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Il "Locale" è una struttura di coordinamento delle 'ndrine che necessita però di almeno 49 affiliati per essere costituita. L'apertura, la chiusura e la sospensione di una Locale viene decisa dalla Locale di San Luca, detta per questo "Mamma". Sono diffuse in tutta la Calabria e le regioni d'Italia ma anche all'estero, fino ad arrivare all'ordine del migliaio di locali in tutto il mondo.[1][2]
«La vita criminale degli 'ndranghetisti nasce e si sviluppa nella locale, è per gli interessi economici e per il prestigio della locale che ogni singolo affiliato commette reati»
La struttura di Locale si attesta già alla fine del XIX secolo, secondo una sentenza del tribunale di Reggio Calabria del 16 luglio 1890, la Picciotteria (nome attribuito allora all'organizzazione) era compartimentata in Maggiore e Minore: i camorristi fanno parte della Maggiore, i picciotti della Minore. Nell'organigramma della Minore facevano parte il picciotto di giornata e il puntaiolo (cassiere)[3].
Dopo la seconda guerra di 'ndrangheta, nacquero nuove sovrastrutture di cui si venne a conoscenza solo a partire dagli anni novanta. Le 3 commissioni interprovinciali: La Piana per la piana di Gioia Tauro, La Montagna per la Locride e La Città per Reggio Calabria; e il Crimine, mentre per le locali di Lombardia e Liguria le camere di compensazione.[4]
Fino agli anni settanta il Locale di Cosenza, retto da Luigi Palermo detto "U Zorru" veniva chiamato Locale bastardo e visto malamente, poiché non seguiva le tradizionali regole e riti 'ndranghetisti. Le cose cambiarono con l'entrata in scena dei due nuovi gruppi criminali dei Pino e dei Sena dopo l'omicidio del vecchio Capobastone.
Il 13 novembre 2012 l'operazione Saggezza porta alla conoscenza di una nuova struttura al di sopra dei 5 locali aspromontani di Antonimina, Ardore, Canolo, Ciminà e Cirella di Platì: la Corona, di cui il capo, detto Capo-Corona era Vincenzo Melia, Luigi Varacalli, Nicola Romano e Nicola Nesci i consiglieri. Questa struttura sembra sia nata per dirimere questioni in seno a questi piccoli locali, a concedere doti e a poter competere economicamente alla pari di altre Locali di 'ndrangheta più blasonate. Non se ne conosce ancora la relazione col Crimine e il Mandamento ionico, in cui rientra.[5][6]
«E il mio obiettivo era raggiungere le cime più alte della ‘ndrangheta. E una volta che si raggiunge l’apice è finita: non puoi più fidarti di nessuno, devi guardarti alle spalle, spostarti da un luogo all’altro, fuggire dai nemici. E alla fine ti ritrovi solo, senza famiglia e senza amici.»
Le "doti" (o "fiori") sono i termini con i quali si vuole indicare una sorta di scala gerarchica a "gradi" dell'organizzazione criminale. Si ottiene una dote per particolari meriti o per diritto di nascita (come nel caso del "giovane d'onore"), e ogni dote dà la possibilità di accedere a particolari funzioni (Capo-Locale, Contabile...) in seno a una 'ndrina, ad un Locale o ad organismi superiori (Mandamento, Camere di controllo e Crimine), e conoscenze a cui prima non poteva accedere. Un affiliato con una certa dote non è tenuto a sapere chi ha una dote superiore alla sua, quale essa sia e cosa comporta in termini di potere.
La o il Locale è formata secondo lo schema della doppia compartimentazione: la Società Minore e la Società Maggiore. Non in tutte le locali si riesce a costituire la Società Maggiore: quando avviene, spesso gli 'ndranghetisti parlano di Società, per differenziare la locale da quelle formate solo dalla Società Minore.
Ogni Locale è diretta da una copiata, un triumvirato costituito da:
Il mastro di giornata è il portavoce del "Capo Locale": dà disposizioni agli affiliati, informa delle novità dalla Società Maggiore alla Società Minore e tiene al corrente il capo locale delle varie attività della locale, mettendolo al corrente di eventuali problematiche.
Tra le altre cariche, vi è anche quella di sorella d'omertá, affidata a una donna, che ha il compito di dare assistenza ai latitanti.
Sulla doppia compartimentazione della Locale sono strutturati i gradi all'interno della 'ndrangheta: ad ogni dote o fiore è associato un ruolo e un santo protettore. Il Santo Protettore della 'ndrangheta è San Michele Arcangelo.
Coloro che non sono affiliati all'organizzazione sono suddivisi in tre categorie:
Nella Società Minore le doti sono:
Nella Società Maggiore invece le doti sono:
Nel 2010 con l'operazione Crimine-Infinito, attraverso le intercettazioni, vengono scoperte le doti: Crociata, Stella, Bartolo, Mammasantissima o Mamma, Infinito, Conte Ugolino.
In Calabria vi sarebbero almeno 166 Locali o Società.[8]
La Locale più importante è quella di San Luca, soprannominata in gergo mafioso anche Mamma o Mammasantissima, ciò è dovuto al fatto che molte riunioni, soprattutto in passato, si svolgevano nei pressi del Santuario della Madonna di Polsi, in territorio di San Luca.
Le Locali in provincia di Reggio Calabria farebbero riferimento ad un triumvirato:
Mandamento centro o Città:
Mandamento ionico o Montagna:
Mandamento tirrenico o Piana:
Le Locali in provincia di Crotone:
Le Locali in provincia di Cosenza:
Le Locali in provincia di Vibo Valentia:
Le Locali in provincia di Catanzaro:[96]
Di seguito l'elenco dei locali scoperti durante le numerose operazioni delle forze dell'ordine, però secondo la DIA, come scrive nella sua seconda relazione semestrale del 2020 sono attualmente attive 25 locali in Lombardia, 14 in Piemonte, 3 in Liguria, 1 in Veneto, 1 in Valle d'Aosta e 1 in Trentino[106][107].
In Canada ci sarebbero almeno 9 Locali secondo le intercettazioni dell'operazione Crimine.
In Germania ci sarebbero almeno 60 Locali secondo le dichiarazioni del gennaio 2018 di Nicola Gratteri.
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