degli altri due criteri. In questo modo il gruppo definì una lista di 82 vette; definì inoltre altre 46 vette sussidiarie per coprire una lista allargata di 128 vette.[1]
I 4000 delle Alpi si trovano nelle seguenti sottosezioni/massicci alpini:
Questa lista comprende quelle vette superiori ai 4.000 m, che però in base ai criteri sopra esposti non sono considerate vette a sé stanti. La lista comprende 46 vette secondarie, riportate di seguito nell'ordine in cui erano riportate nel documento originale UIAA.[7] Questo divideva le vette per zone geografiche, secondo la seguente partizione:
La conquista delle più alte vette delle Alpi ha sempre interessato gli alpinisti. Tra il 1810 e il 1865[8] furono conquistati 42 "Quattromila". L'ultimo 4000 ad essere vinto è stata la Punta Mediana du Tacul nel 1926[9].
Karl Blodig (1859-1956), alpinista austriaco, era soprannominato il re dei 4000 perché aveva salito tutte le vette al tempo ritenute tali. In effetti ne ha salite solamente una sessantina[10]. Eustache Thomas (1869-1960) in soli sei anni ne ha saliti una settantina. Il primo alpinista ad aver concluso la salita a tutti gli 82 4000 è stato Luciano Ratto.
Nel 1993 nasce il Club 4000 fondato da Luciano Ratto e da Franco Bianco che raccoglie gli alpinisti che hanno salito almeno 30 dei 4000 delle Alpi[10].
Nel 2008 gli alpinisti Franco Nicolini e Diego Giovannini scalano tutte le 82 cime in soli 60 giorni. Era con loro anche Mirko Mezzanotte, che a causa di un infortunio ha dovuto rinunciare alla scalata di una ventina di cime.[11]
Nel 2015 l'alpinista svizzero Ueli Steck con il progetto "82 Summits" scala tutti i "Quattromila" in 62 giorni, due in più del record di Nicolini e Giovannini.[12]
Nel 2024 lo skyrunner spagnolo Kílian Jornet i Burgada scala tutti i "Quattromila" in 19 giorni, senza l'ausilio di mezzi a motore.
Le eccezioni riguardano soprattutto i gendarmi o le anticime che pur soddisfacendo il criterio fanno parte di vette importanti e ben individuate. Questo vale per il Grand Gendarme del Weissorn (4.331 m). In secondo luogo cime che, pur soddisfacendo il criterio, hanno scarsa rilevanza alpinistica come il Naso del Lyskamm.
Questa elevazione non soddisfa il criterio topografico; infatti ha una prominenza minore di 10 m. Soddisfacendo però agli altri due criteri e vista la distanza dal Monte Bianco (circa 600 m) e l'importanza storica è stata inserita nell'elenco principale.