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specie di pianta della famiglia Fumariaceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La Colombina gialla (nome scientifico Pseudofumaria lutea ((L.) Borkh., 1797)) è una piccola pianta erbacea, dai delicati fiori gialli, appartenente alla famiglia delle Papaveraceae, endemica delle Alpi centrali[1].
Colombina gialla | |
---|---|
Pseudofumaria lutea | |
Stato di conservazione | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
Ordine | Ranunculales |
Famiglia | Papaveraceae |
Sottofamiglia | Fumarioideae |
Tribù | Fumarieae |
Sottotribù | Fumariinae |
Genere | Pseudofumaria |
Specie | P. lutea |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Trachobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Magnoliidae |
Ordine | Papaverales |
Famiglia | Fumariaceae |
Genere | Corydalis |
Specie | C. lutea |
Nomenclatura binomiale | |
Pseudofumaria lutea (L.) Borkh., 1797 | |
Sinonimi | |
Borckhausenia lutea |
Il genere della “Colombina lutea” è abbastanza numeroso con circa 300 specie, di queste meno di una decina sono spontanee della nostra flora. La posizione tassonomica rispetto alla famiglia è stata modificata diverse volte: secondo la classificazione del Sistema Cronquist (degli anni '80 ed ormai superata) la specie di questa scheda appartiene alla famiglia delle Fumariaceae e relativo ordine delle Papaverales; mentre nella moderna classificazione APG IV è stata spostata alla famiglia delle Papaveraceae e all'ordine delle Ranunculales (vedi tabella a destra).
La presente specie appartiene alla sezione Capnoides[2] caratterizzata dall'avere radici non tuberose, dei fusti ramosi con molte foglie e diversi racemi terminale in posizione ascellare delle foglie e fiori di colore giallo o bianco.
La specie di questa scheda, in altri testi, può essere chiamata con nomi diversi. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
L'etimologia del nome generico (corydalis) deriva da un vocabolo greco (korydalis) che significa “allodola” e fa riferimento allo sperone terminale del fiore che ricorda il dito posteriore delle allodole. Altre etimologie fanno riferimento alla somiglianza del fiore con la cresta dell'allodola. I primi ad usare tale termine per queste piante sono stati il medico greco antico ellenista Galeno (Pergamo, 129 – 216) e il naturalista belga Rembert Dodoens, vissuto fra il 1517 e il 1585. Nome ripreso dal botanico e micologo svizzero Augustin Pyrame de Candolle (Ginevra, 4 febbraio 1778 – 9 settembre 1841), ma introdotto definitivamente nella botanica sistematica dal botanico francese Étienne Pierre Ventenat (1757-1808)[2].
L'epiteto specifico (lutea = gialla) deriva dalla colorazione della corolla di questa pianta.
A studiare e quindi classificare questa specie è stato il botanico e micologo svizzero Augustin Pyrame de Candolle (Ginevra, 4 febbraio 1778 – 9 settembre 1841) in una pubblicazione del 1805. Ma prima ancora questa pianta era stata catalogata dal biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, Carl von Linné (Rashult, 23 maggio 1707 –Uppsala, 10 gennaio 1778).
I tedeschi chiamano questa pianta: Gelber Lerchensporn; i francesi la chiamano Corydale jaune; mentre gli inglesi la chiamano Yellow Corydalis.
È una pianta alta da 10 a 30 cm a portamento prostrato. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante erbacee, perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto più o meno foglioso.
Le radici sono gracili e secondarie da rizoma.
Le foglie sono glauche, fragili e succose. La forma è due volte pennatosetta. I segmenti del secondo livello possono essere a sua volta divisi (anche completamente), o lobati. Sono inoltre oblanceolati; all'apice sono ottusi o mucronati. I piccioli delle foglie sono carnosi ma deboli e cavi. Nei climi miti le foglie rimangono sempreverdi. Dimensione dei lobi di secondo ordine : larghezza 5 – 9 mm, lunghezza 10 – 15 mm.
L'infiorescenza è composta da diversi racemi terminali formati all'ascella delle foglie superiori. I racemi sono multifiori (5 – 15 fiori) con delle brattee (o squame) lesiniformi. Dimensione delle brattee: larghezza 0,5 mm, lunghezza 4 mm.
I fiori sono ermafroditi, zigomorfi, ciclici e eteroclamidati. Possiedono uno sperone che è più corto della corolla che normalmente è gialla ma spesso può essere un giallo pallido o quasi bianco. Dimensione totale del fiore : 10 – 20 mm.
Il frutto è una capsula a forma lineare-fusiforme pendente, contenente diversi semi (frutto polispermo). Dimensione della capsula: 1 cm.
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale :
In questa pianta possono essere presenti degli alcaloidi tossici (contenuti nella parte ipogea del fusto) per cui è considerata una pianta potenzialmente velenosa.
È una pianta che facilmente viene usata nei giardini rocciosi o come bordura o come pianta di riempimento in quanto il fogliame copioso ed elegante rimane verde per buona parte della stagione. I fiori inoltre sono molto abbondanti e si spargono delicatamente tra le foglie. Se non sono molto seguite queste piante prolificano facilmente in tutte le direzioni. Le posizioni migliori sono quelle a mezza luce, ma cresce bene anche al sole o all'ombra. Il terreno deve essere ben drenato.
Questa pianta è tossica per il cavallo (produce piaghe alla bocca, coliche e perfino la morte).[4]
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